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Autore: Risa_chan    02/05/2009    2 recensioni
Non si può piacere tutti, questo è un dato di fatto: ci sono persone che ci vanno genio, altre che preferiremmo vedere crepare sotto atroci torture...*** dare per scontato le emozioni era il suo mestiere, eppure ormai non riusciva più a fare a meno di pesare che tutto fosse dannatamente sbagliato. Recensite, sono aperta anche alle critiche!!!!!!!! ULTIMO CAPITOLO POSTATO.(facciamo tutti insieme una preghira di ringraziamento)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, I Malandrini, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Angolo autrice
Ci siamo, il nuovo capitolo di A.o.D è pronto per essere sottoposto al vostro giudizio! Apparentemente, questo capitolo non ha niente a che vedere con il precedente, e neache con quelli prima. Non è così, dunque ritengo opportuno, fare delle precisazioni in merito. praticamente, sto affrontando il problema dei sentimenti in tre ottiche differenti: quella di James, Sirius, e ora anche di Remus. metto a confronto come, questi tre reagiscono all'amore, come lo vedono a seconda di personalità ed espreienze. tutte e tre, però, hanno  una scelta comune: lasciarsi andare al sentimento o dimeticarli.  Sirius nel capitolo precedente si fa tutte quelle pippe, perchè (come lo è stato con James) non comprende a pieno cosa passi per la testa di Remus, perchè fa quello che fa. Questo capitolo spiega, in parole povere quello che Sirius non ha capito. Se ci sono riuscita non lo so, sta a voi dirmelo.
Ora  rispondiamo a Tarantella20 : prima i chiarimenti: sì le parti in corsivo sono sia conversazioni, avute nel passato, quando scrivo in corsivo, generalmente è un flashblack vero e proprio, in cui il potratagonista ripensa a ciò che ha detto o fatto, ma anche le sensazioni e i pensieri provati nella situazione del momento. andiamo altre, sono felicissima che tu abbia riso! volevo spezzare un po' dopo tutti quei ragionamenti contorti! chi è, già in questo capitolo conosciamo qualcosa di lei, però, ti dico questo: dietro c'è qualcosa di grosso....basta, non dico di più. già che capisci sempre tutto al volo, rischio di rovinarti la sorprsa! a quanto pare la lista dei nostri punti in comune si allunga! dedicare i capitoli a chi mi segue mi pare il minimo!  sono io che ringrazio,  voi amanti di questa fanfiction!!!
Baci, Fanny'87
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Non avrebbe mai creduto  di essere scoperto ne da Sirius ne da un altro dei suoi amici. Ogni tanto si chiedeva perché tenerlo nascosto, sentendosi un po’ stupido in quello strano comportamento.
Rammentava, in seguito, che se lo faceva era per evitare guai, i quali arrivavano sempre troppo in fretta se si trattava di James e Sirius.
Conosceva fin troppo bene il loro modo di essere, tanto da predire quello che sarebbe accaduto in una qualsiasi caso quei due mettevano in atto ciò che pensavano.  Avrebbero frainteso tutto, dopo averlo preso in giro per un po’ avrebbero fatto di tutto perché quella relazione “a distanza” potesse essere trasformata in  una “molto ravvicinata”.
   Giacché Gli volevano molto bene. Come se si potesse veramente amare un Lupo mannaro.  La sensazione di essere un ragazzo come tutti svaniva con il contatto della realtà di quelle notti di luna piena, con  il dolore, sentire la mente offuscarsi, percepire la trasformazione del corpo, e poi più niente.
Risvegliarsi il giorno dopo come se un macigno si fosse schiantato su di te, l’odore e il sapore del proprio sangue nelle narici e nella bocca. Dolore, solo tanto dolore. Mai, ricordi... dolore e paura,e trovarsi solo nel confine della solitudine.
Perché  ogni singola volta si sentiva vicino al baratro oscuro, trascinato dal peso di quella parte di lui, così oscura e spaventosa per lui stesso.
Remus era diviso in due, lacerato a metà, felice per quei amici inaspettati che per il suo bene, avevano infranto una regola importante. Pur di stargli accanto.
“Che problema c’è? Se non possiamo starti accanto da umani, lo faremo da animali!” esclamò James soddisfatto.
“Di cosa stai...no, James, non penserai a...”
Invece James e Sirius pensavano proprio a quello, diventare Animagi per lui. Cosa chiedere di più? Come poteva, lui, dannato com’era chiedere di più? L’amore, non era certo qualcosa di contemplato per lui. Bastavano i suoi amici. Cosa ne sapeva un lupo mannaro, d’amore? Era in mostro.
Ma, era anche un uomo.
Dall’altra parte, c’erano i sensi di colpa verso chi aveva dimostrato tanta fiducia, tanta umanità da permettergli di vivere una vita normale, portare i segni di chi vive fra i maghi, non di rilegarlo fra i mostri. E, lui si era permesso di chiedere di più. Ingrato!
Remus era lacerato tra  felicità e sensi di colpa, per tutto quello che era accaduto, per le passeggiate notturne, per quello che i suoi amici avevano fatto, spinti dal desiderio di aiutarlo a non sentirsi più solo.
Chiedere l’amore di una donna, era veramente passare il limite.

Nel silenzio della biblioteca si domandava come Sirius avesse scoperto la corrispondenza  fra lui  e Ive. Aveva frugato nelle sue cose? O aveva visto spedire la lettera? Dunque come mai era così convito  che fosse femmina?
Leggeva senza leggere, guardava senza guardare, sentiva senza tuttavia farlo, come se i suoi sensi non riuscissero più a comunicare con il suo cervello.
Era solo una corrispondenza per studio, lo scambio di appunti, e, basta.  aprire le orecchie hai suoi amici, mettere in chiaro la faccenda.
“Come mai così pensieroso?”
Remus alzò il volto osservando  sorpreso Leila seduta di fronte a lui. Un rumore di sedia fece percepire la presenza di un’altra persona, il profumo indicò a Remus chi fosse.
“Ciao, Leila, Lily.”
“Cosa ti turba?” chiese Lily gentile.
Avrebbe voluto rispondere nulla, era sereno e felice, bensì, era una  bugia troppo grande per essere creduta da chicchessia.
“Temo che, due soggetti di vostra conoscenza, mettano in pratica uno dei loro soliti piani mefistofelici.”
“Immagino che si tratti della  famigerata corrispondenza che hai con una sconosciuta amica di piuma.”  Suppose Leila
Il giovane sbatté le palpebre un paio di volte, come  se non avesse capito la frase pronunciata dalla Corvonero.
“come lo sapete?”
“Storia lunga.”
“Ah.”
Remus riprese a sfogliare distrattamente il libro, che aveva sotto mani, senza riuscire a distinguere quelle macchie d’inchiostro che dovevano essere frasi di significato connesse fra loro.
“Chi è?” chiese Lily
“Si chiama Ive. Ha 16 anni, le piacciono i fiori, e la pasta al sugo.” Rispose Remus arrossendo per ciò che aveva detto.
“E’ buona la pasta la sugo!” affermò Leila.
 Lily rise  apertamente nel vedere quanto imbarazzo metteva il suo amico. Il dolce e sensibile Remus Lupin. Il migliore amico per eccellenza, secondo molti punti di vista.
Anche lui, tuttavia aveva bisogno d’amore.
“Non c’è nulla di male ad essere innamorati, lo sai?”
“Chi,i-o? guar  –da io... no –n... non so-no mica...in – na – mo... rato...io.” balbettò più rosso che mai.
Lily e Leila guardarono il lupacchiotto,il quale a dirvela tutta, sembrava tutt’altro che spaventoso, sembrava più un cucciolo indifeso molto spaventato. Era tenero quel Remus, talmente tanto che le due non poterono che ridacchiare deliziate.
“E’, so-lo un amica... con cui scambio...insomma scambio pareri sui compiti e le lezioni, ecco.”
“Sì certo, e tra questi rientrano la pasta al sugo e i fiori dico bene?”
“Che centra! Dovevamo far conoscenza in qualche modo!” esclamò  alterato quello.
Lily  sganciò una gomitata alla mica che si scusò immediatamente. Perché tanta agitazione? Perché Remus voleva chiudersi ermeticamente? Impenetrabile su certi punti di vista?
E, l’unica ragione possibile era la volontà di nascondere un grande dolore celato dentro di lui, un segreto pesante come un macigno.
Non era facile crederlo considerando chi fosse Remus J. Lupin; Un Grifondoro, prefetto, diligente studente dai modi gentili e affabili, divertente, moderato e riservato. Ecco, poteva essere lì la risposta, dietro a quella riservatezza  tanto accorta.
Lily, invece, sapeva cosa bruciava dentro Remus, sapeva di quel piccolo problema peloso, quanto costasse per lui, vivere un po’ della vita normale, quanto costasse un po’ di felicità.
“Come è nato tutto?”
“E’ strano, è nato tutto per colpa di uno sbaglio, credo. Io ho mandato un gufo, per avvertire dell’errore, e così abbiamo preso a scriverci.”
Cornelia, si chiese se era il caso di parlargli di ciò che lei e Sirius sapevano, perché  quasi certamente, Remus non era stato agganciato per sbaglio.
In quello stesso momento nella sala comune di Tassorosso, quella conosciuta con il nome di Ive, se ne stava lunga sul letto a pensare.
Aveva una cotta per Remus da molto tempo, senza trovare il coraggio di parargli, poi, le è stata suggerita la soluzione al suo problema, ed era filato tutto liscio. Le veniva ora chiesto il prezzo per quel sevizio che le era stato offerto.
Non sapeva cos’era quel liquido scuro in  quella boccetta, ne tantomeno cosa rappresentasse lo strano talismano: “La soluzione a tutto”
Tutto cosa? Alla sua timidezza? A cosa? Loro volevano qualcosa da Remus come lo voleva lei, però, quanto potesse essere differente era del tutto sconosciuto per lei.
Ive voleva un bacio, mentre quei altri volevano l’inferno.
   
 
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