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Autore: Faith Grace    24/11/2016    2 recensioni
Togashi ha riunito i nostri quattro protagonisti in una terra felice dove rimarranno per sempre migliori amici...andranno a vivere insieme e saranno gay. Voglio dire migliori amici. No, in realtà volevo dire gay.
I questa saga tutti vengono presi in giro: Leorio gioca con vibratori, Kurapika sbava nel sonno, Killua è imbarazzato e Gon è pervertito nella sua innocenza.
1. “Maledetto...cos'è stata l'ultima cosa che hai baciato, il dizionario?”
2. "Imbarazzante” non è la parola giusta
3. “Forse dovrei dire all'intero magazzino cosa succede quando mordo il tuo...”
4. “Indovina cosa ti ho portato?” “...la tua dignità?”
5. "Oh si! Qual'è stata l'ultima stanza in cui avete fatto sesso?" [KilluGon]
6. “Non posso credere che stai scommettendo il mio pene con una monetina”
7. “Pronto?” la voce di Gon riecheggia nell'appartamento “Pronto? Che figo c'è il vivavoce?”
8. Kurapika è davvero, davvero strano. Però riesce ad accendere il desiderio in Leorio, il che significa che anche Leorio dev'essere strano
9. "Me ne vado" [Killugon]

Tradotta dall'omonima fanfiction di Mina Lightstar
Genere: Comico, Commedia, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Kurapika, Leorio
Note: Lime, Raccolta, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Domesticity Arc

9. Housewarming


Killua si sta versando una tazza di caffè quando arriva Gon. I capelli sono spettinati, l'aria ancora addormentata e l'alito pesante di chi si è appena svegliato; sembra essere rotolato giù dal letto senza essersi fatto neanche una doccia.

“Buongiorno” farfuglia mentre si strofina un occhio. Si avvicina a Killua ma quest'ultimo gira il capo per evitare un bacio sulla bocca.

“Hai chiuso la porta a chiave, vero?” Killua chiede quando le labbra di Gon raggiungono invece il suo orecchio “Non voglio che la zia Mito veda il casino”

“Certo che l'ho chiusa” Gon ridacchia e si gratta la nuca “Non vorrei mai che vedesse quello”. Improvvisamente appare abbattuto e aggiunge “Ma sai...probabilmente dovremo chiederle come pulire”

Killua freme a quelle parole ma cerca di non far trapelare un certo nervosismo “Stupido, non può essere tanto difficile da pulire... Probabilmente funzionerà pure lo shampoo”

“Lo pensi davvero?” il volto di Gon si illumina.

Killua si prende giusto il tempo di un sorso del suo caffé prima di rispondere.

“Comunque ho una bruciatura da tappeto sul ginocchio”

“Oh...” Gon appare stupito, senza parole, per alcuni secondi e poi si affretta ad aggiungere un imbarazzato “Scusa?”, ma Killua fa spallucce e gli assicura che non è niente di importante perché in realtà sta ripesando alle Cose™ che hanno fatto e che gli hanno provocato quell'escoriazione. Non gli dispiace affatto, in realtà.

***

La sua intenzione era di parlarne prima con Gon, in privato, ma poi per qualche motivo ha sparato tutto a cena quella sera.

“Me ne vado” annuncia di punto in bianco e il quieto trafficare per la cucina cessa immediatamente.

“Killua?” chiede confusa Mito, “Te ne vai dove?”

Gon nel frattempo gli rivolge un'occhiata che praticamente gli dice “E quando ti saresti degnato di dirmelo?”

“In un appartamento tutto mio” spiega il ragazzo cercando di non essere troppo irruento con le parole. Non è che a lui non piaccia vivere qui, perché lui vuole davvero bene a zia Mito però... “Ho bisogno del mio spazio”

“Il tuo spazio?” Gon gli fa eco, colpito nel vivo “Ma...ma-”

Mito si avvicina con fare ansioso “Ma perché?”

“Niente di personale” Killua si affretta a rassicurarli “È solo che...” è solo che vorrebbe essere normale per una volta, come tutti gli altri ragazzi “Sto crescendo, no?”

“Anche io se è per questo” ribatte Gon, con aria ferita come se Killua lo avesse tradito in qualche modo “E io-”

“Gon. Dopo, okay?”

“Cosa ti ha spinto a prendere questa decisione?” chiede Mito di soppiatto “Perché così all'improvviso? Non ti piace più qui?”

“Certo che mi piace!” cerca di spiegare Killua ma Mito non ne vuole proprio sapere.

“Allora puoi stare! Non sei un problema, e non mi fai neanche penare come Gon”

“Zia Mito!”

“Grazie” risponde Killua con un cenno del capo “Ma mi sto già organizzando. Non andrò lontano... però... però vado” si affretta ad aggiungere alla vista delle loro facce orribili. Dopo aver mollato la bomba sui due, si alza da tavola scusandosi e sa che la cena non continuerà in silenzio e che la questione non sarà certamente chiusa, perché dopotutto Gon è Gon.


***


Gon si sente un pochino ferito. O forse non proprio un pochino. Killua è il suo tutto e lui ne è certo. Ne hanno passate così tante insieme che non può non considerarlo il suo tesoro più grande, e il fatto che Killua abbia preso una decisione del genere senza neanche consultarlo... fa male, ecco.


“E comunque!” borbotta allo specchio del bagno “Quando sei sposato-... non saresti tenuto a portare con te la persona con cui sei sposato quando decidi di trasferirti?”

Alla fine conclude che Killua sta facendo lo scemo, e quando finisce di spazzolarsi i denti, si precipita nella sua camera (la loro camera) e chiude la porta con un tonfo.

“Sì, Gon?” gli chiede Killua con calma senza muoversi dal letto.

“Tu!” il ragazzo gli punta un dito accusatore “Tu avevi promesso che saresti stato con me per sempre!”

Killua appare considerare la sua esclamazione per qualche secondo “Non capisco come questo mi costringa a starti sempre appiccicato in ogni momento della giornata”

“Non essere cattivo!” Gon salta sul letto e il materasso protesta sotto quell'improvviso peso “Dimmi perché te ne vuoi andare”. Deglutisce sonoramente, sentendosi colpevole, ma poi si rimprovera perché è sicuro di non aver fatto niente di cui sentirsi colpevoli. “È che...cioè... ho fatto qualcosa di sbagliato?- Ah!” afferra la mano di Killua “ È a causa della tua bruciatura da tappeto? Killua, mi dispiace tantissimo! Non lo faremo mai più sul pavimento!”

“No, stupido!” l'altro si scansa e colpisce Gon con un pugno giocoso dritto in testa “Tu non hai fatto niente”

“Eh? Allora... quello è il problema? Che non ho fatto niente?” domanda preoccupato facendo gli occhi a cui sa che Killua non sa resistere “Eh, Killua?”

Il ragazzo dai capelli argentati sospira.

“Senti Gon... è che non mi va più di vivere a spese di zia Mito”

Gon sembra pensarci qualche secondo prima di realizzare, pochi secondi dopo, cosa Killua voglia davvero dire.

“Guarda che non sei un problema” fa eco alle parole della zia, “Zia Mito vuole che stiamo qui con lei! Le piace fare il bucato e tagliarci i capelli e prepararci la cena e-”, fa una breve pausa e corruccia la fronte “E comunque stiamo raramente qui con lei, quindi qual è il problema?”

Gon lo guarda speranzoso, Killua invece sembra avere dei conflitti interni.

“Gon, la mia famiglia è ricca. Abbiamo un'intera regione per noi”

L'altro inclina la testa “Sì...?”

“Non ho mai fatto niente di normale come vivere per conto mio, in un mio piccolo spazio personale” Killua spiega con espressione accigliata “Voglio solo qualcosa del genere. Trovare un appartamento, un lavoro e vivere una vita normale”

“Non hai bisogno di un lavoro, siamo Hunter e-”

“Non è questo il punto!” Killua incrocia le braccia al petto e sposta lo sguardo “Se non capisci, lascia cadere la questione e fammi fare quello che voglio”

Le parole di Killua risuonano amare nella stanza e per l'ennesima volta Gon, testardo com'è, non si da per vinto, getta infatti le braccia attorno all'altro e lo stringe in un forte abbraccio “Io penso che questa sia solo una tua fase” afferma con un sorriso “Ma va bene. Fai quello che vuoi, l'importante è che non vai troppo lontano!”

“Tranquillo” gli promette Killua, non riuscendo a trattenere un sorrisetto quando Gon lo spinge in posizione prona “Ti ho dello che sarei stato con te per sempre, no?”

“E così sarà!” cinguetta felice Gon, perché sta già pensando a quella cosa.

***

L'ultima cosa al mondo che vuole Mito è che loro crescano, però allo stesso tempo è quello che desidera. Vuole che imparano a prepararsi da soli la cioccolata calda e le uova fritte, però allo stesso tempo vuole mandarli via dalla cucina e vedersela lei con tutti i preparativi. Vuole che imparano a dividere bene i bianchi dai colorati, però non appena li mette a lavoro vorrebbe abbracciare i loro morbidi golfini e lavarli lei stessa per i suoi bambini. Le piace l'idea di aver insegnato loro l'igiene e le buone maniere a tavola, eppure le manca il suo Conto Alla Rovescia per le Pulizie e schiaffare la mani di Gon quando non usa la forchetta.


Soprattutto, le piace far finta di non sapere che fanno sesso al secondo piano della sua casa. Gon sa di non poter mentirle e così non lo nasconde nemmeno.

I suoi ragazzi stanno crescendo e lei non è sicura di come debba prenderla. Le piace sfoltire le acconciature maschili e la lavatrice piena di boxer... Le piace il caffé bollente che aspetta lei non appena entra in cucina.

A Mito piace essere madre, soprattutto perché non le capita di esserne una molto spesso - non più ormai. E la parte più difficile di essere madre è stare dietro quando i bambini lasciano il nido.

***

Killua passa le successive ventiquattro ore a preparare tutte le sue cose e raggiunge una cittadina vicino per andare alla ricerca di qualche appartamento. Non cerca niente di stravagante perché la metà del suo tempo conta di passarlo comunque insieme a Gon in giro per il mondo. Ha semplicemente bisogno di un posticino in cui mangiare, dormire e lavarsi la biancheria. E magari guardare la tv.

Alla fine riesce a trovare un appartamentino in un piccolo condominio. Non è male ma non lo convince neanche del tutto, non riesce neanche a chiamarlo 'condominio' perché è stato a casa di Leorio e Kurapika, e, cavolo, quello è un vero condominio!

“Penso che lo prendo” mormora e vede gli occhi del proprietario illuninarsi nonappena le sue parole lo raggiungono. Killua gli assicura che sarebbe tornato il giorno successivo e caccia il cellulare una volta rimessosi in viaggio verso la casa di Gon.

Pronto?” dopo qualche squillo risponde la voce di Leorio.

“Ehi, vecchio, parlami un po' del mondo degli adulti” Killua sorride.

"...dovresti restringere il camp," risponde Leorio dall'altro capo.

"Okay, allora consigliami a quale pay-tv abbonarmi"

***

Quando Gon torna a casa dopo aver fatto compere con la zia Mito, i bagagli di Killua non sono più nell’angolo della loro camera dove li aveva riposti in precedenza. Il ragazzo storce il naso ma non ci bada troppo, non troppo almeno. Dopotutto ha un piano.

***

“Zia Mito” esordisce a cena “Che ne pensi se andassi a vivere per conto mio?”

Sua zia si blocca momentaneamente, con la forchetta ancora in mano, come se stesse combattendo una guerra dentro di sé. La vede spostare lo sguardo sulla sedia vuota di Killua – non è tornato per cena – e finalmente sussurra “Sarei triste ma capirei.” dopo una breve pausa continua poi con voce decisa “Avete viaggiato e visto tante cose... come potrei aspettarmi di tenervi legati qui su questa isola oer sempre? La tua carriera di Hunter ti ha portato lontano, Gon. Ti meriti di meglio di questa casa di campagna”

“A me piace questa casa!” insiste il ragazzo “È casa mia, ma...” non può mentire alla zia Mito “Sai che ho ancora tante cose da fare, cose da vedere. E noi... e noi-” la sua voce va pian piano affievolendosi quando giunge alla realizzazione di quello che sta davvero accadendo.

“...rimarremo sempre in contatto, vero?” conclude lei riscuotendolo dai suoi pensieri e incontrando il suo sguardo.

“Certo!” conferma lui - come se potesse mai dimenticarla, del resto “E ovviamente verrei a trovarti!”

È difficile per lei, glielo si legge in faccia. Per lei non è stato facile lasciarlo andare quando aveva dodici anni. Ma la zia Mito è una delle persone più forti che conosce e sa che se è stata bene allora, lo stesso sarà adesso.

“Allora torno più tardi”

“Vai a vedere la casa di Killua?”

Gon ridacchia e si gratta il capo “Qualcosa del genere”

Prima di andare, aiuta la zia a lavare i piatti e a mettere tutto a posto. Durante il cammino, caccia il cellulare dalla tasca del pantalone e compone il numero che ormai conosce a memoria. Dopo qualchr squillo si ricorda di aver dimenticato del fuso orario e si dispiace quasi di sentire la voce assonnata di Kurapika dall’altra parte della linea.

“Pronto?”

“Lavori domani?” Gon taglia a corto tutti i convenevoli, optando invece per arrivare dritto al sodo.

“...no, perché?”

“Okay, bene. Posso parlarti?”

Kurapika sembra più sveglio adesso “Cosa succede?”

Anche se Killua spesso lo chiama stupido, Gon in realtà non lo è per niente. Sa esattamente cosa sta facendo.

***

Killua sta ispezionando il piccolo appartamento per decidere dove mettere le cose quando sente bussare alla porta, e subito si chiede cosa possa volere il padrone di casa a quell’ora, perchè , ovviamente, lui era l’unico a sapere che si era trasferito qui... e invece-

“Come facevi a sapere che ero qui?” chiede immediatamente una volta aperta la porta.

Gon inarca un sopracciglio “Killua, hai detto tu stesso che non saresti andato lontano e questo è l’unico palazzo in cui ci sono posti disponibili. Non ci vuole un genio per capirlo”

Ora è Killua a fare una faccia scettica ma lo lascia comunque entrare e lo invita ad aggirare una pila di roba ammassata vicino la porta.

“E questo è tutto?” Gon sbatte le palpebre e lo guarda perplesso “Dove sono i mobili?”

“Li ho nascosti”

“Eh? E come hai- ehi! Cretino” gli diede uno spintone, imbarazzato perché stava cascando in una delle sue prese in giro.

Killua si scansa con un ghigno “Scemo sono appena arrivato qua, è normale che non ho ancora i mobili”

“E quando mi avresti detto che ti saresti trasferito?” con uno scatto Gon si avvicina pericolosamente a lui e si compiace quando vede che Killua indietreggia come intimorito.

“Non arrabbiarti, sarei tornato stanotte. Volevo solo...beh sai, volevo rendere la casa presentabile per quando saresti venuto a vederla”. Fa così strano parlare di cose del genere. Killua, in tutte le sue esperienze e in tutti i suoi viaggi, non ha mai fatto una cosa così semplice come arredare e rendere accogliente un appartamento vuoto.

“Queste organizzazioni dovremo farle insieme” lo rimprovera Gon con severità.

Killua lo guarda accigliato, quasi sul punto di arrendersi, e Gon sfrutta quel momento per afferrarlo per i polsi e tirarlo a sé. Non importa che non ci sia letto, un futon, un divano, o neanche un tappeto nella nuova casa di Killua, da un paio di giorni a questa parte le cose sono state tese tra loro ed è il momento che vengano sistemate.

***

“E comunque” annuncia Gon più tardi “Dovremo trasferirci insieme” si muove in cerca di una posizione più comoda, anche e la parete è tutt'altro che comoda.

Killua alza il volto dalla spalla di Gon dove si stava dedicando e sospira “Lo sapevo che l'avresti detto. Per questo non mi sono allontanato troppo, così saresti potuto stare con la zia Mito”

“Questo è? Hai fatto tutto questo per la zia Mito?”

“Non... non volevo portarti via da lei” ammette Killua con un po' di difficoltà. Ora è il suo turno di muoversi dalla sua posizione distesa tra le gambe di Gon, ma l'altro stringe la presa attorno al busto del suo ragazzo perché non hanno ancora finito.

“Killua” mormora Gon “La zia Mito vuole che facciamo quello che vogliamo, che viviamo come vogliamo e dove vogliamo” fa una breve pausa “È quello che mi ha detto prima che venissi qui da te. Lei non si rattristerà”

Killua rimane in silenzio per un po' mentre giocherella con i capelli appuntiti di Gon. Alla fine, afferma con spirito ritrovato “Penso che sarebbe veramente fantastico. Sai, per avere un appartamento tutto nostro, un lavoro, e fare qualche viaggetto di tanto in tanto.... e fare tutte le cose insieme come abbiamo sempre fatto”

Gon annuisce e si avvicina ancora di più all'altro con un colpo di bacino “E possiamo fare anche questo molto più spesso, senza preoccuparci di essere colti in flagrante da zia Mito”

“Scemo” Killua ridacchia e si appoggia di nuovo sulla spalla di Gon.

I due rimangono in silenzio per qualche minuto, godendo il piacere della sola vicinanza dei loro corpi, e poi Gon parla di nuovo, prendendo Killua alla sprovvista “Penso che dovremo trasferirci più lontano”

“Eh?”

Il ragazzo sorride felice “Hai detto che vuoi vivere una vita normale, o comunque quello che ci è concesso dal nostro status di Hunter, no? Ma vorresti davvero vivere in campagna, sull'Isola Balena per tutta la tua vita? Non succede molto da queste parti...”

“Ma Gon-”

“E il lavoro qui sarebbe noioso qui, non ci sono molte opzioni per noi Hunter” Gon fa finta di rifletterci qualche secondo e scuote il capo “Hmmm, no. Anche se mi piace andare a trovare la zia Mito, non penso che io e te apparteniamo qui”

Killua lo fissa basito e sa che Gon sta architettando qualcosa “E allora dove apparteniamo?”

“Mah... forse Yorkshin City?” il sorriso di Gon diventa ancora più ampio “In un enorme palazzo”

“Gon! Mi staresti dicendo che dovremo trasferirci con Leorio e Kurapika?!”

Gon ride sotto ai baffi alla vista dell'espressione scioccata di Killua “No, non con loro ma nello stesso palazzo! C'è un appartamento libero al piano inferiore al loro” esclama eccitato “E a quanto pare ci sono un sacco di lavori disponibili” gli da un bacio sulla guancia “E vivono un sacco di ricconi in quella città, questo significa che-”
“I bodyguard sono in voga” conclude l'altro, ricordando cosa aveva detto loro Leorio una volta, e sorride “Vuoi che diventi bodyguard?”

Gon annuisce “Potresti fare viaggi di lavoro e vedere un sacco di posti nuovi... e poi saresti il miglio bodyguard del mondo!” lo stringe forte “Kurapika ha detto che avrebbe parlato con il suo capo, magari di assumerti direttamente o di suggerire il tuo nome a qualche altro uomo d'affari. E Leorio ha detto che se vogliamo quell'appartamento vacante loro potrebbero pagare subito la cauzione per noi per fermarcelo finché non siao pronti per partire. Sono degli amici davvero fidati, voglio loro un mondo di bene, ti piacerebbe come piano? Eh, Killua?”

Killua considera quella proposta, nel frattempo Gon gli sorride e gli accarezza i morbidi capelli argentati. Alla fine il ragazzo sorride e risponde “Siamo ancora giovani, Gon. Qualche anno qui, qualche anno la, non importa dove li passiamo, basta che sia divertente è che stiamo insieme. E devo ancora firmare il contratto di locazione”

“Quindi è un sì?” Gon esulta.

“Chiamiamo Leorio” Killua ridacchia alla sua espressione e abbraccia l'altro “Ma non ora”

***

Non una lacrima viene versata quando i due salutano la zia Mito, lei vede la loro partenza come se si stessero imbarcando in una nuova avventura. Loro sono i suoi bambini, la andranno a trovare spesso e non saranno mai troppo grandi per gli abbracci. Le va bene così.

***

Dato che non hanno mobili o molti bagagli con loro, Gon e Killua sono liberi di correre e fare gare di velocità su per le scale, fino al piano di Leorio e Kurapika.


“Buongiono, Ishida-san!” esclama Gon quando la vicina di casa apre la porta di casa proprio quando i due ragazzi hanno raggiunto quella degli amici.

“Oh, ciao!” la donna li saluta “Siete tornati per una visita?”

“Più o meno!” risponde Killua, incrociando le braccia dietro la nuca, senza distogliere lo sguardo da Gon intento a bussare.

Quando Leorio risponde, Gon gli salta addosso gioioso. Killua rotea gli occhi, divertito dall'atteggiamento del suo ragazzo e saluta la signora prima di entrare in casa e chiudere la porta.

“Qui ci sono le vostre chiavi” dopo tutti i convenevoli, Leorio consegna a ciascuno dei due un portachiavi e comincia con le spiegazioni “La fattura dei mobili e tutto il resto è in cucina, ma vi lascerò sistemarvi prima di chiedervi i soldi” ridacchia “Non sono entrato a vedere com'è la situazione da quando abbiamo fatto le ordinazioni che avete chiesto. Kurapika è in una strana fase di interior designer ultimamente, quindi, nel caso, preparatevi. Ho dovuto fare del mio meglio per tenerlo lontano da quelle mura spoglie, ma non posso controllarlo tutto il giorno, no?”

“Allora andiamo a dare un'occhiata alla casa e torniamo qui!” risponde Gon, prendendo la mano di Killua per trascinarlo al piano inferiore. “Ci vediamo dopo!”

“Tornate per cena” ribadisce l'uomo affacciandosi alla porta “Penso che Kurapika avrà delle news per Killua quando torna a casa”

“Okay!”

Killua non può fare a meno di sorridere mentre si lascia trascinare da Gon.

***

I due ragazzi si innamorano a prima vista dell'appartamento. È molti simile a quello di Leorio e Kurapika, solo che è un pochino più piccolo perché ha una stanza in meno. Però è comunque spazioso, è quasi completamente arredato grazie ai loro amici, e si trova nel cuore di una città enorme e piena di opportunità. E soprattutto, quell'appartamento è tutto loro. Possono fare tutto quello che vogliono, anche decorarlo (dato che a quanto pare Kurapika non ha avuto la possibilità di farlo). Girandosi attorno hanno visto che il biondo ha lasciato un messaggio, “Per piacere mettete almeno le tende”.

Gon è super eccitato per l'inizio di questo nuovo capitolo della loro vita.

“Non so cosa dire” confessa con voce soffocata dall'emozione.

“Allora non dire niente” risponde Killua con un ghigno.

E così, per prima cosa, inaugurano il loro nuovo letto.


***

Questo è il decimo anno dalla prima pubblicazione di Domesticty Arc, come vola il tempo.

Scommetto che nessuno si sarebbe più aspettato un aggiornamento, sempre se è ancora sopravvissuto qualcuno che seguiva questa storia e se non fosse stato per la mia cara amica Scarlett non credo che l'avrei mai fatto. Negli ultimi anni sono cambiate un po' di cose, prima di tutto mi sono laureata, ora sto per laurearmi di nuovo e vivo in Inghilterra, ho cambiato vari fandom, mi sono fatta conoscere su EFP e poi l'ho abbandonato in cerca di qualche riconoscimento internazionale su AO3 – a proposito di questo, dovrei aggiornare anche lì.
Mi dispiace aver lasciato così questa storia, vi prometto che non lo farò più, o meglio, cercherò di essere più decente con gli aggiornamenti.

So che i capitoli precedenti sono meno fluidi, ero ancora inesperta, e anche se vorrei tanto riaggiustarli non credo che lo farò per mancanza di tempo e voglia so, bare with me.
Prima di lasciarvi ringrazio tutti per le vostre recensioni, per i messaggi privati che mi mandate e per i preferiti, seguite ecc ecc. Grazie mille <3

Nel prossimo capitolo


10. Reality bytes

“Non ti permetterò di impostare sfondi di pornografia lesbo su un computer che porterai a casa e a lavoro”


   
 
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