Domesticity
Arc
9.
Housewarming
Killua
si sta versando una tazza di caffè quando arriva Gon. I
capelli sono
spettinati, l'aria ancora addormentata e l'alito pesante di chi si
è
appena svegliato; sembra essere rotolato giù dal letto senza
essersi
fatto neanche una doccia.
“Buongiorno”
farfuglia mentre si strofina un occhio. Si avvicina a Killua ma
quest'ultimo gira il capo per evitare un bacio sulla bocca.
“Hai
chiuso la porta a chiave, vero?” Killua chiede quando le
labbra di
Gon raggiungono invece il suo orecchio “Non voglio che la zia
Mito
veda il casino”
“Certo
che l'ho chiusa” Gon ridacchia e si gratta la nuca
“Non vorrei
mai che vedesse quello”. Improvvisamente
appare abbattuto e
aggiunge “Ma sai...probabilmente dovremo chiederle come
pulire”
Killua
freme a quelle parole ma cerca di non far trapelare un certo
nervosismo “Stupido, non può essere tanto
difficile da pulire...
Probabilmente funzionerà pure lo shampoo”
“Lo
pensi davvero?” il volto di Gon si illumina.
Killua
si prende giusto il tempo di un sorso del suo caffé prima di
rispondere.
“Comunque
ho una bruciatura da tappeto sul ginocchio”
“Oh...” Gon
appare stupito, senza parole, per alcuni secondi e poi si affretta ad
aggiungere un imbarazzato “Scusa?”, ma Killua fa
spallucce e gli
assicura che non è niente di importante perché in
realtà sta
ripesando alle Cose™ che hanno fatto e che gli hanno
provocato
quell'escoriazione. Non gli dispiace affatto, in realtà.
***
La
sua intenzione era di parlarne prima con Gon, in privato, ma poi per
qualche motivo ha sparato tutto a cena quella sera.
“Me
ne vado” annuncia di punto in bianco e il quieto trafficare
per la
cucina cessa immediatamente.
“Killua?”
chiede confusa Mito, “Te ne vai dove?”
Gon
nel frattempo gli rivolge un'occhiata che praticamente gli dice
“E
quando ti saresti degnato di dirmelo?”
“In
un appartamento tutto mio” spiega il ragazzo cercando di non
essere
troppo irruento con le parole. Non è che a lui non piaccia
vivere
qui, perché lui vuole davvero bene a zia Mito
però... “Ho bisogno
del mio spazio”
“Il
tuo spazio?” Gon gli fa eco, colpito nel vivo
“Ma...ma-”
Mito
si avvicina con fare ansioso “Ma perché?”
“Niente
di personale” Killua si affretta a rassicurarli
“È solo che...”
è solo che vorrebbe essere normale per una volta, come tutti
gli
altri ragazzi “Sto crescendo, no?”
“Anche
io se è per questo” ribatte Gon, con aria ferita
come se Killua lo
avesse tradito in qualche modo “E io-”
“Gon.
Dopo, okay?”
“Cosa
ti ha spinto a prendere questa decisione?” chiede Mito di
soppiatto
“Perché così all'improvviso? Non ti
piace più qui?”
“Certo
che mi piace!” cerca di spiegare Killua ma Mito non ne vuole
proprio sapere.
“Allora
puoi stare! Non sei un problema, e non mi fai neanche penare come
Gon”
“Zia
Mito!”
“Grazie”
risponde Killua con un cenno del capo “Ma mi sto
già organizzando.
Non andrò lontano... però... però
vado” si affretta ad
aggiungere alla vista delle loro facce orribili. Dopo aver mollato la
bomba sui due, si alza da tavola scusandosi e sa che la cena non
continuerà in silenzio e che la questione non
sarà certamente
chiusa, perché dopotutto Gon è Gon.
***
Gon
si sente un pochino ferito. O forse non proprio un pochino.
Killua è il suo tutto e lui ne è certo. Ne hanno
passate così
tante insieme che non può non considerarlo il suo tesoro
più
grande, e il fatto che Killua abbia preso una decisione del genere
senza neanche consultarlo... fa male, ecco.
“E
comunque!” borbotta allo specchio del bagno “Quando
sei
sposato-... non saresti tenuto a portare con te la persona con cui
sei sposato quando decidi di trasferirti?”
Alla
fine conclude che Killua sta facendo lo scemo, e quando finisce di
spazzolarsi i denti, si precipita nella sua camera (la loro camera) e
chiude la porta con un tonfo.
“Sì,
Gon?” gli chiede Killua con calma senza muoversi dal letto.
“Tu!”
il ragazzo gli punta un dito accusatore “Tu avevi promesso
che
saresti stato con me per sempre!”
Killua
appare considerare la sua esclamazione per qualche secondo
“Non
capisco come questo mi costringa a starti sempre appiccicato in ogni
momento della giornata”
“Non
essere cattivo!” Gon salta sul letto e il materasso protesta
sotto
quell'improvviso peso “Dimmi perché te ne vuoi
andare”.
Deglutisce sonoramente, sentendosi colpevole, ma poi si rimprovera
perché è sicuro di non aver fatto niente di cui
sentirsi colpevoli.
“È che...cioè... ho fatto qualcosa di
sbagliato?- Ah!” afferra
la mano di Killua “ È a causa della tua bruciatura
da tappeto?
Killua, mi dispiace tantissimo! Non lo faremo mai più sul
pavimento!”
“No,
stupido!” l'altro si scansa e colpisce Gon con un pugno
giocoso
dritto in testa “Tu non hai fatto niente”
“Eh?
Allora... quello è il problema? Che non ho fatto
niente?” domanda
preoccupato facendo gli occhi a cui sa che Killua non sa resistere
“Eh, Killua?”
Il
ragazzo dai capelli argentati sospira.
“Senti
Gon... è che non mi va più di vivere a spese di
zia Mito”
Gon
sembra pensarci qualche secondo prima di realizzare, pochi secondi
dopo, cosa Killua voglia davvero dire.
“Guarda
che non sei un problema” fa eco alle parole della zia,
“Zia Mito
vuole che stiamo qui con lei! Le piace fare il bucato e tagliarci i
capelli e prepararci la cena e-”, fa una breve pausa e
corruccia la
fronte “E comunque stiamo raramente qui con lei, quindi qual
è il
problema?”
Gon
lo guarda speranzoso, Killua invece sembra avere dei conflitti
interni.
“Gon,
la mia famiglia è ricca. Abbiamo un'intera regione per
noi”
L'altro
inclina la testa “Sì...?”
“Non
ho mai fatto niente di normale come vivere per conto mio, in un mio
piccolo spazio personale” Killua spiega con espressione
accigliata
“Voglio solo qualcosa del genere. Trovare un appartamento, un
lavoro e vivere una vita normale”
“Non
hai bisogno di un lavoro, siamo Hunter e-”
“Non
è questo il punto!” Killua incrocia le braccia al
petto e sposta
lo sguardo “Se non capisci, lascia cadere la questione e
fammi fare
quello che voglio”
Le
parole di Killua risuonano amare nella stanza e per l'ennesima volta
Gon, testardo com'è, non si da per vinto, getta infatti le
braccia
attorno all'altro e lo stringe in un forte abbraccio “Io
penso che
questa sia solo una tua fase” afferma con un sorriso
“Ma va bene.
Fai quello che vuoi, l'importante è che non vai troppo
lontano!”
“Tranquillo”
gli promette Killua, non riuscendo a trattenere un sorrisetto quando
Gon lo spinge in posizione prona “Ti ho dello che sarei stato
con
te per sempre, no?”
“E
così sarà!” cinguetta felice Gon,
perché sta già pensando a
quella cosa.
***
L'ultima
cosa al mondo che vuole Mito è che loro crescano,
però allo stesso
tempo è quello che desidera. Vuole che imparano a prepararsi
da soli
la cioccolata calda e le uova fritte, però allo stesso tempo
vuole
mandarli via dalla cucina e vedersela lei con tutti i preparativi.
Vuole che imparano a dividere bene i bianchi dai colorati,
però non
appena li mette a lavoro vorrebbe abbracciare i loro morbidi golfini
e lavarli lei stessa per i suoi bambini. Le piace l'idea di aver
insegnato loro l'igiene e le buone maniere a tavola, eppure le manca
il suo Conto Alla Rovescia per le Pulizie e
schiaffare la mani
di Gon quando non usa la forchetta.
Soprattutto,
le piace far finta di non sapere che fanno sesso al secondo piano
della sua casa. Gon sa di non poter mentirle e così non lo
nasconde
nemmeno.
I
suoi ragazzi stanno crescendo e lei non è sicura di come
debba
prenderla. Le piace sfoltire le acconciature maschili e la lavatrice
piena di boxer... Le piace il caffé bollente che aspetta lei
non
appena entra in cucina.
A
Mito piace essere madre, soprattutto perché non le capita di
esserne
una molto spesso - non più ormai. E la parte più
difficile di
essere madre è stare dietro quando i bambini lasciano il
nido.
***
Killua
passa le successive ventiquattro ore a preparare tutte le sue cose e
raggiunge una cittadina vicino per andare alla ricerca di qualche
appartamento. Non cerca niente di stravagante perché la
metà del
suo tempo conta di passarlo comunque insieme a Gon in giro per il
mondo. Ha semplicemente bisogno di un posticino in cui mangiare,
dormire e lavarsi la biancheria. E magari guardare la tv.
Alla
fine riesce a trovare un appartamentino in un piccolo condominio. Non
è male ma non lo convince neanche del tutto, non riesce
neanche a
chiamarlo 'condominio' perché è stato a casa di
Leorio e Kurapika,
e, cavolo, quello
è un vero condominio!
“Penso
che lo prendo” mormora e vede gli occhi del proprietario
illuninarsi nonappena le sue parole lo raggiungono. Killua gli
assicura che sarebbe tornato il giorno successivo e caccia il
cellulare una volta rimessosi in viaggio verso la casa di Gon.
“Pronto?”
dopo qualche squillo risponde la voce di Leorio.
“Ehi,
vecchio, parlami un po' del mondo degli adulti” Killua
sorride.
"...dovresti
restringere il camp," risponde Leorio dall'altro capo.
"Okay,
allora consigliami a quale pay-tv abbonarmi"
***
Quando Gon torna a casa dopo aver
fatto compere
con la zia Mito, i bagagli di Killua non sono più
nell’angolo della loro camera dove li aveva riposti in
precedenza.
Il ragazzo storce il naso ma non ci bada troppo, non troppo almeno.
Dopotutto ha un piano.
***
“Zia
Mito” esordisce a cena “Che ne pensi se andassi a
vivere per
conto mio?”
Sua
zia si blocca momentaneamente, con la forchetta ancora in mano, come
se stesse combattendo una guerra dentro di sé.
La vede spostare lo sguardo sulla sedia vuota di Killua – non
è
tornato per cena – e finalmente sussurra “Sarei
triste ma
capirei.” dopo una breve pausa continua poi con voce decisa
“Avete
viaggiato e visto tante cose... come potrei aspettarmi di tenervi
legati qui su questa isola oer sempre? La tua carriera di Hunter ti
ha portato lontano, Gon. Ti meriti di meglio di questa casa di
campagna”
“A
me piace questa casa!” insiste il ragazzo
“È casa mia, ma...”
non può mentire alla zia Mito “Sai che ho ancora
tante cose da
fare, cose da vedere. E noi... e noi-” la sua voce va pian
piano
affievolendosi quando giunge alla realizzazione di quello che sta
davvero accadendo.
“...rimarremo
sempre in contatto,
vero?” conclude
lei riscuotendolo dai suoi pensieri e incontrando il suo sguardo.
“Certo!”
conferma lui - come se potesse mai dimenticarla, del resto “E
ovviamente verrei a trovarti!”
È
difficile per lei, glielo si legge in faccia. Per lei non è
stato
facile lasciarlo andare quando aveva dodici anni. Ma la zia Mito
è
una delle persone più forti che conosce e sa che se
è stata bene
allora, lo stesso sarà adesso.
“Allora
torno più tardi”
“Vai
a vedere la casa di Killua?”
Gon
ridacchia e si gratta il capo “Qualcosa del genere”
Prima
di andare, aiuta la zia a lavare i piatti e a mettere tutto a posto.
Durante il cammino, caccia il cellulare dalla tasca del pantalone e
compone il numero che ormai conosce a memoria. Dopo qualchr squillo
si ricorda di aver dimenticato del fuso orario e si dispiace quasi di
sentire la voce assonnata di Kurapika dall’altra parte della
linea.
“Pronto?”
“Lavori
domani?” Gon taglia a corto tutti i convenevoli, optando
invece per
arrivare dritto al sodo.
“...no,
perché?”
“Okay,
bene. Posso parlarti?”
Kurapika
sembra più sveglio adesso “Cosa succede?”
Anche
se Killua spesso lo chiama stupido, Gon in realtà
non lo è
per niente. Sa esattamente
cosa sta facendo.
***
Killua
sta ispezionando il piccolo appartamento per decidere dove mettere le
cose quando sente bussare alla porta, e subito si chiede cosa possa
volere il padrone di casa a quell’ora, perchè
, ovviamente, lui era l’unico a sapere che si era trasferito
qui...
e invece-
“Come
facevi a sapere che ero qui?” chiede immediatamente una volta
aperta la porta.
Gon
inarca un sopracciglio “Killua, hai detto tu stesso che non
saresti
andato lontano e questo è l’unico palazzo in cui
ci sono posti
disponibili. Non ci vuole un genio per capirlo”
Ora
è Killua a fare una faccia scettica ma lo lascia comunque
entrare e
lo invita ad aggirare una pila di roba ammassata vicino la porta.
“E
questo è tutto?” Gon sbatte le palpebre e lo
guarda perplesso
“Dove sono i mobili?”
“Li
ho nascosti”
“Eh?
E come hai- ehi! Cretino” gli diede uno spintone, imbarazzato
perché stava cascando in una delle sue prese in giro.
Killua
si scansa con un ghigno “Scemo sono appena arrivato qua,
è normale
che non ho ancora i mobili”
“E
quando mi avresti detto che ti saresti trasferito?” con uno
scatto
Gon si avvicina pericolosamente a lui e si compiace quando vede che
Killua indietreggia come intimorito.
“Non
arrabbiarti, sarei tornato stanotte. Volevo solo...beh sai, volevo
rendere la casa presentabile per quando saresti venuto a
vederla”.
Fa così strano parlare di cose del genere. Killua, in tutte
le sue
esperienze e in tutti i suoi viaggi, non ha mai fatto una cosa
così
semplice come arredare e rendere accogliente un appartamento vuoto.
“Queste
organizzazioni dovremo farle insieme” lo rimprovera Gon con
severità.
Killua
lo guarda accigliato, quasi sul punto di arrendersi, e Gon sfrutta
quel momento per afferrarlo per i polsi e tirarlo a sé. Non
importa
che non ci sia letto, un futon, un divano, o neanche un tappeto nella
nuova casa di Killua, da un paio di giorni a questa parte le cose
sono state tese tra loro ed è il momento che vengano
sistemate.
***
“E
comunque” annuncia Gon più tardi
“Dovremo trasferirci insieme”
si muove in cerca di una posizione più comoda, anche e la
parete è
tutt'altro che comoda.
Killua
alza il volto dalla spalla di Gon dove si stava dedicando e sospira
“Lo sapevo che l'avresti detto. Per questo non mi sono
allontanato
troppo, così saresti potuto stare con la zia Mito”
“Questo
è? Hai fatto tutto questo per la zia Mito?”
“Non...
non volevo portarti via da lei” ammette Killua con un po' di
difficoltà. Ora è il suo turno di muoversi dalla
sua posizione
distesa tra le gambe di Gon, ma l'altro stringe la presa attorno al
busto del suo ragazzo perché non hanno ancora finito.
“Killua”
mormora Gon “La zia Mito vuole che facciamo quello che
vogliamo,
che viviamo come vogliamo e dove vogliamo” fa una breve pausa
“È
quello che mi ha detto prima che venissi qui da te. Lei non si
rattristerà”
Killua
rimane in silenzio per un po' mentre giocherella con i capelli
appuntiti di Gon. Alla fine, afferma con spirito ritrovato
“Penso
che sarebbe veramente fantastico. Sai, per avere un appartamento
tutto nostro, un lavoro, e fare qualche viaggetto di tanto in
tanto.... e fare tutte le cose insieme come abbiamo sempre
fatto”
Gon
annuisce e si avvicina ancora di più all'altro con un colpo
di
bacino “E possiamo fare anche questo
molto più spesso, senza preoccuparci di essere colti in
flagrante da
zia Mito”
“Scemo”
Killua ridacchia e si appoggia di nuovo sulla spalla di Gon.
I
due rimangono in silenzio per qualche minuto, godendo il piacere
della sola vicinanza dei loro corpi, e poi Gon parla di nuovo,
prendendo Killua alla sprovvista “Penso che dovremo
trasferirci più
lontano”
“Eh?”
Il
ragazzo sorride felice “Hai detto che vuoi vivere una vita
normale,
o comunque quello che ci è concesso dal nostro status di
Hunter, no?
Ma vorresti davvero vivere in campagna, sull'Isola Balena per tutta
la tua vita? Non succede molto da queste parti...”
“Ma
Gon-”
“E
il lavoro qui sarebbe noioso qui, non ci sono molte opzioni per noi
Hunter” Gon fa finta di rifletterci qualche secondo e scuote
il
capo “Hmmm, no. Anche se mi piace andare a trovare la zia
Mito, non
penso che io e te apparteniamo qui”
Killua
lo fissa basito e sa che Gon sta architettando qualcosa “E
allora
dove apparteniamo?”
“Mah...
forse Yorkshin City?” il sorriso di Gon diventa ancora
più ampio
“In un enorme palazzo”
“Gon!
Mi staresti dicendo che dovremo trasferirci con Leorio e
Kurapika?!”
Gon
ride sotto ai baffi alla vista dell'espressione scioccata di Killua
“No, non con loro ma nello stesso palazzo! C'è un
appartamento
libero al piano inferiore al loro” esclama eccitato
“E a quanto
pare ci sono un sacco di lavori disponibili” gli da un bacio
sulla
guancia “E vivono un sacco di ricconi in quella
città, questo
significa che-”
“I
bodyguard sono in voga” conclude l'altro, ricordando cosa
aveva
detto loro Leorio una volta, e sorride “Vuoi che diventi
bodyguard?”
Gon
annuisce “Potresti fare viaggi di lavoro e vedere un sacco di
posti
nuovi... e poi saresti il miglio bodyguard del mondo!” lo
stringe
forte “Kurapika ha detto che avrebbe parlato con il suo capo,
magari di assumerti direttamente o di suggerire il tuo nome a qualche
altro uomo d'affari. E Leorio ha detto che se vogliamo
quell'appartamento vacante loro potrebbero pagare subito la cauzione
per noi per fermarcelo finché non siao pronti per partire.
Sono
degli amici davvero fidati, voglio loro un mondo di bene, ti
piacerebbe come piano? Eh, Killua?”
Killua
considera quella proposta, nel frattempo Gon gli sorride e gli
accarezza i morbidi capelli argentati. Alla fine il ragazzo sorride e
risponde “Siamo ancora giovani, Gon. Qualche anno qui,
qualche anno
la, non importa dove li passiamo, basta che sia divertente è
che
stiamo insieme. E devo ancora firmare il contratto di
locazione”
“Quindi
è un sì?” Gon esulta.
“Chiamiamo
Leorio” Killua ridacchia alla sua espressione e abbraccia
l'altro
“Ma non ora”
***
Non
una lacrima viene versata quando i due salutano la zia Mito, lei vede
la loro partenza come se si stessero imbarcando in una nuova
avventura. Loro sono i suoi bambini, la andranno a trovare spesso e
non saranno mai troppo grandi per gli abbracci. Le va bene
così.
***
Dato che non hanno mobili o molti
bagagli con loro, Gon e Killua sono liberi di correre e fare gare di
velocità su per le scale, fino al piano di Leorio e Kurapika.
“Buongiono,
Ishida-san!” esclama Gon quando
la vicina di casa apre la porta di casa proprio quando i due ragazzi
hanno raggiunto quella degli amici.
“Oh, ciao!” la
donna li saluta “Siete
tornati per una visita?”
“Più o
meno!” risponde Killua, incrociando
le braccia dietro la nuca, senza distogliere lo sguardo da Gon
intento a bussare.
Quando Leorio risponde, Gon gli
salta addosso
gioioso. Killua rotea gli occhi, divertito dall'atteggiamento del suo
ragazzo e saluta la signora prima di entrare in casa e chiudere la
porta.
“Qui ci sono le vostre
chiavi” dopo tutti i
convenevoli, Leorio consegna a ciascuno dei due un portachiavi e
comincia con le spiegazioni “La fattura dei mobili e tutto il
resto
è in cucina, ma vi lascerò sistemarvi prima di
chiedervi i soldi”
ridacchia “Non sono entrato a vedere com'è la
situazione da quando
abbiamo fatto le ordinazioni che avete chiesto. Kurapika è
in una
strana fase di interior designer ultimamente, quindi, nel caso,
preparatevi. Ho dovuto fare del mio meglio per tenerlo lontano da
quelle mura spoglie, ma non posso controllarlo tutto il giorno,
no?”
“Allora andiamo a dare
un'occhiata alla casa
e torniamo qui!” risponde Gon, prendendo la mano di Killua
per
trascinarlo al piano inferiore. “Ci vediamo dopo!”
“Tornate per
cena” ribadisce l'uomo
affacciandosi alla porta “Penso che Kurapika avrà
delle news per
Killua quando torna a casa”
“Okay!”
Killua non può fare a
meno di sorridere mentre
si lascia trascinare da Gon.
***
I
due ragazzi si innamorano a prima vista dell'appartamento. È
molti
simile a quello di Leorio e Kurapika, solo che è un pochino
più
piccolo perché ha una stanza in meno. Però
è comunque spazioso, è
quasi completamente arredato grazie ai loro amici, e si trova nel
cuore di una città enorme e piena di opportunità.
E soprattutto,
quell'appartamento è tutto loro. Possono fare tutto quello
che
vogliono, anche decorarlo (dato che a quanto pare Kurapika non ha
avuto la possibilità di farlo). Girandosi attorno hanno
visto che il
biondo ha lasciato un messaggio, “Per piacere
mettete almeno le
tende”.
Gon è super eccitato per
l'inizio di questo
nuovo capitolo della loro vita.
“Non so cosa
dire” confessa con voce
soffocata dall'emozione.
“Allora non dire
niente” risponde Killua
con un ghigno.
E così, per prima cosa,
inaugurano il loro
nuovo letto.
***
Questo
è il decimo anno dalla prima
pubblicazione di Domesticty Arc, come vola il tempo.
Scommetto che nessuno si
sarebbe più
aspettato un aggiornamento, sempre se è ancora sopravvissuto
qualcuno che seguiva questa storia e se non fosse stato per la mia cara amica Scarlett non credo che l'avrei mai fatto. Negli ultimi anni sono cambiate
un po' di cose, prima di tutto mi sono laureata, ora sto per
laurearmi di nuovo e vivo in Inghilterra, ho cambiato vari fandom, mi
sono fatta conoscere su EFP e poi l'ho abbandonato in cerca di
qualche riconoscimento internazionale su AO3 – a proposito di
questo, dovrei aggiornare anche lì.
Mi dispiace aver lasciato
così questa storia, vi prometto che non lo farò
più, o meglio,
cercherò di essere più decente con gli
aggiornamenti.
So che i capitoli
precedenti sono meno
fluidi, ero ancora inesperta, e anche se vorrei tanto riaggiustarli
non credo che lo farò per mancanza di tempo e voglia so,
bare
with me.
Prima di lasciarvi ringrazio tutti per le vostre recensioni,
per i messaggi privati che mi mandate e per i preferiti, seguite ecc
ecc. Grazie mille <3
Nel prossimo
capitolo
10. Reality
bytes
“Non
ti permetterò di impostare sfondi di pornografia lesbo su un
computer che porterai a casa e a lavoro”
|