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Personaggi: Luigi, Re Boo,
Mr. L, Daisy (menzionata), Peach (menzionata), Mario (menzionato),
Pauline (menzionata), OC.
Genere:
Dark, Drammatico, Introspettivo.
Pairing:
Het, Shonen-ai, Crack pairing.
Note:
Tematiche delicate.
Melisma
[ripresa]
Sebbene
il fattaccio fosse occorso non più di qualche ora fa dentro le mura
del castello, la notizia si era già diffusa come un'infezione per le
strade della capitale del Regno dei Funghi. Ovviamente le spie di Re
Boo avevano captato la nuova musica, ma la piccola e vigile Oriella
aveva addirittura preceduto il fantasma ed era accorsa per prima al
luogo dove era certa che l'idraulico si fosse rifugiato, il loro
angolino segreto nell'ombra della pista deserta, una fetta di limbo
incontaminato lontano dall'onta dello scandalo e dalla
commiserazione. E proprio lì lo aveva trovato, seduto come sempre al
suo posto, col vuoto nello sguardo che mutò prima in sorpresa e poi
in affetto nel vederla.
Per
un istante di debolezza il cuore le si sciolse in petto, e quel
pensierino malizioso e ostinato che ella teneva nascosto dietro i
sensi di colpa riaffiorò sussurrante: Se non ci fosse mai stata
Daisy... Lo scacciò, forte
della sua rassegnazione che, pur nell'utopico caso in cui il destino
della principessa e quello del paladino non si fossero mai
intrecciati, di certo egli non avrebbe comunque preso seriamente in
considerazione una micete invisibile come lei. Il cuore degli eroi
apparteneva sempre alle principesse: tale era la norma universale
alla quale nemmeno Luigi era stato capace di sottrarsi.
Tuttavia,
ciò non le aveva impedito di farsi notare da lui grazie alle sue
doti culinarie, mettendo un pezzettino di anima in ciascun
manicaretto che gli aveva preparato con le sue mani e gioendo
intimamente dei complimenti ottenuti in cambio. Ogni volta che lui la
ricompensava con un sorriso e la elogiava, Oriella sentiva abbagliata
che persino la possibilità di divenire la sua cuoca personale
l'avrebbe resa felice. Ad ogni modo, non era per consolarlo
con torte e pasticcini che si era precipitata in soccorso dell'eroe
dallo spirito sanguinante per un'altra donna. Aveva intuito che ciò
che era accaduto quella mattina non fosse stato soltanto un caso, ma
che si trattasse piuttosto di una tappa dentro un oscuro disegno
tracciato intorno all'idraulico ignaro. Determinata, provò a
convincerlo, a insistere dolcemente a spostarsi in una sistemazione
più confortevole, ad accampare qualsiasi scusa pur di farlo
allontanare da lì e salvarlo dall'arrivo del secondo ospite. Arrivo
nel quale Luigi pareva star deliberatamente sperando e non rimase
deluso una seconda occasione.
Re
Boo al contrario non sembrò stupito di vederla, e anche lui le
rivolse infine un sorriso, o meglio, un ghigno sadico il cui effetto
fu tutt'altro che incantevole benché nessuna visione truce l'aggredì.
Non si illuse comunque che lo spettro non avesse subodorato le sue
intenzioni e per un attimo fu tentata di gridare all'idraulico ogni
sospetto sull'infido boo, in barba alle garanzie di vendetta.
«
Le premure che ci dedica non finiscono mai di toccarci nel profondo,
chérie.
Scomodarsi solo per noi e deliziarci con la sua inestimabile
ospitalità nel momento del bisogno, lei è un vero bocciolo. Sarebbe
così amabile da prepararci del tè?
»
la liquidò con nonchalance il sovrano in borghese mentre reclamava
il suo posto accanto al mortale, poggiando il raffinato bastone da
passeggio contro la sedia.
Oriella
indugiò qualche secondo, osservando incerta Luigi completamente
distratto dal lugubre interlocutore, con gli occhi magnetizzati sul
volto diafano come fosse un oracolo. Non versava affatto in
condizioni lucide per combattere ed era persino giunto disarmato del
Poltergust 5000, troppo stordito dal dolore dell'abbandono e
dall'illusione di trovarsi davanti una presenza alleata, come avrebbe
potuto tenere testa alla furia del fantasma in quelle condizioni? Se
lei avesse cantato, nulla avrebbe più impedito a quel boo diabolico,
vistosi smascherato, di commettere un gesto estremo per l'incolumità
del giovane. La toad obbedì sconfitta e si incamminò a eseguire
l'ordine. Non appena fu entrata a riempire il bollitore, Luigi crollò
e cominciò a versare tutte le lacrime che aveva sinallora
trattenuto.
«
Lei non tornerà mai più! » gemette stringendosi il capo tra le
mani, chino in avanti e gravato da un macigno invisibile che gli
schiacciava il torace. Si ripiegò su se stesso similmente a un
animale ferito a morte.
Il
fantasma lo studiava sfiorandosi meditabondo le labbra un poco
increspate e tenendo la testa lievemente inclinata mentre ascoltava
la sinfonia di singulti strozzati. Pareva che i polmoni del giovane
non riuscissero a espellere tutta l'angoscia che lo colmava quasi a
soffocare, emettendo a denti stretti lamenti strascicati che
risalivano dallo stomaco alla gola, intervallati da singhiozzi
violenti che gli scuotevano convulsamente le spalle. Lo strazio di
essergli stata negata pure la clemenza di poterle dire addio gli
aveva trasfigurato il volto in una maschera di dolore: era
letteralmente fuori di sé. Ah, l'amour.
«
Suo padre è piombato al castello senza preavviso »
raccontò quello che Re Boo ovviamente già sapeva, ma che ancora
suonava incredibile alle orecchie del povero idraulico. «
Hanno riferito che fosse furibondo e che abbia minacciato Peach di
troncare ogni rapporto tra il Regno dei Funghi e Sarasaland per aver
tenuto segreto di Daisy e me. L’ha portata via e ha giurato che
nessuno della famiglia reale metterà piede qui un'altra volta. » Fu
costretto a interrompersi a causa di una scarica di singhiozzi.
Il
fantasma si sporse per appoggiargli un palmo sul dorso, assestando
qualche pacca leggera a mo' di incoraggiamento.
«
Avrei dovuto essere lì ad assumermi le mie colpe! A difendere lei! »
si rimproverò nuovamente il giovane.
Re
Boo stabilì che il momento fosse propizio per agire. « Non avrebbe
fatto alcuna differenza, lo sai » gli disse dolcemente, col tono che
si usa coi bimbi lenti di comprendonio, rinvigorendo i lamenti
afflitti e i tremori.
Luigi
si sentiva talmente divorato dalla responsabilità delle sue mancanze
da non reagire, convinto di meritarsi il veleno di quelle parole date
per sincere e che preferiva alle vane consolazioni offerte da Mario.
Il fratello aveva stretta la sua Pauline dopo tutto e non poteva
certo arrivare a capire quale punizione il fato aveva invece serbato
a lui. Daisy era tutta la sua luce e la sua aria.
«
Ti avrebbe calcolato come l’insignificante nullità che lui ti
considera » rincarò la dose il fantasma con feroce imperturbabilità
di fronte al dolore che stava acuendo.
I
singhiozzi dell'umile eroe divennero laceranti, sprofondando
nell'abisso della sua paura più grande, di non essere degno, di non
essere abbastanza.
«
Non penserai davvero che ti avrebbe concesso udienza solo perché tu
la ami? Quanto valgono i sentimenti di un misero idraulico agli occhi
di un re? »
Il
pianto struggente cessò d'improvviso.
Re
Boo sorrise e ritrasse la mano.
Il
giovane si raddrizzò e gli rivolse uno sguardo penetrante come una
lama, ogni sintomo di tristezza obliterato dai lineamenti. Si sfiorò
una guancia e osservò infastidito, anzi, disgustato, il polpastrello
inumidito del guanto. Estrasse il suo fazzoletto a quadri da una
tasca della salopette e si strofinò via le tracce dello sfogo
disdicevole, ricomponendosi con cura. « Il nero mi dona di più »
esordì dopo essersi portato indietro i capelli con un gesto
vanitoso. Storse le labbra togliendo un po' di polvere dal ginocchio
accavallato sopra l'altra gamba, dunque indirizzò la sua attenzione
sullo spettro dinnanzi, intrecciando le dita. « Sono impressionato.
Abbiamo avuto il piacere di incontrarci di persona una volta
soltanto, eppure hai intuito il modo di farmi uscire. »
Il
ghigno da Stregatto si affilò deliziato. « Sono certo invece
di averti visto in più di un'occasione, durante qualche gran premio,
quando le sorti del podio non volgevano esattamente a favore di
Luigi. Ricordo un giorno in particolare in cui rischiava di
concludere un turno eccezionalmente sfortunato in coda a tutti gli
altri, quasi sparito dalla visuale dietro la scia della nostra
polvere. Ricordo le grida di scherno di quei bifolchi di Wario e
Waluigi. E quando, contro ogni aspettativa, Luigi ha cominciato a
recuperare terreno, ricordo distintamente di aver visto la tua, di
faccia, a farsi largo con prepotenza per rendere il benservito ai
Waglioni, prima di rimontare in pista. Lui non è mai stato un tipo
così vendicativo. »
Mr.
L arricciò un angolo della bocca, inclinando la testa con aria di
intesa. « Me ne rammento bene. Se non fosse stato per me,
quell'inetto senza spina dorsale avrebbe concluso il gran premio più
umiliante di tutta la sua invisibile carriera. »
«
Per essere un inetto, è lui a detenere le redini la maggior parte
del tempo. »
Il
sogghigno sprezzante rimase inalterato, ma la rabbia divenne limpida
negli occhi adombrati dalla visiera del cappello. « Non sarà
così per sempre. »
La
discussione restò un momento in sospeso quando Oriella si interpose
discretamente per poggiare il vassoio con l'acqua fumante e i filtri
del tè sul tavolo.
«
Dov'è lo zenzero? »
chiese seccato Mr. L gelandola con un'espressione di sufficienza.
La
toad tentennò sbalordita al rimprovero e, una volta realizzato chi
le fosse seduto davanti, si scusò e ammise timorosa di non averne.
«
Non fargliene una colpa »
intervenne il boo con finta indulgenza, come se gli importasse
qualcosa della sensibilità della cameriera. «
Luigi aggiunge soltanto miele di bosco. »
Prese appunto che nemmeno il suo interlocutore nutrisse simpatia per
i pavidi toad mentre quest'ultimo la invitava a smammare senza verbo
ferire, con un cenno stizzito della mano. La conversazione proseguì
quindi come se non si fosse mai interrotta. « Non puoi uscire
quando ti aggrada, almeno finché è la volontà di Luigi a
prevalere. Originariamente credevo fosse la rabbia il tuo
passe-partout, perché acceca la mente e spezza le catene
dell'autocontrollo, tuttavia era un'ipotesi inadeguata a giustificare le tue interferenze di cui ho iniziato ad avvedermi fino a poco
tempo fa. In quei casi Luigi non era in uno stato di collera, ma in
difficoltà, e così ho infine compreso. » Riempì la
tazzina sia per sé che per il convitato. «
È solamente quando egli dubita di se stesso e la sua forza di
volontà si infiacchisce che a te è concesso vedere la luce del
sole. »
«
Bravo, mio
defunto amico
»
si complimentò la Saetta Verde ostentando un accento francese. «
Luigi entra in crisi e Mr. L spunta dal cilindro. È tutto qui il
trucco. » Si adagiò contro lo schienale e sospirò languidamente. «
Immagino però che tu mi abbia convocato per un motivo. »
«
Ora che la commedia di Luigi si sta dissolvendo nella tragedia,
scommetto che ti vedrò più spesso in giro. Pensavo che avremmo
potuto iniziare a conoscerci meglio. »
«
Graziosa idea. » Il giovane si avvicinò la tazza alle labbra,
dimostrando che fosse effettivamente mancino, e vi soffiò sopra per
disperdere il vapore. « Il mio scomodo alter-ego sarà indubbiamente
un allocco a non aver capito, ma io so perché gli ronzi intorno così
volentieri. » Ammiccò furbetto. « Lui ti trova interessante. »
«
Dimmi qualcosa che io già non sappia. » Le orbite dello spettro si
accesero di uno scintillio predatore.
«
Anch'io ti trovo interessante »
proferì l'altro traendo un piccolo sorso senza recidere il contatto
visivo. «
Era da parecchio che non mi imbattevo in una compagnia stimolante, o
almeno in qualcuno degno della mia considerazione in questa manica di
insulsi sempliciotti. »
Re
Boo notò che il sagace Mr. L stesse manifestando diverse
caratteristiche di un disturbo narcisistico della personalità.
«
Il trauma di quest'oggi mi ha reso più forte, ma non basta. »
Quest'ultimo serrò il pugno libero, assaporando la sensazione dei
polpastrelli che affondavano nel palmo. Persino il dolore era
preferibile al nulla assoluto della sua minuscola prigione in fondo
al buio della mente. «
Presto dovrò cedere nuovamente il posto, e io non voglio più
tornare lì dentro. Voglio
riprendermi questo corpo che un tempo è stato mio soltanto. » La
sua voce si fece cupa e rabbiosa da somigliare a un ringhio.
«
E come intendi riuscirci? »
«
Quel dannato di Luigi ha la precedenza sul controllo. Anche se lui
resta un mediocre, la sua volontà è ostinata. Fintanto che la sua
forza di volontà persisterà, io non sarò mai libero. Il suo
spirito deve essere spezzato, il suo già agonizzante amor proprio
annientato, e per questo ho bisogno dell'aiuto di qualcuno potente. »
Riacquistò la calma, bevendo un lungo sorso. «
Qualcuno come te »
concluse esalando un soffio di vapore tra i denti.
«
Per quale allettante ragione dovrei assumermi un simil impegno? »
Il fantasma simulò indifferenza, curioso di vedere quali carte
avrebbe calato in tavola il rivale del suo idraulico. Appoggiò un
gomito sul bordo e si puntellò il mento con la mano.
«
Io sono mille volte meglio di Luigi. » Mr. L si tese verso di lui,
lasciando cadere sull'erba la tazzina vuota. Il linguaggio
sofisticato del suo corpo si fece ammaliante, sfoderando
un'immaginaria coda di pavone corteggiatore. « A quel pivello hanno
dedicato una sola pista e la più banale mai costruita,
potrebbe percorrerla addirittura un marmocchio sul triciclo senza
sudare. Luigi non saprebbe distinguersi neanche come spaventapasseri.
Io, invece, non conosco il significato di perdere, non arrivo secondo
a nessuno, esisto in questo mondo per essere il migliore in tutto e,
se mi aiuterai, qualunque cosa tu mi chieda in cambio, ti dimostrerò
perché sono il numero uno. »
Arroganza:
anni luce lontana dall'essere un'attrattiva, considerò tra sé il boo.
Mr.
L si fece più audace e ridusse la distanza tra i loro visi, deciso ad
abbindolare il suo potenziale liberatore con ogni mezzo pur di
guadagnarsi la supremazia disperatamente agognata. «
Dimmi solo cosa desideri »
lo incalzò fissando tenace negli occhi spettrali che gli
trasmettevano la sgradevole sensazione di affacciarsi su un baratro
senza fine. Se quello stramboide aveva ceduto chissà
come al chissà quale fascino di Luigi, di certo non sarebbe stato
capace di respingerlo. E a tempo debito Mr. L se ne sarebbe
sbarazzato, giacché la sua ultima esperienza lavorativa alle
dipendenze di qualcun altro gli era servita da lezione a fare di sé
l'unico capo di se stesso.
Ad
ogni modo, Re Boo aveva maturato la propria sentenza sul futuro del
megalomane e deludente alter-ego già prima che questi avesse
avanzato la sua proposta. Non aveva nulla da offrire che lo
interessasse ed era ormai chiaro che la sua presenza fosse soltanto
di intralcio, forse addirittura rischiosa, per il successo del
progetto architettato dal fantasma che portò le labbra ceree quasi a
sfiorare quelle calde di Luigi, al momento prese in prestito da Mr.
L, e gli ghermì dolcemente il mento tra due dita gelide. «
Desidero sentirti
urlare. »
Oriella
corse fuori incespicando, tanto il panico che le scoordinava i
movimenti, all'udire del grido lacerante e intriso di un tale orrore
da farle contrarre lo stomaco. Sebbene la disperazione ne avesse
storpiato la voce quasi da renderla irriconoscibile, non vi erano
dubbi che si trattassero delle corde vocali di Luigi. La toad vide
atterrita lo spettro tenere stretto il giovane per il collo e con la
grossa bocca irta di zanne spalancata come se intendesse strappargli
via la faccia con un sol morso, mentre la vittima dimenava
forsennatamente le gambe facendo ribaltare il tavolino, incapace
tuttavia di divincolarsi o di rompere la presa intorno alla
giugulare, salda quanto una tenaglia di acciaio.
Re
Boo usò la mano libera per armeggiare con la spilla in cima allo
jabot, con la vistosa ametista incastonata, che si aprì di lato
rivelando una minuscola cornice al suo interno. Il tutto si consumò
in una manciata di secondi: le urla di Mr. L divennero strazianti,
forse consapevole di cosa stava per accadergli; Re Boo emise una
risata stridente da far gelare persino la linfa degli alberi e poi il
giovane si afflosciò esanime come un burattino senza fili. Il
fantasma lo lasciò accasciarsi sulla sedia, riadagiandosi poi sulla
propria con aria stremata.
Oriella
si precipitò accanto al corpo dell'idraulico col viso di un pallore
allarmante, scoppiando in lacrime. Per fortuna respirava ancora, ma
non le fu di grande consolazione. « Non fategli altro male, vi
supplico » piagnucolò stringendo una mano inerte tra le sue.
«
Male? L'ho appena guarito dal suo parassita, in caso non se ne fosse
accorta, chérie.
» Lo sforzo compiuto per recidere soltanto l'anima del presuntuoso
rompiscatole era stato notevole, perciò il boo aveva bisogno di
altrettanta concentrazione per mantenere consistenza delle sue
vestigia, e quelle lagne inutili non aiutavano di certo.
«
So che avete in mente qualcosa di terribile per lui »
insistette la toad. «
Non fatelo soffrire oltre, ve ne prego. »
«
E tu sei pregata di ricomporti in fretta, stolto micete, prima
ch'egli rinvenga e ti veda annaspare in quello stato miserando. Non
stonerebbe nemmeno dare una riassettata qui. » Re Boo iniziò a
spazientirsi, indicando il disordine provocato dalla futile
resistenza di Mr. L, le cui urla gli erano deliziosamente udibili
quando chiudeva gli occhi e sfiorava la sua spilla.
«
So che gli volete bene, a modo vostro. Ha un cuore grande e tutta la
vita davanti. »
Con sommo fastidio da parte del fantasma, Oriella non si diede per
vinta.
«
Attenta, chérie,
potrei seriamente considerare l'idea di assumerti nel mio maniero.
Una domestica in più torna sempre utile per tenere la polvere
lontana dalla mia collezione di quadri viventi, tra i quali potrei
addirittura concederti l'onore di un posto se i tuoi lamenti sono
gradevoli alle mie orecchie, così da poterli riascoltare
ogniqualvolta che mi garba. » Compreso
che la funghetta non fosse in vena né di darsi un tono né di rintanarsi
dentro il locale per non saltare all'occhio, Re Boo aprì una
frattura dimensionale per le sue lande lugubri esattamente alle
spalle di lei e ce la spinse dentro premendole uno scarpino sulla
testa voluminosa.
Oriella
terrorizzata ruzzolò all'indietro emettendo uno squittio e il gorgo
oscuro si richiuse senza lasciare traccia della toad.
Il
sovrano si alzò in piedi, si sistemò acconciatura e merletti come
un'attricetta un momento prima di entrare in scena ed emise un lungo
sospiro nasale, abbandonandosi al gradito silenzio finalmente
ottenuto. Batté le mani con solennità e un gruppetto di subalterni
saltò fuori dalla vegetazione circostante, apprestandosi solerte a
ridisporre le cianfrusaglie come se non fossero mai state toccate.
Una boo gli porse cerimoniosamente uno specchio a manico col bordo di
foggia pregiata, così da sincerarsi che ogni capello fosse al
proprio posto, dopo di che gli fluttuò affianco per bisbigliare
qualcosa che lesto fece riaffiorare il sorriso a falce di luna. Re
Boo ripeté il segnale e i fantasmini laboriosi si dispersero. La
recita poteva dunque ricominciare.
Luigi
mugolò e lentamente si raddrizzò sulla sedia, portandosi un palmo
sulla fronte mentre strizzava gli occhi per riordinare le idee. «
Cos'è successo? »
domandò spaesato al sovrano che mise del miele in una tazza appena riempita e gliela avvicinò con premura. «
Ho avuto un altro di quegli episodi? »
«
Il colpo di oggi deve averti veramente provato, ma sono sicuro che
queste curiose perdite mnemoniche andranno migliorando d'ora in
avanti »
lo tranquillizzò sereno il fantasma come se impugnasse qualche
referto medico a comprovarlo. «
La nostra conversazione si è interrotta un attimo prima di
comunicarti che la principessa
Daisy sia stata testé vittima di un rapimento ad opera del recidivo
Tatanga. »
L'idraulico
sputò il tè per terra. « Che cosa? Quando? »
Lo
spettro estrasse un orologio da taschino dalla marsina, lo aprì e
lasciò scorrere qualche secondo prima di rispondere in virtù della
precisione. « Esattamente quattro minuti fa. » Ricevette uno
sguardo incredulo dal fronte opposto. «
Non l'ha propriamente sequestrata. Ha assoggettato l'intero castello
dopo aver atteso il ritorno della principessa e ora tiene prigionieri
sia lei che il monarca di Sarasaland, intanto che le sue truppe
seminano caos e devastazione nelle regioni circostanti. »
«
È fantastico! » Luigi scattò in piedi coi pugni in aria.
«
La notizia ti ha sconvolto, vero? » Re Boo inarcò un arco
sopraccigliare.
«
Salverò Daisy! Diventerò un vero eroe! » esclamò l'altro al
settimo cielo mentre la speranza tornava a infiammargli l'animo. «
Farò cambiare idea a suo padre riguardo noi due. »
«
Questo è lo spirito giusto. » Il sovrano si erse e tra le sue mani
si materializzò il fioretto con cui avevano duellato tempo addietro,
con le eleganti finiture sulla fodera e la bellissima ametista
fissata sull'estremità dell'impugnatura elaborata: un'arma degna di
un re. La offrì a Luigi che stentò ad
accettare un dono di simile portata. «
Come la Durlindana di Orlando, la Altachiara di Lancillotto e la
Balmung di Sigfrido, ogni eroe che si rispetti deve avere al suo
fianco una spada per farsi riconoscere. Me la renderai alla fine
della tua avventura, quando ci rivedremo. »
Non
seguirono né abbracci né saluti strappalacrime, o smancerie di
qualsivoglia natura. Re Boo esortò Luigi ad andare incontro al suo
destino e il paladino del Regno dei Funghi giurò sul proprio onore che
gli avrebbe restituito la spada senza un graffio, una volta tornato a casa.
Il fantasma lo osservò immobile sparire all'orizzonte a bordo del
suo kart prima di dedicarsi all'ultimo piccolo, insignificante
dettaglio di quel capitolo che si stava per chiudere.
Oriella
cadde fuori dal portale a mezzo metro da terra, atterrando sul posteriore con un gridolino. Aveva il fiatone e l'aria di
chi si era visto passargli tutta la vita davanti a causa delle cose
spaventose che l'avevano accolta dall'altra parte.
«
Ora veniamo a noi. » Re Boo si accomodò come sempre al
suo posto, scrutandola con gravità mentre lei si rialzava
barcollante e corrispondeva faticosamente il suo sguardo. «
Voglio essere brutalmente schietto, chérie, anzi
schiettamente brutale, così da rendere cristallino il messaggio: lei
non conta più di un granello di sabbia per me. La sua
presenza aveva un senso finché il suo era un ruolo
secondario pur necessario per allietarci in questo teatrino, ma è
giunto per lei il momento di abbandonare la scena. È consapevole,
suppongo, che, nel caso in cui io non abbia la certezza che non
lascerà trapelare nemmeno una sillaba sulle nostre liete serate in
reciproca compagnia, lei non tornerà a casa. »
Oriella
annuì.
«
Lei è la sola al corrente di quanto avvenuto qui, perciò non mi
toccherà perdere tempo a indagare sul responsabile se riceverò
seccature da qualche ficcanaso in futuro. E le garantisco che per
lei, chérie, mi scomoderò di persona a farle visita. »
La
toad non rispose, ma i brividi che l'assalirono valsero come conferma
di aver recepito forte e chiaro l'avvertimento.
«
Tuttavia, ora che ci penso, perché correre il rischio? »
Le labbra dello spettro si distesero in un ghigno sinistro.
Oriella
comprese che prima il boo ingannatore avesse solamente giocato con lei e che in
realtà fosse giunto già con l'intenzione di levarla di mezzo. «
Siete un mostro » mormorò.
«
Allora dietro quegli occhietti perennemente spauriti e la tremarella
si nasconde davvero del fegato. Sono piacevolmente colpito. Mai avrei
creduto che lei si sarebbe rivelata capace di racimolare da chissà
dove il coraggio di mettermi i bastoni fra le ruote. Eppure oggi,
quando si è precipitata qui con l'ambizione di portar Luigi via da
me, firmando sua sponte una dichiarazione irrevocabile di suicidio,
mi ha dato prova di dovermi ricredere sul suo conto. E questa... »
Estrasse da sotto la marsina una lettera con la busta strappata in
cima, sventolandola pigramente come per farsi aria. «
Non ha fatto altro che consolidare la sua posizione di esserino
traditore. »
Oriella
inorridì, fissando la missiva con la sua confessione indirizzata alla
principessa su ciò che era stata costretta a tacere per settimane e che aveva scritto e consegnato di tutta fretta al
corriere, prima di partire in soccorso di Luigi.
«
Suvvia, ero convinto che avesse un pizzico di senno oltre a ricette
in quel bulbo che voi toad definite cranio. Ho spie disposte ovunque
mi aggrada anche al di fuori di questo regnucolo, come poteva
concepire che una mossa simile da parte sua mi sarebbe sfuggita? »
Non gli pervenne replica, non che se ne fosse aspettato una. «
Prima di passare ai fatti, ho un'ultima domanda che mi preme porle,
una domanda di vitale
importanza per la sua sorte. Farà la differenza sulla mia
decisione di risparmiarla o meno, per cui la prego di essere
impeccabilmente onesta nel rispondere. » Si sporse con
fare confidenziale verso la minuta figura tremolante e assunse di
nuovo un'espressione di massima serietà. « Lei ci tiene alla
sua vita, n'est-ce pas, chérie? »
Oriella
sondò un'ultima volta quegli occhi infernali in cerca di un fievole
barlume di misericordia, ma non ne trovò. « Sì. »
«
È un gran sollievo sentirglielo dire »
cinguettò lo spettro drizzando le spalle, visibilmente rallegrato. «
Sa, non traggo alcun piacere a toglierla a chi non gliene importa
nulla. »
Nota
d'autrice:
Non
riesco a rimuovere la scenetta mentale di Luigi che corre in soccorso
della sua donzella in difficoltà cantando “Ce
la posso fare” [Hercules © Disney] mentre Re Boo è impegnato
a far sparire l'unico scomodo testimone dei suoi intrallazzi.
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