Due
anni erano passati dalla morte di Aegon e la sua vedova si trovava in
giardino, intenta a fissare i gemelli che giocavano sull'erba. Ancora
non era riuscita a capire come mai, pur avendo entrambi due begli
occhi viola, assomigliassero a Oberyn ed entrambi possedessero una
voglia identica alla sua sulla spalla destra. Non ricordava che Aegon
avesse mai avuto una voglia del genere.
Rhaegar,
nell'ultimo periodo, aveva preso l’importante decisione di
educare
personalmente Aegon e Rhaear, i suoi figli più grandi.
Temeva i
risultati di quell'educazione, dato com'erano fatti i Targaryen. Il
popolo si era accorto che la follia tipica di quella casata pareva
aver colpito pure il loro re, tuttavia era ben lontano dall'essere
spietato e pazzo come suo padre Aerys, fortunatamente.
Sebbene
tutti detestassero Lyanna, avevano compreso che si stava comportando
in maniera folle contro la donna che aveva sempre dichiarato di
amare. In seguito il sovrano si era avvicinato molto alla bella nuora
vedova, tanto da proteggerla quando la donna uccise la zia Cersei. La
Lannister, infatti, era impazzita dopo la morte del terzogenito
Tommen e tentò in seguito di uccidere il terzo figlio della
nipote,
Jaime.
La
Lannister aveva ritenuto nella sua mente malata, che siccome Anna, a
suo parere, non aveva sofferto troppo per la morte di Tommen doveva
anche lei patire la sofferenza di perdere un figlio. Anna aveva
pugnalato la bionda con lo stesso pugnale con cui intendeva uccidere
il bambino. Cersei era morta quasi subito dopo, dissanguata e
sconvolta.
Con
le sue ultime forze graffiò la mano destra della ragazza.
Poiché
non godeva della forza necessaria per spostare il corpo e riportarlo
nella camera della lady, chiese aiuto a Rhaegar, certa che lui
l’avrebbe aiutata nell'impresa. Grazie al cielo il piccolo
aveva
dormito tutto il tempo, grazie alla pozione soporifera che la zia gli
aveva rifilato nel suo calice la sera precedente.
Ufficialmente
era sconosciuto chi e per quale motivo avesse ucciso Cersei. La corte
rimase sconvolta da quell'omicidio senza colpevole, verificatosi tra
le mura del palazzo. Le persone erano spaventate, temendo che,
poiché
l’assassino non era stato scoperto e arrestato, avrebbe
colpito
nuovamente ponendo fine alla vita di qualcun altro.
Un
mese dopo la morte della gemella, Jaime trovò il coraggio di
rivelare alla figlia la verità sul suo rapporto con la
sorella,
lasciando la fanciulla sconvolta. C’era voluto del tempo per
riprendersi da quella notizia scioccante e poterlo di nuovo guardare
in faccia. Ancora adesso non riusciva a crederci, seppure
l’aspetto
dei suoi cugini - anzi fratellastri - avrebbe dovuto metterla in
allarme in fondo.
Anna
stava osservando i figli quando sentì un rumore di passi
dirigersi
verso di lei e si voltò. Jon camminava nella sua direzione
con fare
scocciato e lei temeva di conoscerne il motivo. Tirò un
sospiro e si
sistemò meglio sulla panchina, cercando di prepararsi
mentalmente
per quando avrebbe dovuto affrontarlo, ovvero dopo pochi secondi a
giudicare dalla velocità con cui si stava dirigendo verso di
lei.
Non
poteva dargli torto e comprendeva il suo stato d’animo.
«
Buongiorno, principe Jon. » lo salutò gentilmente,
sperando che
questo potesse servire a qualcosa.
«
Ditemi che è uno scherzo. » strillò in
preda all'agitazione.
«
No, io e vostro padre ci sposeremo a breve. Naturalmente voi e lady
Sansa, insieme ai vostri figli, siete invitati. »
affermò.
«
Volete davvero sposarlo? » non aveva molto scelta in
proposito,
purtroppo.
«
Certo, altrimenti perché avrei accettato? »
osservo
tranquillamente. Sperava che credesse alle sue parole e non capisse
che stava mentendo.
«
So che due mesi fa circa è arrivata una proposta di
matrimonio dal
principe Oberyn Martell. » potete immaginare la faccia del
principe
dopo che otto figlie femmine aveva avuto due figli, che in
realtà
non poteva riconoscere neppure volendo. Se avesse riconosciuto i
figli di Anna avrebbe provocato un grande scandalo, e lo sapeva
bene.
Non
che nel caso delle figlie non lo fosse stato, tuttavia non era
proprio la stessa cosa.
«
Sì, però non intendo accettarla. »
rispose.
«
Pensavo che gli foste molto affezionata. »
commentò.
«
È così infatti, tuttavia proprio per questo non
posso sposarlo. »
in parte era vero: lo considerava troppo un caro amico per potersi
sposare con lui, sebbene ci avesse fatto due figli. Sapeva che era
incoerente il suo ragionamento, eppure era così che la
pensava.
«
Non potete neppure sposare mio padre! » su questo aveva
perfettamente ragione, però non aveva altra scelta dato che
se non
lo sposava il sovrano avrebbe raccontato la verità sulla
morte di
sua zia e su suo figlio Rhaegar. Come madre era suo compito
proteggerlo meglio che poteva, insieme agli altri suoi figli. Nei
giorni seguenti fu molto occupata con i preparativi per le nozze,
mentre Jon tentava in tutti i modi di rendere la vita impossibile a
lei e al padre.
Non
approvava per nulla quel matrimonio e non faceva proprio nulla per
nasconderlo, però non ci poteva fare nulla in proposito.
Avrebbe
dovuto accettarlo come tutti. La futura sposa non capiva se si
comportava in quel modo per via della maniera in cui era stata
trattata sua madre, o perché in fondo era ancora innamorato
di
lei.
Forse
le motivazioni erano entrambe valide. Meno ci pensava, meglio credeva
fosse per tutti. Mancavano tre settimane al suo matrimonio e ancora
non aveva finito con i preparativi; c’erano ancora delle cose
da
sistemare e da organizzare. Ad esempio doveva ancora decidere il
menù
del banchetto che si sarebbe tenuto dopo il matrimonio.
Oltre
a quello, bisognava ancora finire di organizzare il torneo in seguito
al banchetto. Ancora non era stato deciso quali sarebbero stati i
premi per l’eventuale vincitore. Per questo aveva
già una mezza
idea: un premio in denaro di circa diecimila monete per chi avrebbe
vinto il torneo. Si sarebbe tenuta anche una gara di tiro con
l’arco
e girava voce che Arya Stark sarebbe venuta per partecipare, ma erano
solo dicerie e quindi potevano benissimo essere false.
Nel
caso si fossero rivelate vere aveva - secondo le persone che la
conoscevano di più - buone probabilità di
riuscire a vincere. Il
giorno delle nozze venne svegliata da una delle sue dame di
compagnia. Si drizzò in piedi e si diresse verso il suo
bagno.
Entrata dentro si avvicinò alla vasca di marmo bianco e si
immerse
all'interno dell’acqua trasparente, evidentemente dovevano
averla
riempita con acqua calda in precedenza intuendo che avrebbe voluto
fare un bagno.
Quello
che voleva in realtà era solo che quella giornata passasse
in
fretta, come molti anni prima del resto. Era destinata a sposarsi per
la seconda volta e di nuovo non per amore, ma costretta. Si stavano
ripetendo le stesse situazioni che si erano già verificate
tempo
prima. Non avrebbe più voluto uscire da quell'acqua
così calda e
accogliente, però non aveva molta scelta in proposito.
Indossò
un vestito da sposa non molto diverso dal primo: color bianco, con
dei leoni disegnati per tutto il vestito. Bisognava ammettere che le
stava molto bene e lo adorava. Le sembrava di essere bellissima, come
non mai. Almeno c’era un lato positivo in quella giornata.
Dopo
aver finito di vestirsi, le sistemarono sulle spalle un mantello
color cremisi, con sopra dei leoni dorati.
Questi
non erano tanto diversi da quelli ricamati sul suo abito. Solo per
un’ora sarebbe tornata a essere una Lannister. Volevano che
si
sposasse con un mantello che portasse lo stemma della sua famiglia,
seppure da anni era una Targaryen. Probabilmente lo sarebbe stata
fino alla fine dei suoi giorni e non poteva farci molto in proposito,
solo accettare il fatto e andare avanti.
Il
matrimonio si sarebbe tenuto nel Grande Settembre di Baelor, nello
stesso posto dove circa un anno prima era stata giudicata e ritenuta
colpevole di adulterio la povera Lyanna Stark. Preferiva pensarci il
meno possibile, siccome le faceva male pensarci, ma purtroppo non
riusciva a non farlo del tutto. I suoi ricordi e i rimorsi la
perseguitavano di continuo, come del resto avevano anche fatto nel
caso della metà lupa.
Quando
entrò dentro al tempio, tutti i presenti si voltarono nella
sua
direzione e avanzò cercando di fingersi il più
tranquilla
possibile. L’altra volta non si era sposata davanti a tutta
quella
gente, ma avrebbe presto recuperato. La cerimonia non fu tanto
diversa dall'altra, solo che questa volta sulla sua testa venne
adagiata una corona, appartenuta fino a qualche tempo prima a
Lyanna.
Difficilmente
anche Elia l’aveva indossata, in quanto era della regina. Il
banchetto che ne seguì fu uno dei migliori a cui avesse
partecipato
e riuscì a divertirsi molto anche nell'assistere al torneo.
La
giornata trascorse più velocemente di quanto avesse
originalmente
previsto e ben presto la sera scese sugli edifici di Approdo del Re e
sulle alte mura del castello reale.
La
sua prima notte di nozze avrebbe preferito non arrivasse mai,
però
il tempo era passato senza che lei potesse fare qualcosa per
impedirlo. Una volta che furono entrati in camera, Rhaegar si
avvicinò a un tavolino rotondo accanto al muro e prese due
calici
dorati, per poi porgergliene uno. Lo prese in mano, dopo un attimo di
esitazione, e lo osservò mentre ci versava all'interno del
vino
rosso.
«
Vi odio. » ammise con tono acido.
«
Oh, imparerete ad amarmi, regina Anna. » doveva essere la
regina di
Aegon al massimo, non certo sua.
«
Un giorno me la pagherete. » minacciò. Il biondo
non si scompose e
le accarezzò la guancia destra.
«
Temo che fino a quel momento vi toccherà sopportarmi.
»
puntualizzò. La baciò e lei in tutta risposta gli
morse forte il
labbro, tanto da farlo sanguinare. Il suo volto rimase impassibile e
con il dorso della mano si asciugò il sangue, per poi
tirarle uno
schiaffo. « Sapete cosa si fa agli animali? »
chiese. « Si domano.
Non vi permetterò di mancarmi di rispetto mai
più. »
l’avvertì.
Tre
anni dopo…
Il
giorno che tutti aspettavano era finalmente arrivato. La morte
improvvisa del sovrano per avvelenamento aveva sconvolto tutti i
Sette Regni, sebbene girasse voce che era stata la regina a
ucciderlo. In realtà non c’era alcuna prova contro
di lei, perciò
non era stato individuato nessun colpevole e alla fine si erano tutti
convinti che fosse morto nel sonno per cause naturali.
Del
resto ormai era vecchio, avendo già raggiunto
un’età notevole.
Suo nipote Aegon gli avrebbe succeduto all'età di tredici
anni,
sebbene tra poco ne avrebbe compiuto quattordici e nel giro di tre
mesi circa avrebbe festeggiato il compleanno. Il primo, si sperava,
di tanti come re dei Sette Regni. Quella mattina era intento a finire
di prepararsi ed era decisamente nervoso.
Il
mantello regale che portava sulle sue spalle per poco era
più grande
di lui e toccava il pavimento, svolgendo un po’ il ruolo di
strascico. Sua madre era in piedi dietro di lui, intenta a finire di
pettinargli i capelli, lunghi fino alle spalle. Il suo vestito era di
colore azzurro, con delle sfumature verde acqua. Poco più
che
trentenne, la futura regina madre appariva ancora come una delle
donne più belle dei Sette Regni, almeno secondo le voci.
«
Ho paura. » confessò.
«
La maggior parte dei tuoi antenati penso che avesse avuto paura prima
dell'incoronazione. » commentò allontanando le
mani dai suoi
capelli. Il ragazzo si voltò e la fissò, prima di
abbracciarla.
«
Voi sarete con me, vero? » chiese. La donna sorrise
dolcemente e gli
diede un bacio sul capo.
«
Fino a quando gli dei me lo permetteranno. »
affermò. « Ora devo
andare a controllare i vostri fratelli e vostra sorella. »
alla fine
il suo sogno di avere una figlia si era realizzato con la nascita
della dolce Elia. Per tre giorni aveva riflettuto a lungo sul nome da
dare alla piccola e alla fine decise di darle, oltre al nome della
prima moglie di Rhaegar, anche quelli di Lyanna e sua madre
Rhaella.
Tre
donne che in un modo e nell'altro come lei erano state vittime dei
loro mariti, sebbene il suo destino sembrasse più solare
rispetto a
quello delle altre tre donne. Di una cosa era sicura: mai
più si
sarebbe risposata e se proprio l’avesse fatto stavolta
sarebbe
stato per amore. Il regno di Aegon VI - poiché suo padre non
era
salito al potere - fu uno dei più prosperosi, lunghi e belli
che la
storia avrebbe ricordato.
Fine.
Grazie a tutti quelli
che hanno recensito, o meglio chi ha recensito: Joanna Snow e grazie
alla beta. Mi avete sopportato entrambe e molto.
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