15 - Questioni di ... parentela!
Scusate il ritardo! Ma mentre il capitolo mi è uscito di getto, ero indecisa sul finale XD
- Questione di ... parentele! -
Giugno 1998, Accademia di Salem
Althea Pagano Meredith Cole Professor Logan Ward
Talisia Black Brian Grimm
Brian, con in mano un fogliettino di pergamena ormai stropicciato,
attraversò di corsa un paio di corridoi dell'Istituto,
maledicendo Bartemius McFoster per aver fatto, ormai mesi prima, quella
capatina nella scuola.
Quella veloce visita aveva portato lui - Brian - a modificare
completamente l'impianto di sicurezza dell'Accademia, ma erano proprio
quegli stessi incantesimi che gli impedivano di smaterializzarsi
direttamente nel luogo dove doveva andare.
Continuando a borbottare maledizioni in tedesco, raggiunse finalmente la tanto agognata meta. L'infermeria scolastica.
Vedendo sia Meredith che Althea appoggiate fuori, contro al muro,
con le braccia incrociate. Senza perdere tempo, si affrettò
nella loro direzione.
Althea fu la prima delle due a notarlo e tirò una gomitata
all'altra ragazza per attirarne l'attenzione. Entrambe si diressero
così nella sua direzione.
"Sta calmo." Fu il primo commento della Fenice. Già lo vedeva
che il ragazzo dimostrava segni di inquietudine. "Credo che stia bene,
tutto sommato."
Ma ovviamente quelle parole non bastarono per calmare il Grimm. L'unica
cosa che sapeva, era che Talisia aveva perso i sensi durante un esame.
Il resto era per lui un mistero.
"Non mi calmo finchè non vedo che sta bene con i miei occhi." Fu
la risposta agitata del tedesco. Poi le sorpassò per dirigersi
verso la porta dell'infermeria. Prima di essere fermato dalla voce di
Meredith. "Brian, non puoi entrare."
Il ragazzo si girò di scatto, incredulo. E la ragazza si fece
piccola piccola. Avere un Grimm infuriato davanti a sè non era
la migliore delle situazioni.
Tuttavia, quando il ragazzo parlò, la sua voce suonò comunque ferma. "E per quale ragione non dovrei farlo?"
Nonostante tutto, Meredith riuscì a pigolare "E' una regola della scuola. Non fanno entrare neanche noi."
Non ci fu bisogno di una risposta vocale: la mimica facciale del ragazzo fu più che eloquente. Che diavolo di regola era?
"Non prendertela con Meredith, Brian. Fa solo il suo dovere da
prefetto." Intervenne una quarta voce. Il professor Ward era apparso.
"Non puoi entrare semplicemente perchè Talisia al momento
è svenuta. Gli unici che possono entrare sono i familiari e le
persone che lei vorrà far entrare. Ma finchè è
priva di sensi, non può indicarcele."
L'uomo aveva spiegato tutto con un tono di voce pacato per cercare di
fare da contraltare alla reazione del ragazzo, che, ne era sicuro, non
sarebbe tardata ad arrivare. Già lo vedeva Brian Grimm
proclamare a gran voce di fregarsene ampiamente delle loro regole e che
voleva entrare a tutti i costi, anche con la forza se necessario.
Invece il tedesco lo stupì. Rimase completamente immobile e
tranquillo. "Hai detto che i familiari possono entrare giusto?" Si
limitò a chiedere, mentre un sorrisetto impertinente spuntava
sulle sue labbra.
"Sì..." Rispose il prof, leggermente confuso da tutta quella calma.
"Quindi se al di là di quella porta ci fosse qualcuno del mio
sangue potrei entrare giusto?" Continuò Brian con tono quasi
vittorioso.
"Ehm... sì." Rispose di nuovo l'uomo, mentre - con la coda
dell'occhio - vedeva Althea Pagano mettersi una mano davanti alla bocca
per non scoppiare a ridere.
Cos'è che gli sfuggiva?
Il Grimm e la Black non poteva essersi sposati di nascosto, visto che lei era ancora minorenne.
Quindi perchè vedeva Brian con un'espressione in viso come se fosse in procinto di vincere una partita a poker?
"Capisco che voi purosangue siate tutti imparentati" Provò "Ma
se Talisia è tua cugina di ventesimo grado non vale come
parentela."
"Oh no, Talisia e io non siamo imparentati... non ancora almeno..." Iniziò a spiegare il ragazzo "ma visto che porta nel ventre mio figlio,
per vedere se sta bene lui devo per forza vedere se sta bene lei...
no?" Davanti agli occhi sgranati dell'uomo, lo sorpassò. "Con
permesso." Aggiunse prima di aprire la porta dell'infermeria. "Comunque
Logan... non solo il sistema di sicurezza, ma anche le regole di questo
posto fanno schifo. Pagano, Cole, vi faccio entrare tra dieci minuti."
Concluse prima di chiudere la porta dietro di lui.
Althea, davanti alla espressione confusa di Meredith, gemella con
quella del professore, non riuscì a trattenersi e scoppiò
a ridere.
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Quando
Talisia si risvegliò, trovò Brian seduto su una sedia
accanto a lei, intento a rilasciare piccole quantità di magia
dalla mano, che volavano per la stanza assumendo i colori più
disparati.
"Ciao Bella Addormentata!" La salutò allegro, sporgendosi per
baciarla delicatamente sulle labbra. "Hai fatto prendere un colpo ad un
po' di persone sai?"
La ragazza sbattè le palpebre, confusa. "Cos'è successo? Mi ricordo solo che... stavo dando un esame... e p..."
"Ti sei sforzata - cosa che nelle tue condizioni non dovresti fare - e
sei svenuta." Spiegò serafico interrompendola.
"L'importante è che tu stia bene. Tu e il bambino."
Specificò prendendo una mano tra le sue, che Talisia strinse
subito.
"E il mio esame?" Domandò preoccupata. "Sono crollata a metà!"
Brian non riuscì a nascondere un sorrisetto ironico. "Amore...
sono il primo a tenere alla tua istruzione, visto che dopo Natale non
saresti neanche tornata a scuola se non ti avessi trascinata di peso,
ma... sul serio ti preoccupi per un esame in questo frangente?"
Domandò. "Ho parlato con l'esaminatore, in ogni caso, e te lo
farà rifare quando starai meglio - sempre se avrai voglia di rifarlo."
A quelle parole, la ragazza si tirò su di scatto. "Quindi adesso
tutti sanno che sono incinta?" Chiese con tono neutro. Certo, non
poteva pensare di tenere la cosa segreta con tutti ancora per molto -
stava diventando sempre più evidente - ma sapere che tutti
sapevano le faceva un effetto strano.
"Beh, più o meno. Ho dovuto dirlo anche per riuscire a raggiungerti." Spiegò lui tranquillo.
"In che senso?"
"Non volevano farmi entrare in infermeria perchè non sono tuo
parente." Rispose Brian "Quindi ho dovuto dire che nel tuo ventre" e
qui spostò la mano sulla pancia della ragazza "sta crescendo
nostro figlio." Concluse mentre un sorriso gli spuntava tra le labbra,
gemello con quello della ragazza.
"Hai ragione. Al diavolo l'esame!"
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