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Autore: MissJB2501    27/04/2016    1 recensioni
"Ci ripetono che l'amore è il sentimento più forte e puro che un essere umano possa provare in tutta la sua esistenza. Non ci credevo, o almeno è quello che mi imponevo di credere. Dopo le mie storielle da quattro soldi ero arrivata a pensare che forse non avrei mai provato amore per qualcuno, che non avrei provato tutte quelle sensazioni che erano scritte nei libri. Adesso posso garantire che mi sbagliavo perchè l'amore, quello vero, è anche meglio di come viene descritto , va oltre l'immaginario. Ma dobbiamo anche ricordare che l'amore è sofferenza e che amare vuol dire distruggere e che essere amati vuol dire essere distrutti."
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeremy Bieber, Justin Bieber, Nuovo personaggio, Pattie Malette
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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-POV LIV-

Erano passate due settimane. Due lunghe, lunghissime settimane. Settimane durante le quali avevo passato il tempo a scegliere i vestiti per il mio primo giorno di scuola, e a ignorare i tentativi di Justin di riconciliazione. Non ne volevo proprio sapere, non volevo arrivare al punto di doverlo mettere dinanzi ad una scelta, ma era una cosa inevitabile. Non volevo trovarmi a chiedergli di scegliere tra me e la nostra fonte di litigio. Avevo paura che alla fine non avrebbe scelto me. La nostra relazione non era come le altre, era strana , molto incasinata e piena di problemi. Avevo sempre pensato che fosse una relazione speciale , ma forse mi sbagliavo, forse non era poi così fantastica. Passare le giornate a fingere che lui non esistesse , non era proprio il massimo, e anche se non volevo ammetterlo stavo malissimo. Stavo malissimo, era questa la verità. Non capivo perchè le cose non funzionassero, non capivo perchè dopo un solo giorno di sole la tempesta ritornava a battere sulle nostre vite. Sapevo che non potevo pretendere che tutto andasse a gonfie vele, ma sembrava che la nostra barca nemmeno ce le avesse le vele e che pian piano stesse affondando. Mia madre aveva saputo con certezza che aspettava un bambino, chi lo sa, forse avere un frugoletto in giro per casa mi avrebbe aiutato a stare meglio. Ero ritornata ad invidiare mia madre come in passato, lei aveva trovato il modo di essere felice con Rob , e non riuscivo ancora a credere che non litigassero mai. Erano in sintonia, in simbiosi. Allontanarmi da casa mi avrebbe fatto bene, per questo ringraziavo l'esistenza della scuola. Erano le sette quando mi ero alzata quella mattina, ma non mi sentivo stanca o assonnata, al contrario, ero piena di energia. Quando Rob mi lasciò davanti alla scuola e scomparve dalla mia vista, mi lasciai sfuggire un sospiro di sollievo. La scuola era sempre la stessa, e come essa , anche il mio armadietto. Conoscevo quasi tutto il corpo docente, facevo parte di tanti progetti , e mi piaceva poter essere la rappresentante di tante cose diverse. Quando chiusi l'armadietto prendendo i libri della prima ora e mi voltai, vidi avvicinarmi Claire che mi salutò con un rapido bacio sulla guancia. "Buongiorno splendore." disse ammirandomi "Buongiorno." risposi sorridente allontanandomi e imboccando il corridoio alla mia destra con Claire che mi camminava accanto. "Hai già preso i libri? Non vorrai dirmi che comincerai dal primo giorno di scuola a studiare vero?" mi domandò con un espressione scioccata suo volto. Non capivo, non era lei quella che voleva studiare, che cosa le importava. "Che cosa c'è di male?" quella che avevo fatto era una domanda stupida, conoscevo già la risposta "Che cosa c'è di male? Liv siamo all'ultimo anno, sai che vuol dire? Faremo le più assurde pazzie e ce ne fregheremo di qualsiasi cosa, studio incluso. Lasciati andare, ci sono io che ti aiuterò a smuovere tutta questa- si bloccò cercando di scegliere la parola giusta -.. rigidità." mi prese per un braccio e mi fermò nel corridoio guardandomi da capo a piedi. "Claire ci sarà tempo per andare alle feste e ubriacarsi, non preoccuparti. Studio, ma sono comunque una ragazza ed ho bisogno di divertimento, non temere." non mi piaceva il fatto che volesse per forza farmi fare quello che diceva, la ascoltavo troppe volte, e troppe volte facevo quello che non volevo fare solo per renderla felice ed accontentarla. Non avrei fatto niente che non volessi quest'anno, ero decisa ad assecondare solo me stessa e il mio istinto. La lasciai nel corridoio con un sorriso rassicurante ed entrai nella mia classe che era vuota , eccetto per una persona seduta all'ultimo banco. Era un ragazzo dalla pelle scura e dagli occhi profondi. Rabbrividì quando mi guardò in faccia e mi sorrise. Dedussi che fosse nuovo, aveva l'aria del classico ragazzo tutto tenebre e segreti, il genere che ti attira anche se non dovrebbe. "Quale onore conoscere Liv Tanner." rimasi interdetta per alcuni istanti, poi mi riscossi e poggiai i libri su un banco qualunque "Come fai a sapere chi sono, io non ti conosco." dissi curiosa, volevo davvero sapere chi fosse e come facesse a conoscermi. "Le voci girano, ho sentito dire molte cose su di te. Sembri il principale argomento di discussione in questa scuola." fui sorpresa della risposta, i suoi denti bianchi gli illuminavano completamente il viso. Era bellissimo. " Beh piacere, tu sei..?" chiesi lasciando in sospeso la frase "Io sono Mason." si alzò e mi si avvicinò. Aveva un buon profumo, era molto forte e maschile, quel genere di profumo che ti resta sotto il naso per un intera giornata. "Sei molto meglio di quanto pensassi. Tutti ti dipingono come il genio , la so tutto io.. mi aspettavo di trovarmi una nerd con gli occhiali e niente curve, mi sbagliavo." spiegò con un sorrisetto malizioso, arrossì un po' in imbarazzo "Se una persona studia, non vuol dire che sia per forza brutta. E per la cronaca, io li porto gli occhiali." il suono della campanella ci interruppe , e il prof e gli altri cominciarono ad entrare in classe.

-POV JUSTIN-

Rovinavo sempre le cose, non era una novità. Liv nonostante tutto, continuava a fare la forte. Mi faceva veramente arrabbiare il suo comportamento, stavo provando a chiarirmi, ma era come se scappasse, come se facendo così evitasse il peggio. Avevo il presentimento che forse le cose non si sarebbero aggiustate, e solo Dio sapeva come avrei fatto senza di lei. Avevamo avuto discussioni peggiori di questa, ma eravamo comunque riusciti ad aggiustare le cose, adesso sembrava di no. Non volevo nemmeno immaginare di non poter più dormire con lei, abbracciarla, baciarla, coccolarla.. era la mia Liv, la mia piccola Liv, tremendamente infantile e allo stesso tempo tanto forte. Era la mia benedizione. Ero diretto alla sua scuola, forse vedermi sarebbe stato meglio. Quando vidi tutti i ragazzi catapultarsi fuori, capì che la campanella era suonata e che era ora di tornare a casa. Ero agitato, non la vedevo da un po', non sapevo che effetto mi avrebbe fatto, mi mancava come l'aria. Il parcheggio stava cominciando a svuotarsi quando la vidi uscire al fianco di un ragazzo che aveva un volto familiare. Ero sicuro di averlo già visto da qualche parte, solo che non ricordavo dove. Vidi lui dirgli qualcosa per poi salutarla, Liv sorrise, un sorriso che non le vedevo da qualche tempo , un sorriso sincero. Mi sentì ribollire il sangue nelle vene, forse non mi richiamava perchè era troppo occupata con qualcun'altro. Mi sentì tremendamente stupido. Misi in moto per allontanarmi da quel posto, mi doleva lo stomaco, la gola bruciava. "Justin." sentì urlare, frenai e mi maledissi mentalmente per essere andato lì, che cosa le avrei detto ora? Aprì lo sportello della macchina e ci salì. "Perchè sei venuto?" mi chiese aggiustandosi la gonna che portava, le guardai le gambe cercando di restare concentrato. "Non lo so nemmeno io. Scendi dalla mia macchina." risposi brusco. Non potevo credere che si fosse fiondata già alla ricerca di qualcun'altro, non riuscivo a crederci, ero così sostituibile?Così insignificante? "Sei la stranezza fatta persona, lo sai?" aveva uno sguardo esasperato, cosa che mi diede su i nervi "Ero venuto qui per parlarti e chiarire, ma adesso non ne ho più voglia. Non mi sembra un comportamento strano, a meno che la signorina che adesso voglio che scenda dalla mia auto, non se ne intenda." dissi prendendola in giro con una vocina fastidiosa, alzò gli occhi al cielo "Non ti facevo così detestabile." borbottò incrociando le braccia al petto "E io non ti facevo così stronza." spalancò la bocca incredula per quello che avevo detto, era la reazione che più volevo, volevo che ci restasse male. Dopo avermi guardato male scese sbattendo lo sportello come faceva sempre quando voleva infastidirmi, ma non me ne importava della macchina, stavo esultando dentro. Zampettava verso l'uscita del parcheggio quando mi avvicinai lentamente con l'auto al suo fianco, abbassai il finestrino e le dissi senza nemmeno guardarla "E' finita."per poi sorpassarla. Mentre svoltavo l'angolo sentì urlare "Se non lo avevi ancora capito, è finita già da tempo."

-POV LIV-

Come si era permesso quel coglione?Lo detestavo, sapevo che era stato un errore quando mi ero innamorata di lui, io me lo sentivo. La cosa peggiore era che ero arrabbiata di più con me stessa, se non fossi stata tanto stupida, forse non mi sarei invaghita di una persona tanto orribile. Era venuto a scuola per chiarire , ma perchè non lo aveva fatto e se ne era uscito con quella frase? Non volevo nemmeno starci a riflettere, non lo meritava. E pensare che stavo male per la nostra discussione, che idiota che ero. "Mamma domani sera resto a casa di Claire, dice che dobbiamo passare assolutamente del tempo insieme.." avvertì mia madre sedendomi a tavola "Rob non cena con noi?" chiesi accorgendomi della sua assenza. Era strano, ma mi ero abituata a vederlo seduto a tavola con noi ogni sera, ed ora che non c'era , avvertivo la sua mancanza. "Lavora fino a tardi, siamo solo io e te- si interruppe guardandomi- come ai vecchi tempi." concluse sedendosi accanto a me. "Che cosa farete domani sera?" domandò passandomi il pollo che aveva cucinato poco prima. Aveva un bell'aspetto, molto invitante e gustoso, il mio stomaco si aprì. "Non lo so, le solite cose che si fanno tra amiche." alzai le spalle non sapendo che altro dire "Anche io lo facevo quando ero giovane, era divertente. Si parlava di ragazzi e di cotte varie." sospirai, non volevo parlare di ragazzi, per nessuna ragione al mondo. "Ne dubito, non parleremo assolutamente di ragazzi, ne ora ne mai." presi un po' di pane e lo mangiai "Non parlerete dei vostri amorucci?." rispose ovvia e sicura di quello che aveva detto. Mi bloccai con il bicchiere a mezz'aria e distolsi lo sguardo dal mio cibo "Se li avessimo..." spostai il mio piatto ancora pieno, mi sentivo così sazia all'improvviso "Io credevo che.. Liv non mi hai detto nulla." mia mamma cercò di riparare la situazione, ma non era colpa sua, non lo poteva sapere "Non preoccuparti mamma, sono cose che succedono. Sto bene." mi alzai e cominciai a sparecchiare "Ultimamente non mi dici molto della tua vita, mi piacerebbe essere più presente e poterti aiutare a superare delle cose che possono sembrarti brutte; quando la prima storia d'amore finisce è sempre traumatico. Se vorrai, io ci sarò." mi toccò la spalla come un appoggio, una rassicurazione "Lo apprezzo, grazie." sorrisi e salì in camera

"Ho preso gli orsetti gommosi e la panna." urlai lanciandomi sul letto della mia migliore amica "Non ci credo, sono una frana anche a mettere lo smalto. Guarda!" aveva uno sguardo esasperato che mi fece ridere. Adoravo la camera di Claire, era molto grande nei toni dell'arancione, il suo colore preferito. Alle pareti erano appesi dei quadri che suo padre aveva dipinto con le sue stesse mani esperte. Dipingeva con tutto il cuore, lo faceva con amore e passione, mi aveva sempre affascinato il suo modo di fare. Avrei tanto voluto avere uno dei suoi quadri a casa mia, erano speciali e in un certo senso confortanti. "Lascia fare a me." presi la boccetta rosa e cominciai a colorarle le unghie accuratamente "Stavo pensando.." alzai gli occhi verso di lei e vidi che seguiva ogni mia mossa "Non lo fai spesso." intervenni con una risata "Scema- rise e mi spinse leggermente quando ebbi alzato il pennellino per immergerlo nel colore- stavo pensando che essendo che siamo single.. potremmo uscire con qualcuno." fece un sorrisino innocente "No no no. Non se ne parla, non voglio entrare in un'altra delle tue trovate." l'ultima volta che aveva detto così ero quasi stata scambiata a poker, non potevo correre altri pericoli inutili "Liv non iniziare, questa volta è finita davvero con Marcus, e a te è finita del tutto con Justin , e ti appoggio pienamente per la motivazione, ma il punto è che se lui esce con altre ragazze, dovresti farlo anche tu." spiegò soffiando sulle sue dite laccate rosa. Ripassai mentalmente quello che aveva detto e ci trovai qualcosa che non mi quadrava "Li conosciamo i nostri ex ragazzi no? Non dimenticherò mai quella bionda che era con Justin stamattina, e credo che non lo farà nemmeno lui. Che porco." sbottò indignata. Sentì il mio cuore andare in mille pezzi, lo sentì frantumarsi. L'odore di quello smalto mi stava nauseando così mi alzai e uscì fuori al suo balcone. Come eravamo finiti a quello? Non lo sapevo, la verità era quella, non lo sapevo e mai lo avrei saputo. "Ho detto qualcosa che non va? Liv lo sapevi che usciva con quella tizia vero?" scossi la testa e sentì gli occhi bruciare, pizzicare "Oh mio Dio.. allora perchè hai rotto con lui?" mi chiese scuotendomi "Poker e soldi sporchi." dissi semplicemente senza emozioni in volto "Io credevo che.. beh in ogni caso hai fatto bene, troverai qualcuno che ti renderà felice, qualcuno che sia migliore di lui." una sola lacrima mi scese quella sera, quell'unica lacrima che racchiudeva tutto il dolore che provavo, una sola lacrima di pura delusione.

-POV JUSTIN-

Laila mi stava con il fiato sul collo tutto il tempo, era insopportabile. Mi aveva chiesto di passare da lei perchè si sentiva sola, e la cosa peggiore che potessi fare era andare da lei, cosa che poi avevo fatto. Una parte di me sapeva che era una sorta di ripicca nei confronti di Liv, vederla con quel ragazzo mi aveva fatto stare male, ed era strano, io non mi facevo ferire tanto spesso. Quando Laila mi aveva visto quella mattina, era corsa letteralmente tra le mie braccia, aveva emesso tutto il tempo gridolini fastidiosi e si era dimenata come un'anguilla. "Quanto mi sei mancato." aveva detto ad un centimetro dalla mia bocca "Tu nemmeno un pochino." avevo risposto secco "Oh andiamo, lo so che mi adori." quando mi baciò non me ne resi conto del tutto, ero troppo impegnato a notare Claire che mi guardava dall'altro lato della strada. Fui preso alla sprovvista, e quello che mi limitai a fare fu rispondere al bacio ed ignorare lo sguardo della migliore amica della mia ragazza. Non facevo altro che ripensare a quello che avevo fatto, sapevo che avrebbe detto tutto a Liv, ne ero più che certo. Ero a casa di Chris , ma non ascoltavo quello che diceva, pensavo e ripensavo. "Bieber smettila di rimuginare su quello che hai fatto o detto e alza il culo da quel divano." sbottò di punto in bianco riscuotendomi dai miei pensieri "Come?" chiesi non riuscendo a capire che cosa intendesse "Sei proprio un coglione. Va da lei." mi incitò con in mano una bottiglia di birra ormai finita "E' tardi , non posso andare da lei nel bel mezzo della notte." cercai di giustificare la mia paura con qualcosa che non potevo controllare: l'ora. "Andiamo, credi che stia dormendo? Credi che tu sia l'unico a pensare a quello che è successo tra di voi? Sono sicuro che starà piangendo per quello che hai fatto, e sono sicuro che non sarà a casa sua, ma dalla sua migliore amica. Ricorda che ho una sorella e che ci sono passato mille volte, il mondo femminile non è poi così contorto- fece una pausa poggiando la bottiglia vuota accanto al divano- ascoltami per una volta." anche se quello che aveva detto poteva essere vero, non potevo mettere da parte il mio orgoglio, era una cosa che non accettavo "Non posso." dissi semplicemente alzando di poco le spalle "Poi te ne pentirai. Liv è l'unica ragazza che sia mai riuscita a farti perdere così tanto la testa, vuoi davvero lasciarla perdere?" mi domandò grattandosi il sopracciglio destro. Chris da quando era diventato cosi saggio? Mi meravigliava sempre di più, era davvero un amico sincero. Mi alzai dal divano "Grazie." mi spinse fuori casa con un "Lascia i ringraziamenti per un altro momento."

-POV LIV-

Claire sapeva come tirarmi su di morale, si vedeva che mi conosceva meglio di qualsiasi altra persona. La guerra con i cuscini era la cosa che più ci faceva fare quando qualcosa non andava, stare insieme ci aiutava. "Pausa pausa." urlai crollando a terra stremata "Pappa molla." disse ridendo. Restammo sdraiate per un po' a guardare il soffitto, in attesa che i nostri respiri ritornassero regolari "Ti voglio bene lo sai vero?" mi chiese voltando la testa verso di me "Lo so, ma voglio bene di più alla panna." mi alzai e mi spruzzai una buona quantità di panna in bocca "Dammene un po'." mi strappò di mano la panna "E' così buona." dissi leccandomi le labbra "Tantissimo." ridemmo fino a quando il telefono di Claire non squillò. Si alzò e mi disse di restare un minuto in camera. "Te ne devi andare. Non devi più avvicinarti a lei, sono stata chiara?" udì dalle scale. Coprì la bocca con le mani e scesi giù raggiungendola. Mi trovai un Justin in tutto il suo splendore e Claire che cercava di mandarlo via. Quando mi guardò mi sentì le ginocchia cedere, perchè averlo davanti mi faceva questo effetto? Perchè doveva procurarmi così tante emozioni? "Claire va tutto bene, ci penso io." misi una mano sulla spalla della mia migliore amica che incenerì Justin con lo sguardo "Ti giuro che se la fai soffrire ti distruggo, ricorda che ti tengo d'occhio." lo avvertì con sguardo minaccioso per poi lasciarci soli. Aprì la porta e mi poggiai al muro circostante, lui mi si mise davanti "Hai un po' di panna qui." si avvicinò pericolosamente a me e con la sua lingua tolse la panna che mi era rimasta sulle labbra, istintivamente misi le mani sul suo petto e lo allontanai "Non ti avvicinare, non dopo che hai toccato lei.." dissi disgustata "Liv lo so, non volevo, non l'avevo previsto." si giustificò, Dio, era bello come il sole "Claire mi ha detto che invece volevi e anche molto. Justin non stare qui a sparare stronzate, non ti crederò mai." il venticello mi fece rabbrividire, si tolse la felpa e me la porse "Non la voglio, preferisco prendere un raffreddore." alzò gli occhi al cielo "Non fare la bambina." presi la felpa con riluttanza e la indossai, era il doppio di me. "Sei bellissima, ti sta bene." era un ruffiano "Smettila di comportarti in questo modo, non bastano due parole dolci per farti perdonare. Ti ricordo che sono una stronza." ancora mi faceva arrabbiare il modo in cui me lo aveva detto, con tutta la cattiveria nella voce "L'ho detto perchè mi sono ingelosito, va bene? Ti ho visto con quello e mi sono incazzato okay? Volevo farti stare male e mi sono lasciato baciare da Laila." spiegò velocemente "E sarei io la bambina?" chiesi stupita incrociando le braccia e assaporando il suo odore impregnato nella felpa "Mi dispiace, mi dispiace." guardai oltre le sue spalle respirando profondamente, misi le mani sul viso , forse avrei pianto di lì a poco "Dì qualcosa Liv." portò le mani ai lati del mio corpo, mi incatenò al muro e mi guardò dritto negli occhi "Sono sinceramente dispiaciuto, credimi. Non sai quanto sia stato difficile venire qui e scusarmi. Andiamo avanti e superiamolo, insieme." i suoi occhi supplicavano, e fu lì che mi lasciai abbracciare, cullare dalle sue braccia che mi erano mancate davvero tanto.


   
 
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