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-POV LIV-
Erano
passate due settimane. Due lunghe, lunghissime settimane. Settimane
durante le quali avevo passato il tempo a scegliere i vestiti per il
mio primo giorno di scuola, e a ignorare i tentativi di Justin di
riconciliazione. Non ne volevo proprio sapere, non volevo arrivare al
punto di doverlo mettere dinanzi ad una scelta, ma era una cosa
inevitabile. Non volevo trovarmi a chiedergli di scegliere tra me e la
nostra fonte di litigio. Avevo paura che alla fine non avrebbe scelto
me. La nostra relazione non era come le altre, era strana , molto
incasinata e piena di problemi. Avevo sempre pensato che fosse una
relazione speciale , ma forse mi sbagliavo, forse non era poi
così fantastica. Passare le giornate a fingere che lui non
esistesse , non era proprio il massimo, e anche se non volevo
ammetterlo stavo malissimo. Stavo malissimo, era questa la
verità. Non capivo perchè le cose non funzionassero, non
capivo perchè dopo un solo giorno di sole la tempesta ritornava
a battere sulle nostre vite. Sapevo che non potevo pretendere che tutto
andasse a gonfie vele, ma sembrava che la nostra barca nemmeno ce le
avesse le vele e che pian piano stesse affondando. Mia madre aveva
saputo con certezza che aspettava un bambino, chi lo sa, forse avere un
frugoletto in giro per casa mi avrebbe aiutato a stare meglio. Ero
ritornata ad invidiare mia madre come in passato, lei aveva trovato il
modo di essere felice con Rob , e non riuscivo ancora a credere che non
litigassero mai. Erano in sintonia, in simbiosi. Allontanarmi da casa
mi avrebbe fatto bene, per questo ringraziavo l'esistenza della scuola.
Erano le sette quando mi ero alzata quella mattina, ma non mi sentivo
stanca o assonnata, al contrario, ero piena di energia. Quando Rob mi
lasciò davanti alla scuola e scomparve dalla mia vista, mi
lasciai sfuggire un sospiro di sollievo. La scuola era sempre la
stessa, e come essa , anche il mio armadietto. Conoscevo quasi tutto il
corpo docente, facevo parte di tanti progetti , e mi piaceva poter
essere la rappresentante di tante cose diverse. Quando chiusi
l'armadietto prendendo i libri della prima ora e mi voltai, vidi
avvicinarmi Claire che mi salutò con un rapido bacio sulla
guancia. "Buongiorno splendore." disse ammirandomi "Buongiorno."
risposi sorridente allontanandomi e imboccando il corridoio alla mia
destra con Claire che mi camminava accanto. "Hai già preso i
libri? Non vorrai dirmi che comincerai dal primo giorno di scuola a
studiare vero?" mi domandò con un espressione scioccata suo
volto. Non capivo, non era lei quella che voleva studiare, che cosa le
importava. "Che cosa c'è di male?" quella che avevo fatto era
una domanda stupida, conoscevo già la risposta "Che cosa
c'è di male? Liv siamo all'ultimo anno, sai che vuol dire?
Faremo le più assurde pazzie e ce ne fregheremo di qualsiasi
cosa, studio incluso. Lasciati andare, ci sono io che ti aiuterò
a smuovere tutta questa- si bloccò cercando di scegliere la
parola giusta -.. rigidità." mi prese per un braccio e mi
fermò nel corridoio guardandomi da capo a piedi. "Claire ci
sarà tempo per andare alle feste e ubriacarsi, non preoccuparti.
Studio, ma sono comunque una ragazza ed ho bisogno di divertimento, non
temere." non mi piaceva il fatto che volesse per forza farmi fare
quello che diceva, la ascoltavo troppe volte, e troppe volte facevo
quello che non volevo fare solo per renderla felice ed accontentarla.
Non avrei fatto niente che non volessi quest'anno, ero decisa ad
assecondare solo me stessa e il mio istinto. La lasciai nel corridoio
con un sorriso rassicurante ed entrai nella mia classe che era vuota ,
eccetto per una persona seduta all'ultimo banco. Era un ragazzo dalla
pelle scura e dagli occhi profondi. Rabbrividì quando mi
guardò in faccia e mi sorrise. Dedussi che fosse nuovo, aveva
l'aria del classico ragazzo tutto tenebre e segreti, il genere che ti
attira anche se non dovrebbe. "Quale onore conoscere Liv Tanner."
rimasi interdetta per alcuni istanti, poi mi riscossi e poggiai i libri
su un banco qualunque "Come fai a sapere chi sono, io non ti conosco."
dissi curiosa, volevo davvero sapere chi fosse e come facesse a
conoscermi. "Le voci girano, ho sentito dire molte cose su di te.
Sembri il principale argomento di discussione in questa scuola." fui
sorpresa della risposta, i suoi denti bianchi gli illuminavano
completamente il viso. Era bellissimo. " Beh piacere, tu sei..?" chiesi
lasciando in sospeso la frase "Io sono Mason." si alzò e mi si
avvicinò. Aveva un buon profumo, era molto forte e maschile,
quel genere di profumo che ti resta sotto il naso per un intera
giornata. "Sei molto meglio di quanto pensassi. Tutti ti dipingono come
il genio , la so tutto io.. mi aspettavo di trovarmi una nerd con gli
occhiali e niente curve, mi sbagliavo." spiegò con un sorrisetto
malizioso, arrossì un po' in imbarazzo "Se una persona studia,
non vuol dire che sia per forza brutta. E per la cronaca, io li porto
gli occhiali." il suono della campanella ci interruppe , e il prof e
gli altri cominciarono ad entrare in classe.
-POV JUSTIN-
Rovinavo
sempre le cose, non era una novità. Liv nonostante tutto,
continuava a fare la forte. Mi faceva veramente arrabbiare il suo
comportamento, stavo provando a chiarirmi, ma era come se scappasse,
come se facendo così evitasse il peggio. Avevo il presentimento
che forse le cose non si sarebbero aggiustate, e solo Dio sapeva come
avrei fatto senza di lei. Avevamo avuto discussioni peggiori di questa,
ma eravamo comunque riusciti ad aggiustare le cose, adesso sembrava di
no. Non volevo nemmeno immaginare di non poter più dormire con
lei, abbracciarla, baciarla, coccolarla.. era la mia Liv, la mia
piccola Liv, tremendamente infantile e allo stesso tempo tanto forte.
Era la mia benedizione. Ero diretto alla sua scuola, forse vedermi
sarebbe stato meglio. Quando vidi tutti i ragazzi catapultarsi fuori,
capì che la campanella era suonata e che era ora di tornare a
casa. Ero agitato, non la vedevo da un po', non sapevo che effetto mi
avrebbe fatto, mi mancava come l'aria. Il parcheggio stava cominciando
a svuotarsi quando la vidi uscire al fianco di un ragazzo che aveva un
volto familiare. Ero sicuro di averlo già visto da qualche
parte, solo che non ricordavo dove. Vidi lui dirgli qualcosa per poi
salutarla, Liv sorrise, un sorriso che non le vedevo da qualche tempo ,
un sorriso sincero. Mi sentì ribollire il sangue nelle vene,
forse non mi richiamava perchè era troppo occupata con
qualcun'altro. Mi sentì tremendamente stupido. Misi in moto per
allontanarmi da quel posto, mi doleva lo stomaco, la gola bruciava.
"Justin." sentì urlare, frenai e mi maledissi mentalmente per
essere andato lì, che cosa le avrei detto ora? Aprì lo
sportello della macchina e ci salì. "Perchè sei venuto?"
mi chiese aggiustandosi la gonna che portava, le guardai le gambe
cercando di restare concentrato. "Non lo so nemmeno io. Scendi dalla
mia macchina." risposi brusco. Non potevo credere che si fosse fiondata
già alla ricerca di qualcun'altro, non riuscivo a crederci, ero
così sostituibile?Così insignificante? "Sei la stranezza
fatta persona, lo sai?" aveva uno sguardo esasperato, cosa che mi diede
su i nervi "Ero venuto qui per parlarti e chiarire, ma adesso non ne ho
più voglia. Non mi sembra un comportamento strano, a meno che la
signorina che adesso voglio che scenda dalla mia auto, non se ne
intenda." dissi prendendola in giro con una vocina fastidiosa,
alzò gli occhi al cielo "Non ti facevo così detestabile."
borbottò incrociando le braccia al petto "E io non ti facevo
così stronza." spalancò la bocca incredula per quello che
avevo detto, era la reazione che più volevo, volevo che ci
restasse male. Dopo avermi guardato male scese sbattendo lo sportello
come faceva sempre quando voleva infastidirmi, ma non me ne importava
della macchina, stavo esultando dentro. Zampettava verso l'uscita del
parcheggio quando mi avvicinai lentamente con l'auto al suo fianco,
abbassai il finestrino e le dissi senza nemmeno guardarla "E'
finita."per poi sorpassarla. Mentre svoltavo l'angolo sentì
urlare "Se non lo avevi ancora capito, è finita già da
tempo."
-POV LIV-
Come
si era permesso quel coglione?Lo detestavo, sapevo che era stato un
errore quando mi ero innamorata di lui, io me lo sentivo. La cosa
peggiore era che ero arrabbiata di più con me stessa, se non
fossi stata tanto stupida, forse non mi sarei invaghita di una persona
tanto orribile. Era venuto a scuola per chiarire , ma perchè non
lo aveva fatto e se ne era uscito con quella frase? Non volevo nemmeno
starci a riflettere, non lo meritava. E pensare che stavo male per la
nostra discussione, che idiota che ero. "Mamma domani sera resto a casa
di Claire, dice che dobbiamo passare assolutamente del tempo insieme.."
avvertì mia madre sedendomi a tavola "Rob non cena con noi?"
chiesi accorgendomi della sua assenza. Era strano, ma mi ero abituata a
vederlo seduto a tavola con noi ogni sera, ed ora che non c'era ,
avvertivo la sua mancanza. "Lavora fino a tardi, siamo solo io e te- si
interruppe guardandomi- come ai vecchi tempi." concluse sedendosi
accanto a me. "Che cosa farete domani sera?" domandò passandomi
il pollo che aveva cucinato poco prima. Aveva un bell'aspetto, molto
invitante e gustoso, il mio stomaco si aprì. "Non lo so, le
solite cose che si fanno tra amiche." alzai le spalle non sapendo che
altro dire "Anche io lo facevo quando ero giovane, era divertente. Si
parlava di ragazzi e di cotte varie." sospirai, non volevo parlare di
ragazzi, per nessuna ragione al mondo. "Ne dubito, non parleremo
assolutamente di ragazzi, ne ora ne mai." presi un po' di pane e lo
mangiai "Non parlerete dei vostri amorucci?." rispose ovvia e sicura di
quello che aveva detto. Mi bloccai con il bicchiere a mezz'aria e
distolsi lo sguardo dal mio cibo "Se li avessimo..." spostai il mio
piatto ancora pieno, mi sentivo così sazia all'improvviso "Io
credevo che.. Liv non mi hai detto nulla." mia mamma cercò di
riparare la situazione, ma non era colpa sua, non lo poteva sapere "Non
preoccuparti mamma, sono cose che succedono. Sto bene." mi alzai e
cominciai a sparecchiare "Ultimamente non mi dici molto della tua vita,
mi piacerebbe essere più presente e poterti aiutare a superare
delle cose che possono sembrarti brutte; quando la prima storia d'amore
finisce è sempre traumatico. Se vorrai, io ci sarò." mi
toccò la spalla come un appoggio, una rassicurazione "Lo
apprezzo, grazie." sorrisi e salì in camera
"Ho
preso gli orsetti gommosi e la panna." urlai lanciandomi sul letto
della mia migliore amica "Non ci credo, sono una frana anche a mettere
lo smalto. Guarda!" aveva uno sguardo esasperato che mi fece ridere.
Adoravo la camera di Claire, era molto grande nei toni dell'arancione,
il suo colore preferito. Alle pareti erano appesi dei quadri che suo
padre aveva dipinto con le sue stesse mani esperte. Dipingeva con tutto
il cuore, lo faceva con amore e passione, mi aveva sempre affascinato
il suo modo di fare. Avrei tanto voluto avere uno dei suoi quadri a
casa mia, erano speciali e in un certo senso confortanti. "Lascia fare
a me." presi la boccetta rosa e cominciai a colorarle le unghie
accuratamente "Stavo pensando.." alzai gli occhi verso di lei e vidi
che seguiva ogni mia mossa "Non lo fai spesso." intervenni con una
risata "Scema- rise e mi spinse leggermente quando ebbi alzato il
pennellino per immergerlo nel colore- stavo pensando che essendo che
siamo single.. potremmo uscire con qualcuno." fece un sorrisino
innocente "No no no. Non se ne parla, non voglio entrare in un'altra
delle tue trovate." l'ultima volta che aveva detto così ero
quasi stata scambiata a poker, non potevo correre altri pericoli
inutili "Liv non iniziare, questa volta è finita davvero con
Marcus, e a te è finita del tutto con Justin , e ti appoggio
pienamente per la motivazione, ma il punto è che se lui esce con
altre ragazze, dovresti farlo anche tu." spiegò soffiando sulle
sue dite laccate rosa. Ripassai mentalmente quello che aveva detto e ci
trovai qualcosa che non mi quadrava "Li conosciamo i nostri ex ragazzi
no? Non dimenticherò mai quella bionda che era con Justin
stamattina, e credo che non lo farà nemmeno lui. Che porco."
sbottò indignata. Sentì il mio cuore andare in mille
pezzi, lo sentì frantumarsi. L'odore di quello smalto mi stava
nauseando così mi alzai e uscì fuori al suo balcone. Come
eravamo finiti a quello? Non lo sapevo, la verità era quella,
non lo sapevo e mai lo avrei saputo. "Ho detto qualcosa che non va? Liv
lo sapevi che usciva con quella tizia vero?" scossi la testa e
sentì gli occhi bruciare, pizzicare "Oh mio Dio.. allora
perchè hai rotto con lui?" mi chiese scuotendomi "Poker e soldi
sporchi." dissi semplicemente senza emozioni in volto "Io credevo che..
beh in ogni caso hai fatto bene, troverai qualcuno che ti
renderà felice, qualcuno che sia migliore di lui." una sola
lacrima mi scese quella sera, quell'unica lacrima che racchiudeva tutto
il dolore che provavo, una sola lacrima di pura delusione.
-POV JUSTIN-
Laila
mi stava con il fiato sul collo tutto il tempo, era insopportabile. Mi
aveva chiesto di passare da lei perchè si sentiva sola, e la
cosa peggiore che potessi fare era andare da lei, cosa che poi avevo
fatto. Una parte di me sapeva che era una sorta di ripicca nei
confronti di Liv, vederla con quel ragazzo mi aveva fatto stare male,
ed era strano, io non mi facevo ferire tanto spesso. Quando Laila mi
aveva visto quella mattina, era corsa letteralmente tra le mie braccia,
aveva emesso tutto il tempo gridolini fastidiosi e si era dimenata come
un'anguilla. "Quanto mi sei mancato." aveva detto ad un centimetro
dalla mia bocca "Tu nemmeno un pochino." avevo risposto secco "Oh
andiamo, lo so che mi adori." quando mi baciò non me ne resi
conto del tutto, ero troppo impegnato a notare Claire che mi guardava
dall'altro lato della strada. Fui preso alla sprovvista, e quello che
mi limitai a fare fu rispondere al bacio ed ignorare lo sguardo della
migliore amica della mia ragazza. Non facevo altro che ripensare a
quello che avevo fatto, sapevo che avrebbe detto tutto a Liv, ne ero
più che certo. Ero a casa di Chris , ma non ascoltavo quello che
diceva, pensavo e ripensavo. "Bieber smettila di rimuginare su quello
che hai fatto o detto e alza il culo da quel divano." sbottò di
punto in bianco riscuotendomi dai miei pensieri "Come?" chiesi non
riuscendo a capire che cosa intendesse "Sei proprio un coglione. Va da
lei." mi incitò con in mano una bottiglia di birra ormai finita
"E' tardi , non posso andare da lei nel bel mezzo della notte." cercai
di giustificare la mia paura con qualcosa che non potevo controllare:
l'ora. "Andiamo, credi che stia dormendo? Credi che tu sia l'unico a
pensare a quello che è successo tra di voi? Sono sicuro che
starà piangendo per quello che hai fatto, e sono sicuro che non
sarà a casa sua, ma dalla sua migliore amica. Ricorda che ho una
sorella e che ci sono passato mille volte, il mondo femminile non
è poi così contorto- fece una pausa poggiando la
bottiglia vuota accanto al divano- ascoltami per una volta." anche se
quello che aveva detto poteva essere vero, non potevo mettere da parte
il mio orgoglio, era una cosa che non accettavo "Non posso." dissi
semplicemente alzando di poco le spalle "Poi te ne pentirai. Liv
è l'unica ragazza che sia mai riuscita a farti perdere
così tanto la testa, vuoi davvero lasciarla perdere?" mi
domandò grattandosi il sopracciglio destro. Chris da quando era
diventato cosi saggio? Mi meravigliava sempre di più, era
davvero un amico sincero. Mi alzai dal divano "Grazie." mi spinse fuori
casa con un "Lascia i ringraziamenti per un altro momento."
-POV LIV-
Claire
sapeva come tirarmi su di morale, si vedeva che mi conosceva meglio di
qualsiasi altra persona. La guerra con i cuscini era la cosa che
più ci faceva fare quando qualcosa non andava, stare insieme ci
aiutava. "Pausa pausa." urlai crollando a terra stremata "Pappa molla."
disse ridendo. Restammo sdraiate per un po' a guardare il soffitto, in
attesa che i nostri respiri ritornassero regolari "Ti voglio bene lo
sai vero?" mi chiese voltando la testa verso di me "Lo so, ma voglio
bene di più alla panna." mi alzai e mi spruzzai una buona
quantità di panna in bocca "Dammene un po'." mi strappò
di mano la panna "E' così buona." dissi leccandomi le labbra
"Tantissimo." ridemmo fino a quando il telefono di Claire non
squillò. Si alzò e mi disse di restare un minuto in
camera. "Te ne devi andare. Non devi più avvicinarti a lei, sono
stata chiara?" udì dalle scale. Coprì la bocca con le
mani e scesi giù raggiungendola. Mi trovai un Justin in tutto il
suo splendore e Claire che cercava di mandarlo via. Quando mi
guardò mi sentì le ginocchia cedere, perchè averlo
davanti mi faceva questo effetto? Perchè doveva procurarmi
così tante emozioni? "Claire va tutto bene, ci penso io." misi
una mano sulla spalla della mia migliore amica che incenerì
Justin con lo sguardo "Ti giuro che se la fai soffrire ti distruggo,
ricorda che ti tengo d'occhio." lo avvertì con sguardo
minaccioso per poi lasciarci soli. Aprì la porta e mi poggiai al
muro circostante, lui mi si mise davanti "Hai un po' di panna qui." si
avvicinò pericolosamente a me e con la sua lingua tolse la panna
che mi era rimasta sulle labbra, istintivamente misi le mani sul suo
petto e lo allontanai "Non ti avvicinare, non dopo che hai toccato
lei.." dissi disgustata "Liv lo so, non volevo, non l'avevo previsto."
si giustificò, Dio, era bello come il sole "Claire mi ha detto
che invece volevi e anche molto. Justin non stare qui a sparare
stronzate, non ti crederò mai." il venticello mi fece
rabbrividire, si tolse la felpa e me la porse "Non la voglio,
preferisco prendere un raffreddore." alzò gli occhi al cielo
"Non fare la bambina." presi la felpa con riluttanza e la indossai, era
il doppio di me. "Sei bellissima, ti sta bene." era un ruffiano
"Smettila di comportarti in questo modo, non bastano due parole dolci
per farti perdonare. Ti ricordo che sono una stronza." ancora mi faceva
arrabbiare il modo in cui me lo aveva detto, con tutta la cattiveria
nella voce "L'ho detto perchè mi sono ingelosito, va bene? Ti ho
visto con quello e mi sono incazzato okay? Volevo farti stare male e mi
sono lasciato baciare da Laila." spiegò velocemente "E sarei io
la bambina?" chiesi stupita incrociando le braccia e assaporando il suo
odore impregnato nella felpa "Mi dispiace, mi dispiace." guardai oltre
le sue spalle respirando profondamente, misi le mani sul viso , forse
avrei pianto di lì a poco "Dì qualcosa Liv." portò
le mani ai lati del mio corpo, mi incatenò al muro e mi
guardò dritto negli occhi "Sono sinceramente dispiaciuto,
credimi. Non sai quanto sia stato difficile venire qui e scusarmi.
Andiamo avanti e superiamolo, insieme." i suoi occhi supplicavano, e fu
lì che mi lasciai abbracciare, cullare dalle sue braccia che mi
erano mancate davvero tanto.
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