Note dell'autrice:
Eccoci qua, alla fine di questa fanfiction nata anni fa, come
già sanno i lettori che seguono la mia pagina fb dovevo pubblicare questo
capitolo la settimana prossima e quella dopo ancora il primo
capitolo del seguito, ma sono troppo impaziente e quindi pubblico
entrambi stasera ( sperando di non pentirmene). Vi auguro buona lettura
e a presto!
Capitolo
23: Epilogo
Tredici
anni dopo
La
voce dell'autoparlante
aveva appena chiamato il suo volo per Tokyo, quell'anno si sarebbe
presa tutta l'estate per la sua famiglia. Dopo tutto Usagi stava
preparando la tesi, un soggiorno più lungo era una parte in
più del
suo regalo per la grande occasione. Negli anni passati aveva sempre
fatto piccole escursioni in territorio nipponico, lunghe al massimo
una settimana, facendo molta attenzione a non girare per i locali di
Kyoto frequentanti dalla parte di popolazione più in vista
della
città.
Tredici
anni prima, pochi
giorni dopo il suo arrivo negli Stati Uniti, aveva intrapreso i primi
allenamenti della sua nuova carriera e nelle settimane successive le
era giunta notizia dalla sorella che i Kaioh avevano ritirato la
denuncia a suo carico per l'incidente una volta che erano emersi i
veri colpevoli. Tutto si era sistemato in pochissimo tempo, l'unica
cosa che non si era sistemata, nonostante tutto, era il suo cuore.
Non
era semplice fare i
conti con una cotta per una persona che in pochissimo tempo era
arrivata a calpestare i palcoscenici internazionali finendo
più
volte in televisione, uniche volte in cui aveva avuto la fortuna e il
piacere di rivederla.
Era
nonostante ciò contenta
per lei, che aveva trovato la sua strada nella musica, per quanto
ricordava era un vero talento e sicuramente con l'esperienza data
dall'età era diventata qualcosa di sublime.
La
sua attenzione fu
richiamata dalle hostess dell'aereo che le chiedevano il suo
biglietto per verificarne il nominativo e la sua presenza a bordo, la
ragazza sgranò gli occhi nell'intuire chi fosse il giovane
con i
rayban scuri che aveva davanti, le fece cenno con il dito di fare
silenzio. L'ultima cosa che avrebbe voluto e ritrovarsi sommersa da
eventuali suoi fan che volavano con lei. Si diresse quindi verso i
posti riservati a chi aveva preso il biglietto di prima classe.
Sarebbe stato un lungo viaggio, si era portata giusto un buon libro
da leggere per cercare di ingannare il tempo prima di dormire nel
caso che i film trasmessi dal personale di bordo non fossero di suo
gusto.
Fu
svegliata dalla hostess
dopo un numero inquantificato di ore di sonno, la informarono che
stavano per effettuare l'atterraggio, doveva dunque allacciare le sue
cinture per motivi di sicurezza.
I
suoi occhi verdi si
posarono sulla distesa blu dell'oceano sotto di loro, per poi
dirigersi verso le lucine che segnavano la costa giapponese in
lontananza. Finalmente era a casa, dopo tutte quelle ore di viaggio.
Cosa
le avrebbero riservato
quei mesi in territorio giapponese ancora non lo sapeva, ma era ben
decisa a trarre il meglio da qualsiasi cosa, compresi incontri
inaspettati.
Si
diresse a ritirare i
bagagli con il suo solito sorriso sulle labbra, qualsiasi cosa le si
sarebbe parata davanti, Haruka Tenou l'avrebbe affrontata.
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