Amitié, amour et famille di Lila_88 (/viewuser.php?uid=36821)
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Capitolo
15
"Non posso crederci,
Johanna!"
Hélène e Johanna erano sedute sul divano, con il
bambino fra di loro che giocava tranquillo.
"Lo immagino, eppure
guardami, sono qua, con un figlio. Tutto questo è reale. Ora
ci credi che riesco perfettamente a capire come ti senti?"
"Certo! Ma senti una
cosa, non voglio essere indiscreta, ma…"
"Se vuoi sapere chi
è il padre, ovviamente la risposta è scontata:
Christian."
"Christian? Ma come
è possibile?"
"L'ho scoperto appena
rientrata in Texas. All'inizio ero sconvolta e anche arrabbiata. Mi
sembrava impossibile che il destino mi avesse giocato un tiro del
genere! Poi è subentrato il timore. Ero sola, con la
certezza che cercare Christian sarebbe stato praticamente inutile.
Infine, ho pensato che sarebbe stato bello avere una parte di lui per
sempre con me."
Johanna accarezzò dolcemente i capelli del piccolo, neri
come quelli del padre. Pensava al suo Cricri ogni volta che compiva
quel gesto.
"Hélène,
il punto è che devi solo capire che cosa vuoi. Quello che ti
posso dire io è che un figlio ti cambia la vita. E'
veramente un dono. Certo, non è una passeggiata, ma
qualsiasi difficoltà viene ricompensata ogni volta che lo
guardi."
/***/
Etienne e Cathy si erano ritrovati a passeggiare vicino alla loro
vecchia università. Avevano tanti ricordi legati a quel
posto, anche se poi, per loro, quell’avventura era terminata
in un modo un po' brusco.
“Che ne dici di
fare un salto dal nostro vecchio amico Alfredo? Mi piacerebbe tornare
nel locale almeno una volta!”
“Dico che
è un’ottima idea, amore!”
I due ragazzi si diressero verso il locale nel quale erano soliti
passare il loro tempo libero. Da fuori sembrava tutto uguale al solito,
tranne che per il cartello “Vendesi
attività” che stava appeso sulla parete. Etienne e
Cathy si guardarono per un attimo, poi decisero di entrare. Anche
l’interno del locale era rimasta pressoché lo
stesso, solo che, a differenza dei tempi in cui lo frequentavano, era
quasi vuoto. Etienne fermò un cameriere.
“Mi scusi,
abbiamo visto il cartello qua fuori... Come mai vendete?”
Il giovane ragazzo si
guardò intorno, indicando il locale praticamente vuoto.
“Questo posto
ormai non rende più molto. Il proprietario ha deciso di
trasferirsi e quindi vende. Voi chi siete?”
“Siamo ex
studenti universitari. Passavamo qua praticamente tutto il nostro tempo
libero.”
“Beh, sembra
che gli studenti di adesso abbiano cambiato le loro abitudini. Scusate,
adesso devo lasciarvi.”
Entrambi uscirono un po' amareggiati dal locale. Era brutto sapere che
presto quel posto avrebbe chiuso i battenti. Sarebbe stato bello poter
fare qualcosa per salvare il loro bar preferito.
/***/
Hélène guardò l’amica un
attimo, prima di decidersi a parlare. Sperava di non portare ad un
altro litigio fra di loro, tuttavia non poteva trattenersi.
“Johanna, non
credi che Christian debba sapere che ha un figlio?”
“Credi che gli
importerebbe, dopo come si è comportato con Linda?”
“So che non
credi al cambiamento di Christian, ma credo che dovresti dargli una
possibilità. Non dico che devi dirgli subito del bambino.
Magari potresti prendere le cose con calma.”
“In che
senso?”
“Potresti
iniziare a venire da noi ogni tanto, tastare il terreno. Sono sicura
che se chiederai a Christian del tempo per farti capire se è
ancora degno della tua fiducia non ti deluderà e ti
lascerà tutto lo spazio di cui hai bisogno.”
Johanna parve riflettere sulle parole dell’amica. Sempre
accarezzando i capelli di suo figlio, si stava chiedendo se avrebbe
potuto fare quel passo. Si trattava di dare una possibilità
di dare un padre a suo figlio, non poteva tirarsi indietro.
“In effetti
potrebbe essere una buona idea.”
/***/
Cathy conosceva troppo bene suo marito ormai per non capire che stava
pensando freneticamente a qualcosa. E sapeva anche di cosa si trattava.
“Amore, cosa
hai in mente?”
“Stavo pensando
che dobbiamo fare qualcosa per Alfredo!”
“Tipo
cosa?”
“Magari posso
chiedere ai ragazzi di organizzare una serata nel locale. Questo
dovrebbe attirare gente, no?”
“Si, ma hai
sentito quel cameriere. Alfredo ha già deciso di vendere,
non credo che cambierà idea solo per una serata di
incassi!”
“Hai ragione.
Eppure non posso rimanere a guardare! Devo fare qualcosa!”
Cathy controllò il cellulare, su cui era appena arrivato un
messaggio.
“Ehi, Benedicte
ci ha invitato a casa loro questa sera. Potresti approfittarne per
parlare con gli altri di questa cosa. Magari ad Alfredo potrebbe
comunque fare piacere avere una serata diversa prima di
chiudere.”
“Perché
no, dille che andiamo.”
/***/
Nicolas e Christian entrarono in un piccolo bar. Avevano appena
terminato l’ultimo corso di fotografia della settimana e
avevano deciso di prendersi un caffè, prima di andare al
garage a fare le prove con il resto del gruppo. Capitava spesso di
finire in quel bar e Nicolas aveva notato che la giovane cameriera
faceva gli occhi dolci a Christian. Non aveva capito se
l’amico non se ne fosse ancora reso conto, oppure fingesse di
ignorarla. Quel giorno, quando la ragazza portò loro un
caffè, si schiarì la voce.
“Ciao ragazzi,
questa sera, in via del tutto eccezionale, rimaniamo aperti fino a
tardi. Viene un ospite speciale e a sorpresa a suonare. Siete
interessati?”
Malgrado la giovane avesse parlato al plurale, aveva guardato per tutto
il tempo Christian, manifestando apertamente il suo interesse. Nicolas
attese la reazione dell’amico. In fondo, la ragazza era
veramente carina e lui era single.
“Ti ringrazio,
ma io e il mio amico abbiamo altri programmi per la serata.”
Il suo tono era stato abbastanza freddo da far comprendere alla ragazza
che l’interesse non era ricambiato, così
girò i tacchi e si allontanò dal tavolo. Nicolas
sapeva che, in passato, Christian non si sarebbe lasciato sfuggire
l’occasione. Evidentemente, non era ancora riuscito a
superare il fatto che Johanna non volesse più vederlo.
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