La mamma è tornata!

di ElenSofy
(/viewuser.php?uid=197335)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


CAPITOLO 2

“Piacere, Lia!”
“Piacere, Giulio!”
I due si strinsero la mano.
“Si, Patrizia mi parlava spesso di te…”
“Beh, che facciamo? Andiamo Lia! Dobbiamo prendere Martina a scuola eh…”
“Si, giusto Cecchini…ci vado io eh? Così lei può accogliere sua nipote…”
Per la prima volta il maresciallo fece ciò che gli era stato ordinato e si diresse verso casa insieme a Lia, che sorrise a Giulio, prima di girarsi e andare avanti per la sua strada.
Quel sorriso…
Quante volte l’aveva visto sul viso di Patrizia: era così simile eppure erano solo cugine…
Quanti ricordi…
Non si accorse di quanti minuti rimase lì fermo sulla piazza con il cappello in mano, ma quando si risveglio dalla trance, Giulio corse all’asilo.

“Allora amore? Come è andata?”
Dal corridoio li raggiunse la maestra, una giovane ragazza.
“E’ una bambina veramente adorabile, ma avrebbe un momento per parlare di una questione veramente importante?”
“Certo, Martina, che dici se vai un attimo dentro così papà parla di una cosa con la maestra e poi andiamo che è arrivata Lia, la nipote di nonno Nino…eh”.
Dopo aver convinto la bambina a tornare nella sala dei giochi, Giulio seguì la maestra in segreteria.
“Ecco, signor Tommasi, volevo farle vedere questi disegni fatti dalla bambina questa mattina…”
La maestra distese sulla scrivania dei fogli dove sopra si intravedevano strane figure umane, tipiche dei disegni dei bambini piccoli.
All’inizio per Giulio sembrava tutto normale. Ma questi disegni avevano una particolarità: la solita casa, la solita famigliola felice o quasi…
“Vede, sono tutti così…ecco, io credo che la bambina soffra molto per la perdita della madre…”
La particolarità di quei disegni era che Martina si era disegnata da sola e la sua famiglia accanto che la chiamava e poi alla sinistra una figura vestita di bianco (che doveva essere la mamma) che la prendeva per mano e la portava via. Ne aveva fatti un bel po’ di quei disegni che colpirono nel profondo Giulio.
“Non mi è mai sembrato che…che le mancasse così tanto…”
La voce gli si ruppe per il dolore.
“Non le abbiamo fatto mancare mai nulla…” continuò, non appena si fu ripreso.
“Immagino, ma il dolore per la bambina è stato forte: è come se non l’avesse mai conosciuta e di conseguenza non ha ricordi. Nota come ha disegnato questa figura bianca?”
Giulio riprese in mano quei disegni e sgranò gli occhi e si accorse che la figura bianca non aveva un volto, non aveva neanche i puntini per segnare gli occhi.
“Le avete mai parlato della mamma? Di com’era?” concluse la maestra.
Giulio si rese conto di non aver mai affrontato quel discorso con la figlia.
“No, mai…avevamo paura di ferirla ulteriormente…”
“Noi possiamo aiutarla: si fida di noi?” chiese la maestra, alla fine di un estenuante minuto di silenzio.





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3507286