NDA: Buon Natale, e come augurio di buone feste ecco a voi
la seconda e ultima parte ^^
(scusate se la qualità non è delle migliori)
- Kinugawa, calmati!- uno schiaffo dato da una piccola mano ricoperta
di pelo rosa, lo colpì in maniera piuttosto violenta sulla
guancia, facendolo rinsavire. Per un momento Atsushi si era trovato sul
serio sul punto di perdere il senno, come se un pesante velo scuro gli
fosse stato calato sugli occhi impedendogli di vedere, di percepire
ciò che lo circondava. Era rimasta solo la rabbia. Feroce,
soffocante, gli aveva preso la gola, lasciandogli come un macigno a
macerargli nello stomaco. – Non devi lasciarti condizionare!
– gli urlava ancora nelle orecchie Vombato, agitato e preda
di un leggero panico, si era appollaiato sulla sua spalla per arrivare
a colpirlo, e visto il suo bracciano teso sembrava pronto a farlo di
nuovo. - L'aria è intrisa di miasma formato dai sentimenti
negativi di Zao, se ti fai sopraffare è finita Kinugawa!
– lo avvertiva, e prima che potesse schiaffeggiarlo di nuovo
fu Yumoto ad intervenire,
- Basta Vom! Il senpai sembra tornato in se – lo
richiamò e a quel punto anche l'animale se ne rese conto,
trovandosi ad incrociare lo sguardo di Atsushi, il quale fronteggiava
il suo con una nota di fredda severità. In qualche modo i
suoi occhi ricordavano quelli di Kinshiro, ancora svenuto con la testa
appoggiata alle gambe dell'amico d'infanzia, quando si trovava ad
affrontare qualcosa che urtava il buon nome del Binan.
- Miasma? – ripete Atsushi, un gelo nel petto dopo essersi
colmato di tutta quella rabbia, se l'aria era stata intrisa di qualche
sostanza tossica, allora loro, respirando, non ne stavano forse venendo
avvelenati? – Quando avevi intenzione di dircelo?!
– sbottò perdendo quella calma e la dolcezza da
cui era contraddistinto e, come Yumoto aveva già intuito una
volta, nascondevano molto di quello che stava appena sotto la
superficie del suo animo.
- I-io pensavo che se aveste sconfitto Zao in breve tempo non ci
sarebbero state conseguenze – si trovò impreparato
alla sua reazione Vombato, incespicando a disagio nelle parole.
- Sconfiggere Zao?! Ma se non sappiamo neppure perché lo
stiamo combattendo! – esclamò evidenziando
l'ovvio, - E poi, il miasma per quanto si è propagato? Gli
studenti nell'edificio scolastico sono al sicuro? – gli
premurava saperlo perché era una cosa a cui Kinchan teneva,
e per cui lui e gli altri membri del consiglio si era adoperati,
intimando a tutti gli studenti di rifugiarsi all'interno dell'edificio
principale.
- Non ne dovrebbero subire gli effetti... per il momento –
sembrò farsi più piccolo Vombato, già
sceso dalla spalla di Atsushi, spaventato dall'aggressività
che gli mostrava,
- Bene – non pareva per nulla contento della cosa, ma
sembrava essersi calmato un poco, sebbene la sua espressione tradisse
un forte istinto omicida nei confronti dell'animale. – Io
penso a portare Kinchan al sicuro, poi cercheremo un modo per far
rinsavire Ryuu – disse per poi prendere un profondo respiro,
sapeva che stava esagerando, doveva raccapezzarsi subito.
Cercò di dipingersi sul volto un'espressione calma e
rassicurante, ma ebbe scarsi risultati.
- Aspetta senpai! Non puoi lasciare Yufuin da solo contro Ryuu
– intervenne a quel punto Hakone, una nota di panico nella
voce mentre l'altro già si alzava tenendo tra le braccia il
corpo svenuto del Presidente. Non accennava a riprendersi,
completamente abbandonato a lui, il capo mollemente appoggiato contro
la sua spalla. – So che sei preoccupato per il Presidente,
però non puoi lasciarci! Yufuin sta combattendo da solo -
c'era supplica nella sua voce, lo sguardo vermiglio tradiva la
lucentezza tipica di chi è sull'orlo del pianto.
- Kinchan non ha la protezione del suo costume da cavalier Aurite,
significa che tra noi è quello più esposto al
miasma – non era facile per Kinugawa ignorare a quel modo la
richiesta di Yumoto, teneva a lui, a En e a tutti gli altri, persino il
sorriso che gli rivolse tradiva il suo dispiacere, eppure non gli
riusciva proprio di lasciare Kinshiro, soprattutto dopo che si era
sacrificato per loro.
- Ad ogni secondo che passa Zao si fa sempre più potente,
non so cosa potrà succedere se non riuscissimo a
sconfiggerlo... – si aggiunse Vombato, guardandolo deciso, si
era ripreso un po' di sicurezza e d'autorità. Era pur sempre
il loro professore (anche se in una maniera un poco contorta)! - Non
è detto che la scuola rimanga un posto sicuro ancora allungo
– la sua espressione si era fatta terribilmente seria.
- Ma noi non sappiamo come sconfiggerlo – puntualizzo
Atsushi, il volto che si faceva scuro, un senso di gelo a far di nuovo
capolino nel suo petto. Strinse di più la presa con cui
teneva l'amico, sentirlo vicino in qualche modo dava la giusta
grandezza alla sue paure, lasciandogli modo di gestirle. –
Non sappiamo cosa succederà. Zao non è come i
mostri che abbiamo combattuto sino ad adesso... – si morse il
labbro inferiore sentendo quel rimasuglio di emozioni confuse
risalirgli sino alla gola come una bolla d'aria, tremò.
- Hai paura, Atsushi senpai? - le parole di Yumoto lo interruppero di
colpo, si trovò a boccheggiare mentre il più
piccolo lo fissa con il solito candore. La semplicità con
cui aveva posto una simile domanda era straziante, ma ben
più di quella era la capacità con cui era
riuscito a leggergli dentro ad essere insopportabile.
Gli faceva male il petto, all'altezza del cuore.
– Sì, ho paura! – ammise,
forse con un po' troppa veemenza, - Ho paura per quel che potrebbe
accadere, ho paura che potremmo fallire, ho paura che ci feriremo, che
le conseguenze possano essere catastrofiche non solo per noi, ma per
tutti – confesso e il dolore parve alleviarsi, anche se solo
di poco. - Ho paura, non so che fare. Sono bloccato... –
- E so che, se dovessi fare una scelta sbagliata, potrei peggiorare le
cose – concluse per lui Yumoto, una mano stretta nell'altra,
sul volto l'espressione di chi comprendeva appieno cosa stesse passando
nell'animo di un altro.
- Yumoto, anche tu... – era stupito dall'empatia che
avvertiva venire dal più piccolo,
- Anch'io sono terrorizzato, senpai - sorrise, anche se la sua non era
un'espressione felice. – Di solito mi basta attaccare senza
pensare e credendo solo che tutto andrà bene...
però, quando prima ho attaccato Ryuu con i miei poteri
dell'amore, lui invece di indebolirsi sembrava essersi ricaricato
– aveva la testa china, colpevole. Sapeva di essere una zucca
vuota, di agire senza riflettere, ma quella era la prima volta che le
sue azioni si traducevano in conseguenze tanto gravi. –
Forse, se non avessi insistito a continuare ad attaccarlo e ci avessi
pensato su, il Presidente non si sarebbe ridotto così -
- No, Yumoto! Non dirlo – lo rimproverò Atsushi,
sentendosi turbato dalla considerazioni dell'altro, preferiva vederlo
spensierato e sempre allegro piuttosto che riflessivo e infelice, -
Siamo noi che ti abbiamo lasciato fare. Abbiamo caricato tutto sulle
tue spalle, come al solito. Tu non hai fatto nulla di sbagliato, non
hai colpa. Saremo dovuti essere noi a fermarti quando abbiamo capito
che non era il modo giusto d'agire –
- In più è al quanto disdicevole colpevolizzarti
per una mia scelta – la voce di Kinshiro colse tutti di
sorpresa, Atsushi per primo. "Grazie al cielo" pensò
rivolgendogli uno sguardo tutt'occhi dallo stupore, era felice, quasi incredulo che avesse recuperato i sensi, gli pareva però ancora
piuttosto pallido e provato.
– Sono io il solo responsabile della mie azioni –
il Presidente continuò a biasimare Yumoto, ignorando lo
sguardo dell'amico che pareva volersi accertare che stesse bene, ma non
sembrava riuscire a chiederglielo. Aveva il tono freddo e lo sguardo
sottile nel rivolgersi al più piccolo, e anche se non era
nella sua forma migliore riusciva comunque a trasmettere tutta
l'autorità che il suo titolo comportava.
- Kinchan vuole dire che non devi preoccuparti per lui –
intervenne Atsushi a spiegare cosa realmente intendesse, un'infanzia
assieme lo aveva reso abile a comprendere i sottintesi dell'altro, in
più voleva rasserenare Yumoto, il quale pareva confuso e
rattristato da quel rimprovero.
- E' quello che ho detto, infatti – confermò seccamente
Kinshiro, la testa a ricadergli pesante sulla spalla di Atsushi, pareva
intontito, - Mi fa male il petto... – si lamentò
non del tutto presente a se stesso, una mano a stringere, con un
leggero tremore, il tessuto della divisa scolastica. Lo sguardo di
Kinugawa si crucciò.
- Deve essere a causa del miasma – intervenne Vombato,
arrampicandosi sulla spalla di Yumoto, - Anche se era protetto dalla
tenuta da cavalier Aurite ne è comunque stato colpito in
pieno, con l'attacco di Ryuu –
- Cosa possiamo fare, Vombato? – si allarmò
Hakone,
- Dobbiamo sconfiggere Ryuu. Così il miasma
smetterà di propagarsi, vero? – intuì
Atsushi, era la cosa più ovvia, e l'animale rosa aveva
insistito particolarmente su quel punto,
- Sì, è così –
affermò lui, annuendo con il muso. – Se
sconfiggiamo Zao tutti gli effetti nocivi causati dalla sua caduta
dovrebbero annullarsi... - esitò, - Sono però
preoccupato di quali ripercussioni potrà riportare Zao se
non lo fermiamo al più presto -
- Ripercussioni? – la voce di Yumoto suonò
spaventata, - ... ma gli altri mostri che abbiamo sconfitto sono
tornati tutti normali dopo –
- Quello che è successo a Zao è una cosa diversa
da quello che abbiamo affrontato finora – affermò
in tono greve.
- Ma cos'è accaduto a Zao di preciso? –
domandò Kinshiro, cui sguardo pareva faticare a mettere a
fuoco, cosa che gli causava in realtà una leggera nausea, e
che per questo teneva fisso su Atsushi.
- E' quello che vorrei sapere anch'io – ammise l'occhialuto,
sedendosi a terra per adagiare l'amico, il quale non pareva in grado di
tenersi stabile sulle gambe.
- Pure io – si aggiunse Yumoto, e sotto il peso dei suoi
occhi vermigli, Vombato non poté far altro che capitolare.
- Bhè... forse ho dimenticato di dirvi che il titolo di
principi aspirante al trono dell'Amore non è solo una
trovata pubblicitaria, ci sono dei parametri a cui i candidati devo
attenersi –
- E' la prima volta che ne sento parlare - c'era dello scetticismo
misto a sufficienza nel tono di Kinugawa, cominciava davvero ad
irritarsi nello scoprire quante altre cose Vombato stesse nascondendo.
- Diciamo che, per mancanza di tempo, la vostra selezione è
avvenuta in maniera anomala – tossì un paio di
volte Vom, nel tentativo di soffocare il disagio, -... comunque,
dopo aver accettato il titolo di Battle Lovers non ci si può
tirare indietro –
- Non ricordo di aver acconsentito a nulla – fu
l'osservazione fatta all'unisono dai due combattenti per l'Amore
lì presenti.
- E cosa succede se, successivamente all'ottenimento del titolo, un
principe dell'Amore sfora questi parametri? – si
mostrò più pratico Kinshiro, andando dritto al
punto,
- Decade perdendo il suo diritto al trono dell'Amore. La trasformazione
in Battle Lover si corrompe, rispecchiando quello che è
accaduto all'animo dell'ex-principe, il quale può essere
definito come un Anti Battle Lover –
- Un Anti Battle Lover?.. – ripete Yumoto, mentre
inconsapevolmente Atsushi e il Presidente avevano il medesimo pensiero:
"che nome orribile"; - Ma allora è questo che è
accaduto a Ryuu senpai? È decaduto? –
- Purtroppo sì – confermò Vombato con
una leggera amarezza, - E' che voi ragazzi mi siete sempre sembrati
così spensierati che non ho mai considerato il rischio
– cercò di giustificarsi.
- Quali sarebbero i parametri che Zao non ha rispettato? – di
nuovo Kinshiro era quello che arrivava dritto al punto, ignorando le
scuse dell'alieno rosa.
- Ai Battle Lovers non è permesso avere il cuore spezzato;
questa è la sola condizione a cui devono obbligatoriamente
attenersi – affermò, - La caduta comincia quando
il cuore di un Battle Lover diventa incapace di provare quell'Amore che
ha promesso di propagare nell'universo. Ovviamente non so in che modo
il cuore di Zao si sia rotto, ma da come si è ridotto posso
solo dedurre che sia accaduto –
- E come funziona questa digressione? Insomma, produce miasma nocivo,
ha un costume nero, nuovi poteri e sembra essere divenuto immune agli
attacchi dei suoi ex compagni. Cos'altro può fare e, in
sostanza, qual è il suo obbiettivo? –
continuò a chiedere Kinshiro, mentre uno strano umore era
calato su Yumoto e Atsushi, i quali erano rimasti un poco scossi nello
scoprire che Ryuu si era tramutato in quel mostro solo
perché qualcuno gli aveva spezzato il cuore. Era qualcosa
del tutto priva di senso. Certo, sapevano che l'amico frequentava molte
ragazze, e perciò poteva essere quello tra loro più esposto, ma l'amore che rivolgeva loro era un tipo di sentimento esteso
a tutto il gentil sesso. Non gli avevano mai sentito
affermare, almeno ad alta voce, di aver trovato "quella giusta". L'unica
in mezzo alla altre, qualcuna davvero speciale per lui. Non ricordavano
neppure se nelle settimane precedenti o in quei ultimi giorni avesse
avuto un atteggiamento diverso dalla norma. Si era sempre comportato
come al suo solito, nulla tradiva il fatto che potesse essersi
innamorato.
- Zao cerca di riparare il proprio cuore spezzato sottraendo ogni
traccia d'Amore presente nell'aria. Un Anti Battle Lover è
ingordo d'amore perché si sente vuoto, ma più ne
assorbe, più lo desidera – spiegò
Vombato,
- E per lei era una buon idea mandare contro ad un divoratore d'amore
qualcuno che usa il potere dell'amore come arma?- fu schietto e diretto
Kinshiro, simile ad una sferzata di vento gelido sul viso,
- Credevo che Zao potesse ancora recuperare il controllo, non pensavo
che le ferite del suo cuore fossero tanto profonde. Più un
cuore è ferito, più i poteri di un Anti Battle
Lover sono potenti... non potevo sapere che fosse caduto al punto da
riuscire a domare le sue nuove capacità, ne che riuscisse ad
attaccare i propri amici -
- Sembra che tu abbia sottovalutato molte cose Vom – quella
voce ebbe il potere di gelare i loro animi, colti alla sprovvista,
dimentichi della battaglia che si stava svolgendo a soli pochi metri da
loro. Il sorriso con cui Ryuu li salutò non nascondeva una
nota perfida, colma di derisione. Il suo scontro con Yufuin si era
appena concluso con un fantastico HOME RUN, nessuno aveva
però prestato attenzione alla sua battuta e ciò
lo urtava un pochino. Credevano davvero di poterlo ignorare in quel
modo? Imperdonabili! - E quindi pensavi di riuscire a fermarmi con due
senpai incompetenti e uno stupido kohai? - rise, e ormai il miasma che
l'avvolgeva era divenuto tangibile, simile ad un aura violacea capace
di sottrarre ogni colore attorno a lui. Un senso di gelo avvolse
l'aria, come se la temperatura fosse calata di colpo. Qualsiasi buon
sentimento veniva inglobato da quell'aria venefica, tramutandosi in
nuova energia per Ryuu.
- Ryuu senpai! Noi troveremo il modo di farti tornare come prima!
– proclamò Yumoto deciso, la sua
vivacità era tornata, si era riposato abbastanza, e ora che
sapeva cosa era accaduto all'amico di certo non si sarebbe
più tirato indietro. Balzò in piedi, facendo
cadere il vombato che ancora gli stava sulla spalla, e si
gettò su Ryuu, abbracciandolo. – Anche se non ne
so molto al riguardo, se hai problemi sentimentali può
venirne a parlare con me, senpai – un cuore spezzato andava
confortato, giusto?
- Uff... – sbuffò Ryuu con aria annoiata, per
nulla toccato dal gesto dell'altro, - Yumoto, cosa non ti è
chiaro del: si nutre di amore e i suoi poteri si fortificano con esso?
– la sua era una domanda retorica e gli bastò
leggere lo sgomento incredulo nello sguardo del kohai per sentirsi
soddisfatto. Quella sciocca testolina bionda aveva compreso tardi il
proprio errore. Prima che potesse reagire in qualche modo, Ryuu lo
spinse via, dandogli poi un calcio sui fianchi. Hakone ebbe
però la prontezza di proteggersi dal colpo parandolo con il
proprio scettro. Per un lungo momento i due si guardarono negli occhi
mentre il più grande tentava di vincere sulla forza
dell'altro. – Vedo che ti sei ricaricato le pile –
commentò aspramente, separandosi da lui con un balzo
all'indietro, mettendo fra loro una certa distanza. Avrebbe potuto
annientare tutti e tre con un colpo solo, si era stancato degli scontri
singoli, gli erano venuti a noia viste le scarse abilità
degli avversari.
- Che ne dite se vi spazzo via e la facciamo finita con questa farsa
dei battaglieri dell'Amore, eccetera, eccetera? – gli propose
giocando, appoggiandosi con fare disinteressato il proprio scettro su
una spalla mentre con una mano si sistemava i capelli che, ribelli,
avevano cominciato a cadergli fastidiosamente sugli occhi.
"Chissà che fine ha fatto il mio cerchietto" si chiese,
anche se non era molto interessato a saperlo.
Alla sua minaccia Atsushi si fece avanti, riparando con il proprio
corpo Kinshiro,
- Non essere così plateale – lo
rimproverò questi, alzandosi a sua volta in piedi, anche se
a fatica, - Forse non sarò più utile, ma non
voglio certo esservi di peso – si raddrizzò
affrontando lo sguardo dell'amico, il quale si trovò a
tentennare di fronte alla fierezza di quegli occhi.
- Ma voglio proteggerti. Se non lo faccio, non sono sicuro che tu non
verrai coinvolto – fece rivolgendogli un sorriso tirato,
- Va a dare supporto a Yumoto, al momento fermare Ryuu è
più importante – replicò lui, e anche se quel comando avrebbe dovuto
suonare come autoritario e freddo, le sue guance avevano deciso proprio quel momento per
tingersi di rosa imbarazzo, annullandone
così gli effetti. "Non dire ad alta voce cose
così imbarazzanti, Achan!" pensò mentre la sua
bocca diceva: - Io vedrò di farmi da parte –
- Va ben...- le parole di Atsushi, intenerito dal comportamento di
Kinshiro morirono di colpo quando si sentì d'improvviso
schiacciare a terra da una forza inesorabile.
- La piantate di fare i piccioncicini voi due?! - l'irritazione di Ryuu
aveva raggiunto il culmine, cosa diavolo doveva fare per avere la loro
attenzione?! In più non riusciva a capire: perché
il Presidente non sembrava più soffrire degli effetti del
suo miasma? No, probabilmente ne stava soffrendo ma era abile a
nasconderlo, non poteva esserci altra spiegazione. – Ma
comunque grazie, la vostra sceneggiata era così piena di
genuino affetto che mi sento quasi sazio - aggiunse, mentre Kinugawa si
rialzava, il colpo non era stata molto violento, aveva voluto giusto
giocare per fargli mangiare un po' di terra.
- Tutto bene senpai? – si preoccupò Yumoto,
- Sì, tutto bene – sorrise lui, pulendosi con il
dorso del guanto un leggero residuo di sangue che gli colava dal
labbro, aveva finito con il morderselo. - Ryuu, il tuo comportamento
comincia davvero ad irritarmi. Vediamo di farla finita sul serio sta
volta - Sì, quel giorno la sua pazienza era davvero messa a
dura prova.
Una fitta al petto tradì quel sentimento di furia cieca,
molto vicina all'odio, da cui poco prima aveva rischiato di essere
sopraffatto.
Dall'alto del cratere, Yufuin spiegava in maniera piuttosto spiccia e
sbrigativa a Io cosa fosse successo mentre era svenuto. E il tutto
poteva essere sintetizzato nella semplice frase: - Ryuu ha dato di matto –
- Ma... ma perché?! – si trovò
più confuso di prima Io, fissando il suo senpai con aria
sconvolta, - E' staro qualcuno a trasformarlo in un mostro? –
era la cosa per lui più logica da pensare visti gli eventi,
- No, no. Si è trasformato da solo – aveva
un'espressione annoiata e disinteressata mentre lo stupore di Naruko si
faceva sempre più evidente sul suo volto. – Non so
che cosa gli sia successo o perché sia diventato
così – incrociò le braccia dietro la
testa, erano seduti su quella parte del prato che non aveva ancora
conosciuto la distruzione di un Anti Battle Lover, e forte era per lui
la tentazione di distendersi a fare una pennichella. Purtroppo, quello
non era decisamente il momento.
- Ah, però una cosa me l'ha detta prima di scagliarmi via
come una palla - ricordò, lo sguardo azzurro che per una
rara volta sembrava sprizzare un genuino interesse,
- COSA?! – inginocchio davanti a lui, ancora alterato per
quelle ultime novità, Io si aggrappò alle spalle
di En, arrivando a scuoterlo per farlo spicciare a parlare. Lo sguardo
che il più grande gli rivolse però lo fece
allontanare subito. Da quando riusciva a fare un'espressione
così seria?
- Ha detto che qualcosa in lui si è spaccato – i
suoi occhi già sottili si aguzzarono ancora di
più nel fissarlo dritto in volto, -... e che sei stato tu a
romperlo, Io –
- Eh?..- se fosse stato attaccato ad un encefalogramma, in quel momento
l'attività celebrale di Naruko avrebbe dato come unico
risultato una lunga linea retta, senza alcuna interferenza. Dopo quel
senso di caos, le parole di En erano state capace di azzerare ogni
pensiero cosciente in lui. Lui aveva rotto, Ryuu? Ma... ma come era
successo? Cosa aveva fatto per...
- Impossibile, è stato Ryuu a... - borbottò in un
filo di voce, fissando il terreno mentre con una mano cominciava a
strappare convulsamente i ciuffi d'erba dal terreno.
- Avete forse litigato di recente? Forse è per quello
– optò Yufuin, il quale non avvertì il
sussurro dell'altro, ma ne notò il pallore. – Ohi,
Io stai bene? – si preoccupo sporgendosi verso di lui, si
stava forse sentendo male? Ma dalla piega spezzata che presero le sue labbra
intuì quasi immediatamente cosa avesse.
- BRUTTO INSENSIBILE EGOISTA CHE NON PROVA NEMMENO A PRENDERE IN
CONSIDERAZIONE I SENTIMENTI ALTRUI – sbottò
furioso, cominciando a strappare manciate d'erba con entrambe le mani,
prendersela con il prato era un alternativa migliore che ammazzare
qualcuno. Avrebbe rasato quei suoi dannati capelli rosa appena ne
avesse avuto l'occasione. – LUI HA IL CUORE SPEZZATO?! LUI SI
SAREBBE ROTTO?! – continuò ad urlare, il volto che
si infiammava mentre la gola cominciava a fargli male, qualcosa
iniziò a bagnargli gli occhi. Si prostrò in
avanti, facendo aderire la fronte al terreno e nascondendo
così ad un Yufuin incredulo le proprie lacrime.
- Non è giusto... Sono io quello che è stato
rifiutato – singhiozzò con voce strozzata,
scoppiando in un pianto trattenuto per giorni, da quando Ryuu gli aveva
detto che per loro era meglio essere solo amici. Erano settimane che
faceva finta di nulla comportandosi come al solito, eppure da quando
gli aveva confessato i propri sentimenti e questi erano stati
rifiutato, per lui vederlo era diventato difficile. Il nodo alla gola
pareva sempre sul punto di rompersi, facendo sgorgare fuori i suoi veri
pensieri. Voleva star vicino a Ryuu ben più che come amico,
ma lui non voleva perdere la loro amicizia. Lo detestava.
Perché aveva usato una scusa così banale? "Non
poteva dire: scusa Io, ma preferisco le ragazze?" Si era preparato ad
una risposta simile, ma comunque, Io non avrebbe mai creduto che un
rifiuto potesse fargli così male.
- E' stata dura, eh? – inaspettatamente avvertì la
mano di En in cima alla propria testa, ad accarezzargli i capelli. Lo
stava confortando?
- Tanto - ammise Naruko trai singhiozzi, la fronte sempre aderente a
terra mentre tirava su rumorosamente con il naso, era consapevole di
star facendo la figura del patetico, ma non riusciva più a
trattenere quel rimasugli di emozioni che stanziavano nel suo petto
ormai da troppo tempo. Simile ad un rubinetto aperto fuoriuscivano
incontrollate.
Si era sentito male, più di quanto avrebbe voluto, troppo
per essere sopportabile. Non capiva esattamente cosa fosse successo, ma
era come se una voragine, spalancatasi d'improvviso sotto ai suoi
piedi, lo avesse ingoiato. Un senso di vuoto lo aveva invaso, lo
stomaco si era attorcigliato su se stesso e qualcosa di simile al
panico gli era risalito lungo la gola, quasi strozzandolo. Doveva pure
essergli fuggito un verso strano, simile ad un grugnito, dalla
sorpresa, ma infondo non poteva non esserne sconvolto. Un'istante prima
si stava scambiando romantiche e-mail con la dolce Ruri-chan, e ora si
trovava ad affrontare il proprio migliore amico, cui sguardo grigio non
gli era mai sembrato tanto deciso.
- Cre... credo di non aver afferrato, scusami – sorridendo a
disagio e colpevole, finse di non aver afferrato le sue parole mentre
il cellulare che teneva in mano vibrava, avvertendolo dell'arrivo
dell'agognata risposta di Ruri-chan.
Con un gesto deciso Io gli sottrasse l'oggetto prima che potesse
leggerlo e rispondergli. Per una volta voleva tutta la sua attenzione, ne aveva il diritto dopo che era riuscito a rimanere da solo con lui.
Certo, il magazzino dell'aula d'arte con tutti quelle cianfrusaglie,
tra quadri, colori, utensili e mezzibusti senza braccia, non era il
luogo più romantico del mondo, ma Naruko si era stancato di
procrastinare nell'attesa del "momento giusto". Se giocare in borsa gli
aveva insegnato qualcosa era che, quando si era indecisi se vendere o
comprare azioni, piuttosto di tentennare, era meglio agire. E quando,
con la scusa che dovessero recuperare del materiale per l'allestimento
della prossima recita, si erano ritrovati soli, aveva deciso che fosse
quello il "momento giusto". Anche se la statua affianco a lui, coperta
da un panno bianco e colpita dai raggi aranciati di un sole morente,
aveva un aspetto abbastanza inquietante. Sperava fosse solo una sua
impressione che si fosse mossa.
- Ti ho detto che sono innamorato di te – aveva avuto un calo
di voce a meta frase per l'imbarazzo e le mani gli tremavano dal
nervosismo, tanto che se non stava attento avrebbe dovuto comprare un
cellulare nuovo a Ryuu, ma non gli sembrava di essere andato tanto
male. – Hai afferrato adesso? – il disagio procuratogli la situazione, soprattutto perché era consapevole
della vergogna che gli colorava il viso, gli rese il tono
più freddo di quanto non volesse.
- Ah... – dallo sguardo con cui l'amico lo fissò,
Naruko dedusse che no, non lo aveva ancora capito, ma prima di arrivare
a ripeterglielo per la terza volta, una luce si accese nei suoi occhi
castani. - N-non stai scherzando? Tu.. sul serio? - Sì,
c'era arrivato.
- Sul serio... – confermò sbuffando, sapeva che
l'amico aveva molte buone qualità, ma in momenti simili
faticava a ricordarle.
- Tu... sei innamorato di me? Tu? – cominciava a diventare
ripetitivo, d'altronde cosa si poteva aspettare? Ryuu era abituato a
ricevere attenzioni dalla ragazze, e probabilmente non aveva mai
valutato l'ipotesi di potersi ritrovare in una situazione simile. Una
dichiarazione, piuttosto misera ma pur sempre una dichiarazione, fatta
da un ragazzo, per di più il suo migliore amico, doveva
averlo scioccato. Rimanerne sconvolto era il minimo.
- Sì, io sono innamorato di te, Ryuu... – ed era
la terza volta che lo diceva ad alta voce, farlo gli dava una
sensazione strana, colma d'imbarazzo, ma non spiacevole. Anzi, gli
procurava un certo sollievo.
- Non ci credo – negò Ryuu, il significato delle parole dell'altro aveva
però già preso forma e peso nel suo petto, e il
corpo al momento gli urlava una sola cosa: SCAPPA!
- VUOI CHE TE LO METTA PER ISCRITTO?!- sbottò Io, sul serio,
lo stava facendo a posta a fare tanto l'ottuso? A quel punto il
cellulare di Ryuu cominciò a squillare ripetutamente, segno
che qualcuno lo stava chiamando. Adocchiando il display Naruko
trovò il numero di Ruri-chan e, anche per svincolarsi un po'
da quella situazione imbarazzante, gli porse l'apparecchio.
– Probabilmente vuole che rispondi alla sua e-mail
– fece tenendo lo sguardo basso, avvertendo una leggera
pressione nel petto.
Ryuu prese il cellulare ma ignorò la chiamata, poteva
aspettare. In quel momento era molto più importante il
ragazzo di fronte a lui. Doveva aver avuto molto coraggio per
rivelargli cosa provava, ma Ryuu non poteva far a meno di pensare che
non voleva perderlo. E accettare i suoi sentimenti, soprattutto se in
futuro non fosse stato in grado gestirli e lo avesse quindi ferito, era
un rischio che non voleva correre. Non era mai stato in grado di
mantenere a lungo una relaziona amorosa, con Io non sarebbe stato
diverso.
Non voleva perdere il suo migliore amico.
- Io, ecco... – cominciò titubante, e dallo
sguardo ferito che l'altro gli rivolse già si
sentì in colpa, aveva già capito di star per
ricevere un rifiuto. - Senti, noi siamo amici. Grandi amici. Questo non
basta? Non voglio perdere la nostra amicizia –
E a quel punto Ryuu capì di aver appena ripagato il coraggio
di Io con un atto di codardia estrema. Non era che non fosse in grado
di accettare i suoi sentimenti, aveva solo avuto paura a farlo!
Ne aveva calpestato gli sforzi solo per proteggere se
stesso, e ancora più egoisticamente si era aspettato che tutto
sarebbe rimasto come prima. Qualcosa però aveva già cominciato a mutare, gli era divenuto difficile guardarsi allo specchio, si trovava rivoltante.
Una volta rifiutato Io, fu come se il suo cuore sentisse di non
meritare più l'amore di nessuno, dell'amico in particolare.
C'era solo un senso di vuoto e di disgusto nel suo petto e, per quanto avesse continuato ad uscire
con le ragazze, era stato incapace di provare il medesimo trasporto, lo
stesso divertimento di prima.
Il senso di colpa, la paura, la sua incapacità e il dover
affrontare Naruko ogni giorno, consapevole dei suoi sentimenti, erano stati
i semi che, una volta germogliati, spezzarono il cuore di Ryuu.
I sentimenti di Naruko lo avevano rotto.
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SCHERZONE!
Anche questo capitolo era troppo lungo, quindi ci sarà un
terzo capitolo ^__^'''
Scusate se è oripilante, e un grazie speciale alla figliah
che mi segue (^3^)/
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