Angolo
autrice
Ci siamo,
il nuovo capitolo di A.o.D è pronto per essere sottoposto al
vostro giudizio! Apparentemente, questo capitolo non ha niente a che
vedere con il precedente, e neache con quelli prima. Non è
così, dunque ritengo opportuno, fare delle precisazioni in
merito. praticamente, sto affrontando il problema dei sentimenti in tre
ottiche differenti: quella di James, Sirius, e ora anche di Remus.
metto a confronto come, questi tre reagiscono all'amore, come lo vedono
a seconda di personalità ed espreienze. tutte e tre,
però, hanno una scelta comune: lasciarsi andare al
sentimento o dimeticarli. Sirius nel capitolo precedente si
fa tutte quelle pippe, perchè (come lo è stato
con James) non comprende a pieno cosa passi per la testa di Remus,
perchè fa quello che fa. Questo capitolo spiega, in parole
povere quello che Sirius non ha capito. Se ci sono riuscita non lo so,
sta a voi dirmelo.
Ora rispondiamo a Tarantella20 : prima i chiarimenti:
sì le parti in corsivo sono sia conversazioni, avute nel
passato, quando scrivo in corsivo, generalmente è un
flashblack vero e proprio, in cui il potratagonista ripensa a
ciò che ha detto o fatto, ma anche le sensazioni e i
pensieri provati nella situazione del momento. andiamo altre, sono
felicissima che tu abbia riso! volevo spezzare un po' dopo tutti quei
ragionamenti contorti! chi è, già in questo
capitolo conosciamo qualcosa di lei, però, ti dico questo:
dietro c'è qualcosa di grosso....basta, non dico di
più. già che capisci sempre tutto al volo,
rischio di rovinarti la sorprsa! a quanto pare la lista dei nostri
punti in comune si allunga! dedicare i capitoli a chi mi segue mi pare
il minimo! sono io che ringrazio, voi amanti di
questa fanfiction!!!
Baci, Fanny'87
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Non avrebbe mai creduto di essere scoperto ne da Sirius ne da
un altro dei suoi amici. Ogni tanto si chiedeva perché
tenerlo nascosto, sentendosi un po’ stupido in quello strano
comportamento.
Rammentava, in seguito, che se lo faceva era per evitare guai, i quali
arrivavano sempre troppo in fretta se si trattava di James e Sirius.
Conosceva fin troppo bene il loro modo di essere, tanto da predire
quello che sarebbe accaduto in una qualsiasi caso quei due mettevano in
atto ciò che pensavano. Avrebbero frainteso tutto,
dopo averlo preso in giro per un po’ avrebbero fatto di tutto
perché quella relazione “a distanza”
potesse essere trasformata in una “molto
ravvicinata”.
Giacché Gli volevano molto bene. Come
se si potesse veramente amare un Lupo mannaro. La sensazione
di essere un ragazzo come tutti svaniva con il contatto della
realtà di quelle notti di luna piena, con il
dolore, sentire la mente offuscarsi, percepire la trasformazione del
corpo, e poi più niente.
Risvegliarsi il giorno dopo come se un macigno si fosse schiantato su
di te, l’odore e il sapore del proprio sangue nelle narici e
nella bocca. Dolore, solo tanto dolore. Mai, ricordi... dolore e
paura,e trovarsi solo nel confine della solitudine.
Perché ogni singola volta si sentiva vicino al
baratro oscuro, trascinato dal peso di quella parte di lui,
così oscura e spaventosa per lui stesso.
Remus era diviso in due, lacerato a metà, felice per quei
amici inaspettati che per il suo bene, avevano infranto una regola
importante. Pur di stargli accanto.
“Che problema c’è? Se non possiamo
starti accanto da umani, lo faremo da animali!”
esclamò James soddisfatto.
“Di cosa stai...no, James, non penserai a...”
Invece James e Sirius pensavano proprio a quello, diventare Animagi per
lui. Cosa chiedere di più? Come poteva, lui, dannato
com’era chiedere di più? L’amore, non
era certo qualcosa di contemplato per lui. Bastavano i suoi amici. Cosa
ne sapeva un lupo mannaro, d’amore? Era in mostro.
Ma, era anche un uomo.
Dall’altra parte, c’erano i sensi di colpa verso
chi aveva dimostrato tanta fiducia, tanta umanità da
permettergli di vivere una vita normale, portare i segni di chi vive
fra i maghi, non di rilegarlo fra i mostri. E, lui si era permesso di
chiedere di più. Ingrato!
Remus era lacerato tra felicità e sensi di colpa,
per tutto quello che era accaduto, per le passeggiate notturne, per
quello che i suoi amici avevano fatto, spinti dal desiderio di aiutarlo
a non sentirsi più solo.
Chiedere l’amore di una donna, era veramente passare il
limite.
Nel silenzio della biblioteca si domandava come Sirius avesse scoperto
la corrispondenza fra lui e Ive. Aveva frugato
nelle sue cose? O aveva visto spedire la lettera? Dunque come mai era
così convito che fosse femmina?
Leggeva senza leggere, guardava senza guardare, sentiva senza tuttavia
farlo, come se i suoi sensi non riuscissero più a comunicare
con il suo cervello.
Era solo una corrispondenza per studio, lo scambio di appunti, e,
basta. aprire le orecchie hai suoi amici, mettere in chiaro
la faccenda.
“Come mai così pensieroso?”
Remus alzò il volto osservando sorpreso Leila
seduta di fronte a lui. Un rumore di sedia fece percepire la presenza
di un’altra persona, il profumo indicò a Remus chi
fosse.
“Ciao, Leila, Lily.”
“Cosa ti turba?” chiese Lily gentile.
Avrebbe voluto rispondere nulla, era sereno e felice, bensì,
era una bugia troppo grande per essere creduta da
chicchessia.
“Temo che, due soggetti di vostra conoscenza, mettano in
pratica uno dei loro soliti piani mefistofelici.”
“Immagino che si tratti della famigerata
corrispondenza che hai con una sconosciuta amica di
piuma.” Suppose Leila
Il giovane sbatté le palpebre un paio di volte,
come se non avesse capito la frase pronunciata dalla
Corvonero.
“come lo sapete?”
“Storia lunga.”
“Ah.”
Remus riprese a sfogliare distrattamente il libro, che aveva sotto
mani, senza riuscire a distinguere quelle macchie
d’inchiostro che dovevano essere frasi di significato
connesse fra loro.
“Chi è?” chiese Lily
“Si chiama Ive. Ha 16 anni, le piacciono i fiori, e la pasta
al sugo.” Rispose Remus arrossendo per ciò che
aveva detto.
“E’ buona la pasta la sugo!”
affermò Leila.
Lily rise apertamente nel vedere quanto imbarazzo
metteva il suo amico. Il dolce e sensibile Remus Lupin. Il migliore
amico per eccellenza, secondo molti punti di vista.
Anche lui, tuttavia aveva bisogno d’amore.
“Non c’è nulla di male ad essere
innamorati, lo sai?”
“Chi,i-o? guar –da io... no
–n... non so-no mica...in – na – mo...
rato...io.” balbettò più rosso che mai.
Lily e Leila guardarono il lupacchiotto,il quale a dirvela tutta,
sembrava tutt’altro che spaventoso, sembrava più
un cucciolo indifeso molto spaventato. Era tenero quel Remus, talmente
tanto che le due non poterono che ridacchiare deliziate.
“E’, so-lo un amica... con cui scambio...insomma
scambio pareri sui compiti e le lezioni, ecco.”
“Sì certo, e tra questi rientrano la pasta al sugo
e i fiori dico bene?”
“Che centra! Dovevamo far conoscenza in qualche
modo!” esclamò alterato quello.
Lily sganciò una gomitata alla mica che si
scusò immediatamente. Perché tanta agitazione?
Perché Remus voleva chiudersi ermeticamente? Impenetrabile
su certi punti di vista?
E, l’unica ragione possibile era la volontà di
nascondere un grande dolore celato dentro di lui, un segreto pesante
come un macigno.
Non era facile crederlo considerando chi fosse Remus J. Lupin; Un
Grifondoro, prefetto, diligente studente dai modi gentili e affabili,
divertente, moderato e riservato. Ecco, poteva essere lì la
risposta, dietro a quella riservatezza tanto accorta.
Lily, invece, sapeva cosa bruciava dentro Remus, sapeva di quel piccolo
problema peloso, quanto costasse per lui, vivere un po’ della
vita normale, quanto costasse un po’ di felicità.
“Come è nato tutto?”
“E’ strano, è nato tutto per colpa di
uno sbaglio, credo. Io ho mandato un gufo, per avvertire
dell’errore, e così abbiamo preso a
scriverci.”
Cornelia, si chiese se era il caso di parlargli di ciò che
lei e Sirius sapevano, perché quasi certamente,
Remus non era stato agganciato per sbaglio.
In quello stesso momento nella sala comune di Tassorosso, quella
conosciuta con il nome di Ive, se ne stava lunga sul letto a pensare.
Aveva una cotta per Remus da molto tempo, senza trovare il coraggio di
parargli, poi, le è stata suggerita la soluzione al suo
problema, ed era filato tutto liscio. Le veniva ora chiesto il prezzo
per quel sevizio che le era stato offerto.
Non sapeva cos’era quel liquido scuro in quella
boccetta, ne tantomeno cosa rappresentasse lo strano talismano:
“La soluzione a tutto”
Tutto cosa? Alla sua timidezza? A cosa? Loro volevano qualcosa da Remus
come lo voleva lei, però, quanto potesse essere differente
era del tutto sconosciuto per lei.
Ive voleva un bacio, mentre quei altri volevano l’inferno.
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