Che il gioco abbia inizio
Lo sceriffo Forbes era confusa,
disorientata.
Le morti finora manifestate a Mistyc Falls erano state quasi sempre
opera dei vampiri.
Stavolta però si trovava di fronte ad un altro tipo di
omicidi, i corpi ritrovati non avevano nessun morso ne una ferita che
facesse pensare a quegli esseri a cui dava costantemente la caccia.
I tre cadaveri sui tavoli dell'obitorio erano mutilati, squartati.
I primi due ritrovati nei pressi del bosco erano dei ragazzi
più o meno sui 17 anni, uno era privato degli occhi, l'altro
del cuore.
Il terzo, un uomo di mezza età mutilato anch'essi di occhi,
cuore e lingua ed era stato ritrovato ucciso nella sua stessa casa.
I risultati dell' autopsia dichiaravano che gli organi erano stati
strappati di netto sia dalla cava oculare che dal petto, la dinamica
delle ferite era imprecisa e questo lasciava pensare che gli omicidi
erano stati efferrati a mani nude.
"Impossibile"
pensò Liz, chi poteva uccidere in quel modo se non un
vampiro?
Un essere umano era capace di uccidere cosi?
Bucare il petto di qualcuno, strappare il cuore dal torace con una tale
perfidia poteva essere solo opera di un vampiro.
Ma a quale scopo uccidere se poi non nutrirsene?
Ed ecco ritornare al punto di partenza e riconsiderare l'ipotesi di un
essere umano, un omicida che si aggira indisturbato per le strade alla
ricerca della sua prossima vittima.
Questo inspiegabilmente per Liz faceva ancora più paura,
più di quanta se si trattasse di un vampiro.
Un vampiro è un essere malvagio e ci si aspetta simili
uccisioni, ma un essere umano con tali pensieri le faceva gelare il
sangue.
Nel frattempo lo sceriffo prese il cellulare per contattare Damon, lo
pose all' orecchio in attesa di risposta ma il maggiore dei Salvatore
non rispose alla chiamata.
Liz tento di contattarlo per ben due volte senza risultato:
" Damon ma dove sei finito, rispondi " parlò fra se
aspettando ma senza risultati.
Prima di proseguire con le indagini, Liz
pensò che era meglio riunire il consiglio ed informarli di
quanto stava accadendo nella cittadina, e decidere insieme il dafarsi
prima che la situazione peggiorasse perchè di questo ne era
assolutamente sicura, le cose sarebbero peggiorate.
_______________________________________________________________________________________________________________________
Il silenzio nella stanza era
impenetrabile, inalterabile.
Solo qualche rumore di passi fugaci provenienti dal corridoio lasciava
interrompere quel tacere assordante.
Elena riaprì lentamente gli occhi, il buio e un leggero
strato velato le sfocavano la vista facendole intravedere poco
chiaramente ciò che la circondava.
Strinse più di una volta le palpebre indolenzite per
schiarire la vista, gli occhi le pizzicavano appena un pò e
il suo corpo lo sentiva sfiancato.
Era come se avesse dormito da giorni e solo ora era riuscita a
svegliarsi.
Fissò il soffitto per qualche minuto come faceva sempre e ad
un tratto si rese conto di non trovarsi nella sua stanza.
Elena era disorientata: Dove si trovava?
Cosa era successo?
Poi in un lampo le tornò tutto alla mente e si
guardò il polso sinistro fasciato.
Era appena rientrata a casa, aveva salutato zia Jenna ed
era salita nella sua stanza , dopo aveva chiamato Bonnie per
confermarle che sarebbe andata al ballo con Stefan con grande euforia.
Poi si era diretta verso lo specchio restando a lungo a guardarsi
pensando ancora a
quella mattina, a quando si era abbandonata tra le braccia di Stefan e
di quanto fosse stato bello concedersi al ragazzo che le aveva stregato
il cuore.
Dal cassetto aveva preso la collana che lui le aveva regalato e
pensò che sarebbe stato bello indossarla per il ballo, ma si
accorse che era sparita.
Elena cercò insistentemente quell'oggetto a lei tanto caro
ed era sicura di averla messa proprio lì.
Un rumore improvviso proveniente dal bagno la distolse dalla sua
ricerca, la luce era accesa e la porta socchiusa.
" Jeremy, sei tu? " domandò mentre si
avvicinò lentamente aprendo la porta.
Nel bagno non c'era nessuno, il rubinetto era semichiuso, il rumore del
gocciolio rendeva tutto più inquietante.
Elena si soffermò e vide che sul lavandino c'era un vecchio
pezzo di carta, la ragazza incuriosita lo girò rimanendone
sconvolta.
Quel vecchio pezzo di carta era la vecchia foto che ritraeva Katherine.
La somiglianza con lei era impressionante, era assolutamente identica,
all' inizio pensò si trattasse di uno scherzo.
All' improvviso sentì la finestra chiudersi con forza, Elena
uscì dal bagno in fretta per vedere cosa stesse succedendo
quando avvertì una presenza nella stanza e vide una ragazza
di spalle verso la finestra.
" Chi sei? " domandò con voce tremante ma
decisa, come era entrata?
Chi era?
Ma la ragazza restò immobile.
Elena si avvicinò lentamente alle sue spalle ripetendole la
domanda, ma lei non fece cenno.
Il riflesso nel vetro della finestra lasciava intravedere a malapena il
volto, ma ad Elena bastò per riconoscerne qualche tratto.
Non era possibile, forse si stava sbagliando, o forse no, era proprio
lei?
Fù un attimo e poi il buio.
Elena si risvegliò sul suo letto, come era successo che si
addormentasse?
Era come stordita, aveva un cerchio alla testa come se avesse subito un
urto.
Il suo sguardo incrociò il display della sveglia sul
comodino che segnava mezzanotte passata.
Elena sobbalzò dal letto, non era andata al ballo aveva dato
buca a Stefan.
Si alzò e corse immediatamente in bagno a sciaquarsi il viso
con grande fretta, e poi le venne in mente la foto guardando il
lavandino.
Ma adesso dove era quella foto?
Dov'era finita?
Improvvisamente era sparita.
Elena frugò dappertutto per trovarla ma fu inutile e si
accorse che era sparito anche il suo vestito come la collana quando il
cellulare le squillò, era Stefan che le chiese se stava bene
mentre lei era confusa da quella strana situazione, attaccò
la chiamata quando sentì un bruciore improvviso al polso
sinistro.
Elena si accorse che il suo polso dove aveva avvertito il bruciore
stava sanguinando, il flusso non cessava di scorrere, era un taglio
netto comparso dal nulla che le aveva reciso le vene.
Jeremy stava rientrando in quel momento dal ballo quando
sentì un rumore provenire dal piano superiore, il ragazzo si
precipitò nella stanza della sorella e la ritrovò
riversa a terra con il polso sanguinante.
Ora la vista le si era schiarita, gli occhi le bruciavano un
pò, cercò di drizzarsi per cambiare posizione e
vide ai piedi del suo letto zia Jenna che dormiva e lo stesso Jeremy,
poco distante su una poltrona.
Non aveva idea di che ore fossero, ma dalla luce fuori dovevano essere
pressapoco le nove.
Zia Jenna si destò dal suo sonno, si sfregò gli
occhi sbadigliando e vide che Elena era sveglia.
" Elena tesoro, come ti senti? " le domandò
accarezzandole il viso.
" Sto bene, sono solo un pò stanca " le rispose lei
guardando suo fratello che si era svegliato.
" Mi hai spaventato sai? Credevo che fossi morta " disse
Jeremy avvicinandosi ai piedi del letto.
" Non lo dire nemmeno per scherzo capito? Ci è
mancato poco che avessi un infarto- disse Jenna guardando l'orologio
che aveva al polso - Cavoli! Sono quasi le dieci, devo correre da Carol
perchè oggi arriva il nuovo ricercatore storico e devo
essere io ad incontrarlo, Jeremy resta tu con Elena ok? E se ci sono
problemi chiamami, vi voglio bene "
Jenna raccolse la sua borsa avviandosi fuori di fretta per non tardare
all'appuntamento quando incrociò Stefan nel corridoio
salutandolo con un sorriso fugace.
" Elena! " chiamò Stefan irrompendo nella
stanza facendo sobbalzare Jeremy.
" Stefan " chiamò lei allungando le braccia per
abbracciarlo.
" Visto che hai compagnia io ne aprofitto e scendo giù a
prendermi qualcosa " disse il giovane aprofittando per
squargliarsela lasciandoli da soli.
" Fammi vedere " disse Stefan guardandole il polso fasciato
incupendo lo sguardo, Katherine stavolta lo aveva in pugno.
" Cosa sta succedendo Stefan? e tutto molto strano non capisco
"
" Non preoccuparti, ora devi pensare a guarire e stato un
incidente "
" Un incidente? Stefan ho le vene recise! " rispose lei
agitata.
" Elena andrà tutto bene, tu devi fidarti di me "
concluse il minore dei Salvatore quando apparve lo sceriffo Forbes.
" Buongiorno Elena, come stai? "
" Sto bene, grazie sceriffo "
" Ho giusto cinque minuti e sono passata, Jenna e andata via? "
" Si, doveva sbrigare una faccenda di lavoro "
" Capisco... Stefan hai un minuto? dovrei parlarti "
invitò Liz facendogli cenno di seguirla fuori dalla stanza,
quando lui la seguì.
" Mi dica pure, sceriffo " disse Stefan incrociando le braccia.
" Stefan avrei un paio di domande da farti su Elena "
" A che proposito "
" Su quanto e accaduto ieri sera, avete lasciato il ballo poco
dopo che eravate arrivati come mai? "
" Elena non si è sentita bene e l'ho dovuta
riaccompagnare a casa prima "
" Verso che ora? "
" Credo verso le undici "
" D'accordo, e poi te ne sei tornato a casa? "
" Si sono tornato a casa "
" A che ora esattamente? >>
" Sceriffo sta sospettando di me su quanto è
successo? "
" Faccio solo il mio lavoro Stefan "
" Non farei mai del male ad Elena "
" Anche io non farei mai del male a mia figlia, ma se qualcuno
la ritrovasse in casa con le vene recise sarei io la prima indiziata
essendo la persona più vicina a lei, tu sei l'ultimo che e
stato visto con Elena ieri sera e questo fa di te il mio primo
indiziato ad essere interrogato, questo non vuol dire che sia stato tu
e la prassi del mio lavoro anche perche se ti accusassi non ti avrei
parlato nel corridoio di un ospedale ma ti avrei portato direttamente
in centrale " concluse Liz quando le suonò il cercapersone.
" Devo andare, grazie Stefan... ah dì a Damon che
lo stò cercando e che è urgente "
" Si sceriffo lo farò " rispose il vampiro mentre
la guardava allontanarsi.
Il ritorno di Katherine stava già compromettendo la pace a
Mystic Falls pensò tra sè e per proteggere Elena
doveva ricorrere all'aiuto di Damon anche se detestava la cosa, ma con
lui al suo fianco poteva tenere la situazione sotto controllo.
Nel frattempo cercò di contattarlo ma senza risultati.
_______________________________________________________________________________________
Palazzo della fondazione
" Jenna finalmente, eccoti! ci mancava poco che chiamassi Liz
per denunciare la tua scomparsa " esclamò ironicamente Carol.
" Scusa Carol, ma ho avuto un serio problema in famiglia Elena
è in ospedale " rispose Jenna con il fiatone.
" Mio Dio sta bene? Cosa è successo? "
" Sta bene, ha avuto un incidente a casa, si è ferita ha
perso molto sangue ma per fortuna in quel momento si è
trovato Jeremy che l'ha subito soccorsa "
" Mi dispiace, se vuoi puoi tornare da tua nipote, ci penso io qui "
" Sei sicura? Perche mi faresti un favore i ragazzi sono da soli in
ospedale "
" Quindi tu hai lasciato due minorenni da soli per venire qui? "
intervenne tempestivamente John irritando Jenna come sempre.
" Cosa vuoi? John adesso non ho tempo per il tuo sarcasmo la situazione
e alquanto seria "
" Lo credo, Jeremy ed Elena hanno tentato entrambi il suicidio "
" Smettila! Ma che diavolo dici sei impazzito? " infuriò la
donna perdendo il controllo.
" E' la verità mia cara, Jeremy si e imbottito di pillole ed
Elena si e tagliata le vene se questo non è tentato suicidio
allora spiega realmente come è andata, ma dovrai essere
convincente con l'assistente sociale "
" Assistente sociale? Hai contattato i servizi sociali per togliermi la
custodia dei ragazzi, maledetto bastardo che non sei altro! "
infuriò Jenna spintonandolo quando Carol la
intimò a calmarsi.
" Sarebbero intervenuti comunque, e evidente che con te sono in
pericolo quindi tanto vale che mi occupi io di loro, stammi bene Jenna
" concluse John allontanandosi lasciando Jenna con una crisi di nervi.
" Non otterrai la custodia dei ragazzi! Va all'inferno bastardo! "
" Calmati Jenna, Santo cielo! stai attirando l'attenzione di tutti! Non
è cosi che risolverai la situazione, stai provocando uno
scandalo "
" Sai che ti dico Carol? Che io mi licenzio e che ne ho abbastanza di
queste stronzate! Ti saluto e buona fortuna con il mio sostituto tanto
lo avevo già capito che mi volevi fuori, ma grazie per
avermi facilitato le cose! " concluse Jenna senza peli sulla lingua
andandosene.
______________________________________________________________________________________
Casa Salvatore
Stefan era appena rientrato a casa, salì la scale
in cerca di suo fratello ma si accorse che non era in casa.
Vide che il letto era perfettamente intatto e questo voleva dire che
non era rientrato affatto.
Stefan riscese le scale e al centro del grande salone vide che c'era
Katherine che lo stava aspettando.
Il vampiro assunse un aria disturbata, non gli andava per
niente di ascoltarla sopratutto a quell'ora del mattino dopo che non
aveva chiuso occhio per tutta la notte, anche se era un vampiro il
bisogno di riposarsi lo aveva comunque.
" Buongiorno Stefan - iniziò Katherine mentre lui
le passò davanti ignorandola - Sarà sempre
così d'ora in poi? Io parlerò e tu mi
ignorerai?...
Sai Stefan, volevo solamente dirti che comprendo perfettamente il tuo
odio verso di me, ma visto che dovrò restare qui per un
pò speravo che si potesse andare d'accordo e mettere il
passato da parte...Che ne pensi?>>
domandò sedendosi su uno dei vecchi divani.
" Non credo che si possa fare, Katherine "
" E allora cosa vuoi fare? Vuoi disprezzarmi per il resto
della tua esistenza? "
" No Katherine, non voglio disprezzarti e nemmeno odiarti, io
voglio semplicemente che tu sparisca dalla mia vita e non vi faccia
più ritorno! " concluse Stefan lasciando sul volto della
vampira un espressione di amarezza.
" Io ti amo Stefan, che tu ci creda o no io ti amo e non
rinuncierò mai a te, anche se questo dovesse comportare il
tuo disprezzo, non lascerò che lei abbia il tuo amore anche
se mi riesce difficile che tu l'abbia amata senza pensare a me "
ribattè lei con rabbia.
Stefan le lanciò uno sguardo brutale si alzò e le
voltò di nuovo le spalle pronto ad andarsene.
Katherine avanzò verso di lui e mise le sue mani sui suoi
fianchi abbracciandolo da dietro mentre con le labbra tentò
di baciargli il collo.
Stefan si voltò con disgusto e la allontanò da
sè, Katherine rimase impietrita dal suo gesto quando in quel
momento la porta d'ingresso si aprì.
Era Damon che rientrava canticchiando dopo aver trascorso la notte
fuori a bere, appena raggiunse il salone fissò entrambi
scoppiando in una grande risata, e rivolto a Katherine disse:
" Tu sei Elena o...Katherine? " domandò mentre con
una mano teneva la bottiglia e con l'altra si appoggiava al fratello.
" Lo so, lo so, puzzo come un cavallo da stalla, ora vado a
darmi una ripulita...Allora, chi e? - chiese ironicamente rivolgendosi
a Stefan, poi traballando aggiunse - Te lo dico io chi è,
lei è Katherine...Anzi Katerina...Katerina Petrova, si
chiama così lo sapevi fratellino? "
Katherine lo guardò senza dire nulla, ma fù
sorpresa che Damon sapesse il suo vero nome.
" Dopo 150 anni abbiamo scoperto una verità su
Katerina- Stefan, magari qualcos'altro lo sapremo tra un secolo se va
tutto bene, ma meno male che noi non invecchiamo "
sghignazzò divertito poi abbandonò la spalla del
fratello per dirigersi alla scala e andare al piano di sopra
canticchiando di nuovo.
" E ubriaco fradicio, passano gli anni ma non le abitudini a
quanto vedo " affermò la vampira con aria disgustata.
" Di sicuro tu sei peggiore, le cattiverie più
infami le fai da lucida " rispose Stefan con tono cattivo.
" Beh, a quanto vedo tira un aria pesante, mi conviene uscire,
anzi ora che ci penso devo andare a salutare una cara amica "
" Dove vai? " le chiese il minore dei Salvatore sospettoso.
" Stà calmo, non vado da Elena non preoccuparti, ti
ho detto che vado da un amica, chi ti dice che mi riferissi a lei? "
controbattè Katherine allontanandosi da lui diretta alla
porta, lui con rapido gesto gli si parò davanti.
" Ti avverto Katherine: Lascia stare Elena " le
ordinò con tono deciso.
" Altrimenti che fai? Mi squarti e poi rimetti insieme i pezzi?
"
" Attenta, sta attenta Katherine, tu lo sai di cosa sono capace "
" Si ma per esserne capace devi ritornare al tuo lato oscuro perche ora
sembri un cucciolo smarrito che ha perso la strada di casa " rispose la
vampira sghignazzando come una bambina.
" Non ho bisogno di spegnere la mia umanità per
odiarti e ucciderti anzi, sarà un piacere provare un immensa
gioia nel vederti morire e pagare per tutto il male che hai fatto! "
" Sarai tu ad uccidermi? Amore mio non chiedo altro,
però non dimenticare che se uccidi me ammazzi anche la dolce
Elena... A proposito come sta? " concluse ironicamente la vampira sotto
lo sguardo inceneritore di Stefan che preferì restare in
silenzio.
" Insomma la copia rinsecchita di Elena è ancora
qui? " intervenne improvvisamente damon tra i due presentandosi in
salone con solo addosso l'asciugamano versandosi il solito bicchiere di
bourbon.
" Io non sono la copia, sono l'originale mio caro "
" Beh! Però lasciami dire che la copia è
venuta meglio, sai com'è prima lo scarabocchio poi l'opera "
rispose lui aggrottando le sopracciglia.
" Ma certo che preferisci la copia, perche ne sei innamorato "
" Io non amo nessuno, un tempo ho amato te ed è
stato il peggior sbaglio che potessi commettere ma non sono tanto
stupido da ricaderci con una che ha la tua stessa faccia "
" Però questo non ti ha impedito di baciarmi sulla
veranda di casa Gilbert la sera del ballo della fondazione credendo che
fossi lei " concluse Katherine creando astio quando Stefan
guardò collerico il fratello.
" Ops! Credo di aver appena creato una spiacevole situazione "
" Va al diavolo puttana! " gridò Damon con sdegno
mentre lei con risata perfida si preparava ad assistere allo scontro
dei due fratelli.
" Lo sapevo che prima o poi ci avresti provato con Elena, era
questione di tempo "
" Beh! Ci ho provato e allora? Però lo devo
ammettere che era stato troppo facile "
" Già, perchè Elena non ti bacerebbe mai "
rispose Stefan convinto irritandolo.
" Davvero? Chi ti dice che non lo farebbe? Sei cosi sicuro di
te fratellino? "
" E stata Katherine a baciarti Damon non Elena, toglitelo
dalla testa, non succederà mai che lei provi qualcosa per te
"
" Perche no? Magari ci riprovo cosi vediamo come va a finire "
rispose il vampiro portandosi alle labbra il suo Whisky quando Stefan
con scatto gli gettò il bicchiere a terra parandosi di
fronte a lui.
" Ora stai esagerando scoiattolo, fa il bravo altrimenti
potrei farti male " ordinò Damon sgranando gli occhi.
" Te lo ripeterò una volta soltanto Damon: Sta
lontano da Elena perche questa volta ti giuro che va a finire male "
minacciò il minore dei Salvatore con sguardo immobile e gli
occhi ridotti a due fessure.
" Lo sai che cosi mi invogli a fare esattamente il contrario?
E sinceramente detto tra noi caro fratello questa volta ho intenzione
di vincere io! " concluse Damon dandogli una spinta scaraventandolo
dall'altro lato del salone.
Damon si avventò sul fratello ma venne fermato da Katherine
che intervenne in favore di Stefan.
" Ora basta, stai dando fastidio! " intervenne la vampira
serrandogli una mano alla gola e poi scaraventandolo a terra.
Damon tentò ancora di reagire ma ebbe la peggio, contrastare
Katherine era difficile ma nonstante questo continuò ad
attaccarla stavolta servendosi dell'attizzatoio del camino.
Il corvino si avventò sulla vampira sferrando un colpo
dritto al petto quando Stefan si frappose fra lui e Katherine facendosi
colpire.
" Razza di idiota ma che fai! " infuriò il corvino restando
spiazzato dal gesto del fratello di salvare Katherine, sarebbero
bastati pochi centimetri per colpire il cuore e sarebbe stata la fine
per lui.
Il minore dei Salvatore si accasciò a terra quando Katherine
attaccò Damon slogandogli entrambi i polsi per poi sfilargli
l'anello che lei stessa gli aveva donato e che gli permetteva di uscire
al sole per poi spezzargli il collo.
Stefan assistè inerme alla scena lanciando uno sguardo
trucidatore alla vampira senza poter reagire, ultimamente era diventata
più forte e questo lo preoccupava, ne lui ne Damon
riuscivano fisicamente a fermarla quindi pensò che l'unica
persona alla quale poteva veramente chiedere aiuto fosse Bonnie.
" Perchè ti sei presa il suo anello? " domandò
Stefan alzandosi a fatica quando Katherine gli estrò con
colpo secco l'attizzatoio dal petto facendogli emanare un grido di
dolore.
" Perche se lo merita, deve strisciare nell'ombra e solo un miserabile
" rispose la vampira indignata.
" Che diavolo vuoi da noi? Perchè non ci lasci in pace! "
" Questo dipende solo da te mio caro, se farai ciò che ti ho
chiesto non ci saranno conseguenze per nessuno altrimenti... "
" Smettila di minacciarmi, e dimmi una volta per tutte
perchè sei qui "
" Voglio che lasci Elena " minacciò di colpo
Katherine alterando il tono della voce.
" Cosa? Che stai dicendo? "
" Hai capito bene Stefan, voglio che tu rompi la tua storia d'amore con
lei all'istante altrimenti ucciderò quel che rimane della
famiglia Gilbert uno ad uno, Jeremy, Jenna, poi passerò alle
sue amichette del cuore, la stupida Caroline e la streghetta Bonnie "
" Smettila! Che ti salta in mente? Perche adesso minacci nuovamente di
uccidere Elena e la sua famiglia, avrai ciò che mi chiedi ma
dovrai giurarmi che dopo te ne andrai per sempre! "
" E tu verrai con me amore mio, perche il tuo destino è al
mio fianco " concluse Katherine decisa.
" Perche mi ossessioni Katherine, te lo vuoi mettere in testa una volta
per tutte che io non ti amo e che quello che provavo per te ormai
è finito! " rispose Stefan ormai al limite della pazienza.
" Non mi importa se tu non mi ami, ma ti amo io e ti voglio a tutti i
costi, sarai mio e questa volta per sempre "
" Ma io amo Elena "
" No! Tu non la ami Stefan, la tua è un assurda infatuazione
l'amore e tutt'altra cosa e ti assicuro che non sarà quella
ragazzina a farti provare un sentimento del genere, lei ama Damon non
te "
" Adesso cominci con questa tua fantasia? Elena non si innamorerebbe
mai di Damon "
" E allora perche sei cosi inquieto? Non c'e pace nei tuoi occhi Stefan
perche sai nel tuo cuore che io ho ragione, e solo questione di tempo
tra quei due nascerà qualcosa di davvero intenso che ti
sconvolgerà e prima che accada lascia tutti e vieni via con
me " disse Katherine avvicinandosi a lui tentando di baciarlo ma Stefan
la allontanò da se disgustato.
" Preferisco soffrire dietro ad un amore non corrisposto che andare via
con te, vattene dalla mia vista, sparisci! " infuriò il
vampiro distruggendo le bottiglie di liquore sul carrello spargendo
pezzi di vetro ovunque dando soddisfazione alla vampira per averlo
colpito nel segno quando si accorse che Katherine era sparita dileguata
lasciandoli lì nella sua rabbia.
Stefan
rimase inerme, ormai Katherine gli aveva insinuato il beneficio del
dubbio e sapeva anzi ne era certo che la storia dei due fratelli
innamorati della stessa donna si sarebbe ripetuta, ancora una volta
l'amore lo avrebbe diviso da suo fratello ma la sua priorità
ora restava Elena, non solo doveva proteggerla da Katherine ma adesso
anche da Damon che era diventato instabile e pericoloso e deciso a
conquistarla solo per vendicarsi di lui.
_______________________________________________________________________________________
Bonnie era
appena rientrata a casa sua dopo aver passato tutta la giornata fuori,
quella casa ormai era diventata per lei più grande
e silenziosa da quando sua nonna era morta.
Un improvviso rumore di sopra aveva attirato la sua attenzione,
qualcuno era entrato in casa ed escludeva la
possibilità che fosse un vampiro dato che c'era un
incantesimo che proibiva l'accesso a quegli esseri malvagi.
Bonnie prese coraggio e salì per vedere chi fosse entrato,
il corridoio di sopra sembrava più lungo e stretto man mano
che lo attraversava.
Era quasi arrivata alla sua stanza, quando il rumore provenì
da quella della nonna.
Bonnie con il cuore in gola si avvicinò lentamente verso la
stanza, quando la porta si aprì da sola.
Una figura uscì a passi lenti dalla soglia nel buio, Bonnie
cercò di accendere la luce per vedere chi fosse ma le luci
non si accendevano.
Una figura sconosciuta avanzava verso di
lei e a un certo punto le disse:
" Non riuscirai a salvarla, lei morirà perche
è questo il suo destino "
Bonnie rimase impressa da quella inquietante presenza, e si
apprestò a fuggire di sotto, ma di fronte a lei le appare
Katherine che serrava Elena alle spalle.
" E' così che deve andare " esclamò la vampira
azzannando ferocemente Elena fino a dissanguarla.
Bonnie urlò a squarciagola
quando sobbalzò dal suo letto: Era stato un brutto incubo.
La ragazza si passò una mano tra i capelli, era sudata e
spaventata, quell'incubo era cosi reale che le aveva messo ansia
tremando ancora.
Improvvisamente Bonnie impallidì quando sull'avambraccio
c'erano dei graffi, ma la cosa che più la spaventava era che
quella ferita formavano una parola: FATE- Destino.
_______________________________________________________________________________________
Ore dopo
al Mystic Grill
...
" Ehi piccolo
lord il mio bicchiere e vuoto! "
" Ti ho appena versato il quarto bicchiere, perchè non ti
prendi direttamente la bottiglia! "
" Allora dammela ex di Caroline! "
" Per lo meno io una ragazza l'ho avuta, te chi ti vuole? "
" Prima di
tutto la tua ex ti ho preceduto con la biondina, e poi non per
vantarmene ma devo cacciarle a pedate le donne ad esempio guarda la
brunetta alla carambola, mi stà mangiando con gli occhi "
Matt gli diresse uno sguardo rassegnato sapendo che per lui era
cominciata l'ennesima serata nel Mystic con Damon Salvatore tra
ubriacarsi e abbordare ragazze fino a tarda notte.
In quel momento Stefan entrò e lo vide al bancone che
metteva in croce Matt e si diresse da lui sedendosi al suo fianco.
" Se non sei qui per ubriacarti, mi domando cosa vuoi "
attaccò immediatamente Damon sapendo le intenzioni del
fratello.
" Dobbiamo parlare "
" Beh! peccato, perche non ho nessuna intenzione di ascoltarti, idiota!
" controbattè il corvino tracannando il suo bourbon.
" Non lo capisci che ci sta mettendo di nuovo l'uno contro l'altro?
Dobbiamo agire e in fretta contro Katherine, questo non è il
momento per affrontare le nostre questioni personali "
" Ma quali questioni scoiattolo, se ti riferisci alla tua ragazza puoi
stare tranquillo, non hai detto che è impossibile che si
innamori di me? Quindi non agitarti e mangia i tuoi piccioni "
Stefan assunse un aria rassegnata, avere un dialogo con il fratello non
era per niente facile, in quel momento il display del suo cellulare
lampeggiò.
" Dove hai lasciato il tuo cellulare? " domandò il minore
dei Salvatore.
" Ma che domande fai? Dove vuoi che c'e l'abbia? " rispose Damon quando
si accorse di non averlo trafugando nel suo giubbotto di pelle.
" Questo è il tuo numero - disse Stefan e poi rispose spinto
dalla curiosità - E per te, è una
ragazza " concluse allungandogli il cellulare.
" Pronto? "
" Pronto, dolce amore mio " rispose la voce dall'altra parte che Damon
riconobbe all'istante.
" Cosa vuoi? Mi hai rubato il cellulare passa immediatamente al Mystic
e restituiscimelo "
" Al
Mystic Grill dici? No, è escluso dobbiamo vederci in un
luogo più appartato, devo parlarti "
" Che strano, stasera vogliono parlare con me tutte persone che detesto
"
" Vediamoci nei pressi di villa Veritas, la tua vecchia abitazione "
" Tu sai troppe cose, come fai a saperle? " domandò
Damon stizzito.
" Ho cercato su google, sotto la voce "Salvatore" " gli
rispose lei con sarcasmo irritandolo ancora di più.
" Va bene, ma ti avverto non fare scherzi, non provocarmi
perchè stavolta ti faccio male "
" Beh, non mi dispiacerebbe che tu mi facessi del male e sai
cosa intendo, così recuperiamo il tempo perduto " disse
Julia con provocante risata, sul volto di Damon apparve un aria
disgustata da quelle provocazioni.
" Stasera non fare scherzi e togliti certe idee dalla testa,
tu non mi piaci! " concluse lui sgranando gli occhi color ghiaccio.
" Che bugiardo... Ora piantala è sbrigati perche non ho
tempo da perdere " ordinò la vampira riattaccandogli di
colpo la chiamata irritandolo ulteriolmente.
" Ma che succede? " domandò Stefan vedendolo agitato.
"
Cosa vuoi che sia, è solo un altra che mi pretende " rispose
egocentrico allungandogli il cellulare, Stefan però non era
convinto di quella risposta mentre il fratello lasciò il
Mystic Grill.
|