Angolo
dell'autrice:
Buenas Noches!
Come mio solito posto in orari allucinati! Posto, fra l'altro, un
capitolo insignificate, ma abbiate pazienza, perchè
ultimanete sono stata impegnata, e fra l'altro il tempo degli esami si
avvicina sempre di più... incombe anche due relazioni da
dirigere, e anche una Tesi da iniziare. sono proprio esaurita,
credetimi.
E cosa faccio io? mi intrico in un idea pazzescamente contorta e
complicata, da allungare i tempi della pubblicazione dei
capitoli...ahi, ahi!
Ci vorrà un po' ma troverò la soluzione giusta,
fidatevi!
Se poi, avete anche qualche consiglio, ben venga!
Tarantella20:Remus, è così, ha due alter ego, uno conosciuto da tutti, l'altro nascosto ai più; E, è questa sua duplicità ha renderlo uno dei personaggi più interessanti!!!! anche a me fa tenrezza, io adorooo Rem!e mi sento molto in colpa per dargli tenti di qui problemi...
Hermione12: grazie per i complimenti!!! sei gentilissima, e,prometto che presto arriverà qualcosa di nuovo!
Ok, vi lascio alla lettura del mini capitolo!
Fanny
*****
“Avvertirlo di cosa?”
“Idiota, di quello che abbiamo sentito!”
Sirius appoggiò la schiena nuda sulla fredda
parete e prese una sigaretta accendendola prese a espirare il fumo.
Leila era seduta con addosso le intricate lenzuola impregnate ancora
del odore e dell’amore che si scambiarono.
Percepiva uno strano sentimento nel suo giovane amante quasi a dubitare
che quella fosse una buona cosa. Che passava per la testa di
quel decerebrato? Già, poi, non era tanto sicura che avesse
tutte le rotelle apposto.
“Sei sicura che quella con cui parlava il tizio
fosse davvero quella che scrive a Remus?”
“No, ma, abbiamo sentito molto bene di chi parlavano e
abbiamo sentito anche la parola “Corrispondenza”, o
sbaglio? E, dimmi, quante persone possono scrivergli
contemporaneamente?”
“...Smettila di fumare!” urlò
esasperata da quel odore acre.
Sirius, buttò la sigaretta svogliatamente, e
guardò Leila senza fiatare, senza esprimere ciò
che la sua testa diceva, forse perché non sapeva nemmeno
come comportarsi.
Lì, c’era di mezzo un grosso segreto, il quale
avrebbe potuto rovinare l’esistenza tranquilla di Remus. Dal
tra parte, non sapeva se si trattasse di quello,
però quello strano presentimento che gli pungeva dentro, non
lo faceva stare tranquillo manco per poco.
Piego la testa nascondendo i suoi occhi fra i capelli scuri.
“Sirius...”
Due mani delicate si posarono sul suo viso per tirarlo su, e
lasciare che suoi occhi contemplare quei occhi
d’angelo azzurro che brillavano come stelle.
“Cosa ti prende? cosa c’è che ti
preoccupa tanto? Se pensi che è importante diglielo Sirius.
Ma, se una cosa di poco conto, aspetta e vedi cosa accade, anche se,
sono convinta, che sia meglio parlarne. Dirlo ora, significa non dirlo
poi, quando forse è troppo tardi e diventi più
difficile dirlo.”
“Hai ragione, tu...”
*****
“Ero convinta che il professore avesse in mente un altro dei
suoi compiti a sorpresa!” esclamò Lily
sollevata
“Ormai si avvicino gli esami, e i M.A.G.O
per cui non avrebbe senso, no? spiegano e ci riempiono di
compiti.” le fece notare Remus.
“ Esattamente... costringendoci a sprecare moltissimo del
nostro prezioso tempo!” sbuffò James al quanto
infastidito.
Non aveva nessun problema con i compiti e la sua media era
alta, ma, in ogni caso, c’era un campionato da seguire, e per
lui era di una vitale importanza.
Remus alzò gli occhi al cielo facendo ridere Lily. In quel
momento, al lupacchiotto gli fece male la testa,
una fitta dolorosa come quando qualcuno ti urla dentro
l’orecchio.
“accidenti, quelli del primo anno sono i più
rumorosi, che abbia visto fin ora.” disse osservano quel
gruppetto infondo al corridoio, stizzito. una bella strigliata nona
avrebbe che giovato.
“Cosa?”
“Beh, certo sempre secondi a James e Sirius!”
sottolineò lui, vedendo l’espressione dei suoi
amici.
Espressione fin troppo sorpresa,a dire il vero, Lily stringeva gli
occhi per vedere quei quatto monelli, James si pulì occhiali
per vederci meglio.
“Remus, come hai fatto a capire chi
erano?”
“ anche a sentirli?”
Come?
Remus girò il volto accorgendosi all’improvviso
che in effetti, erano troppo distanti da quel gruppo di ragazzini, per
poter capire che si trattasse di primini.. perché lui li
aveva visti così bene? perché sentiva
così bene, come se fossero lì accanto a lui
lontani pochi passi.
Si accorse, anche lui della stranezza, quel corridoio non gli era mai
apparso così lungo,ora. Lungo ma per lui così
vicino.
“ E’ probabile che sia per via della
prossima Luna molto vicina, no?” cercò di
tranquillarlo James.
“Sì, forse i tuoi istinti hem.. animaleschi sono
più forti, magari.”
Vedrai che non sentirla più male... fidati Remus.
Remus non rispose, mise una mano nella tasca e ne strinse il contenuto.
No, era solo la sua immaginazione.
“Avete ragione! sarà per quello.”
Si sentiva strano, Remus, sentiva dei sentimenti strani, lui. era
così energico, così forte, e di solito
prima del novilunio si sentiva sempre troppo stanco, quasi da non
riuscire ad andare avanti, non si era mais sentito
così in forze.
Si sentiva anche più libero di esprimere i sentimenti,
rabbia, divertimento, amore, già, quasi che lui ora potesse
ottenere davvero tutto dalla vita.
prima no, ora, invece sì.
Cosa gli stava accadendo? I suoi movimenti più agili,
più veloci più tutto... come se stesse diventando
un altro.
Prese il talismano che Ive gli aveva regalato, lo girò tra
le mani e sospirò... quella ragazza aveva occupato un posto
speciale nel suo cuore, eppure non aveva mai trovato il coraggio di
incontrarla.
“Remus?” lo chiamò Sirius con il
fiatone, appoggiandosi alla poltrona.
Il giovane alzò gli occhi per osservare i suoi
amici stremanti per il solo fatto di doverli seguire.
“Ma quanto corri?”
Un sorriso divertito, una sensazione di vera forza si
impadronì di lui, era bello ma una vocina gli diceva di
stare attento.
E, Lui seguiva sempre le parole del suo grillo parlante.
“Volevi dirmi questo?”
“No, c’è una cosa che non ti ho
detto.”
Sirius parlò calmo e spiegò i motivi della sua
preoccupazione per tale fatto, ma, era troppo poco anche per Remus
capire e accettare che qualcosa non quadrava.
“Non m’importa. sono stufo di dovermi nascondere
sempre! sono quello che sono e la gente deve accettare, altrimenti
problemi loro!” esclamò chiudendo il discorso.
I suoi amici lo guardarono allontanarsi consci che qualcosa stava
accadendo, e di certo non era un bene.
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