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-POV LIV-
"Ti
vedo stralunata, è successo qualcosa?" fu mia madre a parlare
quel pomeriggio. Guardavo il soffitto da un'ora a quella parte, ero
immersa nei miei totali pensieri. Justin mi aveva detto che doveva
sbrigare delle faccende con Marcus e Charlie, e non aveva avuto la
minima intenzione di spiegarmi nulla, come al solito ero all'oscuro di
tutto. Non sentivo Claire da due settimane, l'avevo vista poco anche a
scuola, non rispondeva alle mie chiamate o ai miei messaggi, non capivo
che cosa le prendesse. Sentivo il bisogno di dover fare qualcosa che mi
avrebbe impegnata, che mi avrebbe lasciata attiva per qualche tempo
"Posso dipingere la mia camera?" chiesi rispondendo alla domanda di mia
mamma con un'altra domanda, corrucciò la fronte "L'hai sempre
voluta rosa, che cosa non ti piace più?" alzai le spalle
guardandola dalla mia posizione sdraiata "Vorrei che rispondessi alla
mia domanda velocemente e che uscissi di qui il prima possibile." dissi
antipatica, mi alzai sui gomiti "Sei la peggior figlia che si possa
chiedere, lo sai questo vero?." sbuffò finendo di spazzare sotto
il letto, mi rilasciai cadere sul cuscino "E di che colore vorresti
dipingerla?" sorrisi a trentadue denti "Non lo so, volevo passare al
negozio in centro per confrontare un paio di colori.." dissi togliendo
la maglia che indossavo e lanciandola a terra seguita dal pantalone
"Dannazione Liv ho appena pulito." mi rimproverò nervosa "Scusa
scusa, ma voglio correre a scegliere la pittura più bella che ci
sia."presi un jeans pulito con una maglietta abbastanza semplice "Vuoi
che venga con te?" domandò poggiando le mani sui fianchi "No
vado da sola."
Era
uno dei negozio più belli di Seattle secondo il mio punto di
vista, era grande e al suo interno si poteva sentire l'odore della
pittura, un odore per il quale andavo matta. Non c'erano molte persone,
e di conseguenza molti addetti erano liberi. Uno di loro mi
aiutò a scegliere un colore stupendo, un verde tiffany intenso,
uno dei miei preferiti in assoluto. Sentì un languorino alla
stomaco e mi presi la briga di fermarmi ad un caffè li vicino
per prendere un muffin al cioccolato. Dopo aver pagato mi avvicinai ad
un tavolino vuoto e mi accomodai addentando il dolcetto calorico che
avevo acquistato "Liv." sentì chiamarmi, alzai lo sguardo e mi
trovai davanti la madre di Claire "Salve signora, si accomodi." la
invitai gentilmente. Assomigliava molto a sua figlia, stesso colore di
capelli, stesso modo di gesticolare, le trovavo davvero molto simili.
Indossava sempre abiti vistosi, e quando si trovava con suo marito il
contrasto netto tra i due era palesemente visibile, lui molto posato,
lei piuttosto aggressiva anche nei lineamenti. "Si finisce sempre qui
dopo aver comprato qualcosa vero?" affermò con una risata
sedendosi accanto a me "E' da un po' che non ti vedo più con
Claire." sorseggiò il suo caffè dopo aver girato il
cucchiaino nella tazzina per amalgamare lo zucchero che ci aveva messo
"Non è di certo colpa mia, Claire non risponde a nessuna delle
mie chiamate, e anche a scuola la vedo poco ultimamente." la informai
continuando a mangiare "Beh io la vedo innamorata, e ne sono davvero
felice." conoscevo da molto tempo la donna che avevo di fronte, ma quel
giorno mi accorsi di non sapere nulla ne di lei ne di sua figlia.
Reputavo Claire la mia migliore amica, la persona che aveva condiviso
con me ogni cosa, la sorella che non avevo mai avuto, ma in
realtà non era tutte queste cose; una vera amica non mi avrebbe
ignorata per più di due settimane, non avrebbe fatto di tutto
per non tornare a casa con me dopo la scuola, non mi avrebbe lasciata a
chiedermi che fine avesse fatto. Mi sentì d'un tratto lo stomaco
sotto sopra, volevo andare a casa. "Sono molto felice per lei anche io-
mi alzai prendendo la pittura- è stato un piacere averla vista
oggi, arrivederci." conclusi andando via.
-POV JUSTIN-
"Wo
wo wo che cosa è successo qui dentro?" mi guardai intorno
spaesato. Il mobilio della camera di Liv era ricoperto da una plastica
trasparente, fogli di giornale erano sparsi su tutto il pavimento come
a proteggerlo. Liv era in un angolino con un rullo impregnato di un
verde orribile, e non capivo come la sua salopette fosse già
sporca, non aveva dipinto molto. "Cambiamenti Justin." rispose
tracciando una linea verde sul muro "Tua madre ti lascia fare tutto
questo?" domandai indicando quello che c'era nella sua stanza "Certo,
è solo pittura." non avevo mai incontrato una ragazza
così goffa, vederla cercare di pitturare mi faceva morire dal
ridere. Aveva i capelli disordinati e un paio di calzini di colore
differente "Mi aiuti oppure resti lì?" riscossi i miei pensieri
e mi avvicinai a lei. Presi un pennelo"Sai che non basta un solo
barattolo?" chiesi cominciando a pitturare la parete "Si, ma due erano
troppo pesanti." starnutì e grattandosi il naso si sporcò
di vernice , risi "Sei un po' sporca di pittura qui." le picchiettai
con il dito sul naso e sorrise "Anche tu." disse, con la sua mano
sporca mi prese il viso lasciandomi un' impronta verde. Spalancai la
bocca "Non avresti dovuto." le spalmai con il mio pennello della
pittura sui vestiti, e da quel momento cominciò una vera e
propria battaglia. Finimmo col rovesciarci l'intero barattolo di
pittura addosso, e quella camera divenne un disastro. I giornali
scivolosi mi fecero cadere pesantemente a terra con Liv sopra; non
smettevamo di ridere. "Abbiamo davvero bisogno di altra pittura." disse
abbracciandomi, le diedi un bacio sulle labbra "La compreremo." risposi
guardandola dritto negli occhi scuri "Questo verde ti sta bene, sei
bellissimo." quello che non sapeva era che per me la più bella
era lei, e se non l'avessi mai incontrata, sono sicuro che l'avrei
cercata, o almeno ci avrei provato. "Bel modo di colorare la stanza."
sua madre dalla porta ci guardava con le mani incrociate al petto, ci
alzammo in fretta "Salve signora Tanner- dissi impacciato e colto in
fragrante- auguri per il.. per il bambino." continuai guardandole la
pancia "Grazie Justin, è sempre un piacere averti qui. Resti a
cena?" mi chiese, alzai le spalle "Non credo di poter cenare in questo
stato." risposi riferendomi ai miei vestiti verdi "Oh non preoccuparti,
puoi darti una sciacquata anche a casa nostra- con un cenno del capo mi
indicò il bagno personale di Liv- Ho preparato qualcosa di buono
che non puoi davvero perdere."
-POV LIV-
"Sicura
che non devi dirmi nulla?" chiesi a mia madre che continuava a girare
il sugo che aveva preparato "Assolutamente nulla, perchè?"
rispose con aria innocente "Di solito vuoi che Justin resti a cena solo
quando devi annunciare qualcosa che molto probabilmente non mi
starà bene e mi darà da pensare, puoi dirmelo anche
adesso senza tirare in ballo l'unica persona alla quale sembri
importare qualcosa dei miei sentimenti." gettai fuori quelle parole
senza pensarci su due volte, era tipico di mia madre far esplodere le
bombe con ospiti a pranzo e a cena. "Sei totalmente fuori strada,
volevo solo che passassimo una bella serata in compagnia, ma non mi
stupisce che tu abbia pensato questo." aveva uno sguardo severo in
volto, ma che cosa pretendeva. Le rivolsi un sorriso finto pronta a
raggiungere Justin in soggiorno "Liv- mi chiamò- prima che tu
vada di là, porta l'insalata in tavola." la sua voce gelida mi
fece alzare gli occhi al cielo, perchè doveva essere tutto
così difficile. Quando mi avvicinai a Justin che parlava con
Rob, notai che la sua espressione era più tesa di prima "Ehi
tutto bene?" gli sussurrai all'orecchio, mi accarezzò un braccio
"Certo Liv." la conversazione cadde senza lasciarmi modo di capire che
cosa gli avesse cambiato l'umore. "A tavola." urlò mia madre
dalla cucina, e tutti prendemmo posto a tavola. Non parlai molto
durante la cena, ero troppo impegnata a cercare di carpire qualcosa.
Justin continuava ad avere un'aria strana, e anche se rideva alle
battute insensate di Rob, sapevo che non riusciva a smettere di pensare
a qualcosa. Si alzò di scatto dalla sedia quando
controllò il suo cellulare, che cosa stava succedendo? "Dovete
scusarmi, ma dovrei proprio andare via." aveva parlato alla mia
famiglia, ma guardava me. "Ma non hai finito la cena." tentò mia
madre "La cena è stata davvero ottima, ma la mia famiglia
chiama." mi alzai non sapendo che cosa fare "E' successo qualcosa di
grave?" chiese Rob confuso, Justin scosse la testa e mi mandò
uno sguardo d'intesa "Niente che non si possa risolvere con il mio
aiuto." in quel momento capì che non si trattava della sua
famiglia "Justin sicuro che non può aspettare?" domandai
sentendo la gola bruciare. Brenton aveva fatto qualcosa, ne aveva
combinata un'altra delle sue ed ero spaventata a morte. "Devo andare."
salutò velocemente mia madre e suo marito, poi lo accompagnai
alla porta "Dimmi che non ti succederà nulla." lo abbracciai
nascondendo il viso nell'incavo del suo collo "Non mi succederà
nulla, promesso." mi baciò le labbra " Perchè ho la
sensazione che sia un addio?" gli occhi mi si riempirono di lacrime
"Liv non dirlo, non dirlo neanche per scherzo- riguardò il
telefono- devo ... devo andare adesso." aprì la porta, e quando
la richiuse alle sue spalle cominciai a piangere. Sapeva anche lui come
me che stava andando a farsi ammazzare.
"Posso
entrare, ho dei biscotti" mia madre fece capolino dalla porta, voleva
mostrarmi un sorriso rassicurante e un po' di calore, ma mi limitai a
non rispondere continuando a stringere il mio morbido cuscino "Ti prego
non è il momento." quello che mia madre non poteva capire era
che non si trattava di una litigata qualunque o di un vero problema in
famiglia, qui ci andava di mezzo la vita di una persona, una persona
che per la sua stupidità non si era allontanata dalla quella
vita quando era ancora in tempo, quando tutto non era così
pericoloso. Mai prima di quel momento mi ero sentita tanto preoccupata,
questa volta superava anche le precedenti. Avrei voluto seguirlo,
stargli dietro e impedirgli di lanciarsi in quella missione suicida da
solo, ma quello che avevo fatto era stato salire in camera a piangere.
Non ero abbastanza forte, e anche se ero sicura che avrebbe fatto di
tutto pur di impedirmi di seguirlo, almeno avrei dovuto provarci. Mi
tremavano le mani e avevo mal di stomaco, il sudore mi faceva
appiccicare i capelli al viso, ma la cosa stramba era che non faceva
caldo. "Non so cosa sia successo, ma non preoccuparti, Justin
sistemerà tutto." lei non sapeva, e detestavo il suo consolarmi,
era così inutile. "Mamma non vorrei parlarne." dissi secca.
Apprezzavo in ogni caso la sua buona volontà nel venirmi a
parlare nonostante il nostro rapporto distaccato, ma l'unica cosa di
cui avevo bisogno in quel momento era una chiamata da parte di Justin
che mi diceva che stava bene e che era tutto finito. "Che cosa è
successo di così grave nella sua vita da farti piangere? Liv io
vorrei davvero capire.." la bloccai non volendo che continuasse
"Piangevo perchè non mi piace vederlo stare male." mentì
senza guardarla in faccia "Capisco piangere, ma la tua era una vera e
propria crisi isterica." mi toccò i capelli tenendo tra le mani
una ciocca "Se stasera non vuoi parlarne lo capisco, ma spero che
almeno domani riuscirai a spiegarmi qualcosa. Ora dormi un po', e sogna
che non fa mai male- mi rimboccò le coperte come faceva quando
ero bambina- sono sicura che domani sarà una bella giornata." mi
diede un ultima occhiata quando raggiunse la porta, poi spense la luce
ed uscì. Mi allungai prendendo il cellulare, nessun messaggio.
Composi il numero di Justin e lo chiamai, ma nessuna risposta. Strinsi
a pugno la coperta ed urlai nel cuscino, ma non mi sentì per
niente meglio. Mi accorsi di dormire solo quando la suoneria del mio
cellulare squassò il silenzio e mi fece letteralmente saltare
nel sonno. Cercai il telefono nella massa intricata di coperte e mi
affrettai a rispondere. "Pronto Justin." il cuore mi batteva
all'impazzata "Liv." la sua voce era angosciata, piangeva "Oh mio Dio
Justin.." aspettai che parlasse, che cosa aveva combinato? "Marcus
è.. Marcus è morto."
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