La carne è dura
sotto al pugno di Natal'ja, la pelle delle nocche s'arrossa, si
rompe, si ferisce, ma deve colpire più forte se vuole farlo
vacillare. E quando accade lei gli è addosso, gli sfiata nebbia in
faccia e ne consuma l'ossigeno tra i respiri.
È un gatto
selvaggio Natal'ja, lui stesso le ha affilato gli artigli e l'ha
affamata di vittoria, ma è un gatto acquattato su una macchina da
guerra e, quando il braccio d'acciaio di Bucky le stringe il collo e
la sbatte a terra, lei è di nuovo al punto di partenza. L'allieva
incapace di superare il maestro.
Eppure così
vicina. Così maledettamente vicina. Così
straordinariamente vicina. |