Non è un caso che il vento mi sussurri il tuo nome.

di sfiorarsi
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Non è un caso che il vento mi sussurri il tuo nome.



Disclaimer: i personaggi qui descritti e raccontati, con mio grande rammarico, non mi appartengono, ma sono di proprietà di J.K. Rowling; la storia è stata ideata e scritta senza alcuno scopo di lucro.




Il braccio di Molly Weasley è il tuo unico sostegno, in quella notte cupa e priva di stelle. Una brezza leggera ti scompiglia i capelli, sfiorandoti la nuca e solleticandoti la base del collo. Ti sussurra il suo nome, quel vento bastardo, sembra dire Fred, come una sorta di lama gelida che trafigge i tuoi pensieri. Attendete, consapevoli di quanto il rimorso di non potersi rendere utili sia grande, il ritorno della maggior parte dei componenti dell’Ordine. È il tuo cuore quello che senti battere contro le pareti del petto, e che pare scoccare il tempo, ogni secondo – ogni secondo, passato a crogiolarti nell’egoista speranza di averlo tutto per te.
Sembrate quasi rinunciare, appesa l’una all’altra, senza dire una parola, e osservando i campi scossi dalla brezza tutt’intorno – in attesa di un cambiamento, di un minimo segnale d’avvertimento, di un fruscio che vi permetta di rendere quella speranza una realtà. Ed è ciò che succede, qualche secondo dopo, che qualcuno si Materializzi di fronte a voi, la scopa sottobraccio e la fronte imperlata di sudore. Tornano, uno dopo l’altro, da Privet Drive, chi un po’ malconcio e pesto, chi impolverato. Quando scorgi una testa rossa, quasi non ti accorgi essere quella di George. Ha una mano premuta contro l’orecchio, ricoperta di sangue rappreso, e ad ogni passo emette un gemito. La signora Weasley ti sussurra che puoi restare qui, se vuoi; con quel tono che ti rivela che lei lo ha capito prima di tutti – forse persino prima di te. Aspetti con malcelata tensione che lui faccia il suo ritorno, e quasi non ti accorgi quando, con un puff, lui si Materializza sotto ai tuoi occhi. Vi guardate per un istante, ed è un attimo: ti fiondi fra le sue braccia, lasciando cadere il maglione che portavi appeso al collo, mentre la sua scopa risuona, con un tonfo, sul terreno duro. Ti bacia le palpebre, la fronte, i capelli, e tu ricerchi le sue labbra come un assetato nel deserto cerca un’oasi.
Solo quando ti sembra di averne avuto abbastanza – almeno per quel momento – glielo dici: «George sta male».
Ti prende per mano, raccattando scopa e maglione e fiondandosi all’interno della Tana. Tutti si accorgono delle vostre mani unite, ma Fred ha occhi solo per il fratello. L’hanno pensato tutti, che fosse morto, perché diamine, l’hanno colpito alla testa.
«Come ti senti?» chiede Fred al gemello, senza lasciarti la mano – e sei costretta ad accovacciarti accanto a loro, in attesa di una risposta da George – e tutti, almeno ti sembra, stanno trattenendo il fiato.
«Romano. Sai, come il foro» risponde lui, e tutti si lasciano andare ad una risata liberatoria. Persino tu, Hermione Granger, ti lasci andare come mai avevi fatto prima. La risata ti si blocca in gola quando Fred ti bacia, davanti a tutti. Ti bacia dolcemente, catturando le tue labbra con le sue – e ti fanno male le ginocchia, perché il pavimento non è soffice come la sua bocca. Arriva un momento in cui non sai chi sta baciando chi, e quando vi staccate, annaspando alla ricerca d’aria, George ridacchia, una benda avvolta attorno alla testa, e all’orecchio che non c’è più.
Ti pare di aver sbagliato a lasciarti baciare, in una situazione come quella – il Malocchio è morto di Kingsley ti risuona nelle orecchie – ma un abbraccio di Fred e occhiate eloquenti da parte dei presenti ti rassicurano. Non è un caso che il vento ti sussurri il suo nome.




N.d.A: piccola one-shot Fremione di dubbia qualità, una semplice ‘What if?’ in cui Hermione attende, con trepidazione, il ritorno dei membri dell’Ordine dalla missione a Privet Drive, in particolar modo attende il ritorno di Fred. Spero che questa mia uscita vi piaccia: nel caso, lasciate una recensione!





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