12 La famiglia di sesshomaru
La famiglia di
Sesshomaru è arrivata da appena qualche minuto, si sente una
gran confusione sul corridoio e io riesco a immaginarli tutti,
davanti la porta. Il piccolo Taka saltellante, Kagome con le
lacrime agli occhi e un sorriso radioso e sollevato a illuminarle il
volto, Inuyasha con un’espressione fintamente burbera e
distaccata, e ovviamente lui, Sesshomaru, con la sua apparente calma a
godersi la loro presenza.
Sono un
po’ invidiosa di non essere anche io lì tra loro, ma ho rifiutato
l’invito di Sesshomaru a rimanere perché in fondo io sono un’estranea,
non sarebbe stato giusto intromettermi in una felicità non mia,
non vedono Sesshomaru da parecchio tempo e questa giornata deve essere
solo per loro.
A me basta
sapere che Taka potrà riabbracciare lo zio e mangiare i biscotti
al cioccolato, che Kagome potrà risollevarsi all’idea che
il cognato non viva in una specie di rudere polveroso e che Inuyasha
riveda un fratello quasi completamente guarito e autosufficiente. Con
loro ci dovrebbe essere anche la piccola Sumire.. Sesshomaru me
l’ha descritta come una bambina vispa con due occhioni marroni
dalle sfumature dorate, i capelli neri,e due guanciotte rosee
dolcissime. Mi sarebbe tanto piaciuto conoscerla, nel frattempo, posso
udirne i gridolini di gioia acuti e divertiti.
Il mio sorriso
si spegne non appena avverto il rumore della porta di Sesshomaru che si
chiude ovattando la sua voce e quella degli ospiti, mi siedo
distrattamente su una sedia giungendo le mani sotto il mento e
appoggiandovi il viso, mi sento un po’ triste e sola, ma so
benissimo che non devo abbandonarmi a questi pensieri.
Vago con lo sguardo per tutta la stanza alla ricerca di qualche ispirazione che mi liberi da quello stato di malinconia
che mi avvolge, e la mia attenzione ricade sui battiscopa che
circondano le pareti della stanza, da quant’ è che non li
lucido?
Mi alzo
dirigendomi nello sgabuzzino per armarmi di guanti, spugna e
detergente, ma una volta procurato il necessario sento il campanello
suonare. Apro la porta invasa da un’insana sensazione di
felicità, e con mia somma gioia e gratitudine vedo davanti a me
il piccolo Taka con la suo solito sorriso spensierato salutarmi.
-Ciao! Ti ricordi di me? Sono Takuma il nipote di zio.. cioè, di Sesshomaru.
Sorrido divertita dal suo momentaneo imbarazzo causato da quella frase un po’ stentata.
-Certo che mi ricordo di te, Taka, o adesso devo chiamarti Takuma?-
Rispondo fintamente risentita donandogli uno dei miei migliori sorrisi.
- Si si sono
Taka!! Taka, non Takuma, tu puoi chiamarmi Taka! Ma la mamma aveva
detto di comportarmi bene e non essere insistente, dice che sono sempre
troppo sfacciato, ma lo
sapevo che tu ti ricordavi di me! E poi anche zio mi aveva detto che
potevo venire a chiamarti e che ti avrebbe fatto piacere rivedermi!
Vero che sei felice di incontrami di nuovo?-
La sua
esuberanza è deliziosamente disarmante e piacevole, un vero
uragano di buonumore che spazza via tutta la tristezza che tentava di
impossessarsi di me fino a qualche istante prima.
-Ma certo! Ne
sono felicissima, è un piacere conoscere un bambino vivace come
te, e mi farebbe davvero piacere unirmi a voi ma forse, forse è
meglio che stiate in famiglia, è tanto che non lo vedete e
magari io sarei di troppo.
-Ah non credo
proprio! La mamma è impaziente di conoscerti e anche
papà, fa finta di non essere interessato ma le sue orecchie non
facevano che muoversi avanti e indietro per l’impazienza! e poi
ti devo far conoscere la mia sorellina, l’altra volta lei non
c’èra ma oggi c’è. Vedrai ti piacerà,
piace a tutti perfino a me, anche se spesso frigna e fa i capricci.-
Mi sommerge
con la sua euforia e un fiume di parole e nel frattempo, mi trascina a
casa di Sesshomaru, così senza quasi rendermene conto mi ritrovo
al centro dell’attenzione della famiglia no Taisho. Kagome
è seduta sul divano accanto a Sesshomaru il quale tiene fra le
braccia una movimentata bambina di all’incirca un anno, Inuyasha
invece è seduto un po’ più isolato da loro, su una
poltrona, con un’espressione vagamente inquisitrice sul volto
mentre osserva il fratello in ogni sua mossa e azione
nell’evidente ricerca di una qualche prova delle sue migliorate
condizioni fisiche, ma non appena entriamo noi tutti mi fissano.
-Eccola! Ve
l’avevo detto che sarebbe venuta, è troppo carina per
essere una persona antipatica! E poi se piace a zio Sesshomaru deve e
essere per forza fantastica! Io però lo avevo già capito
dalla prima volta che l’ho vista e non è giusto che lo zio
possa stare con lei tutto il giorno mentre io che l’ho scoperta
per primo no!-
Improvvisamente
comprendo l’aggettivo “sfacciato” che gli aveva
attribuito la madre, questo bambino dice tutto ciò che pensa
senza badare veramente al significato delle parole che pronuncia dando
vita a situazioni alquanto..imbarazzanti.
-Takuma no Taisho, quante volte ti devo dire di essere meno indiscreto e irriverente?-Il tono di Kagome è velatamente imbarazzato
e colpevole ma tenta comunque di mostrarsi decisa e ferma davanti al
figlio, che a quanto pare, non riesce proprio a frenare la sua
spontanea vivacità.
Cerco di
abbozzare un sorriso di circostanza balbettando qualcosa che dovrebbe
assomigliare a una difesa nei confronti del piccolo Taka ora divenuto
un po’ spento, ma per fortuna ci pensa Sesshomaru a dare un
aiuto vero.
-Kagome non lo
rimproverare, non ha fatto niente di male. Ha semplicemente detto la
verità, io sto vicino a Rin tutto il giorno, lui invece non
può.
Come ho detto
prima, è stato d’aiuto per Taka, ma non per me che a
quelle parole assumo tutte le colorazioni di rosso possibili,
cimentandomi nella migliore delle risate isteriche di cui sono capace
nel vano tentativo di mascherare il mio disagio.
-Non vedete che
siete voi a metterla in imbarazzo! Povera ragazza non è mica
abituata ad una dose cosi massiccia di no Taisho tutta in una volta.-
Questa volta
è stato Inuyasha a parlare, abbandonando la sua poltrona per
avvicinarsi a me e tendermi la mano, che io stringo riconoscente,
paragonandone l’intensità a quella di Sesshomaru, infatti,
anche la sua è una presa salda ma gentile. E’ quindi il
turno di Kagome che, più espansiva, mi abbraccia calorosamente
presentandosi come la cognata folle di Sesshomaru.
-Questa invece è Sumire, la più incantatrice delle bambine-
La guardo giocare beata fra le braccia di Sesshomaru e devo ammettere che possiede davvero un qualcosa di magnetico, un carisma che la rende unica, così come tutto il resto della sua famiglia.
Mi avvicino a
Sesshomaru chinandomi verso di loro e sfioro delicata una rosea gota
della bambina che divertita afferra il mio dito per abbandonarlo dopo
poco e sporgere le sue manine verso di me.
-Perché
non la tieni un po’ tu? A quanto pare vuole che la prendi in
braccio, io nel frattempo prendo i biscotti che hai preparato prima.
Non finisce
nemmeno la frase che già Sesshomaru ha posto fra le mie braccia
la piccola, che ora sorride felice giocando coi miei capelli.
-Ma no aspetta li prendo io, è da tanto che non la tieni e..
Ovviamente le
mie parole si perdono nell’aria dato che lui è già
sparito in cucina seguito a ruota da Taka, ignorando deliberatamente il
mio disappunto.
-Visto che lo
conosci già da un po’ di tempo, dovresti sapere che quando
decide una cosa è impossibile non fargliela attuare, siediti e
goditi tranquilla questa giornata, non è da tutti farsi servire
da mio fratello e poi sembra che Sumire già ti adori.
-Inuyasha ha
ragione, di solito non è così socievole con chi non
conosce sai? In questo è totalmente diversa da Taka, deve aver
ereditato il suo carattere riservato da questi due musoni di Inuyasha e
Sesshomaru.-
Sorrido accondiscendente alle sue parole mentre il marito sbuffa fintamente contrariato, per poi continuare il discorso.
-Ma quando troviamo la persona giusta, facciamo di tutto per renderla felice, offrendole il nostro intero essere.
Lo dice con un
tono sincero, e mentre lo fa guarda negli occhi Kagome che ricambia
leale il suo sguardo. Istintivamente dirigo la mia attenzione a Sumire,
che beata continua a giocare con le mie ciocche corvine, non so
perché ma osservarli mi sembrava quasi di profanare quel momento, quell’attimo di sincera confessione.
Quello sguardo,
quelle parole, non era una semplice difesa verso la propria natura
schiva, era una vera e propria dichiarazione di amore, rispetto ed
eterna appartenenza verso di lei e la sua famiglia.
Mi sento
veramente invidiosa in questo momento, invidiosa del loro amore, della
loro complicità, della loro felicità.
-A proposito… come hai fatto ad entrare nelle grazie di mio fratello?Cioè come sei riuscita a conoscerlo e soprattutto conviverci?
-A.. ecco io..insomma, abito qui davanti era normale che ci conoscessimo.
Rispondo
tentando di usare un tono il più convincente e tranquillo
possibile, ma qualcosa mi dice che non ci sono riuscita, infatti, mi
sento come un animale rarissimo esposto ad una mostra. Mi guardano con
gli occhi sgranati e l’espressione tipica di chi non ha creduto
ad una parola di quello che ha sentito.
A prova delle mie ipotesi Kagome prosegue l’inchiesta ponendomi sempre più domande.
Ora è
seduta accanto al marito, sul bracciolo della poltrona, in modo da
avere una visuale diretta su di me, sempre più in
difficoltà per la situazione in cui sono andata a finire
-Si ma..
parliamo di Sesshomaru, intendiamoci è una persona fantastica!
Gli voglio bene come a un fratello ma ecco lui, lui non è mai
così loquace e non invita persone a casa. Non permette a nessuno
di entrare nella propria vita se prima questa non ne conquista la
fiducia, e fino ad ora.. ecco fino ad ora solo noi che siamo la sua
famiglia siamo riusciti a “conoscerlo” davvero.-
Sembra stia
pesando le parole che dice con una bilancia ad alta precisione, per non
correre il rischio di dire troppo o troppo poco. Sceglie ogni
vocabolo con evidente difficoltà cosi come se
l’argomento trattato non fosse dei più comuni per lei, lo
stesso vale per Inuyasha, sembrano.. non so quasi preoccupati,
come fossero naufraghi di un’isola sconosciuta talmente ignota da
non riuscire a classificarla come pericolosa o vivibile.
-B-be
all’inizio non è stato molto semplice, era un
po’...ecco freddo ma, ma poi si insomma ci siamo conosciuti
e accettati… non so se sono riuscita a spiegarmi, ma ecco non so
definire nemmeno io il rapporto che c’è tra me e
Sesshomaru..cioè no, insomma non intendevo un rapporto rapporto,
intendevo un rapporto nel senso di relazione, m-ma non relazione
sentimentale quello che intendevo, ecco io..-
Io sto andando nel Panico!!!Che diavolo sto dicendo! Mi fissano come fossi una pazza! Anzi no mi fissano perché sono una pazza!!sto vaneggiando!
-Pensate di
interrompere l’ interrogatorio per magiare, o avete intenzione di
proseguire con le domande? Mi sembra che ad imbarazzarla adesso siate
voi.
Non ho mai
trovato la voce di Sesshomaru cosi piacevole come in questo momento,
è appena ritornato in “salotto” con in mano il
vassoio coi biscotti accompagnato da Taka armato di portatovaglioli,
sembra ancora più divertito e felice di prima e avvicinandosi a
me bisbiglia al mio orecchio un “te lo avevo detto che erano
impazienti di conoscerti” per poi farmi l’occhiolino e
fiondarsi sui biscotti.
Ecco a voi il
nuovo capitolo! Come avrete di sicuro notato è completamente
diverso dai precedenti per contenuto e sinceramente sono insoddisfatta!
Non tanto per il contenuto quanto per la forma, mi sembra tutto troppo
banale! tuttavia serviva per alleggerire la storia e introdurne altri
aspetti. Insomma è un capitolo di transizione! Fra l’altro
avevo bisogno di staccare dallo studio quindi eccolo qui alla vostra
mercé, sono pronta a una valanga di critiche assolutamente
giustificate e meritate!
Spero comunque
che il ritorno di Taka vi abbia fatto piacere così come
l’introduzione di Sumire! A proposito se a qualcuno interessa
Sumire vuol dire viola
riferito al fiore non al colore, a quanto pare non è un nome
molto comune e può essere dato anche ad un ragazzo, ad ogni modo
questo nome (per ragazza) può essere inteso e tradotto
anche come “donna bella/ affascinante”, da qui la
descrizione della bambina come “incantatrice”.
Ma ora passiamo alle anticipazioni.. il prossimo capitolo si intitolerà “La confessione di kagome”
Ecco a voi un piccolo spoiler
“La
casa ora è invasa da un’atmosfera che oserei definire
calda, accogliente ed estremamente piacevole. Non so perché, ma
adesso queste mura sembrano davvero una casa e non una semplice
abitazione, una dimora che occupi nella vita per necessità.
Adesso questo è il luogo che ti accoglie, che partecipa alle tue
giornate, che memorizza gli attimi della tua vita immortalandoli in
essa per poi riportarli alla tua memoria quando ne senti il bisogno.
Si, per la prima volta dopo la morte della nonna, mi sento a casa.”
Ora purtroppo un ringraziamento collettivo a tutti coloro che mi seguono, che leggono la mia ff e in particolare a
lua82
KaDe
callistas,
achaori,
Isy_264,
piccola tammy,
che hanno
commentato! Mi scuso infinitamente per non poter esprimere la mia
gratitudine singolarmente come faccio di solito, ma purtroppo il tempo
a mia disposizione non lo consente.
Come sempre
spero con tutto il cuore di non aver deluso nessuno e di ricevere le
vostre impressioni sul mio lavoro,critiche comprese che, a proposito,
spero di riuscire a sfruttare per migliorarmi. (Me prega che in
questo capitolo ci siano meno errori che nel precedente, ma con questa
testa fumante al momento non è in grado di giudicare)
Un abbraccio a tutti Mikamey
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