5 # Vendetta [Paride; Achille]
Forse era il sangue, forse il sudore imperlato
sulla sua fronte, forse
il grido cristallizzato sulle sue labbra. Mi urlava
che non potevo fermarmi, lo comunicava al cervello e lo indirizzava
al corpo e a tutto me stesso.
Era facile mentire – più facile di quanto avrebbe
dovuto essere – a me stesso che con quella morte le cose
sarebbero migliorate.
Era semplice fingere che dopo mi sarei sentito
meglio, e meno
orrendamente in colpa per il fatto di non aver saputo proteggere
Patroclo.
Sembrava essenziale continuare a scagliare una freccia dietro
l’altra, come se ogni volta che un dardo raggiungeva la carne
di Achille mi avvicinassi sempre più a riemergere
dall’oppressione, come se colpendolo ripetutamente potessi
tornare a respirare.
Era necessario saziare il male che sentivo dentro
me, esternarlo per
impedirgli di continuare a ferirmi. Non avrei potuto avere pace sino a
quando la consapevolezza negli occhi di Ettore non si fosse spenta, e
sino ad allora volevo percepire profondamente ogni suo frammento di
sofferenza.
Le grida di mia cugina sembravano provenire da un universo a parte,
sembravano irreali ed attutite, non capivo cosa significassero
perché l’unico significato che potevo darvi
– che Briseide stesse soffrendo per lui – non
potevo accettarlo.
Sentivo gli occhi di coloro che assistevano alla
sconfitta del loro
principe pungere la mia schiena, ma mi sembravano insignificanti, quasi
potessi sbarazzarmene con un lieve movimento di mano.
Rivedevo mio fratello
trascinato dietro ad una biga, nella polvere.
Rivivevo mio
cugino, il volto di un pallore gelato, la gola squarciata.
Non sarebbe cambiato nulla, con questa mia
vendetta, di quel che era
accaduto,
Ma non
volevo ammetterlo a me stesso.
Perché
non potevo accettare di non poter far nulla per lui.
Spazio
dell’autrice:
Eh... ehm. Forse qualcuno dovrebbe dare delle spiegazioni sul proprio
TREMENDO ritardo nell’aggiornare. Be’,
sì, ecco. In teoria avevo già pronta anche questa
One-Shot conclusiva, ma poi mi sono resa conto che non mi piaceva.
Perciò oggi, da brava bambina – quale non sono
–, mi sono messa al pc per tentare di rimediare. Il risultato
finale non mi dispiace, spero non spiaccia nemmeno a voi. E
be’, le tre frasi finali spiegano il titolo di tutta la
raccolta. Penso che si capisca (lo spero, perché altrimenti
vorrebbe dire che dovrei smettere di scrivere...) che le parti
allineate al centro sono i pensieri in comune di Achille e Paride,
quelli a sinistra di Paride e quelli a destra di Achille.
DarK_FirE: Gemy!
Hai visto?! Ho aggiornato! Sono riuscita ad
aggiornare!!! Ma vieni! Okay, fine. Ettore ç_ç un
momento di silenzio, per favore. Giusto, lasciamo Paride nel suo
sgomento eccetera, e provvediamo noi ad Achille. Uh, l’idea
di contattare Shenron non è male, potremmo ingegnarci e
farlo noi! Mwahahahah! Come al solito, commento bellissimo. Sono morta
dalle risate (morta? Come Ettore? Doh! *disperazione*).
Thyarah: sono
felice che ti sia piaciuta. Già, purtroppo
Troy ha queste differenze con l’Iliade che a volte rendono un
poco difficile immedesimarsi completamente...
Trullitrulli:
presupposti psicologici? La gente non deve dire certe
cose in mia presenza, mi confondono... scherzi a parte, sono contenta
che ti sia piaciuta e che non sia stata uno sbaglio completo. Riguardo
alla Shot su Paride ed Ettore direi che... be’, io adoro le
coppie di fratelli (sempre che non si parli dei miei, di fratelli),
quindi... Mmm, un duomo di Milano alternativo da dedicare ad Ettore.
Mica male come idea! xD Okay, niente mazze da baseball, mitra, stelle
ninja, spade laser... *faccia computa* Grazie per le recensioni. Ciao^^
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