Capitolo 6 – Festa
“Eh?” fu tutto quello che Ichimaru
riuscì a dire, colto alla sprovvista.
Tosen lo fissava con aria seria, brandendo la sua spada: “Ora
mi seguirai da Sua Eccellenza e confesserai tutto,
rimettendoti al suo giudizio: non affrettarti a negare, è
palese che puoi essere stato soltanto tu! E poi ti sei divertito ad
accompagnarmi in giro, per goderti gli effetti del tuo
misfatto!”
La punta della Zanpakuto punzecchiava a Gin il collo; quando
capì che l’altro faceva su serio,
ridacchiò: “Ma dai, Kaname…
è ridicolo! Lo sai che non farei mai una cosa del
genere…”
Tosen inarcò un sopracciglio.
“Cioè, d’accordo, potrei fare
tranquillamente una cosa del genere… ma non l’ho
fatta! Voglio dire, io ho tutto un altro stile! Rubacchiare qua e
là, senza un motivo preciso… se avessi voluto
fare uno scherzo, avrei lasciato almeno qualche cadavere, per
insaporire la cosa!” tentò, conciliante.
L’altro sorrise: “Oh, ma abbiamo una maniera molto
semplice per sincerarcene! Le tue stanze sono proprio qui
accanto… vorrà dire che faremo
un’ispezione aggiuntiva, per assicurarci che sia tutto in
regola… e se sbaglio, ti chiederò
scusa.”
Gin impallidì vistosamente, e scattò
all’indietro con uno Shunpo: “Sia ben chiaro: per
ficcare il naso nella mia stanza, dovrai passare sul mio cadavere! Se
provi ad avvicinarti, ti infilzo come uno
spiedino…” e portò la mano al fianco,
pronto a sfoderare… ma la sua mano non strinse altro che
aria!
“Ma che… SHINSO!” esclamò dopo aver guardato in basso, rendendosi conto
che non c’era niente da afferrare… la sua
Zanpakuto era sparita!
“A-ha! Sempre più subdolo… simulare
addirittura il furto della propria Zanpakuto! Ma non sperare di
confondermi, Gin!”
“Ma… ce l’avevo addosso fino a pochi
minuti fa! Qualcuno l’ha rubata… mentre ce
l’avevo al fianco!”
“Credo che perfino tu ti renda conto che stai dicendo
assurdità. Avanti, muoviti! Il tuo diabolico scherzo
è giunto alla sua triste conclusione…
passerò al setaccio la tua stanza, fosse l’ultima
cosa che faccio in vita mia!”
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“A concludere l’indagine, l’attenta
ispezione della camera del qui presente Ichimaru Gin ha portato alla
luce i seguenti articoli illegali: una piantina di marijuana,
maldestramente camuffata da geranio, sul davanzale; un temperamatite a
forma di ghigliottina, con la lama di 2,5 centimetri più
lunga di quanto consentito dalla legge sul porto di Zanpakuto; un
numero stimato intorno a 200 di riviste hentai di bassa
qualità, oltraggiosamente accatastate in un cassetto del
bagno…”
“La mia povera Zanpakuto…”
“Kaname…”
“… un intero hard disk zeppo di mp3 e film
piratati e/o scaricati da internet, ed un altro contenente vari filmati
amatoriali girati all’interno di Las Noches, verosimilmente a
scopo ricattatorio…”
“Kaanaamee…” ripeté Aizen,
tamburellando le dita sul bracciolo del trono.
“… una distilleria clandestina di grappa nella
vasca da bagno; un mazzo di carte napoletane truccate, e una collezione
di dadi piombati con tanto di calamite; un vecchio numero della
Gazzetta della Seireitei tutto sgualcito, contenente
un’intervista senza veli al luogotenente
Rang…”
“KA-NA-ME!” ruggì esasperato Aizen; era
stato particolarmente propenso agli scatti d’ira, nel
pomeriggio, e il suo umore non era molto migliorato da quando i suoi
capelli erano passati attraverso un’altra mutazione anomala:
ora la sua chioma era divisa in una dozzina di coriacei, robusti
spuntoni color ruggine, impenetrabili ai raggi X e a qualunque altro
tipo di strumento, conferendogli un sinistro look da Super Saiyan decadente.
Due terrorizzati Arrancar con in mano un secchio di vernice si
affrettarono ad intonacare di nuovo il muro nei punti dove erano
comparse delle crepe; gli occhiali di Tosen si erano incrinati, e
l’ex-Shinigami tacque all’istante; Gin, invece, era
rosso come un peperone e teneva la testa china, borbottando a bassa
voce…
“Ero affezionato, a quel numero della
Gazzetta…”
Il signore di Las Noches ringhiò, in tono esasperato:
“Non me ne può fregare di meno di quello che tiene
Gin, o chiunque altro, nella sua stramaledetta camera! Da voi due,
c’è solo una cosa che voglio sentire: Eccellenza,
ecco-il-suo-dannatissimo-gel!”
Le crepe raddoppiarono la loro estensione, scricchiolando: i due poveri
Arrancar di turno caddero dall’impalcatura, scoppiando in
lacrime e chiedendo miseramente pietà.
“Dunque?”
Tosen sospirò, inginocchiandosi: “Sono spiacente,
Vostra Eccellenza; nessuna traccia dei beni trafugati stanotte,
purtroppo. Sono pronto a sottopormi a qualsiasi punizione lei ritenga
opportuna.”
Sua Eccellenza strinse così forte i braccioli da ridurli in
polvere: “Male! Vi avevo avvertito che
se…”
“Ma Capitano!” protestò vivamente Gin
“abbiamo rivoltato la fortezza come talpe, e
l’unico risultato che abbiamo ottenuto è la
scomparsa anche della mia…”
“Non mi interessa!” tuonò
l’altro “ricominciate da capo, e frugate in ogni
angolo! Ci deve essere un posto che avete dimenticato di
setacciare!”
Una voce ironica dietro le loro spalle si inserì nel
discorso: “Attualmente, le cose stanno proprio
così, Vostra Eccellenza.”
I due Shinigami ai piedi del trono si voltarono: Grimmjow aveva appena
fatto il suo ingresso nella stanza seguito da Nnoitra, con un ghigno
soddisfatto stampato sul viso.
“Che cosa vorresti dire, Grimmjow?”
replicò Aizen, lanciandogli un’occhiata attenta.
“Voglio dire che un posto che le indagini hanno evidentemente
trascurato c’è. E da quello a cui io e Nnoitra
abbiamo assistito qualche minuto fa, ritengo ci siano ottime
probabilità di ritrovare il gel di Sua Eccellenza, oltre a
tutti gli altri oggetti scomparsi…”
“Parla, dunque. Sarai ricompensato.”
“Be’, Eccellenza, mentirei se le dicessi che ero
soddisfatto del modo in cui sono stato trattato durante
l’ispezione… per dirla tutta, ero convinto che la
mia dignità e sensibilità fossero state
calpestate senza ritegno dal qui presente Kaname Tosen. Nnoitra, qui,
condivideva appieno la mia insoddisfazione, e così abbiamo
pensato bene di dirigerci verso la sua stanza, per presentare in
maniera civile le nostre rimostranze…”
“Vile mentitore! Avevi in mente qualche malvagio scherzo a
mie spese! Confessa! Eccellenza, non vale la pena di ascoltare le
sciocchezze di costui…”
“Silenzio, Kaname, quello che ha da dire mi
interessa… interrogheremo più tardi Nnoitra sul
perché nasconde dietro la schiena un tazer, un manganello e
del filo d’acciaio.” commentò
pacificamente Aizen.
I due ebbero un attimo di imbarazzo, ma Grimmjow proseguì:
“Er… sì, come dicevo, stavamo andando a
consegnare all’ufficiale supervisore alcuni oggetti sospetti
che avevamo trovato in giro… lo giuro sul mio braccio
sinistro! … e così, abbiamo salito le scale che
portano alla Torre Ovest, fino alle sue stanze. Il signor ufficiale
supervisore non era in camera, così ci siamo
appostati… cioè, voglio dire, abbiamo cercato una
zona all’ombra, per stare più al fresco mentre lo
aspettavamo.”
Qui Grimmjow fece una pausa, e il suo ghigno si allargò
ulteriormente: trasudava soddisfazione.
“Non può immaginare la nostra sorpresa, quando
abbiamo sentito dei passi di corsa lungo le scale, e,
anziché la figura ingessata di Tosen, ci si è
fatto incontro quella specie di gnomo saltellante che lo segue
dappertutto… stavamo controllando il reiatsu, quindi non ci
ha visti, mentre noi abbiamo visto bene lui… e,
provate ad immaginare cosa agitava allegramente nella mano, mentre si
intrufolava nella camera…?”
Gin ci mise meno di un secondo a fare due più due: fissando
due occhietti malvagi su Tosen, che era improvvisamente impallidito,
sibilò: “Shinso… SHINSO! E’
stato quel maledetto gnomo a rubarmela… ecco
perché mi stava appiccicato, mezz’ora fa! E tu lo
sapevi?”
“E’… è ridicolo! Wonderweiss
non farebbe mai una cosa del genere! Stai mentendo per vendicarti,
perché sai di essere colpevole! Speri di riuscire ad
ingannare Sua Eccellenza!”
Grimmjow allargò le braccia, sorridendo: “Amico,
sei alla presenza di due testimoni…” e Nnoitra
aggiunse: “Del resto, guarda
caso, la tua camera è l’unica non
ancora ispezionata… chi sospetterebbe mai
dell’integerrimo, leale, puro
ufficiale supervisore… e di un marmocchio
autistico?”
Tosen era bianco come un morto ora, ma sfoderò ugualmente la
spada con mano tremante: “Maledetti bugiardi… vi
punirò per le vostre menzogne, qui e adess… urgh!” ma
dovette interrompersi bruscamente, quando una sbarra di ferro
incandescente lo colpì tra le scapole; non ebbe bisogno di
voltarsi per capire che Sua Eccellenza lo stava fissando…
“Kaname… naturalmente, tu sai che godi della mia
più completa fiducia, vero?”
“Gggg… E- Eccellenza… n-non farei mai
una cosa del genere proprio a lei…”
“Ma certo, certo… lo dico solo perché
tu non te la prenda, davvero, se decido di condurre personalmente una
piccola ricerca nelle tue stanze… non per mettere in dubbio
la tua completa estraneità ai fatti, oh, no…
diciamo per una forma di giustizia
nei confronti degli altri miei servi, le cui camere sono state
già controllate…”
“Gnnn…”
“Non sforzare troppo la tua cassa toracica. Se ne
avrò voglia, può darsi che permetterò
ai tuoi polmoni di riprendere a funzionare prima del tuo
decesso…” e si alzò dal trono,
afferrandolo per la collottola e trascinandolo via, seguito dagli altri
tre.
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“Apri.”
“Ma, HHHEccellenza,
abbhhhiamo
busshaaato -ack-
due vhhholte…
è evhiidente
che è fuori a ggg…
care…”
“Apri. Sono affezionato alle porte della mia
fortezza.”
“Mmmmhaaa…”
La voce si era sparsa rapidamente all’interno della fortezza:
un folto numero di Arrancar faceva da corteo al loro signore, uno
più ansioso dell’altro di rendere pan per focaccia
all’impopolare sguattero di Azien. Specialmente gli Espada
non risparmiavano commenti velenosi:
“E faceva tanto il duro mentre mi frugava
nell’armadio…”
“Ha fatto storie perché il mio pigiama non era
piegato sotto il cuscino!”
“… e il borotalco? Adesso uno non può
neanche più usare il borotalco! Provi lui, a fare la
sentinella sulle mura tutto il giorno, e a vedere se non gli vengono i
calli ai piedi…”
Aizen allora sfiorò con un dito la porta, che si
disintegrò all’istante mentre
dall’interno si udiva uno squittio spaventato;
l’intera brigata seguì il loro signore
all’interno, pronta a trovarsi di fronte alla refurtiva tanto
cercata… ma nemmeno nei loro sogni più assurdi
avrebbero potuto immaginare uno spettacolo più sconcertante.
Wonderweiss era seduto sul tappeto e li fissava con espressione
vagamente sorpresa: i suoi occhi cercarono istintivamente quelli di
Tosen in cerca di rassicurazione.
“Auu…?”
L’ufficiale supervisore era cianotico, ma cercò
comunque di mettere insieme un sorriso rassicurante a beneficio del
piccolo, ottenendo una smorfia da condannato alla sedia elettrica:
“Ggg… thtttt bheene, Wndrwhss…. Coff,
coff…”
Ci fu un attimo di silenzio totale: nessuno aveva la minima idea di come comportarsi. Poi, Gin riconobbe la piccola lama in mano a Wonderweiss,
ricoperta di una familiare sostanza appiccicosa, e balzò in
avanti per strappargliela di mano: “Shinso! Molla subito la
mia spada, piccolo delinquente!”
“…e quella è la mia
shenshiera!” biascicò Barragan.
“…il mio… yaawn…
portazzz…” crollò Stark, rovinando a
terra.
“A-ha! Sapevo che quel sapore mi ricordava
qualcosa…” si grattò la testa Yammy
“e sì che ne ho mangiata di quella roba in questi
giorni…”
Aizen fu occupato per qualche minuto a massaggiarsi le tempie, mentre
Gin e Wonderweiss ruzzolavano attraverso la stanza mordendosi a
vicenda. Sentiva montargli un mal di testa coi fiocchi.
Infine, prese una decisione: tirò un profondo respiro, e
Tosen si riversò a terra boccheggiando.
“Pant… pant… Eccellenza, posso
spiegarle tutto…”
“Devi
spiegarmi tutto, Tosen. E per il tuo bene, sarà meglio che
sia una spiegazione convincente… ma prima, striscia
fino a quella cosa
e restituiscimi quel meraviglioso tubetto verde che vedo
lì… se devo essere l’ultima cosa che
vedrai, voglio presentarmi pettinato.”
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Dallo spiacevole incidente di un anno prima, che aveva condotto al
suicidio otto Arrancar e dallo psicanalista altri dieci, Ulquiorra
aveva visto revocato il suo incarico di provvedere alle decorazioni per
il Carnevale; però, per quanto riguardava Halloween,
bisognava dire che era un drago.
File e file di lugubri candele si estendevano lungo le pareti,
illuminando con luce fioca gli Arrancar che si assiepavano lungo i
tavoli, addobbati con decine di zucche di tutte le forme e dimensioni;
enormi ragnatele pendevano dal soffitto, assieme a stormi di
pipistrelli finti che scricchiolavano in maniera sinistra, planando ad
intervalli regolari sulla folla terrorizzata; strilli terrorizzati
venivano emessi dai più impressionabili quando si mettevano
a tavola e scoprivano le tarantole di gomma piazzate sotto i tovaglioli.
Una colonna sonora di risatine agghiaccianti completava il tutto,
mentre la figura tenebrosa di Freddy Krueger minacciava i presenti di
morte lenta e dolorosa dal maxischermo in fondo alla stanza.
(“… non ho alcun interesse per queste faccende,
l’ho semplicemente arredata come la mia camera… a
parte il poster dei Tokyo Hotel, Sua Eccellenza me l’ha
proibito” avrebbe dichiarato in una successiva intervista la
Cuarta).
Ad ogni modo, gli Arrancar sembravano perfettamente a proprio agio in
quel tetro ambiente; Aizen li osservava compiaciuto, i capelli di nuovo
scintillanti ed in perfetto ordine. Oh, era incredibile come
la pettinatura potesse influenzare l’umore di una persona: il
dominatore di Las Noches si sentiva in pace con il mondo. Sapeva che i
pettegolezzi tra i suoi servi riguardavano i raccapriccianti
avvenimenti della giornata, ed aveva l’impressione che
sarebbero dovuti passare dei mesi prima che smettessero di sghignazzare
sulla magra figura che aveva fatto il loro caro ufficiale
supervisore… nulla di cui dolersi, comunque…
“Vostra Eccellenza… non ho ancora parole per
esprimere come mi senta mortificato… capisce, non potevo, non potevo
denunciarlo… era così contento quando lei ha dato
la notizia, non potevo tarpargli le ali… ho diretto le ispezioni cercando di confondere le acque, è vero, ma avrei rimesso tutto
a posto, dopo, lo giuro…”
“Kaname, sono quattro ore che mi tampini! Ti ho detto che non
sono arrabbiato… dopotutto, Wonderweiss è stato
l’unico ad aver preso sul serio la gara per la miglior zucca
decorata. Come potrei avercela con lui?”
La parte centrale della Sala Grande era stata sgomberata per fare posto
ad un palco improvvisato: su di esso, facevano mostra di sé
i tre vincitori del concorso, scelti dopo lunghe discussioni tra
i… tre
lavori che si erano elevati sopra il livello di “Poltiglia
arancione”.
Il terzo classificato era
Zommari Leroux, che nel tentativo disperato di mettersi in luce presso
il suo signore aveva pensato bene di barare, trasformandosi egli
stesso in zucca grazie ai suoi poteri di Hollow.
(“Non so” aveva dichiarato Aizen, con un sorrisetto
“Potresti anche andare, ma non mi sembri… come
dire… abbastanza artistico!”
Zommari dovette rimanere in posa da ballerina per tutta la serata.)
Il secondo posto era andato ad Aizen stesso, con una scintillante
composizione incrostata di pietre preziose, circondata da colonnine
doriche e sormontata da un trionfo di putti, completa di fontanella e
ombrellino; un’impresa che aveva dell’incredibile,
per chi non facesse caso a Kyoka Suigetsu, appoggiata casualmente
accanto al trono…
Il primo premio, infine, era andato al piccolo Wonderweiss, che si
sbracciava per ricevere applausi, con in testa una coroncina di
cartapesta.
Poteva essere per via della luce verdognola che proveniva
dall’interno; per il lamento metallico che emetteva
ad intervalli regolari: Mhaa… chosa mi dhici
mhai-i-i... o perché la figura addormentata di
Stark, che russava beatamente abbracciato alla zucca, era stato
giudicato parte della composizione; più probabilmente, per
il fatto che al posto della tradizionale bocca seghettata era stata
incollata un’enorme mascella metallica dai denti aguzzi; sta
di fatto che la giuria (composta dal solo Aizen, ovviamente, ma nessuno
aveva avuto nulla da ridire) aveva decretato che senza alcun dubbio quella era la cosa più spaventosa mai apparsa tra le mura di Las
Noches.
“Guardatelo là, come si diverte... e poi,
dopotutto, ci ha fatto passare una giornata un po’ diversa
dalle altre. Non c’è ragione di serbare
rancore…”
“Dici così solo perché a te il gel lo
hanno ridato subito… la mia Zanpakuto odora ancora di zucca,
ed è ancora sotto shock! Non mi parla
più!” brontolò Gin, sbirciando
preoccupato Shinso. “A proposito, non ho capito
perché avete rubato proprio la mia spada… e che
cosa ve ne facevate del gel, soprattutto?”
Tosen sospirò: “Per la prima domanda, la colpa
è tutta di Yammy: tiene i coltelli in cucina sottochiave, e
ha rifiutato di darne uno a
quell’angioletto…”
“… abbastanza comprensibile…”
abbozzò Gin con un sorrisetto.
“…e la zanpakuto di Aaroniero era troppo grande,
continuava a fracassare una zucca dopo l’altra… la
tua era l’unica delle giuste dimensioni. Per quanto riguarda
il gel… è stato quel maledetto Giovanni Muciaccia!
Dovete sapere che Wonderweiss è un fan irriducibile di Art
Attack… è da lì che ha preso
l’idea! Bambini,
create insieme a me la vostra zucca personale,
dice… colla
vinilica, dice!
Dovrebbe provare lui ad incollare una dentiera ad una zucca…
ma quando schiatterà, mi occuperò personalmente
del suo Konso, e allora…”
Aizen spalancò gli occhi allarmato: “Mandare
Muciaccia alla Soul Society?! Kaname, vogliamo conquistarla, non raderla al suolo!”
“…ehm… sì, a pensarci bene,
avete ragione… comunque, naturalmente ero terrorizzato dall'idea di recarvi offesa, ma il vostro
gel a presa rapida era la cosa più adesiva che conoscessi, e
allora…”
Aizen annuì, comprensivo: “Capisco… mah, in fin dei conti tutto si è risolto per il meglio... Barragan e Stark hanno acconsentito
più o meno di buon grado a prestare i loro effetti personali
fino a fine serata… ouch!
Brutta mossa, Findor, avvicinarti a Barragan con un piatto di
minestrina… ” ed inarcò
le labbra in un sorrisetto compiaciuto “Il fatto che avete commesso è stato molto grave, ma per questa volta, considerati gli anni di fedele servizio... e specialmente il fatto che
hai generosamente deciso di accollarti la punizione che spettava a
Wonderweiss… bah, mettiamoci una pietra sopra. In realtà, la buona riuscita della festa mi ha messo così di buon umore che
ho deciso di ridurtela: anziché sei mesi, ne passerai solo tre a
pulire i cessi della Torre Ovest. Contento?”
“Ehm… grazie, Eccellenza. Davvero magnanimo da
parte vostra.” Tosen sospettava gli fosse andata ancora bene,
dato che come ricompensa per la soffiata Grimmjow aveva ottenuto di
scegliere personalmente la sua punizione.
“E ora, su, andiamo a goderci la festa…”
disse Aizen alzandosi pesantemente dal trono “Halloween viene solo una volta all'anno... mangiate, ballate, divertitevi più che potete, perchè da domani si ricomincia a lavorare... Già, da domani sera, miei servi
prediletti, ricominciamo a fare quello che facciamo tutte le
sere… tentare di conquistare il mondo!” concluse
soddisfatto, e i tre cominciarono a fendere la folla, in direzione
delle tartine.
The End
La… la mia prima fic completata! Yu-huu! Potrei mettermi a
piangere…. Grazie ancora a chi mi ha seguito fin qui!
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