L'OMBRA
DI KONOHA
Capitolo
14
Perché la luce sia
splendente, ci deve essere l'oscurità
Francis Bacon
Sakura,
rintanata in una delle sue camere, era distesa sul tappeto rosso fuoco,
con gli occhi chiusi e le mani perfettamente giunte in grembo, un'
abitudine che si portava dietro da bambina.
Ci si chiedeva come potesse trovare comoda una posizione del
genere, che ricordava più quella di un cadavere che di una
donna che riposa, eppure lei ripeteva che in quella particolare
collocazione si sentiva bene, sognava e lo spirito si rilassava; Ma
quel giorno Sakura non riusciva ad avere visioni felici.
Con le palpebre serrate, la sua mente veniva proiettata nel bel mezzo
di una battaglia :
All' interno di una fredda foresta del Nord, sotto un'incessante
nevicata, due lupi, uno bianco come la neve e uno nero come la notte,
si preparavano ad attaccare.
Rabbia/ Avidità/ Orgoglio era l'uno
Verità/ Compassione/ Amore l'altro.
Duali, come Paradiso e Inferno, i due lupi ringhiavano ogni istante
l'uno contro l'altro.
Poi, d'improvviso, scattavano e, azzannandosi con violenza, si
strappavano a vicenda una parte.
La neve venne tinta del rosso vermiglio del loro sangue e Sakura
capì che non era il lupo migliore che vinceva,
ma quello che riusciva ad alimentarsi.
Il rumore dei passi, sempre più vicini, sul pavimento la
fece sussultare, spalancò gli occhi e tese le orecchie.
Quando sentì la porta aprirsi trattenne quasi il fiato, ma
rimase immobile nella stessa posizione.
Richiuse leggermente gli occhi quando Sasuke le arrivò al
fianco, abbassandosi sui talloni.
Il mantello nero si distese intorno a lui, aprendosi morbido come seta
sull'enorme tappeto rosso.
Sebbene in silenzio, Sakura sentiva i suoi occhi neri fissarla da sotto
i capelli liscissimi che gli ricadevano sul viso.
Prendendo coraggio si girò a guardarlo con aria di sfida.
«Finalmente
ti ho trovata» il tono caldo e suadente, aveva una nota di
rimprovero che non sfuggì a Sakura.
«Mi
cercavi? Sono sempre stata qui »
«Nascosta
nelle tue stanze come accadeva da bambina, quando ti spaventavi per un
incubo, o peggio.» disse mantenendosi abbassato, gli occhi
fissi su di lei.
«Non
sono spaventata. Avevo solo bisogno di riflettere»
commentò senza inflessione di tono.
«Hai
riflettuto, dunque?» chiese con un accenno di sarcasmo.
Sakura chiuse di nuovo le palpebre lentamente, respirando profondamente.
«Non
come avrei voluto» disse poi.
Il silenzio prolungato di Sasuke fu più eloquente di mille
parole. Dopo si alzò sui piedi, sistemandosi il colletto del
mantello.
«L'idea
di sposarmi ti terrorizza a tal punto da doverti
rintanare?» chiese interrompendo il silenzio.
Sakura rivolse lo sguardo verso di lui, e accennò un sorriso.
«Credimi,
sarebbe tutto molto più facile se fosse
così»
Sasuke non trattenne un mezzo sorriso, le prese la mano e la
tirò su da terra in un gesto fluido che la portò
vicina a lui.
La guardò in modo divertito sistemandole delle ciocche rosa
che erano uscite dalla mezza coda chiusa in un nastro blu.
«Hai
messo su un bel teatrino prima, davanti a tutto il Consiglio, a tuo
padre, tuo fratello, al tuo -ormai non più- promesso sposo
del Deserto, persino davanti alla tua illustre maestra
Senju-»
«Smettila
Sasuke, sei crudele!» lo interruppe, cercando di
allontanarsi. Ma lui la trattenne, con fermezza. Una mano le strinse la
vita e l'altra si spostò dalla lunga schiena al collo
sottile ed elegante, leggermente piegato in una posa che sapeva di
attesa. Le affusolate dita di Sasuke ne percorsero l'intera linea,
accarezzando con l'indice e il medio l'incavo tra la base e le spalle,
le uniche parti di corpo non celate dal vestito.
«Lo
so...» disse continuando il percorso sul braccio,
sfortunatamente coperto dalla stoffa.
«Non
avrei dovuto dire quelle cose, sono stata una sciocca»
«Di
certo hai sconvolto i presenti, io stesso non avrei saputo fare di
meglio» aggiunse con un sorriso accattivante mentre
avvicinava le labbra alle sue, ma Sakura voltò il viso,
negandosi.
«Che
diavolo ti prende Sakura?» disse sprezzante a causa
del suo rifiuto.
«Non
trattarmi come una stupida Sasuke, non trattarmi come loro...»
Lo sguardo di Sakura aveva una fermezza tale da renderlo
insopportabile, Sasuke percepì chiaramente tutta la sua
rabbia.
«Non
so di cosa tu stia parlando, ragazzina» commentò
abbandonando la stretta.
«Sasuke...»
disse in un sussurro «E'
la verità?»
L'Uchiha girò appena il viso, quel poco da mostrarle a
stento il profilo del naso.
«Tu,
tu...non ti fidi di me!» disse solo pieno di ira.
«Io
mi fido di t-»
«BUGIARDA»
urlò all'improvviso scattando. «Non
eri tu quella che diceva "sceglierò sempre l'ultimo degli
Uchiha?"»
«Ed
è la verità! Io ti amo Sasuke»
«Dimostralo»
disse tra i denti.
Sakura si avvicinò con lentezza, quando fu abbastanza vicina
posò la mano sul petto di Sasuke, all'altezza del
cuore.
«So
chi sei realmente, sono cresciuta con quel bambino. Ma con il tempo ho
imparato a conoscere anche la malinconia, il tormento e l'odio
dell'uomo che sei oggi. Non allontanarmi Sasuke, sono
semplicemente preoccupata per te»
«So
badare a me stesso» disse guardando il palmo della sua mano
chiara, ancora aperto sul suo petto duro.
«Forse
l'uomo sì, ma il bambino ancora no. Lui hai bisogno di me
più di quanto tu intendi ammettere» disse e Sasuke
avvertì una sensazione di calore nel cuore, sotto la sua
mano.
«Sono
sceso a patti con il Consiglio, con tuo padre, per riportarti qui. Non
conta niente questo per te?» chiese allontanando la sua mano
con un gesto brusco.
«Certo,
e sono felicissima di essere di nuovo con te! E' proprio questa mia
felicità a spaventarmi, sono dilaniata Sasuke...ho paura di
non riuscire a riconoscere più ciò che
è giusto da ciò che non lo
è» ammise «Vorrei
così tanto lasciarmi andare e smetterla di pensare ad altro
se non a te, a noi...»
Sasuke la guardò negli occhi, si riavvicinò a
lei, abbassando il viso.
«Allora
fallo» sussurrò sulle sue labbra dischiuse per
poi poggiare lentamente la bocca sulla sua.
E appena ne sentì la consistenza, tutto scomparve nella
mente di Sakura. Accettò quel bacio,
perché per una vita intera si era sentita angosciata, alla
disperata ricerca di salvare il suo amore che tutti dicevano perduto
per sempre, e ora dopo tutto quel tempo, la voglia di toccarlo,
baciarlo, sentirlo su di lei, era troppo forte per non assecondarla.
In poco tempo, Sasuke portò le dita sui lacci del vestito,
velocemente li allargò per avere accesso alla sua pelle
calda.
«Ti
ho sognata ogni notte da quando sei andata via» disse con la
voce roca, smorzata dal desiderio. «Anche
io...» rispose con impeto, portando entrambe le braccia
intorno al suo collo.
Bastò poco affinché i respiri diventassero
più veloci, interrotti, bollenti. Sakura, impaziente, gli
aprì il mantello, lasciandolo cadere a terra.
Sasuke, con abilità, aprì tutto il prezioso
abito, che cadde ai suoi piedi lasciandola solo con la sottoveste,
bianca e completamente trasparente.
Con la mano sulla sua vita l'allontanò appena per ammirarla
: I capezzoli già turgidi sfioravano il tessuto
leggerissimo, le spalle forti e ossute si muovevano a ritmo di un
respiro smorzato, gli occhi languidi e splendenti lo fissavano
pregandolo di farla sua in quell'istante. La riavvicinò
accarezzandole la schiena, per poi scendere giù seguendo il
profilo del sedere.
Sakura tremò contro suo volere, e prese lentamente a
baciargli il collo, con le labbra roventi e la lingua umida che
seguivano i sospiri carichi di Sasuke. Succhiando la pelle chiara del
Traditore, con un gesto veloce, gli sfilò la cottardita
grigia. Si prese un attimo per guardare le numerose cicatrici sul
petto, scolpito dagli allenamenti, dalla guerra e dal dolore, per poi
iniziare a giocare, sfacciata come mai lo era stata, con l'apertura dei
suoi calzoni e infilare le dita oltre l'orlo.
«Sei
imbarazzata» soffiò lui, notando il
rosso vermiglio che le colorava il viso. Eccitato, fece salire la mano
sulla coscia scostando con poca grazia il tessuto leggero della
sottoveste per arpionare la carne liscia.
«E
questo ti piace da morire, non è vero fratellino?»
disse in un sorriso malizioso, ripetendo le stesse parole che
lui le aveva sussurrato all'orecchio nella sala del trono.
«Non
hai idea quanto» ammise con la voce rotta, mentre velocemente
e senza preavviso infilò la mano tre le sue gambe.
Il corpo di Sakura rispose a quel tocco bagnando immediatamente le dita
del Traditore, che continuavano ad accarezzare e spingere la sua
intimità. I gemiti sommessi ovattarono l'udito di Sasuke
che, afferrandola per un fianco, la trascinò sulla
cislonga, senza che la sua mano lasciasse un secondo l'apertura calda
della sua femminilità. Si stese su di lei e le morse il
collo, strappandole un lamento di dolore e piacere.
Sakura si rese conto che era talmente eccitata da non pensare nemmeno
più alla possibilità che lui avesse mentito a
tutti, costruendo un astuto doppiogioco.
Bastava poco per perdere il controllo e divenire totalmente
incosciente. Era diventata creta nelle mani di quell'uomo.
«I
vecchi del Consiglio... ti credono pura ed illibata, raggirata dal
losco Traditore, cosa direbbero se ti vedessero adesso... con il corpo
che mi implora di prenderti...»
Le disse sadico, tra morsi e baci.
Ma sebbene le sue parole fossero lame affilate, Sakura non riusciva a
mettere a tacere i propri gemiti, si sentiva impazzire.
Perché, nonostante quelle frasi la mettessero in
difficoltà, ciò che il suo spirito la spingeva a
fare era semplicemente affidarsi?
Perché, nonostante una parte di lei voleva fuggire il
più lontano possibile da lui, ciò che in
realtà spasimava era il restare ad assaporare quel tocco
abile ?
Sakura si era sempre considerata -ed era parimenti lodata- come una
ragazza particolarmente assennata, coscienziosa e giudiziosa ma ora
riusciva solo a pensare alle sensazioni che lui le dava, a come si
sentisse finalmente bene, felice, amata, desiderata come aveva sognato
per troppi anni.
E quindi al diavolo tutti, al diavolo Konoha, i complotti, le vendette,
le guerre. Al diavolo il mondo intero, se significava essere stretta
tra le sue braccia per l'eternità.
Al diavolo tutto per lui, al diavolo la sua moralità, i suoi
valori, la sua anima.
«Perderei
la ragione... pur di aver...ti con... me, Sa...su...ke»
articolò a fatica, aggrappandosi al suo collo quando lui la
penetrò con un unico movimento.
Ed era vero, perché un briciolo di luminosità
già aveva lasciato la sua anima. Inconsapevolmente Sakura
stava sfamando la sua parte oscura, celata, ma comunque presente in
ogni essere umano.
Possesso, egoismo, risentimento vincevano.
E, sotto quell' incessante nevicata, la guerra tra i lupi andava
avanti, Sakura strappava un altro brandello di se stessa.
Quelle parole rotte, impregnate di sudore e sesso, uscite
dalle labbra gonfie di Sakura, accompagnarono le spinte di
Sasuke, e il desiderio divenne incontenibile divorando le viscere degli
amanti.
Sakura inarcò sinuosamente la schiena al passaggio della sua
mano per poi sospirare quando questa raggiunse e strinse i suoi glutei.
«Ah...Sas..»
la voce non le uscì perché ormai stava
abbandonando qualsiasi controllo su se stessa, sul proprio
respiro e sui gemiti di piacere che provava.
Sakura si stava dimostrando incredibilmente debole e schiava della
carnale passione che stava vivendo, e le sembrava di avvicinarsi troppo
a un qualcosa: qualcosa che l' aveva sempre affascinata come le
infinite sfaccettature e imperfezioni di quell'uomo che amava ma che,
rispetto a se stessa e a quello che incarnava, considerava un
pericoloso nemico al quale non si sarebbe mai sottomessa.
Rialzò la mano, prima stretta tra i cuscini sopra la sua
testa e tentò di posarla sul petto del Principe per frenare
le sue spinte, ma invano;
Perché le scosse di piacere l' attraversarono con una
potenza incredibilmente intensa, tanto da farle tremare, al tempo
stesso, le cosce e il bacino sotto l'assalto dei suoi lombi.
Ogni suo sensuale gesto era una catena che la imprigionava nella
lussuriosa cella che lui stava creando, ed i suoi languidi sospiri
erano gli anelli che la tenevano salda ai suoi polsi.
E non voleva privarsene.
Non voleva fuggire... non più.
«Non smettere...» un inusuale sospiro
lasciò le sue labbra socchiuse nella foga dei gemiti che
ormai si susseguivano in ripetizione: tremante, incerta...
intimorita... mentre le mani si rialzavano e, con lo stesso
tentennamento, si posavano sui suoi fianchi, chiudendosi e premendo su
di essi nel bisogno che ormai aveva manifestato.
«Non ne ho alcuna intenzione, Sakura» le
sussurrò con provocazione sensuale all'orecchio,
continuando a spingersi in lei con una foga violenta che lasciava
comunque costantemente spazio all'attenzione che il Principe riservava
solo alla sua dolce sorella.
La visione di Sakura, così imbevuta di piacere,
così gradualmente abbandonata a lui, era eccitante e dolce
al tempo stesso...in quel momento, senza rimpianti, si sarebbe arreso a
lei, concedendole ciò che nessuno al mondo avrebbe mai
potuto ottenere, accettando e riconoscendo quella luce che sembrava
assopita da anni nel suo spirito.
Sakura d'improvviso sentì un tonfo al petto, una forza che
non riusciva ad identificare le si smorzò nel
ventre, per risalirle il petto come se avesse dei tentacoli.
"Brava Sakura... abbandonati..." - sussurrò una voce ad un
orecchio, nella sua testa. Mentre Sasuke ghermiva possessivamente il
suo bacino, che fece rialzare per arrivare sempre
più dentro lei.
"Liberati di te stessa..." - concluse quel sospiro femminile
e lascivo; le fiamme del camino che illuminavano l'ambiente aumentarono
in concomitanza con i sospiri pesanti che Sasuke non riusciva a
reprime.
Un immenso gelo pervase immediatamente il corpo della
Principessa, la quale spalancò gli occhi con un'espressione
allarmata sul viso perché non capiva a chi appartenesse
quella voce, e quella richiesta era qualcosa su cui non aveva
minimamente riflettuto e che la metteva in difficoltà
perché significava concedere molto più
di quanto era disposta.
"No... non... non posso..." - pensò appena tra i gemiti che
comunque non riusciva a trattenere per via dell'estasi sempre
più intensa e vicina.
Non conosceva esattamente cosa possedeva e cosa quindi quella voce
chiedeva, sua madre le aveva solo detto che era il Dono della Luce, e
che quello appartenente a Sasuke era ugualmente antico, quanto il Tempo
stesso e, sotto certi versi, incredibilmente più potente e
maestoso, come colui che lo possedeva.
"...non chiedermi questo..."
Un' ultima implorazione quando ormai il suo cuore aveva già
preso un battito incontrollabile, come una parte oscura del suo stesso
spirito che, a sua volta, si stava risvegliando, richiamata.
Chiuse gli occhi e la sua fronte si corrucciò quasi cercasse
di tenere a bada qualcosa divenuto ormai incontrollabile, ma il piacere
che si stava diramando dentro di lei la stava già spingendo
a lasciarsi andare inevitabilmente.
"Non devi averne paura, Sakura" - la incoraggiò la voce
troppo simile alla sua... Era lei stessa a elaborare quei pensieri?
"Lascia la Luce! Non ti dimostrerai debole per questo... sarai solo
più... libera...e ti sentirai sempre meglio. Accetta
l'oscurità! "
"No... no, io non..." - ancora un tentativo di ritrarsi da parte di
Sakura che parve però soltanto un eco lontano a confronto
dell'immensa potenza della tentazione.
Poi, d'un tratto, il sussurro di Sasuke la salvò.
«Sakura»
disse solo con voce roca, accarezzandole i fianchi e baciandole il
collo mentre l' avvolgeva con il calore del suo corpo.
Sakura lo guardò e non poté fare a meno di
ammirare lo splendore di quella creatura che la sovrastava,
ammantata di quell'alone mistico e oscuro
«Sa..sasuke,
non voglio...perdermi. Aiutami...» ansimò mentre
un'altra fitta di piacere le investiva i lombi.
Sasuke fu percorso da un tremito, non capiva, ma sapeva che nemmeno lui
lo voleva.
«Non
lo permetterò» sussurrò al suo
orecchio. «Non...hai..
niente da temere, tr..a le mie braccia»
Sakura annuì sorridendo lievemente. Non temeva Sasuke,
nè ciò che la passione poteva portare, ma temeva
se stessa e quanto avrebbe rinunciato per lui.
Le sue movenze si fecero meno veloci ma più intense, il
contatto fra i loro corpi e i loro spiriti sempre più saldo
e piacevole...
«Io...ti
amo Sakura» le disse combattuto, fissandola negli occhi.
Sakura sentì il cuore mancarle di un battito, era la prima
volta che Sasuke le diceva di amarla, e così senza
accorgersene, il verde limpido delle sue iridi rilucette e la pelle
assunse un bagliore caldo e argenteo che investì anche
Sasuke che rimase con un'espressione confusa e intimorita come se,
nonostante tutto, quel naturale ed intenso contatto tra loro lo
turbasse profondamente.
Sakura sorrise, amabilmente, perché non appena Sasuke aveva
pronunciato quelle poche lettere, aveva sentito diradarsi dentro di
sè, nelle vene, una luce purissima e chiara come la luna, e
quando sentì anche Sasuke concedersi al calore della sua
luce, avvolse il Principe, che si ergeva sopra di lei, in un abbraccio
reso ancor più intimo dall'aumentare
dell'intensità del bagliore ammaliante di cui si erano
avvolti.
Ormai smarriti in quel turbinio di sensazioni, smisero infine
di pensare a se stessi, ai propri passati, a ciò che erano
diventati nel tempo.
Null'altro esisteva nei loro "essere" se non quello potente e radioso
dell'altro che lambiva e si fondeva col proprio, ed anche i loro corpi
parvero allora assumere la stessa liquida movenza.
Ad un tratto Sakura alzò una mano e la posò
d'istinto sulla guancia di lui, con le falangi a rasentare il suo
profilo, osservando il suo volto splendente quasi che non lo
riconoscesse.
Socchiuse la bocca per parlare ma ne uscirono solo sospiri dell'estasi
dei sensi che stava per esplodere dentro di lei.
Sasuke
continuò a guardarla negli occhi semichiusi, accarezzandole
le labbra dischiuse con il pollice; accompagnando quel gesto
a movimenti secchi, veloci e profondi dentro di lei, mentre la loro
luce si fondeva, riscaldando e avvolgendo completamente i corpi di
entrambi, che contribuì a far fremere e vibrare.
Oltre i sospiri e la carne, oltre quell'unione pura e mistica, le
labbra di Sakura si inclinarono in un dolce sorriso e da esse
scivolò quel solo sussurro...
«Siamo...un'unica
anima...in un unico corpo ora...»
I contorni della realtà materiale di quel momento svanirono,
perduti dietro l'immensità dell'Eterno che si stava
sprigionando.
Ed, incontrollabile, Il tripudio dell’orgasmo
l’investi simultaneamente, con le fronti imperlate e le
bocche schiuse in un lamento vittorioso.
Quando Sakura posò, sospirando appena, la testa sul
petto lievemente sudato di Sasuke capì che la guerra tra i
due lupi era avvenuta dentro di lei così come avveniva
dentro Sasuke, e che stava a loro decidere qual'era il lupo da saziare
e che, forse, entrambi ne sarebbero usciti vivi.
Avevamo da sempre combattuto per qualcosa, ma in quel momento eravamo
la stessa cosa, metà nell'ombra, metà illuminati
dalle fiamme.
E la sua oscurità era divenuta la mia luce.
Anni prima
Lei aveva detto loro di non farlo, lei glielo aveva fatto notare che
poteva essere pericoloso, aveva detto loro che avrebbero dovuto non
farlo, lei li aveva avvertiti.
Sakura aveva l’espressione più scura in volto che
riusciva a mostrare una bambina di undici anni, la fronte corrugata, le
labbra tese in una smorfia, le braccia congiunte al petto mentre
scendeva il più rapidamente possibile dalla scogliera. Non
poteva andare troppo veloce, aveva addosso un vestito color porpora che
le intralciava i movimenti, i capelli lunghi rosa intrecciati per
formare una treccia che le circondava l’intera testa con
delle ciocche che continuavano ad andarle davanti alla faccia per via
del vento che c’era quel giorno. Gettava continuamente uno
sguardo verso l’acqua lì sotto, aspettando che
comparisse una testa bionda e una nera, ma non succedeva.
Il cuore di Sakura cominciò a battere più forte
man mano che passavano i minuti e lei si sbrigava a scendere, le iridi
verdi fisse sull’acqua.
Niente. Non si muoveva nulla.
L’espressione precedente diventò preoccupazione,
lei gliel’aveva detto ai suoi fratelli che continuavano a non
ascoltarla, a fare di testa propria, a escluderla da quei stupidi
giochi pericolosi.
Ma in quel momento, mentre correva in discesa nonostante fosse
imprudente, non pensò neanche lontanamente al fatto che
ancora una volta avesse avuto ragione lei, bensì che non
riusciva più a vedere i suoi fratelli.
"Quando diventerò Re, guiderò la mia
flotta attraverso i mari più pericolosi,
sconfiggerò pirati e mostri marini e infine
scoverò tutti i tesori nascosti nei relitti" aveva detto
Naruto guardando l'orizzonte. I capelli corti mossi dal vento estivo,
gli occhi azzurri che riflettevano i raggi del sole di quell'infinita
estate.
"Tsk... ma per favore, se non hai nemmeno il coraggio di nuotare a
largo" lo aveva deriso suo fratello Sasuke, con un espressione di
scherno sul viso perfetto;
e Sakura suo malgrado si era fatta uscire una stupida risatina.
"Ma se potrei buttarmi anche dalla scogliera!"
"Bene! Allora fallo" gli aveva detto Sasuke con un ghigno.
Sakura aveva assistito centinaia di volte a quei battibecchi e a quelle
stupide sfide che sembravano divertirli tanto, ma buttarsi dalla
scogliera le sembrava un po' troppo esagerato rispetto al solito.
"Ehi! Ma dove state andando, mica fate sul serio?" aveva urlato
inseguendoli.
"Guardami Sakura, io non ho paura di niente" aveva risposto suo
fratello maggiore, girando la testa bionda verso di lei.
"Aspetta Naruto!" aveva urlato affrettando il passo, alzandosi il
vestito lungo nel quale inciampava.
Quando finalmente li raggiunse erano all'estremità del
dirupo, scrutando il mare agitato.
"Non...fate gli stupidi, è troppo...pericoloso" aveva detto
riprendendo fiato.
"Io non ho paura...forse Sasuke ne ha" lo provocò Naruto che
aveva già iniziato a sfilarsi gli stivali di cuoio.
"Tsk... facciamo a chi si butta prima?!" aveva incalzato imitando il
suo gemello biondo.
"Smettetela! Potete farvi davvero male... E' troppo alto!"
"Allora...al mio tre!" l'avevano ignorata, come al solito.
"Fermi, vi prego!"
"Uno" aveva detto Sasuke portando un piede scalzo indietro, per darsi
la spinta necessaria.
"No! Finitela, finitela!!" aveva urlato lei con la faccia
più arrossata per la paura e la rabbia.
"Due..." gli aveva sorriso Naruto, mostrando i canini affilati.
"TRE" avevano urlato all'unisono, per poi lanciarsi nel vuoto.
Sakura aveva gridato terrorizzata. sporgendosi dal dirupo fino a vedere
le loro teste sempre più piccole -data l'eccessiva altezza-
scomparire tra la spuma del mare.
Quando arrivò al termine della scogliera, aveva le guance
colorate di rosa, il respiro più affaticato e i capelli
scompigliati.
Non urlò il nome dei suoi fratelli, non ce ne fu bisogno
visto che loro erano lì.
Erano completamente fradici, dalla testa ai piedi, ma stavano
sorridendo; quel sorriso imbecille che per un solo secondo fece
tentennare Sakura che si stava dirigendo verso di loro con la furia in
volto che aveva sostituito le lacrime di paura. Era tentata di
dargliela vinta, di sorridere a sua volta, ma cacciò via
quell’impulso non appena si avvicinò ai fratelli.
«Sasuke e Naruto
Uzumaki, vi rendete conto di quello che
avete appena fatto? Di quello che dirà nostro padre
non appena lo saprà?! » li fissò.
Uno sguardo carico d’ansia e preoccupazione, ma anche di
rabbia. Perché lo avevano fatto, ma non dovevano
assolutamente farlo ancora.
«Era pericoloso! Se ci fossero
stati degli scogli sotto? Eh? Sareste morti, ecco cosa!» il
tono di voce della ragazzina si alzò, succedeva sempre
così quando era arrabbiata, soprattutto quando i
suoi fratelli non l’ascoltavano e continuavano a
fare di testa loro, incuranti dei pericoli.
E Sasuke e Naruto se ne restavano lì, con quello sguardo
divertito sul volto.
«Oh Saku, calmati, stiamo bene,
siamo vivi» il ragazzino con gli occhi neri
scoppiò in una risata.
«Non per molto, quando lo
saprà nostra madr- » ma la frase di Sakura venne
bloccata da Naruto, che aprì i palmo delle mani e
mostrò a sua sorella quello che avevano trovato.
Erano tre semplici conchiglie, niente di elaborato, ma erano
perfettamente integre.
«Le abbiamo trovate
mentre risalivamo.Una vicina all'altra, nel bel mezzo degli abissi,
come noi tre» spiegò il ragazzo, stringendosi
nelle spalle e allungando la mano che teneva le conchiglie verso la
sorella. «Tieni, una è per
te.»
Sakura poteva avere tutto quello che voleva, aveva bracciali,
abiti, collane, tutte cose che erano invidiate e desiderate dal resto
delle donne e bambine del paese, ma mentre suo fratello gli
porgeva quella conchiglia e le loro mani si sfioravano,
realizzò che valeva molto di più di tutti quei
preziosi gioielli che teneva nella propria camera, perché
era un regalo di Naruto e Sasuke.
L’avevano trovata e l’avevano raccolta per lei.
Mentre pensava a questo, suo fratello Sasuke la stava fissando.
«Non ti devi preoccupare per
noi Sakura, sappiamo badare a noi stessi» le disse.
«Mi preoccuperò sempre
per voi! Siete comunque degli incoscienti e con molta
probabilità lo sarete anche da grandi» ma stavolta
lo disse con la voce più bassa, un sussurro lieve,
continuando a rigirarsi il regalo tra le mani.
«Tienila con te»
ripeté Naruto, mentre le sue le mani si misero su quelle di
Sakura, chiudendogliele delicatamente e racchiudendo la conchiglia tra
le dita della sorella.
«Finché ce
l’avrai, noi saremo sempre con te e non ti dovrai
preoccupare più.» quel contatto durò
qualche minuto, e rimasero lì con le mani strette
l’uno nell’altra.
Suo fratello Naruto sapeva sempre come farla tranquillizzare, come
farla mettere a proprio agio. Dopo un po’ tolse la mano,
stringendo ancora la conchiglia
«Allora voi terrete le
altre due?»
«Certo, ognuno ha la sua.
Così anche quando saremo lontani, ascoltando il rumore del
mare, ci ricorderemo di non essere soli, ma di poter contare sempre
l'uno sull'altro» rispose Naruto in un sorriso genuino,
Sasuke era al suo fianco e anche se non sorrideva come suo fratello, i
suoi occhi risplendevano della medesima luce mentre stringeva la sua
conchiglia tra le mani.
Non se lo spiegava ma le veniva quasi da piangere, era così
felice che il cuore le pulsava frenetico.
« Non pensate
che non lo dica lo stesso a nostro padre!» li
canzonò lei sorridendo, e facendo una smorfia subito dopo
iniziò a dirigersi verso il castello estivo, con Naruto e
Sasuke completamente bagnati al seguito, che ridenendo
facevano ridere Sakura a sua volta.
Naruto Sakura
e Sasuke ridevano con la certezza infantile che mai niente sarebbe
riuscito a scalfire i loro sorrisi.
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