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Autore: Exodus    05/05/2009    4 recensioni
Quando ad Halloween una serie di orrendi delitti getta nel panico Las Noches, tocca a Gin e Tosen improvvisarsi detective per investigare... riusciranno a scovare il colpevole?
Genere: Parodia, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Espada, Gin Ichimaru, Sosuke Aizen, Tousen Kaname
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6 – Festa


“Eh?” fu tutto quello che Ichimaru riuscì a dire, colto alla sprovvista.

Tosen lo fissava con aria seria, brandendo la sua spada: “Ora mi seguirai da Sua Eccellenza e confesserai tutto, rimettendoti al suo giudizio: non affrettarti a negare, è palese che puoi essere stato soltanto tu! E poi ti sei divertito ad accompagnarmi in giro, per goderti gli effetti del tuo misfatto!”

La punta della Zanpakuto punzecchiava a Gin il collo; quando capì che l’altro faceva su serio, ridacchiò: “Ma dai, Kaname… è ridicolo! Lo sai che non farei mai una cosa del genere…”

Tosen inarcò un sopracciglio.

“Cioè, d’accordo, potrei fare tranquillamente una cosa del genere… ma non l’ho fatta! Voglio dire, io ho tutto un altro stile! Rubacchiare qua e là, senza un motivo preciso… se avessi voluto fare uno scherzo, avrei lasciato almeno qualche cadavere, per insaporire la cosa!” tentò, conciliante.

L’altro sorrise: “Oh, ma abbiamo una maniera molto semplice per sincerarcene! Le tue stanze sono proprio qui accanto… vorrà dire che faremo un’ispezione aggiuntiva, per assicurarci che sia tutto in regola… e se sbaglio, ti chiederò scusa.”

Gin impallidì vistosamente, e scattò all’indietro con uno Shunpo: “Sia ben chiaro: per ficcare il naso nella mia stanza, dovrai passare sul mio cadavere! Se provi ad avvicinarti, ti infilzo come uno spiedino…” e portò la mano al fianco, pronto a sfoderare… ma la sua mano non strinse altro che aria!

“Ma che… SHINSO!” esclamò dopo aver guardato in basso, rendendosi conto che non c’era niente da afferrare… la sua Zanpakuto era sparita!

“A-ha! Sempre più subdolo… simulare addirittura il furto della propria Zanpakuto! Ma non sperare di confondermi, Gin!”

“Ma… ce l’avevo addosso fino a pochi minuti fa! Qualcuno l’ha rubata… mentre ce l’avevo al fianco!”

“Credo che perfino tu ti renda conto che stai dicendo assurdità. Avanti, muoviti! Il tuo diabolico scherzo è giunto alla sua triste conclusione… passerò al setaccio la tua stanza, fosse l’ultima cosa che faccio in vita mia!”


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“A concludere l’indagine, l’attenta ispezione della camera del qui presente Ichimaru Gin ha portato alla luce i seguenti articoli illegali: una piantina di marijuana, maldestramente camuffata da geranio, sul davanzale; un temperamatite a forma di ghigliottina, con la lama di 2,5 centimetri più lunga di quanto consentito dalla legge sul porto di Zanpakuto; un numero stimato intorno a 200 di riviste hentai di bassa qualità, oltraggiosamente accatastate in un cassetto del bagno…”

“La mia povera Zanpakuto…”

“Kaname…”

“… un intero hard disk zeppo di mp3 e film piratati e/o scaricati da internet, ed un altro contenente vari filmati amatoriali girati all’interno di Las Noches, verosimilmente a scopo ricattatorio…”

“Kaanaamee…” ripeté Aizen, tamburellando le dita sul bracciolo del trono.

“… una distilleria clandestina di grappa nella vasca da bagno; un mazzo di carte napoletane truccate, e una collezione di dadi piombati con tanto di calamite; un vecchio numero della Gazzetta della Seireitei tutto sgualcito, contenente un’intervista senza veli al luogotenente Rang…”

“KA-NA-ME!” ruggì esasperato Aizen; era stato particolarmente propenso agli scatti d’ira, nel pomeriggio, e il suo umore non era molto migliorato da quando i suoi capelli erano passati attraverso un’altra mutazione anomala: ora la sua chioma era divisa in una dozzina di coriacei, robusti spuntoni color ruggine, impenetrabili ai raggi X e a qualunque altro tipo di strumento, conferendogli un sinistro look da Super Saiyan decadente.

Due terrorizzati Arrancar con in mano un secchio di vernice si affrettarono ad intonacare di nuovo il muro nei punti dove erano comparse delle crepe; gli occhiali di Tosen si erano incrinati, e l’ex-Shinigami tacque all’istante; Gin, invece, era rosso come un peperone e teneva la testa china, borbottando a bassa voce…

“Ero affezionato, a quel numero della Gazzetta…”

Il signore di Las Noches ringhiò, in tono esasperato: “Non me ne può fregare di meno di quello che tiene Gin, o chiunque altro, nella sua stramaledetta camera! Da voi due, c’è solo una cosa che voglio sentire: Eccellenza, ecco-il-suo-dannatissimo-gel!

Le crepe raddoppiarono la loro estensione, scricchiolando: i due poveri Arrancar di turno caddero dall’impalcatura, scoppiando in lacrime e chiedendo miseramente pietà.

“Dunque?”

Tosen sospirò, inginocchiandosi: “Sono spiacente, Vostra Eccellenza; nessuna traccia dei beni trafugati stanotte, purtroppo. Sono pronto a sottopormi a qualsiasi punizione lei ritenga opportuna.”

Sua Eccellenza strinse così forte i braccioli da ridurli in polvere: “Male! Vi avevo avvertito che se…”

“Ma Capitano!” protestò vivamente Gin “abbiamo rivoltato la fortezza come talpe, e l’unico risultato che abbiamo ottenuto è la scomparsa anche della mia…”

“Non mi interessa!” tuonò l’altro “ricominciate da capo, e frugate in ogni angolo! Ci deve essere un posto che avete dimenticato di setacciare!”

Una voce ironica dietro le loro spalle si inserì nel discorso: “Attualmente, le cose stanno proprio così, Vostra Eccellenza.”

I due Shinigami ai piedi del trono si voltarono: Grimmjow aveva appena fatto il suo ingresso nella stanza seguito da Nnoitra, con un ghigno soddisfatto stampato sul viso.

“Che cosa vorresti dire, Grimmjow?” replicò Aizen, lanciandogli un’occhiata attenta.

“Voglio dire che un posto che le indagini hanno evidentemente trascurato c’è. E da quello a cui io e Nnoitra abbiamo assistito qualche minuto fa, ritengo ci siano ottime probabilità di ritrovare il gel di Sua Eccellenza, oltre a tutti gli altri oggetti scomparsi…”

“Parla, dunque. Sarai ricompensato.”

“Be’, Eccellenza, mentirei se le dicessi che ero soddisfatto del modo in cui sono stato trattato durante l’ispezione… per dirla tutta, ero convinto che la mia dignità e sensibilità fossero state calpestate senza ritegno dal qui presente Kaname Tosen. Nnoitra, qui, condivideva appieno la mia insoddisfazione, e così abbiamo pensato bene di dirigerci verso la sua stanza, per presentare in maniera civile le nostre rimostranze…”

“Vile mentitore! Avevi in mente qualche malvagio scherzo a mie spese! Confessa! Eccellenza, non vale la pena di ascoltare le sciocchezze di costui…”

“Silenzio, Kaname, quello che ha da dire mi interessa… interrogheremo più tardi Nnoitra sul perché nasconde dietro la schiena un tazer, un manganello e del filo d’acciaio.” commentò pacificamente Aizen.

I due ebbero un attimo di imbarazzo, ma Grimmjow proseguì: “Er… sì, come dicevo, stavamo andando a consegnare all’ufficiale supervisore alcuni oggetti sospetti che avevamo trovato in giro… lo giuro sul mio braccio sinistro! … e così, abbiamo salito le scale che portano alla Torre Ovest, fino alle sue stanze. Il signor ufficiale supervisore non era in camera, così ci siamo appostati… cioè, voglio dire, abbiamo cercato una zona all’ombra, per stare più al fresco mentre lo aspettavamo.”
Qui Grimmjow fece una pausa, e il suo ghigno si allargò ulteriormente: trasudava soddisfazione.

“Non può immaginare la nostra sorpresa, quando abbiamo sentito dei passi di corsa lungo le scale, e, anziché la figura ingessata di Tosen, ci si è fatto incontro quella specie di gnomo saltellante che lo segue dappertutto… stavamo controllando il reiatsu, quindi non ci ha visti, mentre noi abbiamo visto bene lui… e, provate ad immaginare cosa agitava allegramente nella mano, mentre si intrufolava nella camera…?”

Gin ci mise meno di un secondo a fare due più due: fissando due occhietti malvagi su Tosen, che era improvvisamente impallidito, sibilò: “Shinso… SHINSO! E’ stato quel maledetto gnomo a rubarmela… ecco perché mi stava appiccicato, mezz’ora fa! E tu lo sapevi?”

“E’… è ridicolo! Wonderweiss non farebbe mai una cosa del genere! Stai mentendo per vendicarti, perché sai di essere colpevole! Speri di riuscire ad ingannare Sua Eccellenza!”

Grimmjow allargò le braccia, sorridendo: “Amico, sei alla presenza di due testimoni…” e Nnoitra aggiunse: “Del resto, guarda caso, la tua camera è l’unica non ancora ispezionata… chi sospetterebbe mai dell’integerrimo, leale, puro ufficiale supervisore… e di un marmocchio autistico?”

Tosen era bianco come un morto ora, ma sfoderò ugualmente la spada con mano tremante: “Maledetti bugiardi… vi punirò per le vostre menzogne, qui e adess… urgh!” ma dovette interrompersi bruscamente, quando una sbarra di ferro incandescente lo colpì tra le scapole; non ebbe bisogno di voltarsi per capire che Sua Eccellenza lo stava fissando…

“Kaname… naturalmente, tu sai che godi della mia più completa fiducia, vero?”

“Gggg… E- Eccellenza… n-non farei mai una cosa del genere proprio a lei…”

“Ma certo, certo… lo dico solo perché tu non te la prenda, davvero, se decido di condurre personalmente una piccola ricerca nelle tue stanze… non per mettere in dubbio la tua completa estraneità ai fatti, oh, no… diciamo per una forma di giustizia nei confronti degli altri miei servi, le cui camere sono state già controllate…”

“Gnnn…”

“Non sforzare troppo la tua cassa toracica. Se ne avrò voglia, può darsi che permetterò ai tuoi polmoni di riprendere a funzionare prima del tuo decesso…” e si alzò dal trono, afferrandolo per la collottola e trascinandolo via, seguito dagli altri tre.


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“Apri.”

“Ma, HHHEccellenza, abbhhhiamo busshaaato -ack- due vhhholte… è evhiidente che è fuori a ggg… care…

“Apri. Sono affezionato alle porte della mia fortezza.”

“Mmmmhaaa…

La voce si era sparsa rapidamente all’interno della fortezza: un folto numero di Arrancar faceva da corteo al loro signore, uno più ansioso dell’altro di rendere pan per focaccia all’impopolare sguattero di Azien. Specialmente gli Espada non risparmiavano commenti velenosi:

“E faceva tanto il duro mentre mi frugava nell’armadio…”

“Ha fatto storie perché il mio pigiama non era piegato sotto il cuscino!”

“… e il borotalco? Adesso uno non può neanche più usare il borotalco! Provi lui, a fare la sentinella sulle mura tutto il giorno, e a vedere se non gli vengono i calli ai piedi…”

Aizen allora sfiorò con un dito la porta, che si disintegrò all’istante mentre dall’interno si udiva uno squittio spaventato; l’intera brigata seguì il loro signore all’interno, pronta a trovarsi di fronte alla refurtiva tanto cercata… ma nemmeno nei loro sogni più assurdi avrebbero potuto immaginare uno spettacolo più sconcertante. Wonderweiss era seduto sul tappeto e li fissava con espressione vagamente sorpresa: i suoi occhi cercarono istintivamente quelli di Tosen in cerca di rassicurazione.

“Auu…?”

L’ufficiale supervisore era cianotico, ma cercò comunque di mettere insieme un sorriso rassicurante a beneficio del piccolo, ottenendo una smorfia da condannato alla sedia elettrica: “Ggg… thtttt bheene, Wndrwhss…. Coff, coff…”

Ci fu un attimo di silenzio totale: nessuno aveva la minima idea di come comportarsi. Poi, Gin riconobbe la piccola lama in mano a Wonderweiss, ricoperta di una familiare sostanza appiccicosa, e balzò in avanti per strappargliela di mano: “Shinso! Molla subito la mia spada, piccolo delinquente!”

“…e quella è la mia shenshiera!” biascicò Barragan.

“…il mio… yaawn… portazzz…” crollò Stark, rovinando a terra.

“A-ha! Sapevo che quel sapore mi ricordava qualcosa…” si grattò la testa Yammy “e sì che ne ho mangiata di quella roba in questi giorni…”

Aizen fu occupato per qualche minuto a massaggiarsi le tempie, mentre Gin e Wonderweiss ruzzolavano attraverso la stanza mordendosi a vicenda. Sentiva montargli un mal di testa coi fiocchi.
Infine, prese una decisione: tirò un profondo respiro, e Tosen si riversò a terra boccheggiando.

“Pant… pant… Eccellenza, posso spiegarle tutto…”

Devi spiegarmi tutto, Tosen. E per il tuo bene, sarà meglio che sia una spiegazione convincente… ma prima, striscia fino a quella cosa e restituiscimi quel meraviglioso tubetto verde che vedo lì… se devo essere l’ultima cosa che vedrai, voglio presentarmi pettinato.


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Dallo spiacevole incidente di un anno prima, che aveva condotto al suicidio otto Arrancar e dallo psicanalista altri dieci, Ulquiorra aveva visto revocato il suo incarico di provvedere alle decorazioni per il Carnevale; però, per quanto riguardava Halloween, bisognava dire che era un drago.
File e file di lugubri candele si estendevano lungo le pareti, illuminando con luce fioca gli Arrancar che si assiepavano lungo i tavoli, addobbati con decine di zucche di tutte le forme e dimensioni; enormi ragnatele pendevano dal soffitto, assieme a stormi di pipistrelli finti che scricchiolavano in maniera sinistra, planando ad intervalli regolari sulla folla terrorizzata; strilli terrorizzati venivano emessi dai più impressionabili quando si mettevano a tavola e scoprivano le tarantole di gomma piazzate sotto i tovaglioli.
Una colonna sonora di risatine agghiaccianti completava il tutto, mentre la figura tenebrosa di Freddy Krueger minacciava i presenti di morte lenta e dolorosa dal maxischermo in fondo alla stanza. (“… non ho alcun interesse per queste faccende, l’ho semplicemente arredata come la mia camera… a parte il poster dei Tokyo Hotel, Sua Eccellenza me l’ha proibito” avrebbe dichiarato in una successiva intervista la Cuarta).

Ad ogni modo, gli Arrancar sembravano perfettamente a proprio agio in quel tetro ambiente; Aizen li osservava compiaciuto, i capelli di nuovo scintillanti ed in perfetto ordine. Oh, era incredibile come la pettinatura potesse influenzare l’umore di una persona: il dominatore di Las Noches si sentiva in pace con il mondo. Sapeva che i pettegolezzi tra i suoi servi riguardavano i raccapriccianti avvenimenti della giornata, ed aveva l’impressione che sarebbero dovuti passare dei mesi prima che smettessero di sghignazzare sulla magra figura che aveva fatto il loro caro ufficiale supervisore… nulla di cui dolersi, comunque…

“Vostra Eccellenza… non ho ancora parole per esprimere come mi senta mortificato… capisce, non potevo, non potevo denunciarlo… era così contento quando lei ha dato la notizia, non potevo tarpargli le ali… ho diretto le ispezioni cercando di confondere le acque, è vero, ma avrei rimesso tutto a posto, dopo, lo giuro…”

“Kaname, sono quattro ore che mi tampini! Ti ho detto che non sono arrabbiato… dopotutto, Wonderweiss è stato l’unico ad aver preso sul serio la gara per la miglior zucca decorata. Come potrei avercela con lui?”

La parte centrale della Sala Grande era stata sgomberata per fare posto ad un palco improvvisato: su di esso, facevano mostra di sé i tre vincitori del concorso, scelti dopo lunghe discussioni tra i… tre lavori che si erano elevati sopra il livello di “Poltiglia arancione”.

Il terzo classificato era Zommari Leroux, che nel tentativo disperato di mettersi in luce presso il suo signore aveva pensato bene di barare, trasformandosi egli stesso in zucca grazie ai suoi poteri di Hollow.
(“Non so” aveva dichiarato Aizen, con un sorrisetto “Potresti anche andare, ma non mi sembri… come dire… abbastanza artistico!”
Zommari dovette rimanere in posa da ballerina per tutta la serata.)

Il secondo posto era andato ad Aizen stesso, con una scintillante composizione incrostata di pietre preziose, circondata da colonnine doriche e sormontata da un trionfo di putti, completa di fontanella e ombrellino; un’impresa che aveva dell’incredibile, per chi non facesse caso a Kyoka Suigetsu, appoggiata casualmente accanto al trono…

Il primo premio, infine, era andato al piccolo Wonderweiss, che si sbracciava per ricevere applausi, con in testa una coroncina di cartapesta.
Poteva essere per via della luce verdognola che proveniva dall’interno; per il lamento metallico che emetteva ad intervalli regolari: Mhaa… chosa mi dhici mhai-i-i... o perché la figura addormentata di Stark, che russava beatamente abbracciato alla zucca, era stato giudicato parte della composizione; più probabilmente, per il fatto che al posto della tradizionale bocca seghettata era stata incollata un’enorme mascella metallica dai denti aguzzi; sta di fatto che la giuria (composta dal solo Aizen, ovviamente, ma nessuno aveva avuto nulla da ridire) aveva decretato che senza alcun dubbio quella era la cosa più spaventosa mai apparsa tra le mura di Las Noches.

“Guardatelo là, come si diverte... e poi, dopotutto, ci ha fatto passare una giornata un po’ diversa dalle altre. Non c’è ragione di serbare rancore…”

“Dici così solo perché a te il gel lo hanno ridato subito… la mia Zanpakuto odora ancora di zucca, ed è ancora sotto shock! Non mi parla più!” brontolò Gin, sbirciando preoccupato Shinso. “A proposito, non ho capito perché avete rubato proprio la mia spada… e che cosa ve ne facevate del gel, soprattutto?”

Tosen sospirò: “Per la prima domanda, la colpa è tutta di Yammy: tiene i coltelli in cucina sottochiave, e ha rifiutato di darne uno a quell’angioletto…”

“… abbastanza comprensibile…” abbozzò Gin con un sorrisetto.

“…e la zanpakuto di Aaroniero era troppo grande, continuava a fracassare una zucca dopo l’altra… la tua era l’unica delle giuste dimensioni. Per quanto riguarda il gel… è stato quel maledetto Giovanni Muciaccia! Dovete sapere che Wonderweiss è un fan irriducibile di Art Attack… è da lì che ha preso l’idea! Bambini,  create insieme a me la vostra zucca personale, dice… colla vinilica, dice!
Dovrebbe provare lui ad incollare una dentiera ad una zucca… ma quando schiatterà, mi occuperò personalmente del suo Konso, e allora…”

Aizen spalancò gli occhi allarmato: “Mandare Muciaccia alla Soul Society?! Kaname, vogliamo conquistarla, non raderla al suolo!

“…ehm… sì, a pensarci bene, avete ragione… comunque, naturalmente ero terrorizzato dall'idea di recarvi offesa, ma il vostro gel a presa rapida era la cosa più adesiva che conoscessi, e allora…”

Aizen annuì, comprensivo: “Capisco… mah, in fin dei conti tutto si è risolto per il meglio... Barragan e Stark hanno acconsentito più o meno di buon grado a prestare i loro effetti personali fino a fine serata… ouch! Brutta mossa, Findor, avvicinarti a Barragan con un piatto di minestrina… ” ed inarcò le labbra in un sorrisetto compiaciuto “Il fatto che avete commesso è stato molto grave, ma per questa volta, considerati gli anni di fedele servizio... e specialmente il fatto che hai generosamente deciso di accollarti la punizione che spettava a Wonderweiss… bah, mettiamoci una pietra sopra. In realtà, la buona riuscita della festa mi ha messo così di buon umore che ho deciso di ridurtela: anziché sei mesi, ne passerai solo tre a pulire i cessi della Torre Ovest. Contento?”

“Ehm… grazie, Eccellenza. Davvero magnanimo da parte vostra.” Tosen sospettava gli fosse andata ancora bene, dato che come ricompensa per la soffiata Grimmjow aveva ottenuto di scegliere personalmente la sua punizione.

“E ora, su, andiamo a goderci la festa…” disse Aizen alzandosi pesantemente dal trono “Halloween viene solo una volta all'anno... mangiate, ballate, divertitevi più che potete, perchè da domani si ricomincia a lavorare... Già, da domani sera, miei servi prediletti, ricominciamo a fare quello che facciamo tutte le sere… tentare di conquistare il mondo!” concluse soddisfatto, e i tre cominciarono a fendere la folla, in direzione delle tartine.



The End





La… la mia prima fic completata! Yu-huu! Potrei mettermi a piangere…. Grazie ancora a chi mi ha seguito fin qui!







  
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