CAPITOLO 9: LA
SINFONIA DEL DESTINO
Fu come
risvegliarsi da un brutto trauma: la testa bruciava terribilmente,
sentivo la
bocca come incollata e tutto il mio corpo era dolorante e rigido, in
particolare avevo una fitta terribile al petto.
La mia
vista era fioca: non riconoscevo alcuna forma o colore intorno a me.
Iniziai ad
avere paura, un terrore micidiale dell'ignoto. Non sapevo dove mi
trovavo, cosa
era successo, niente di niente. Poi, all'improvviso, sentii una voce a
me molto
familiare e subito tirai un sospiro di sollievo.
«Per
il
Sacro Drago! Ci sei riuscita davvero! Accidenti, Faragonda corri
qui!»
La preside
con Hagen? Che diavolo ci faceva su Hoggar quando era ricoverata dalla
Griffin?
Ero troppo stanca e dolorante per farmi domande, non ci stavo capendo
più
niente.
«Bloom!
Ragazza mia, ce l'hai fatta! Grazie al cielo!» disse con voce
commossa. Sentii
l'anziana donna singhiozzare piano. «Io ero profondamente
contraria a tutto
questo, non ti avrei mai dato il permesso di fare una cosa del
genere!»
«Faragonda!
Lo sai che non ricorda niente, non il travolgere!» disse
severo il Maestro dell'Acciaio
Lucente. Il suo tono era grave e lieto allo stesso tempo.
Di cosa
stavano parlando? Avevo una smania terribile di sapere cosa diavolo
stesse
succedendo, anche perché ciò non faceva altro che
farmi innervosire. Provai ad
alzarmi, ma la fitta al petto si fece incandescente e urlai di dolore.
«Ehi,
ferma, ragazza! Hai subito un forte trauma, sai?»
Le voci di
entrambi erano davvero strane: un misto di gioia, sollievo e tristezza
che non
sapevo davvero come interpretare. Non seppi dire perché, ma
sentii l’ansia
montare prepotentemente.
«A-acqua...»
Mi
portarono subito da bere e cercai di mettere bene a fuoco: ero in una
casa, su
quello non c'erano dubbi. Mi trovavo su un letto ampio e comodo;
intorno a me
c'erano molti mobili in legno che davano al tutto un'aria molto
rustica.
Dovevo
assolutamente svegliarmi dal mio torpore, così iniziai a
muovermi lentamente
tra le coperte per riattivare il mio corpo. Mi portarono da mangiare e
dei
farmaci per il dolore, tanto era il bruciore che avvertivo nei miei
tessuti;
dopo poche ore di riposo mi sentii abbastanza in forze per farmi
spiegare la
situazione assurda in cui mi trovavo.
«Voi...
non dovreste essere qui, sono... sono ricercata, sapete».
Hagen
scoppiò a ridere e Faragonda fece lo stesso, mi sentivo
presa in giro da due
bambini.
«Abbiamo
visto! Gran bella prova, degna di un'Erede del Drago! E poi, dove
dovremmo
andare? Questa è casa mia!»
Chiusi un
attimo gli occhi in preda alle vertigini, poi ricominciai a prestare
attenzione.
«Mi
spiegate che diavolo succede, allora? Faragonda, tu dovresti essere a
Magix
dalla Griffin».
La mia
cara preside mi strinse la mano: quel contatto fisico mi diede un
sollievo e un
benessere che credevo non fosse più possibile.
«Lo
so,
Bloom... è una storia parecchio lunga, se vuoi riposarti
ancora...»
Scossi
forte la testa: volevo sapere, ne avevo bisogno, o sarei impazzita.
Hagar si
ritirò in cucina per preparare una tisana, lasciando a
Faragonda il compito di
iniziare a raccontare quella follia.
«Ragazza
mia, non so davvero da dove cominciare. Dunque, partendo dall'ovvio:
ciò che
hai vissuto fino a oggi non era reale. Era tutto un... 'sogno', per il
momento
chiamiamolo così».
Non potevo
credere alle mie orecchie.
«V-vuol
dire che... le Winx, Musa, Riven... loro... loro non sono morti? Davvero?»
Scoppiai a
piangere senza nemmeno accorgermene: un pianto represso, carico di
dolore e
tensione. Erano vivi. Erano tutti vivi. Faragonda mi sorrise
dolcemente, poi
continuò a parlare.
«Esatto.
Io
non sono una Orphan, le ragazze e i ragazzi stanno tutti
bene».
Respirai
profondamente tormentata dai dolori al petto e chiesi di andare avanti.
«È
cominciato
tutto quando hai iniziato a notare gli strani comportamenti delle
persone e
l'insolito aumento degli Orphan. Hai capito subito che qualcosa non
andava e
sei venuta da me. Anche stavolta, mi duole dirlo, senza interpellare le
Winx o
Daphne. Come al tuo solito, avevi deciso di tenerle fuori dalla
questione
finché non avessimo avuto prove concrete che c'era davvero
qualcosa di cui
preoccuparsi. Abbiamo coinvolto anche la Griffin nelle nostre ricerche,
ma non
abbiamo concluso niente».
«E
così,
siete venute da me» esordì Hagar portando le
tisane per tutti. «Quando si
tratta di stranezze, sono imbattibile!» disse ridendo.
È sempre molto allegro
quando c'è Faragonda nei paraggi.
«A
parte
gli scherzi, c'è un motivo ben concreto se avete pensato di
rivolgervi a me:
Bloom non c'entrava niente, le streghe e le fate tanto meno, se in giro
c'era
qualche super cattivo la ragazza lo avrebbe saputo subito. Pertanto, la
cosa
non aveva nessun senso. Gli esseri magici diventano Orphan senza motivo
e,
coloro che non possiedono poteri magici, perdono la testa. Qual
è il filo
conduttore? Cos'è che hanno in comune tutti
quanti?»
Rimasi
perplessa ma, per quanto mi spremessi le meningi, proprio non ci
arrivavo.
«L'Universo,
ragazza! La struttura stessa della vita che tiene in piedi tutto!
Viviamo tutti
sotto lo stesso cielo, dopotutto!»
«La
Fiamma
del Drago» sussurrai a bassa voce, come se fosse un segreto
terribile da tenere
al sicuro da orecchie indiscrete.
«E
si dia
al caso che io sia uno dei massimi esperti. Per poterla usare nella
forgiatura
delle armi ho dovuto studiarla a fondo, comprenderne i meccanismi e
imparare a
maneggiarla. Quando avete pensato a questa eventualità,
siete venute da me in
cerca di risposte».
«E
le
abbiamo trovate?»
«Sì,
Bloom...
le abbiamo trovate».
Faragonda
si torturava le mani: stavamo arrivando al punto della questione e
ciò la
spaventava terribilmente.
«Sappiamo
come la Fiamma del Drago sia la struttura stessa dell'Universo Magico,
sappiamo
che è il suo pilastro, ciò che lo sostiene. Ma
cosa succede se questa struttura
viene alterata? È questo che volevamo chiedere ad
Hagen» disse Faragonda in
modo appassionato, come se stesse tenendo una lezione. «Come
sai, l'Universo è
costituito da energie positive e negative, che è la sua
neutralità a tenerci
tutti in sano equilibrio: ogni fonte di magia bianca e nera, ogni fata,
ogni
strega, ogni essere magico, coesistono tutti in questa
realtà in armonia, senza
che una parte prevalga sull'altra».
«Cosa
succede se l’equilibrio si rompe?»
«Nel
momento in cui una delle due energie venga meno o diventi
più potente
dell'altra, l'Universo... si corrompe. Letteralmente. Inquinando la
fonte della
sorgente, inquini tutto il fiume...»
Stavo
cominciando a capire, iniziai a provare brividi gelidi.
«Mi
sta
dicendo, quindi...»
Non
riuscivo nemmeno a elaborare una frase sensata per quanto era assurdo
quello
che stavo pensando.
«Sta
dicendo che è l'Universo stesso che sta corrompendo l'anima
delle persone,
ragazza» finì per me Hagar, poi
continuò: «Alterando la struttura
dell'Universo, si sconvolgono e si riscrivono le sue leggi. Noi siamo
costruiti
con le leggi 'vecchie', per così dire. Siamo fatti per
vivere in equilibrio con
le forze cosmiche, e ora questo equilibrio non c'è
più. Inoltre, poiché la
nostra anima è anch'essa struttura dell'Universo, beh...
è un gran macello. Gli
esseri non magici perdono la ragione a poco a poco, mentre gli esseri
magici
vanno incontro a corruzione. Bada bene, giovane Custode. Non viene
corrotto il
loro potere, viene corrotta la fonte del loro potere. Diventano Orphan
perché
cambia la natura stessa della loro anima... è come un veleno
che agisce
lentamente ma inesorabile, a cui non c'è
antidoto».
«M-ma
è
impossibile! Cosa può essere tanto forte da ribaltare le
leggi dell'Universo?»
«Qualcosa
che hai già affrontato, ragazza mia... otto anni fa, per la
precisione. Quando
hai affrontato e ucciso le Trix, in quel momento cambiò
qualcosa di essenziale,
di vitale».
Sgranai
letteralmente
gli occhi. No… no, no, no. Non potevo essere io la causa,
non di nuovo, per gli
dei, non di nuovo.
«Eden
fu
il primo pianeta creato dal Drago, lo sai bene. Fu la sua dimora per
molto
tempo, e fu impregnato del suo potere fin nelle viscere. Non fu
catalogato come
pianeta sacro solo per questo motivo, sai. Eden è
estremamente importante per
il suo ruolo. È una fonte di energia positiva tra le
più grandi che esistano, è
fondamentale per mantenere l'equilibrio. Le streghe albergarono su di
esso per
quattro mesi, e per quattro mesi hanno accumulato energia negativa per
corrompere la Fiamma del Drago di tua sorella. Inoltre, durante il
vostro
combattimento, si sono sprigionate ulteriori energie negative
potentissime,
appartenenti sia alle Trix, sia a… te».
«Accidenti,
Faragonda, è unitile girarci intorno, addolcire la pillola
non serve a niente.
Bloom, te e le Trix avete inquinato Eden con la magia oscura.
Parliamoci
chiaro, in condizioni normali nessun essere magico sarebbe in grado di
corrompere
un intero pianeta, ma voi avevate poteri abnormi. Certo, quasi tutto il
lavoro
è stato delle streghe, ma anche tu hai contribuito. In tutti
questi anni, Eden
ha emesso sempre meno energia positiva e sempre più energia
negativa: più la
sua natura cambia, più gli effetti collaterali sulle persone
aumenteranno.
Quando il pianeta sarà completamente corrotto... ho paura
che gli esseri viventi
cesseranno di esistere».
Rimasi
congelata sul posto: mi stavano dicendo che avevo contribuito a segnare
la morte
di miliardi e miliardi di vite, che l'amore per mia sorella e le mie
azioni
volevano in cambio... la vita. La vita di tutti. Mi misi le mani sul
volto e un
gran senso di nausea di pervase, ma Faragonda cercava comunque di
rassicurarmi.
«Bloom,
ascolta: se fosse andata diversamente, a quest'ora nemmeno ne staremmo
parlando! Le Trix avrebbero sterminato tutti comunque, tu ci hai donato
perlomeno una speranza!»
«È
vero,
giovane Erede. Non corrucciarti, ci hai dato più
tempo!»
«Continuate...
continuate a spiegarmi. Cosa è successo poi?»
«Volevi
vedere con i tuoi occhi gli effetti che avrebbe portato questa nostra
teoria.
Volevi verificarla di persona, ma aspettare era rischioso: se le nostre
ipotesi
erano giuste, ogni momento era prezioso e non poteva essere
sprecato».
Hagar si
alzò e andò nell'altra stanza, tornò
poi con il tomo sugli incantesimi unici
degli Eredi della Fiamma del Drago, e me lo posò sulle
gambe.
«Ho
suggerito di usare un incantesimo che si trova qui dentro. Sai, su
questo libro
ci ho studiato, ricordo la maggior parte del suo contenuto.
C'è un rituale che
permette a un Custode di vedere il futuro più probabile, ed
è quello che hai
fatto tu».
«Quindi...
ho visto il futuro?»
Hagar
annuì.
«Il
futuro
più probabile. Se le cose
non
cambieranno, quello che hai visto è quello che
accadrà con più probabilità, ma
potrebbe anche non accadere. È una
possibilità».
Rimasi a
rimuginare per un po', persa nei miei pensieri. Faragonda
continuò il discorso.
«Inoltre,
c'è un altro fattore di cui tenere conto. Hai senz'altro
notato come gli eventi
siano degenerati così in fretta, vero? Esasperati fino
all'inverosimile. A volte
era come vivere un incubo».
Annuii
stupita, la preside aveva centrato in pieno le mie sensazioni.
«Diciamo
che era davvero una sorta di... incubo. Quello che hai vissuto non era
reale,
dopotutto. La tua psiche potrebbe aver alterato la qualità
della tua visione,
come nei sogni, appunto. Flora si sarebbe comunque tolta la vita,
magari dopo
qualche anno e in altre circostanze, ma lo avrebbe fatto. Capisci,
Bloom? Sono
incerte anche le modalità con cui gli eventi avranno
luogo».
Accidenti,
quanto era complicato... non mi stupisce che io abbia chiesto aiuto a
due
cervelli come i loro. Io, a malapena, stavo capendo cosa stava
succedendo.
«Come
ho
fatto a vedere tutto questo?»
«Tu
possiedi la Fiamma del Drago che sorregge ed è, allo stesso
tempo, la struttura
stessa dell'Universo. Hai la facoltà di ancorare la tua
coscienza ad essa e
usare la Fiamma per manipolare l'Universo a tuo piacimento, come per
esempio
trasferire la tua anima avanti nel tempo e aggrapparti alla futura te
come un
parassita, diciamo. Oppure come un'ospite, per essere più
gentili. È un rituale
molto pericoloso» disse Hagen cupo.
«Immagino
c'entri questo dolore».
«Fu
terribile, davvero. L'unico modo che avevi per staccare la tua anima e
la tua
Fiamma del Drago dal tuo corpo era quella di... di ucciderti. Abbiamo
usato l'Embrium
scarlatto per fermare il tuo cuore, permettendoti di svincolare l'anima
dal
corpo. Poi ti abbiamo rianimata e abbiamo curato il veleno. Mentre eri
in coma,
ho usato le mie capacità divinatorie per vedere quello che
vedevi tu dall'altra
parte» aggiunse Faragonda.
Non sapevo
se essere meravigliata dalla figata cosmica della cosa o esserne
terrorizzata a
morte.
«Ma
io non
ricordo niente!»
«Quella
è
stata opera mia» mugugnò Hagen. «Prima
di partire, ci hai chiesto di
cancellarti la memoria per poter vivere l'esperienza nel modo
più puro
possibile, e per essere assolutamente sicuri che quello che sarebbe
successo...
sarebbe successo. Quando sei arrivata nella te stessa del futuro, ho
manipolato
la tua Fiamma e ho cancellato i tuoi ricordi, inserendo poi una sorta
di 'via
di fuga': nel momento in cui le cose si fossero messe male, la Fiamma
ti
avrebbe inculcato in testa il desiderio irremovibile di venire da me.
Diciamo
che mi sono auto impostato come segnale di stop al rituale. Non eravamo
nemmeno
sicuri che tu riuscissi a staccare la tua anima dal corpo!»
Rimasi a
contemplare
per un po' il libro. Calò un silenzio carico di tensione:
sentivo, in qualche
modo, che la cosa non sarebbe finita lì. Dovevo fare i conti
con le mie azioni,
dopotutto era stata anche colpa mia.
«Beh,
mi
pare ovvio che le nostre idee fossero giuste, alla fine. Un caos del
genere non
sarebbe mai scoppiato se Eden non fosse stato corrotto. Esattamente,
quanto
avanti sono andata nel tempo? E quanto sono stata in coma?»
«Dal
momento in cui sei arrivata a quello in cui è finito tutto,
direi circa... un
anno da oggi. Sei stata in coma una settimana» disse Hagar,
teso come una corda
di violino. Voleva dirmi altro ma si fermò, come immaginavo.
«Un
anno
prima che quel che ho visto accada... d'accordo. Come lo
fermiamo?»
Nessuno
dei due parlò: piantarono gli occhi al pavimento e tacquero
per qualche
secondo, poi il Maestro dell'Acciaio Lucente posò una mano
sulla spalla di
Faragonda per darle forza.
«Ci
abbiamo pensato molto, ragazza mia. Abbiamo vagliato ogni
possibilità, ogni
modo, davvero. Le cose possibili da poter fare sono solo due: la prima,
è
quella di aspettare e vedere se il futuro che ci attende è
davvero quello che
hai visto e, nel frattempo, cercare una soluzione che non sia... la
seconda».
«Qual
è la
seconda possibilità?»
La preside
fece un grosso respiro.
«Ti
ricordi come hai purificato la Fiamma del Drago di Daphne? Allo stesso
modo,
potresti purificare Eden. Farlo, però, ha un costo: il tuo
potere verrebbe
completamente corrotto e tu diventeresti... un demone. Un demone tanto
potente
da poterci sterminare tutti».
Allentai
la presa delle mani che torturavano il lenzuolo e, finalmente, fu
chiara la
scelta che dovevo prendere: dovevo morire o lasciar che gli altri
morissero. Mi
sentii come svuotata di ogni emozione: non c'erano più
nemmeno lacrime da
piangere, ero satura.
«È…
chiaro.
Dovrei purificare Eden, trovare chi è abbastanza potente da
potermi uccidere e
l'energia oscura sparirebbe con me. Risolverei la cosa alla
fonte».
Hagen
camminava avanti e indietro per la stanza come un leone in gabbia.
«Sì,
ma
non è così semplice. Ormai il processo di
corruzione è iniziato. Anche se
ristabiliamo l'equilibrio, il danno ormai è fatto! Quel che
hai visto potrebbe
accadere ugualmente! E se quel futuro accadesse nonostante tutto,
l'unica che
potrebbe far qualcosa sei tu, ma saresti morta. In entrambi i casi
saremmo
spacciati. Per non parlare poi del resto: nessuno nell'Universo
è tanto potente
da poterti uccidere, una volta che sarai un demone perderai
completamente la
ragione e sarà impossibile fermare la tua furia».
Mi
accasciai sul letto e mi lasciai andare al pianto: non era disperato
né
violento, semplicemente le mie lacrime uscivano da sole senza troppi
ostacoli.
Faragonda si sedette vicino a me e cercò di consolarmi in
ogni modo, mentre
Hagen si trasferì nell'altra stanza, perso nei suoi pensieri.
Questo
è
quanto.
Devo
decidere se avere fiducia nelle persone che amo, pregare che mi
uccidano e che
vada tutto bene dopo la mia dipartita, oppure condannarli a forse morte
certa e
cercare altre soluzioni che, molto probabilmente, non esistono.
E qui,
torniamo all'inizio di ciò che ho scritto: ho preso la mia
decisione basandomi
unicamente sul mio egoismo, sulla mia egoista speranza che fili tutto
liscio e
che tutti siano sani e salvi. Ho scritto tutto questo per un solo
motivo:
resistete.
Questo
è
quello che potrebbe succedere, ma voi potete
fare qualcosa: combattete questo veleno giorno dopo giorno, sforzatevi
di amare
e di non odiare più. Quando vi sentirete iracondi per motivi
che non conoscete,
quando vi accorgerete di star diventando degli Orphan, non disperatevi,
non
incolpate nessuno ma sforzatevi di combatterlo, di accettarvi
nonostante tutto,
perché non è colpa vostra né di
nessun'altro.
E se, un
giorno, coloro che amo dovessero fare quel che avete letto, o se
qualcuno che
amate dovesse farlo, non odiatelo, non giudicatelo, ma aiutatelo a
fermarsi.
C'è
un
male che non può essere fermato, dobbiamo fronteggiarlo
tutti insieme... fate
sì che il mio sacrificio non sia stato vano. Io volevo
vivere in pace, volevo
avere una famiglia, e potrei comunque averle tutte queste cose, ma le
incertezze sono troppe. E io... io non posso barattare un futuro troppo
incerto
con le vostre vite.
Si tratta
di avere coraggio, a questo punto. Vi sto lasciando la mia
eredità, una via di
fuga: sappiate usarla.
Mamma,
papà, Daphne, Sky, Winx, Specialisti, tutti... vi amo. Siete
stati tutta la mia
vita, non vi dimenticherò mai. Siate forti ma, soprattutto:
siate folli. Perché
quello che vi sto chiedendo di fare è davvero pura follia.
La mia
mano si è fermata. Non trema più. La paura
è fluita via, come un fiume sporco.
Volgo gli
occhi al cielo e prego con tutta l'umanità di cui ancora
dispongo: Drago della
Vita che mi hai baciato la fronte alla mia nascita, chiunque sia in
grado di
ascoltare e accogliere la mia preghiera, vi prego, vi scongiuro. Fate
sì che
questo diario abbia una fine. Fate che qualcuno ne scriva le pagine
finali.
Non
mi
rimane altro che una supplica sulle labbra.
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