CAPITOLO
IV:
REUNION
Tardoman era perplesso… il
giorno prima era sereno, mentre mangiava una Lasania Surgelania tipica di Paranto
pensando a quale malefatta divertente compiere sul web, mentre ora era
ricercato dall’FBI e da tre fantomatici alieni che vogliono attentare alla sua
vita per liberare il loro amico intrappolato nel suo corpo.
«Sei
sicuro che non ci sia un modo per togliermi questo alieno senza per forza…
morire?» chiese l’eroe a Bewd. «Non credo, è già da
un po’ che proviamo con US-12 ma non sembra una cosa possibile» rispose il
ragazzo. «E… non c’è nemmeno un modo per uccidere loro? Sono del tutto
immortali?» replicò Tardoman. Al che la faccia di Bewd si fece più cupa… «Si può… non uccidere, ma quasi…
perlomeno teoricamente… vedi, gli alieni, come sai, sono parassiti, ma non ti
sei mai chiesto dov’è in questo momento quello che sta nel tuo corpo? Si trova
nel cuore, e a quanto pare quando questo smette di funzionare, anche le abilità
parassite dell’alieno lo fanno, per questo viene sbalzato via. Ma se riuscissi
a prendere il cuore dell’ospite, strappandolo dal suo corpo e metterlo in pochi
secondi nella soluzione fisiologica che l’organizzazione Binardi
ha sviluppato per farlo continuare a battere costantemente, l’alieno rimarrebbe
“sigillato” nella soluzione senza via di fuga. Però, come hai sicuramente
capito, questo processo richiede un sacrificio umano...» spiegò il ragazzo. Tardoman, con sguardo deciso, allora disse «voglio
conoscere US-12, ti prego, portami da lui!».
Nel
frattempo Spith, Reality, Batt8, Luke e iLess giravano per Paranto alla
ricerca del loro amico, chiedendo alle persone se lo avevano visto mostrando
loro una foto. In realtà la maggior parte delle persone si metteva a ridere
guardando la foto, ma questo non demotivò i ragazzi.
«Accidenti,
perché qua si mettono tutti a ridere? Questo è un problema serio! DeficIenti!» urlò Spith facendosi
sentire da tutti, il tutto seguito da una risatina di Batt8. Fu allora che il
proprietario di un ristorante specializzato in piadine li fermò, dicendo di
aver visto il tizio nella foto fuggire in macchina con un altro ragazzo
inseguiti dalla polizia, e che poi sono scomparsi dopo una svolta. Indicò poi
loro l’angolo dove la macchina era svoltata prima di scomparire.
«Ehi
ragazzi, guardate…» disse sottovoce Batt8, indicando una macchina accostata.
«Accidenti, quelli sono senza dubbio agenti in borghese che stanno tenendo
d’occhio l’area!» disse iLess in modo risoluto.
«Esatto» rispose la ragazza. «Allora avviciniamoci con cautela senza farci
notare… dovremo essere delle ombre…!» continuò iLess.
Ma poi, dopo che le due persone sulla macchina avevano smesso di parlare, il
veicolo si mise in moto lasciando di stucco i ragazzi.
«Ah…
era solo una macchina a caso…» disse deluso Reality. L’unico che dalla partenza
da casa di Angelo non aveva detto una parola era Luke, che spesso si guardava
parti del corpo come quasi a volerne prendere confidenza. «Ragazzi ma non è che
Luke è diventato un cane?» disse scherzando iLess, mentre
gli altri si avviavano verso il luogo sospetto. «Ehi, non lasciatemi qui!».
Nello
stesso momento Tardoman si trovava faccia a faccia
con US-12. «Piacere, zono Mark, tsè tsè, anche ze qui mi chiamano
UZ-12, chi zei?» chiese il tedesco. «Sono Angelo, conosciuto
sul web come Dvok, mi piace chiamarmi Tardoman e qua mi chiamano US-18» rispose lui. «Ah… beh…
come devo chiamarti? Facciamo Uzangerdok…» disse
Mark. «Ehi no aspet- » «Coza
ci fai qui?» disse US-12 interrompendo Angelo. «Beh… volevo chiederti, perché
ti fai studiare? Voglio dire, chi te lo fa fare di rimanere qua a farti fare
chissà cosa quando potresti benissimo essere qui fuori a mangiarti una bella
piadina al ristorante?» chiese quest’ultimo. L’umano speciale numero 12 rispose
raccontando la sua storia.
«Gli
alieni mi hanno rovinato la vita, tsè tsè: circa 20 anni fa… ormai non ricordo neanche più quando
fu di precizo, tsè tsè… un alieno si impozzezzò di
me e da lì anche io ebbi il gene del ritardo… nonostante quezto
ero ancora cozciente di me, tsè
tsè, ma non del fatto che degli alieni volevano
attentare alla mia vita. Ho rizchiato di morire… beh,
tsè tsè, circa 8 volte a cauza loro. Per 8 volte mi zono ritrovato due perzone in caza dall’aria minaccioza che mi hanno fatto chiamare la polizei. Volta dopo volta erano zempre
più preparati, finché l’ottava volta non vennero armati. Fu allora che decizi di zcappare in Italia, tsè tsè, circa… 15 anni fa. Loro
mi hanno zeguito, loro zono tra la gente, e io non ne
potevo più… anche qui zono ztato più volte prezo di mira, tsè tsè, e forze è per colpa mia ze
loro zono in quezta città in quezto
momento. Bewd mi ha trovato e mi ha portato qui, tsè tsè, e ora zto offrendo la mia vita per togliere una volta per tutte
di mezzo quezti alieni dalla mia vita… e da quella di
tutti. Ziamo riusciti a trovare il loro punto debole
grazie a me. Pozzono ezzere
zigillati dentro quegli apparecchi che vedi alla tua deztra. Qua le chiamano zoluzioni
fiziologiche di ozzigeno e zangue per il mantenimento di un cuore. Zpero
di poter aiutare ancora l’organizzazione Binardi, che
è riuscita a dare uno zcopo alla mia vita dopo che quezta era ztata rovinata dagli
alieni». Durante il discorso Mark aveva sputato un bel po’ addosso ad Angelo,
che nonostante tutto era rimasto concentrato e scosso dalla storia di Mark.
Senza neanche rispondere, dopo essersi pulito, uscì dalla stanza e chiese a Bewd di uscire. «Ucciderò chiunque pur di sigillare quegli
alieni del cazzo, e libererò l’umanità dalla loro presenza! Quindi fammi uscire
di qui, lascia che mi trovino, li distruggerò tutti con le mie stesse mani»
disse determinato Tardoman. «… Va bene, buona fortuna
fratello, se vorrai tornare noi saremo sempre pronti ad accoglierti» disse Bewd. I due si abbracciarono, Angelo lo ringraziò per
averlo salvato e poi si avviò verso l’uscita.
Uscendo
vide i suoi amici, a bocca aperta, davanti a lui. «Dvok!
Bastardo! Ma che diavolo di fine avevi fatto?!» chiese Batt8. «Ce lo hanno
raccontato…» disse Luke, che sembrava più scosso degli altri. «Ah già» replicò
Batt8. «Ragazzi, cosa ci fate qui?!» urlò Angelo. «Siamo qui per supportarti
idiota! Devi raccontarci tutto, ti aiuteremo quanto possibile!» rispose a tono
Reality.
Ma
proprio in quel momento due persone armate con fucili e mitra puntarono le armi
contro i ragazzi. «Dateci subito il ragazzo col mantello e quello con la pipa
in mano, subito!» ordinò aggressivamente uno. «Umani, scusateci… ma ci avete
costretto voi a tutto questo… vi prego di… perdonarci» disse l’altro.