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Autore: Atra    12/11/2016    3 recensioni
Vi siete mai chiesti come sarebbe andata la storia di Final Fantasy VIII se Seifer avesse avuto una sorella?
Beh, io sì e questo è il risultato:
Il sangue è un vincolo.
E dai vincoli non ci si può liberare.
E non si può nemmeno scegliere senza farsi male.
O senza subire perdite.
Cosa scelsi io? Perché scelsi?
Quando avrei potuto cambiare qualcosa, feci tutto ciò che era in mio potere?
Il sangue è un vincolo.
Lo rimane anche quando è versato.
Potrai perdonarmi adesso, Seifer?

Buona lettura e spero che vi piaccia!
Genere: Azione, Comico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Seifer Almasy, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Legami'
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Una scarica tremenda di dolore allo stato puro mi irrigidisce a metà strada e il passo successivo non è sorretto dalla mia gamba, che cede trascinandomi a terra.
Prima di sentire la presa sul coltello allentarsi, stringo i denti e lo scaglio con tutte le mie forze contro la figura fredda e statuaria davanti a me, poi il pavimento metallico accoglie il mio corpo con un vibrare echeggiante.
Vedo Edea scomparire per una frazione di secondo, un battito di ciglia, il tempo impiegato dal mio pugnale ad attraversare il punto in cui si sarebbe dovuta trovare la sua testa, per poi ricomparire e allungare semplicemente la mano ad afferrarne l'elsa, mentre esso è ancora in volo. Uno dei suoi rari sorrisi le incurva leggermente le labbra, l'angolo della bocca che si solleva a increspare la pelle sottile della guancia.
La fossetta si distende quasi subito e il gelo scende su tutti noi, scaraventandomi pesantemente addosso l'agghiacciante consapevolezza delle conseguenze della mia solita avventatezza.
-Atra - la sua voce echeggia mille volte, le lettere che si confondono e si inseguono dentro e fuori dalla mia testa, ormai completamente in fiamme - stolta, avventata, insolente, disgustosa umana-.
Deglutisco la bile che mi sta risalendo dallo stomaco al suono raccapricciante delle sue parole veramente disgustate.
-Toccala una sola volta, Strega, e...-.
Registro automaticamente le parole di Zell e le dimentico nello stesso istante in cui la risata soffocata di Edea le spezza. Nessun sorriso sul suo volto, solo disprezzo, repulsione addirittura.
-Non ho detto che non posso uccidervi? Insomma Seifer, se uccidessi tua sorella davanti ai tuoi occhi...come reagiresti?-.
Un singhiozzo roco mi sfugge dalla gola quando mi accorgo di dove vuole andare a parare. Dopotutto ha solo detto che ci avrebbe fatto soffrire, ma non ha specificato se la sofferenza sarebbe stata fisica o...
-Per aver tentato di ucciderti, dovrei ammazzarla io stesso-.
L'ha detto davvero? Era la voce di mio fratello, quella?
Mi puntello sulle mani e lotto contro il controllo mentale che mi costringe a rimanere schiacciata a terra: Seifer ha recuperato il suo Hyperion in poche falcate e lo sta puntando dritto verso di me, un dito posato sul grilletto e gli occhi fissi in quelli di Edea, oro contro oro.
-Devo provvedere, mia Strega?-.
Sì, questa volta ho visto davvero muoversi le sue labbra: è lui a parlare.
Sono parole vuote, tranquille, docili e fluide come la corrente di un fiume, così spontanee da non lasciare altro spazio che per la resa.
Sono proprio queste le parole di mio fratello, così tremendamente presenti che non riesco a riconoscerle, nonostante la loro voce sia la stessa da diciassette anni.
Ma forse, dopotutto, questo non conta più niente.
-BASTARDO!-.
L'urlo di Zell mi riporta alla realtà nello stesso momento in cui lo vedo avventarsi contro la schiena di Seifer, il quale compie una veloce piroetta e trascina la lama davanti al viso per parare un pugno con il piatto.
L'istinto di sopravvivenza ha la meglio sullo shock che mi ha paralizzata al suolo: mi rialzo velocemente e non esito a scagliarmi contro la Strega per sorprenderla.
Il dolore torna a infilarsi in ogni fessura della mia testa, pulsante e vivo come un essere famelico, ma in qualche modo riesco a spingerlo in un angolo della mia mente e sento l'adrenalina fare il resto, ottenebrando i miei sensi e affidando tutta me stessa ai miei muscoli.
Edea spalanca gli occhi nello stesso momento in cui la mia stretta ferrea si chiude attorno al suo polso, nella cui mano si trova ancora il mio pugnale.
Le mie dita cominciano a stringere come mai ho fatto prima, mentre dietro di me le urla di Zell e mio fratello sono raccapriccianti, insieme ai colpi violenti delle borchie contro il metallo del Gunblade.
Se Zell arriverà ad uccidere Seifer, non glielo perdonerò mai.
Ma a quanti passi sono dal punto di non ritorno, quello in cui dovrò decidere tempestivamente se eliminare mio fratello o farmi ammazzare da lui?
E in tal caso cosa farei? Uccidere Seifer sarebbe così facile, anche se dovesse puntarmi contro l'Hyperion come ha fatto prima?
Cosa lo separa dall'essere Cavaliere? Forse il fatto che non chiederà più il permesso a Edea, la prossima volta?
I miei denti affondano nella carne delle labbra quando una nuova stilettata di dolore penetra nel mio cervello, facendomi pulsare la zona subito retrostante gli occhi. Il gelo comincia a intorpidirmi le ossa e i muscoli, ma di riflesso concentro tutta me stessa nella stretta attorno al polso della Strega e aumento la forza che sto esercitando, in contemporanea alla crescita vertiginosa del potere di Edea su di me e delle urla dietro di noi.
E se invece Seifer uccide Zell, cosa farà dopo? Attaccherà me? E io come ho intenzione di reagire? Continuando a cadere e comportarmi come una povera ragazza spaurita e persa senza la presenza del fratellone?
Non ero io quella che voleva dar prova di essere indipendente?
Non sono io quella che combatte fino alla morte, dura come il ghiaccio e la pietra, pronta a trovare una possibilità, anche a costo di inventarla a colpi di volontà?
Le mie dita trovano in questo momento il mio pugnale e lo strappano trionfanti dalla mano di Edea, mentre lei è troppo concentrata a fare breccia nel muro che ho innalzato nella mia mente.
-Tu non puoi uccidere me, ma io posso uccidere te, bastarda- ringhio, rinsaldando la presa sul coltello e calandolo velocemente sul suo petto.
Il lampo di un sorriso a pieni denti mi abbaglia improvvisamente, spiazzandomi; ma è troppo tardi, come al solito.
Nel momento in cui la punta del mio pugnale incontra la pelle di marmo di Edea, mille scintille sprizzano dal suo petto avvolgendomi la mano, il braccio e l'intero corpo.
La mia pelle sfrigola e il dolore esplode tutto insieme da ogni parte, dentro e fuori, facendomi desiderare di ridurmi in briciole, di disintegrarmi, di implodere, piuttosto che sopportarlo un altro secondo di più.
Mentre mi sento scagliata lontano, il corpo completamente paralizzato che impatta duramente sul pavimento, e un velo nero cala sui miei occhi spalancati, mi rendo conto di due cose nel medesimo istante.
La prima è il motivo per cui mi sento così inutile e diversa da me stessa: è perché tutto questo va oltre le mie possibilità, perché io sono umana mentre questa donna è una Strega e per questo superiore alle mie capacità.
La seconda cosa di cui mi accorgo, seppur mezza stordita, è che il duello alle nostre spalle si è fermato.
-Atra!-.
-Stalle lontano, cane!-.
-Gallinaccio, levati dai piedi!-.
Ma cosa...
Un paio di braccia mi sollevano da sotto le spalle e la mia schiena incontra qualcosa di solido.
Una mano guantata mi sfiora la fronte e scivola fino alla mia mascella, lasciandomi un'umida striscia di sangue.
Un odore familiare mi investe, insieme alla spossante sensazione di nostalgia e sollievo.
Lentamente recupero una visuale nitida di ciò che mi sta attorno e riesco a vedere la Strega piegata su se stessa respirare convulsamente, la pelle ancora percorsa da alcune scariche elettriche dorate.
Uhm, qui mi sa che qualcuno ha esagerato.
Il mento di Seifer si appoggia sulla mia fronte e io trasalisco con uno spasmo violento, a dire il vero più per la sorpresa che per altro.
-Atra, non avere paura di me-.
-COME PUO' NON AVERNE? - sento Zell urlare a pieni polmoni - LE HAI ROTTO UNA MANO ED ERI A UN PASSO DALL'UCCIDERLA! SEI UNO STRONZO BASTARDO, DEVI LEVARLE LE MANI DI DOSSO, FIGLIO DI PUT...-.
-Se insulti mia madre insulti anche la sua, razza di imbecille- ringhia mio fratello rivolgendo il viso verso Zell, che comincia a borbottare imprecazioni e a far scrocchiare le nocche. Quindi le labbra di Seifer mi sfiorano l'orecchio:
-L'ho fatto davvero, Atra? Io non...-.
-Vuoi dirmi che non te lo ricordi?- scatto immediatamente liberandomi della sua presa e ruotando il busto per guardarlo alla stessa altezza, mentre le fratture alla schiena e alla spalla tornano a mandarmi acute scariche di dolore, da cui cerco di distrarmi studiandolo: lui è piegato sulle gambe, la mano che stringe l'Hyperion appoggiata a terra e l'altra sollevata a mezz'aria. Levo la mia, ormai deformata, ben in vista e a quel punto gli occhi di Seifer si spalancano totalmente. Sono i suoi occhi di ghiaccio, ma la ferita improvvisa che si è aperta dentro di essi mi è totalmente nuova...anzi, vecchia.
Ecco, questo è mio fratello.
-Non posso essere stato io...-.
-I tuoi occhi, Seifer. Prima erano dorati e ora sono quasi del loro solito colore- interviene sorpreso Zell, lanciandomi un'occhiata e contemporaneamente tastandosi un taglio al braccio.
-Ora sai che non erano solo riflessi quelli che vedevo- mi limito ad aggiungere, con una prudenza più istintiva che voluta.
-Io non so nemmeno cosa ci facciamo qui!- protesta mio fratello, un largo e nervoso gesto della mano a sottolineare le sue parole.
-Ma se ci hai trascinato tu a Dollet! Per caso sei rimbecill...-.
-Zell, stai zitto o ti butto giù dalla torre- lo minaccio freddamente voltandomi poi a sorvegliare la Strega, che sta ancora tentando di riprendersi.
Possibile che mio fratello non si ricordi nulla di ciò che è successo? Il controllo della Strega è stato così totalizzante?
-Seifer - riprendo, cercando di essere più veloce e chiara possibile - quando il tuo sguardo era dorato tu non eri in te, è questo che vuoi dire? Ti ricordi di... - esito un attimo per raccogliere i ricordi in una mente che non ne vuole più sapere di lavorare - ...di quando stavi per aggredire Squall a Timber?-.
Seifer solleva le sopracciglia e si gratta imbarazzato la testa:
-Accidenti, questo dovrei ricordarmelo, ma niente... - borbotta, prima di illuminarsi, un sorriso appena abbozzato - ...almeno l'ho picchiato a dovere?-.
-Taci imbecille, non c'è niente da ridere - lo apostrofo, prima di rammentare altri due episodi-chiave legati al colore dei suoi occhi - Però ti ricordi di ciò che è successo nell'ascensore del Garden! E anche di quando mi hai lasciata sola contro i SeeD...te lo ricordi, ve...-.
-L'HAI LASCIATA SOLA CONTRO...-.
-GALLINACCIO, VUOI PIANTARLA DI STRILLARE?!- esplodo, cominciando a cogliere con terrore i primi movimenti di Edea.
Maledizione, dobbiamo inventarci qualcosa alla svelta se vogliamo uscirne vivi. Fuggire non servirà a niente finché non troverò un modo per portare dalla nostra parte mio fratello: le pagliuzze dorate ancora presenti nei suoi occhi sono un chiaro suggerimento che la Strega non ha intenzione di lasciarlo andare.
Nel frattempo Seifer sospira:
-Sì, quelli me li ricordo. Nel primo caso mi ricordo di aver agito totalmente in buona fede, ma credo mosso da qualcun altro. Nel secondo mi è stato impartito un ordine, ne sono sicuro-.
A questo punto mi basta fare due più due per tornare a fissare Seifer e dare la risposta al nostro problema:
-Certo: ti ricordi che mi hai detto di sentirti strano, come se dovessi ricordarti qualcosa che continuava a sfuggirti? - gli domando, proseguendo a un suo cenno affermativo - Ti sentivi così perché era rimasta in te l'inconsapevolezza delle tue stesse azioni: probabilmente nel primo caso è stata Edea suggerirti di levarmi il G.F., mentre nel secondo ti ha ordinato di trovare un modo per liberare la spia - ragiono, annuendo poi più convinta - Inoltre, ha ammesso lei stessa di averti sotto il suo controllo da ieri, ma sembra non essere totale: va e viene, come se per mantenerlo servisse...-.
-...è ovvio che mi serve energia, Atra-.
Io e mio fratello scattiamo in piedi e ci voltiamo verso Edea, che è tornata nel pieno delle sue forze, come mi testimonia la tremenda pugnalata mentale che non tarda a inviarmi. Le braccia di Seifer mi sostengono quando barcollo all'indietro e la Strega solleva le sopracciglia indispettita prima di continuare il suo discorso:
-L'energia di cui mi hai costretto a privarmi per allontanarti- precisa subito, affondando la sua presa nella mia mente e strappandomi un gemito.
-Il fatto è che dipende tutto dall'intensità con cui esercito il controllo mentale sul tuo fratellone - continua poi a spiegarmi tranquillamente e quasi dolcemente, agitando un artiglio in aria - Vedi, se lo intensifico...-.
In questo momento la stretta di Seifer si rafforza, diventando certamente non più protettiva, e non mi serve voltarmi per capire di che colore saranno i suoi occhi, ora.
-...posso ordinargli tutto quello che voglio senza che ne conservi il ricordo, come se...-.
-...come se fosse il tuo Cavaliere- concludo, stringendo i denti per resistere al dolore delle dita di mio fratello che mi scavano la carne.
Edea annuisce:
-Esattamente. Al contrario, se lo applico minimamente...-.
Immediatamente la stretta di Seifer si allenta e le sue dita sono solo leggermente rigide sulle mie braccia, senza più farmi male.
-...lui sarà sempre sotto il mio comando, ma un po' più consapevole di se stesso e di chi gli sta intorno-.
Questa deve essere stata la forma di controllo "quiescente" che la Strega ha mantenuto su mio fratello fino a stamattina, intervallato dall'ordine secco e perentorio di raggiungerla a Dollet, per poi ritirarsi nuovamente quando Seifer è stato imprigionato, giusto per non rischiare di essere scoperta, ed essere rafforzato da comandi precisi (come quello di togliermi Leviathan per non farmi morire o lasciarmi in balia dei SeeD, usandomi come diversivo per liberare la spia indisturbato); sicuramente non è quella con cui lei sta guidando mio fratello adesso.
-Ma non hai la minima intenzione di permetterlo, non è vero?- sibilo, incattivita dal fatto di non esserci arrivata prima. In risposta la stretta di Seifer torna a stritolarmi le braccia e la Strega sorride:
-Non posso permettermelo, il che è diverso. Le rare volte in cui l'ho fatto è stato perché il controllo funzionava a distanza e non potevo esercitarlo in modo continuo, anche perché era molto più faticoso - Edea inarca le sopracciglia, l'aria improvvisamente annoiata nell'atto di spiegare una cosa che lei chiaramente ritiene ovvia, pur beandosi di sventolarmi in faccia il suo trionfo - Inoltre era solo uno spreco di energie: qualunque informazione mi sarebbe giunta attraverso gli occhi di tuo fratello, come ad esempio è avvenuto per il tuo svenimento - qui batte pigramente le palpebre, dedicandomi uno sguardo eloquente da cui mi districo scuotendo ferocemente la testa, facendola sospirare rassegnata - Quando siete arrivati a Timber e poi a Dollet il mio controllo ha cominciato gradualmente a rafforzarsi, per poi saldarsi al vostro arrivo qui, anche se non ancora in via definitiva. Solo quando Seifer sarà diventato mio Cavaliere...-.
-...non avrai più bisogno di sforzarti tanto- completo in un ringhio fra i denti, senza curarmi della sua irritazione per le continue interruzioni. Edea annuisce nuovamente:
-Esatto e questo avverrà molto presto, vedrai. Prima però dobbiamo andare a Timber e voi mi avete fatto perdere troppo tempo con i vostri capricci: o vi decidete a seguirci o vi costringo con la forza. Non obbligatemi a questo - e qui il viso della donna si contrae in una smorfia teatralmente compassionevole - Perché non sarebbe carino-.
-Ah, proprio - borbotto, subito riportata all'ordine da una violenta scrollata da parte di Seifer - E poi sarei io a fare i capric...-.
-Mi hai sentito, Atra? Venite o...venite?-. Il tono della Strega diventa allusivo alla seconda alternativa ed è evidente che questa volta non tollererà un'altra delle mie solite repliche.
Lo sguardo di Zell cerca subito il mio, di nuovo terrorizzato e indeciso.
Io invece sono completamente sicura di ciò che voglio, perché è ciò che è giusto fare.
Se c'è una possibilità di salvare mio fratello prima che diventi Cavaliere, allora andrò fino in fondo, anche se probabilmente dovrò battermi con lui e sicuramente dovrò soffrire ancora...ma la vita degli eroi non è mai stata rose e fiori, giusto?
Devo solo tenere presente che nulla di ciò che mi dirà o mi farà corrisponde a ciò che mi direbbe o mi farebbe se ne fosse pienamente consapevole; non sarà facile, ma non mi tirerò indietro per questo: ho solo lui e non permetterò che gli sia fatto del male.
Era questa la mia promessa a Seifer e ora sono pronta a tutto pur di rinnovarla...anche se non so ancora come.
Anche se non so ancora se ce la farò.



Rieccomi a rovinarvi anche questo weekend con uno dei miei papironi, non siete contenti?

Da quanti capitoli siamo sulla torre di Dollet, cielo cielissimo?! Dai che fra poco cambiamo scenario, la situazione si sta evolvendo!
Intanto in questo capitolo ho cercato di spiegare come funziona il controllo mentale su Seifer: dipende dalla distanza, sostanzialmente. Questo comporta per la Strega un grande sforzo, ecco perché per lei è comodo che Seifer sia lì.
Ci sarà qualcuno che si chiederà perché Atra &Co. non siano fuggiti non appena la Strega è stata indebolita. Volevo scriverlo anche io, ma a che pro? Non appena la Strega si sarebbe ripresa, avrebbe richiamato Seifer e li avrebbe riportati indietro tutti quanti. Atra lo sa bene e usa questi secondi per informarsi su come potrà liberare suo fratello.
Ora c'è solo da vedere cosa si inventerà e cosa succederà, ora che Deling è stato rapito e la conferenza di Timber sembra saltata...uhm, parliamo della Strega, non darei tutto per perduto.

Auguro un buon weekend a tutti e ringrazio di cuore chi mi legge, chi segue da sempre la storia, chi l'ha appena scoperta e chi la scoprirà: spero vi stia piacendo!
Ciaaaaaaao e al prossimo capitolo!

   
 
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