CINQUE
MESI DOPO
Sono
passati cinque mesi da quando ho sentito e visto Frank. È
partito per una missione e non ho sue notizie da troppo tempo
ormai… ho paura che gli sia successo qualcosa, che sia
ferito e io… io non sono con lui. So che Claudia Joy non
sente Michael ed è probabile che siano in missione insieme.
Siamo terrorizzate dalla prospettiva di perdere gli uomini che amiamo,
ma cerchiamo di farci forza a vicenda. Non dobbiamo mollare, ma essere
forti.
Ed
è per questo che, come ogni sera da cinque mesi a questa
parte, chiamo Claudia Joy. Per avere notizie o almeno un conforto.
“Pronto?”.
“Claudia
Joy, sono Denise”.
“Ciao,
Denise. Come stai?”.
“Bene,
tu?”.
“Bene.
Hai qualche notizia di Frank?”.
“Nessuna…
e tu di Michael?”.
“Nessuna…
Ma staranno bene, sanno cavarsela. Dopotutto sono
addestrati…”.
Claudia
Joy cerca di farmi sentire meglio, ma queste parole non mi consolano.
“Sono
tanto arrabbiata con lui, Claudia Joy… Ho paura che sia
ferito o peggio…”.
“Lo
so, Denise… anch’io temo per Michael”.
“Sai,
ho realizzato che non è solo questo che mi
spaventa…”.
La
mia migliore amica mi esorta a confidarmi con lei e io rispondo:
“E se mi avesse dimenticata? Se non volesse più
vedermi e avere a che fare con me?”.
“Denise,
sei la ragazza più dolce che io conosca, come potrebbe
averti dimenticata?”.
Rido
brevemente e rispondo: “Sei sempre gentile, Claudia
Joy…”.
“No,
sono sincera”, replica.
E
giuro di averla sentita sorridere.
In
ospedale c’è sempre molto da fare, i turni sono
pesanti e a volte sono stressanti, ma il mio lavoro mi piace tanto. Mi
permette di rendermi utile.
“Ehi,
Denise! C’è qualcuno per te!”.
Mi
volto verso chi mi ha chiamata, forse Allison, e… oh mio
Dio… non ci posso credere. Forse tutto questo è
solo un sogno. Un sogno dal quale mi sveglierò
presto… perché Frank è davanti a me,
con un mazzo di fiori in mano e non ho la più pallida idea
di cosa ci faccia qui…
“Frank!
Cosa… cosa ci fai qui?”, balbetto.
“Ti
ho portato questi…”.
Mi
porge i fiori, impacciato ed esitante.
“Grazie…
Sono bellissimi”.
“Sono
contento che ti piacciano…”.
“Frank,
perché sei qui?”.
“Volevo
scusarmi… sì, insomma… per non essermi
fatto vivo per tutto questo tempo… non è dipeso
da me! Ero in missione e chiamarti o mettermi in contatto con te in
altro modo, avrebbe significato farla saltare o peggio… mi
dispiace molto, ma non avevo altra scelta”.
“Pensavo…
pensavo non volessi più sentirmi…”,
sussurro.
“No,
non è così! Ero in missione. Michael te lo
può confermare: eravamo insieme… E non potrei mai
non volerti più vedere: la prima volta che ti ho vista, ho
pensato che saresti stata la donna della mia vita e ne sono ancora
convinto. Sì, Denise, ne sono fermamente convinto”.
Queste
parole mi scaldano il cuore: se prima avevo dubbi, mi è
bastato leggere la sincerità nei suoi occhi per farmi capire
che tiene a me quanto tengo a lui.
“Sai
che non basteranno questi fiori per scusarti?”, domando con
un sorriso.
“Se
la invitassi a cena, riparerei alla mia mancanza nei suoi confronti,
signorina Branch?”.
“Assolutamente
sì”.
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