Una scarica tremenda di dolore allo stato puro mi irrigidisce a
metà strada e il passo successivo non è sorretto
dalla mia gamba, che cede trascinandomi a terra.
Prima di sentire la presa sul coltello allentarsi, stringo i denti e lo
scaglio con tutte le mie forze contro la figura fredda e statuaria
davanti a me, poi il pavimento metallico accoglie il mio corpo con un
vibrare echeggiante.
Vedo Edea scomparire per una frazione di secondo, un battito di ciglia,
il tempo impiegato dal mio pugnale ad attraversare il punto in cui si
sarebbe dovuta trovare la sua testa, per poi ricomparire e allungare
semplicemente la mano ad afferrarne l'elsa, mentre esso è
ancora in volo. Uno dei suoi rari sorrisi le incurva leggermente le
labbra, l'angolo della bocca che si solleva a increspare la pelle
sottile della guancia.
La fossetta si distende quasi subito e il gelo scende su tutti noi,
scaraventandomi pesantemente addosso l'agghiacciante consapevolezza
delle conseguenze della mia solita avventatezza.
-Atra - la sua voce echeggia mille volte, le lettere che si confondono
e si inseguono dentro e fuori dalla mia testa, ormai completamente in
fiamme - stolta, avventata, insolente, disgustosa umana-.
Deglutisco la bile che mi sta risalendo dallo stomaco al suono
raccapricciante delle sue parole veramente
disgustate.
-Toccala una sola volta, Strega, e...-.
Registro automaticamente le parole di Zell e le dimentico nello stesso
istante in cui la risata soffocata di Edea le spezza. Nessun sorriso
sul suo volto, solo disprezzo, repulsione addirittura.
-Non ho detto che non posso uccidervi? Insomma Seifer, se uccidessi tua
sorella davanti ai tuoi occhi...come reagiresti?-.
Un singhiozzo roco mi sfugge dalla gola quando mi accorgo di dove vuole
andare a parare. Dopotutto ha solo detto che ci avrebbe fatto soffrire,
ma non ha specificato se la sofferenza sarebbe stata fisica o...
-Per aver tentato di ucciderti, dovrei ammazzarla io stesso-.
L'ha detto davvero? Era la voce di mio fratello, quella?
Mi puntello sulle mani e lotto contro il controllo mentale che mi
costringe a rimanere schiacciata a terra: Seifer ha recuperato il suo
Hyperion in poche falcate e lo sta puntando dritto verso di me, un dito
posato sul grilletto e gli occhi fissi in quelli di Edea, oro contro
oro.
-Devo provvedere, mia Strega?-.
Sì, questa volta ho visto davvero muoversi le sue labbra:
è lui a parlare.
Sono parole vuote, tranquille, docili e fluide come la corrente di un
fiume, così spontanee da non lasciare altro spazio che per
la resa.
Sono proprio queste le parole di mio fratello, così
tremendamente presenti che non riesco a riconoscerle, nonostante la
loro voce sia la stessa da diciassette anni.
Ma forse, dopotutto, questo non conta più niente.
-BASTARDO!-.
L'urlo di Zell mi riporta alla realtà nello stesso momento
in cui lo vedo avventarsi contro la schiena di Seifer, il quale compie
una veloce piroetta e trascina la lama davanti al viso per parare un
pugno con il piatto.
L'istinto di sopravvivenza ha la meglio sullo shock che mi ha
paralizzata al suolo: mi rialzo velocemente e non esito a scagliarmi
contro la Strega per sorprenderla.
Il dolore torna a infilarsi in ogni fessura della mia testa, pulsante e
vivo come un essere famelico, ma in qualche modo riesco a spingerlo in
un angolo della mia mente e sento l'adrenalina fare il resto,
ottenebrando i miei sensi e affidando tutta me stessa ai miei muscoli.
Edea spalanca gli occhi nello stesso momento in cui la mia stretta
ferrea si chiude attorno al suo polso, nella cui mano si trova ancora
il mio pugnale.
Le mie dita cominciano a stringere come mai ho fatto prima, mentre
dietro di me le urla di Zell e mio fratello sono raccapriccianti,
insieme ai colpi violenti delle borchie contro il metallo del Gunblade.
Se Zell arriverà ad uccidere Seifer, non glielo
perdonerò mai.
Ma a quanti passi sono dal punto di non ritorno, quello in cui
dovrò decidere tempestivamente se eliminare mio fratello o
farmi ammazzare da lui?
E in tal caso cosa farei? Uccidere Seifer sarebbe così
facile, anche se dovesse puntarmi contro l'Hyperion come ha fatto prima?
Cosa lo separa dall'essere Cavaliere? Forse il fatto che non
chiederà più il permesso a Edea, la prossima
volta?
I miei denti affondano nella carne delle labbra quando una nuova
stilettata di dolore penetra nel mio cervello, facendomi pulsare la
zona subito retrostante gli occhi. Il gelo comincia a intorpidirmi le
ossa e i muscoli, ma di riflesso concentro tutta me stessa nella
stretta attorno al polso della Strega e aumento la forza che sto
esercitando, in contemporanea alla crescita vertiginosa del potere di
Edea su di me e delle urla dietro di noi.
E se invece Seifer uccide Zell, cosa farà dopo?
Attaccherà me? E io come ho intenzione di reagire?
Continuando a cadere e comportarmi come una povera ragazza spaurita e
persa senza la presenza del fratellone?
Non ero io quella che voleva dar prova di essere indipendente?
Non sono
io quella che combatte fino alla morte, dura come il ghiaccio e la
pietra, pronta a trovare una possibilità, anche a costo di
inventarla a colpi di volontà?
Le mie dita trovano in questo momento il mio pugnale e lo strappano
trionfanti dalla mano di Edea, mentre lei è troppo
concentrata a fare breccia nel muro che ho innalzato nella mia mente.
-Tu non puoi uccidere me, ma io posso uccidere te, bastarda- ringhio,
rinsaldando la presa sul coltello e calandolo velocemente sul suo
petto.
Il lampo di un sorriso a pieni denti mi abbaglia improvvisamente,
spiazzandomi; ma è troppo tardi, come al solito.
Nel momento in cui la punta del mio pugnale incontra la pelle di marmo
di Edea, mille scintille sprizzano dal suo petto avvolgendomi la mano,
il braccio e l'intero corpo.
La mia pelle sfrigola e il dolore esplode tutto insieme da ogni parte,
dentro e fuori, facendomi desiderare di ridurmi in briciole, di
disintegrarmi, di implodere, piuttosto che sopportarlo un altro secondo
di più.
Mentre mi sento scagliata lontano, il corpo completamente paralizzato
che impatta duramente sul pavimento, e un velo nero cala sui miei occhi
spalancati, mi rendo conto di due cose nel medesimo istante.
La prima è il motivo per cui mi sento così
inutile e diversa da me stessa: è perché tutto
questo va oltre le mie possibilità, perché io
sono umana
mentre questa donna è una Strega e per questo superiore alle
mie capacità.
La seconda cosa di cui mi accorgo, seppur mezza stordita, è
che il duello alle nostre spalle si è fermato.
-Atra!-.
-Stalle lontano, cane!-.
-Gallinaccio, levati dai piedi!-.
Ma cosa...
Un paio di braccia mi sollevano da sotto le spalle e la mia schiena
incontra qualcosa di solido.
Una mano guantata mi sfiora la fronte e scivola fino alla mia mascella,
lasciandomi un'umida striscia di sangue.
Un odore familiare mi investe, insieme alla spossante sensazione di
nostalgia e sollievo.
Lentamente recupero una visuale nitida di ciò che mi sta
attorno e riesco a vedere la Strega piegata su se stessa respirare
convulsamente, la pelle ancora percorsa da alcune scariche elettriche
dorate.
Uhm, qui mi sa che
qualcuno ha esagerato.
Il mento di Seifer si appoggia sulla mia fronte e io trasalisco con uno
spasmo violento, a dire il vero più per la sorpresa che per
altro.
-Atra, non avere paura di me-.
-COME PUO' NON AVERNE? - sento Zell urlare a pieni polmoni - LE HAI
ROTTO UNA MANO ED ERI A UN PASSO DALL'UCCIDERLA! SEI UNO STRONZO
BASTARDO, DEVI LEVARLE LE MANI DI DOSSO, FIGLIO DI PUT...-.
-Se insulti mia madre insulti anche la sua, razza di imbecille- ringhia
mio fratello rivolgendo il viso verso Zell, che comincia a borbottare
imprecazioni e a far scrocchiare le nocche. Quindi le labbra di Seifer
mi sfiorano l'orecchio:
-L'ho fatto davvero, Atra? Io non...-.
-Vuoi dirmi che non te lo ricordi?- scatto immediatamente liberandomi
della sua presa e ruotando il busto per guardarlo alla stessa altezza,
mentre le fratture alla schiena e alla spalla tornano a mandarmi acute
scariche di dolore, da cui cerco di distrarmi studiandolo: lui
è piegato sulle gambe, la mano che stringe l'Hyperion
appoggiata a terra e l'altra sollevata a mezz'aria. Levo la mia, ormai
deformata, ben in vista e a quel punto gli occhi di Seifer si
spalancano totalmente. Sono
i suoi occhi di ghiaccio, ma la ferita improvvisa che si
è aperta dentro di essi mi è totalmente
nuova...anzi, vecchia.
Ecco, questo è
mio fratello.
-Non posso essere stato io...-.
-I tuoi occhi, Seifer. Prima erano dorati e ora sono quasi del loro
solito colore- interviene sorpreso Zell, lanciandomi un'occhiata e
contemporaneamente tastandosi un taglio al braccio.
-Ora sai che non erano solo riflessi quelli che vedevo- mi limito ad
aggiungere, con una prudenza più istintiva che voluta.
-Io non so nemmeno cosa ci facciamo qui!- protesta mio fratello, un
largo e nervoso gesto della mano a sottolineare le sue parole.
-Ma se ci hai trascinato tu a Dollet! Per caso sei rimbecill...-.
-Zell, stai zitto o ti butto giù dalla torre- lo minaccio
freddamente voltandomi poi a sorvegliare la Strega, che sta ancora
tentando di riprendersi.
Possibile che mio fratello non si ricordi nulla di ciò che
è successo? Il controllo della Strega è stato
così totalizzante?
-Seifer - riprendo, cercando di essere più veloce e chiara
possibile - quando il tuo sguardo era dorato tu non eri in te,
è questo che vuoi dire? Ti ricordi di... - esito un attimo
per raccogliere i ricordi in una mente che non ne vuole più
sapere di lavorare - ...di quando stavi per aggredire Squall a Timber?-.
Seifer solleva le sopracciglia e si gratta imbarazzato la testa:
-Accidenti, questo dovrei ricordarmelo, ma niente... - borbotta, prima
di illuminarsi, un sorriso appena abbozzato - ...almeno l'ho picchiato
a dovere?-.
-Taci imbecille, non c'è niente da ridere - lo apostrofo,
prima di rammentare altri due episodi-chiave legati al colore dei suoi
occhi - Però ti ricordi di ciò che è
successo nell'ascensore del Garden! E anche di quando mi hai lasciata
sola contro i SeeD...te lo ricordi, ve...-.
-L'HAI LASCIATA SOLA CONTRO...-.
-GALLINACCIO, VUOI PIANTARLA DI STRILLARE?!- esplodo, cominciando a
cogliere con terrore i primi movimenti di Edea.
Maledizione, dobbiamo inventarci qualcosa alla svelta se vogliamo
uscirne vivi. Fuggire non servirà a niente finché
non troverò un modo per portare dalla nostra parte mio
fratello: le pagliuzze dorate ancora presenti nei suoi occhi sono un
chiaro suggerimento che la Strega non ha intenzione di lasciarlo andare.
Nel frattempo Seifer sospira:
-Sì, quelli me li ricordo. Nel primo caso mi ricordo di aver
agito totalmente in buona fede, ma credo mosso da qualcun altro. Nel
secondo mi è stato impartito un ordine, ne sono sicuro-.
A questo punto mi basta fare due più due per tornare a
fissare Seifer e dare la risposta al nostro problema:
-Certo: ti ricordi che mi hai detto di sentirti strano, come se dovessi
ricordarti qualcosa che continuava a sfuggirti? - gli domando,
proseguendo a un suo cenno affermativo - Ti sentivi così
perché era rimasta in te l'inconsapevolezza delle tue stesse
azioni: probabilmente nel primo caso è stata Edea suggerirti
di levarmi il G.F., mentre nel secondo ti ha ordinato di trovare un
modo per liberare la spia - ragiono, annuendo poi più
convinta - Inoltre, ha ammesso lei stessa di averti sotto il suo
controllo da ieri, ma sembra non essere totale: va e viene, come se per
mantenerlo servisse...-.
-...è ovvio che mi serve energia, Atra-.
Io e mio fratello scattiamo in piedi e ci voltiamo verso Edea, che
è tornata nel pieno delle sue forze, come mi testimonia la
tremenda pugnalata mentale che non tarda a inviarmi. Le braccia di
Seifer mi sostengono quando barcollo all'indietro e la Strega solleva
le sopracciglia indispettita prima di continuare il suo discorso:
-L'energia di cui mi hai costretto a privarmi per allontanarti- precisa
subito, affondando la sua presa nella mia mente e strappandomi un
gemito.
-Il fatto è che dipende tutto dall'intensità con
cui esercito il controllo mentale sul tuo fratellone - continua poi a
spiegarmi tranquillamente e quasi dolcemente, agitando un artiglio in
aria - Vedi, se lo intensifico...-.
In questo momento la stretta di Seifer si rafforza, diventando
certamente non più protettiva, e non mi serve voltarmi per
capire di che colore saranno i suoi occhi, ora.
-...posso ordinargli tutto quello che voglio senza che ne conservi il
ricordo, come se...-.
-...come se fosse il tuo Cavaliere- concludo, stringendo i denti per
resistere al dolore delle dita di mio fratello che mi scavano la carne.
Edea annuisce:
-Esattamente. Al contrario, se lo applico minimamente...-.
Immediatamente la stretta di Seifer si allenta e le sue dita sono solo
leggermente rigide sulle mie braccia, senza più farmi male.
-...lui sarà sempre sotto il mio comando, ma un po'
più consapevole di se stesso e di chi gli sta intorno-.
Questa deve essere stata la forma di controllo "quiescente" che la
Strega ha mantenuto su mio fratello fino a stamattina, intervallato
dall'ordine secco e perentorio di raggiungerla a Dollet, per poi
ritirarsi nuovamente quando Seifer è stato imprigionato,
giusto per non rischiare di essere scoperta, ed essere rafforzato da
comandi precisi (come quello di togliermi Leviathan per non farmi
morire o lasciarmi in balia dei SeeD, usandomi come diversivo per
liberare la spia indisturbato); sicuramente non è quella con
cui lei sta guidando mio fratello adesso.
-Ma non hai la minima intenzione di permetterlo, non è
vero?- sibilo, incattivita dal fatto di non esserci arrivata prima. In
risposta la stretta di Seifer torna a stritolarmi le braccia e la
Strega sorride:
-Non posso permettermelo,
il che è diverso. Le rare volte in cui l'ho fatto
è stato perché il controllo funzionava a distanza
e non potevo esercitarlo in modo continuo, anche perché era
molto più faticoso - Edea inarca le sopracciglia, l'aria
improvvisamente annoiata nell'atto di spiegare una cosa che lei
chiaramente ritiene ovvia, pur beandosi di sventolarmi in faccia il suo
trionfo - Inoltre era solo uno spreco di energie: qualunque
informazione mi sarebbe giunta attraverso gli occhi di tuo fratello,
come ad esempio è avvenuto per il tuo svenimento - qui batte
pigramente le palpebre, dedicandomi uno sguardo eloquente da cui mi
districo scuotendo ferocemente la testa, facendola sospirare rassegnata
- Quando siete arrivati a Timber e poi a Dollet il mio controllo ha
cominciato gradualmente a rafforzarsi, per poi saldarsi al vostro
arrivo qui, anche se non ancora in via definitiva. Solo quando Seifer
sarà diventato mio Cavaliere...-.
-...non avrai più bisogno di sforzarti tanto- completo in un
ringhio fra i denti, senza curarmi della sua irritazione per le
continue interruzioni. Edea annuisce nuovamente:
-Esatto e questo avverrà molto presto, vedrai. Prima
però dobbiamo andare a Timber e voi mi avete fatto perdere
troppo tempo con i vostri capricci: o vi decidete a seguirci o vi
costringo con la forza. Non obbligatemi a questo - e qui il viso della
donna si contrae in una smorfia teatralmente compassionevole -
Perché non sarebbe carino-.
-Ah, proprio - borbotto, subito riportata all'ordine da una violenta
scrollata da parte di Seifer - E poi sarei io a fare i capric...-.
-Mi hai sentito, Atra? Venite o...venite?-.
Il tono della Strega diventa allusivo alla seconda alternativa ed
è evidente che questa volta non tollererà
un'altra delle mie solite repliche.
Lo sguardo di Zell cerca subito il mio, di nuovo terrorizzato e
indeciso.
Io invece sono completamente sicura di ciò che voglio,
perché è ciò che è giusto
fare.
Se c'è una possibilità di salvare mio fratello
prima che diventi Cavaliere, allora andrò fino in fondo,
anche se probabilmente dovrò battermi con lui e sicuramente
dovrò soffrire ancora...ma la vita degli eroi non
è mai stata rose e fiori, giusto?
Devo solo tenere presente che nulla di ciò che mi
dirà o mi farà corrisponde a ciò che
mi direbbe o mi farebbe se ne fosse pienamente consapevole; non
sarà facile, ma non mi tirerò indietro per
questo: ho solo lui e non permetterò che gli sia fatto del
male.
Era questa la mia promessa a Seifer e ora sono pronta a tutto pur di
rinnovarla...anche se non so ancora come.
Anche se non so ancora se
ce la farò.
Rieccomi a
rovinarvi anche questo weekend con uno dei miei papironi, non siete
contenti?
Da quanti capitoli siamo sulla torre di Dollet, cielo cielissimo?! Dai
che fra poco cambiamo scenario, la situazione si sta evolvendo!
Intanto in questo capitolo ho cercato di spiegare come funziona il
controllo mentale su Seifer: dipende dalla distanza, sostanzialmente.
Questo comporta per la Strega un grande sforzo, ecco perché
per lei è comodo che Seifer sia lì.
Ci sarà qualcuno che si chiederà
perché Atra &Co. non siano fuggiti non appena la
Strega è stata indebolita. Volevo scriverlo anche io, ma a
che pro? Non appena la Strega si sarebbe ripresa, avrebbe richiamato
Seifer e li avrebbe riportati indietro tutti quanti. Atra lo sa bene e
usa questi secondi per informarsi su come potrà liberare suo
fratello.
Ora c'è solo da vedere cosa si inventerà e cosa
succederà, ora che Deling è stato rapito e la
conferenza di Timber sembra saltata...uhm, parliamo della Strega, non
darei tutto per perduto.
Auguro un buon weekend a tutti e ringrazio di cuore chi mi legge, chi
segue da sempre la storia, chi l'ha appena scoperta e chi la
scoprirà: spero vi stia piacendo!
Ciaaaaaaao e al prossimo capitolo!
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