How beautiful

di SusanButterfly
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NdA: piccolo approfondimento molto libero di una scena del manga che mi ha molto colpita.

How beautiful



Touka vedeva solo due colori: il nero della notte, manto oscuro e impalpabile che copriva ogni cosa, e il rosso del sangue.
Avvertiva un dolore diffuso in tutto il corpo, anche se le numerose ferite che si era procurata durante lo scontro erano ormai del tutto guarite. Il suo kagune, sebbene non stesse più combattendo, rimaneva estratto, simile a una fiammata cremisi e violetto bruciante nelle tenebre del cielo.
In bocca aveva ancora il sapore della carne. Si toccò il mento con una mano e quando la ritirò scoprì le dita sporche di sangue, ma sapeva che apparteneva a Kaneki.
Si sentiva inquieta.
Proprio quell'inquietudine, quasi un'angoscia, l'aveva spinta a ritirarsi sul tetto della chiesa. Era fuggita dall'altare su cui giaceva quella ragazza come se ad averla minacciata di morte fosse stata lei, e non viceversa.
Non aveva paura, non si trattava di questo.
Era un sentimento meno primordiale, più profondo, che pareva nascere dalle viscere più remote del suo essere. Erano state le parole di quella ragazza a farlo germogliare.
Lasciò correre lo sguardo sulla distesa di edifici. In lontananza udì dei rumori soffocati: rombare di traffico, clacson, un vociare sommesso.
La sua testa era spaventosamente vuota, anche se aveva tante, troppe cose a cui pensare.
Era come se quella ragazza umana, con la sua voce innocente, quasi candida, con quelle parole che le erano venute dal cuore avesse distrutto quelle che un tempo erano state per lei certezze.
Si sentiva spiazzata, capì, incapace di rispondersi.
Cosa poteva esserci di bello in un mostro?




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