wait for me cap 6
Sono
in tremendo ritardo, a mia discolpa c'è solo il fatto che ho
dovuto studiare come una matta...Comunque ecco qui il nuovo capitolo!
Rignrazio Leuconoee per la sua recensione (il tuo dubbio è
in parte risolto in questo capitolo ^_-) Buona lettura!
Capitolo
6
Dilemmi:
Problemi fra donne
Guardava fuori dalla finestra
quell’insolita città, così
diversa da Central City.
Era un mondo nuovo, per un certo
verso molto moderno
rispetto alla sua Amestris, tuttavia non riusciva a separarlo
nettamente dal
suo.
Winry sospirò e
osservò la piccola camera in cui era stata
ospitata.
Subito dopo aver raggiunto la casa
dove Ed e Al avevano
vissuto, lei, la signora Glacier e Noah avevano deciso di pensare ad un
piano
per il giorno successivo.
Glacier l’aveva invitata a
rimanere per la notte e occupare una delle due
camere che c’erano nel piccolo appartamento oltre a quella di
Noah.
Winry, dal principio un
pò esitante,
aveva poi accettato volentieri, nonostante trovasse insolitamente
strana l'idea di condividere la medesima casa di Ed e Al.
Anni prima non si sarebbe fatta
problemi a condividere l'abitazione con i due ragazzi, ne tantomeno
condividere camera, coperte o perfino il letto con loro; ora invece
provava dentro di sè una sensazione davvero insolita: un
misto di malinconia e dolce ricordo.
Si era sdraiata nel letto qualche ora
dopo la cena, ma non
era riuscita a prendere sonno.
Quel cuscino aveva un profumo
maledettamente famigliare e la
ragazza aveva riconosciuto in esso quello piacevole di Alphonse.
L'immagine, proveniente dai suoi
ricordi, di un Al undicenne accoccolato fra le coperte, i capelli
scarmigliati e un sorriso innocente sul volto, tornò vivido
nella sua mente, facendola per un attimo sorridere.
In seguito alla presunta morte di Ed
anni prima, aveva passato moltissimo tempo con Alphonse, avendo modo di
recuperare molto del rapporto che, con la lontananza e
l'impossibilità di vedersi, era andato assopendosi.
Winry, anche non riuscendo ad
ammetterlo a se stessa, si era lasciata sostenere dalla presenza del
minore di fratelli Elric, così dolce, ma così
sicuro nello stesso tempo: era stato la sua ancora di salvezza, la
persona che le aveva dato la possibilità di
riprendersi dalla scomparsa di Ed.
Winry si trovò a pensare a
lui, a come potesse stare e a cosa gli stesse capitando in quel momento.
"Al..."
Si era alzata dal letto ed era
rimasta a guardare il paesaggio cittadino alla
finestra per diverso tempo, meditando su come raggiungere i due
fratelli.
"Se solo sapessi dove..."
sospirò scostando una ciocca di capelli pallidi dietro
l'orecchio.
Percorse il piccolo corridoio sul
quale si affacciavano le
stanze da letto e si affacciò in una di esse,
entrando quasi con reverenza.
Un profumo familiare la avvolse
dolcemente, mentre, a piedi scalzi, si fermava al centro della piccola
stanza.
Quella doveva essere la camera di Ed;
lo sentiva per l’aria
impregnata del suo profumo, per la disposizione degli oggetti e per la
mancanza
di ogni cosa futile nell’arredo.
La sua attenzione venne attirata da
alcuni automail di strana fattura posti dentro a contenitori di legno
chiaro.
Sorrise, convenendo che quella doveva
essere proprio la stanza di Edward.
Si avvicinò al letto e si
sedette su di esso, non senza provocare il cigolio del vecchio
materasso.
Si sdraiò su di esso,
abbracciando il cuscino e coprendosi con le coperte candide, impregnate
da quel profumo che solo la pelle di Ed poteva avere.
Affondò il viso del
guanciale, respirando dolcemente e chiudendo gli occhi: improvvisamente
l'agitazione e la malinconia l'avevano abbandonata, facendo posto ad un
piacevole torpore.
Rimase al buio in silenzio ed infine
si addormentò, mentre due occhi
scuri la fissavano con attenzione dalla porta socchiusa.
“Buongiorno!”
Winry entrò nella piccola
ma accogliente cucina, dove Noah
si dava da fare ai fornelli.
“Buongiorno,
Winry” la salutò cordialmente Glacier, seduta
su una delle quattro sedie poste accanto alla tavola.
“Buongiorno a lei signora
Glacier!” disse la Rockbell
rispondendo al saluto, mentre l’odore inconfondibile del
caffè riempiva la
stanza.
La bionda, non volendo rimanere con
le mani in mano, si avvicinò a Noah.
“Posso darti una
mano?”domandò cortese.
Lei alzò gli occhi dal
bollitore ammaccato, fissandola per
un istante.
“Potresti prendere le
tazze? Sono nella credenza…”
La ragazza diresse lo sguardo verso
le molteplici ante
presenti in quella cucina, per poi fissare un po’ imbarazzata
la bruna.
“E’ quella in
alto, la prima a destra…”rispose lei alla sua
implicita domanda.
Aprì quella che le era
stata indicata e prese le prime tre
tazze che le capitarono a tiro.
Noah la seguì di sfuggita
con lo sguardo, finche non le posò sulla
tavola.
“No, questa non si
può usare…”disse prendendone una dal
bordo un po’ sbeccato e riponendola nuovamente al proprio
posto, con gentilezza.
“E’ quella di Ed.
L’ha fatta cadere un paio di giorni fa e
si è un po’
incrinata...”spiegò, per poi porgerne a Winry
un’altra appena più
grande.
"Perde se ci versi dentro qualcosa,
ma Edward non vuole saperne di cambiarla, così la teniamo
con le altre" aggiunse la gitana.
“O-ok…”
Winry prese posto affianco a Glacier,
mentre Noah
versava il caffè bollente nelle tazze e le porgeva ad
entrambe.
La bionda la fissò per
qualche istante affaccendarsi per
recuperare l’occorrente per la colazione. Le sue movenze
pratiche e disinvolte le ricordarono un pò sua madre,
quando, anni prima, le preparava le frittelle per colazione.
Winry si distolse da quegli sciocchi
ed irrazionali pensieri notando che Noah era molto pratica e
senz’altro conosceva ogni
angolo della casa come le proprie tasche.
Ed, Noah e Al.
Erano vissuti, fino al giorno prima,
insieme.
Per quale motivo?
Si diede della stupida pensando che
non erano affari suoi,
che non doveva riguardarle la scelta dei due fratelli su chi portare a
vivere
con loro, però non poteva far a meno di
chiederselo…
Una ragazza e anche bella, davvero
molto bella…da sola con Al
ed Ed…con Ed…da consolare?
Fissò laconica il liquido
scuro che riempiva la tazza fra le
sue mani, pensando che la gelosia le faceva davvero scherzi orribili.
-Anche se
fosse…io…-
“Winry, cosa
c’è, non ti piace?”
“Uh?”
Alzò gli occhi per
incontrare quelli scuri di Noah, che la fissava apprensiva.
“Forse non ti senti
bene?”
Si riprese e scosse il capo, cercando
di rassicurare lei
e Glacier, che
intanto si era sporta
appena verso di lei.
“Sono solo un po’
pensierosa, tutto qui!”
Si alzò da tavola e
tornò verso la stanza dove aveva
dormito.
“Farò colazione
più tardi, vado un attimo in camera!”
La faccenda la riguardava eccome.
Sfiorò delicatamente una
camicia bianca appesa nell’unico
armadio della stanza, avvertendo su di essa il leggero ed
inconfondibile
profumo di Ed.
Tornò a sedersi sul letto
e soffermò lo sguardo sul
contenitore di legno chiaro nel quale facevano bella mostra varie
protesi
meccaniche, di cui sicuramente lei non era l'ideatrice.
-Ha già rimpiazzato i miei
automail…- pensò.
Dopo un attimo di meditazione ne
afferrò una con gesto
rabbioso e prese ad osservarla con grande attenzione.
-Cosa avranno di speciale?!
Cos’hanno più dei miei?!-si
chiese indispettita.
Estrasse la copertura della protesi,
osservando i meccanismi
celati sotto di essa.
-Non sembrano essere un gran
che…-
Tastò sapientemente le
giunture dei vari pezzi, osservando
con particolare minuzia ogni dettaglio.
-Abbastanza leggeri, ma ben poco
resistenti…una botta e si
rompono!Edward non capisce un accidenti di automail! Appena lo trovo io
lo…lo…-
Prese dal comodino un piccolo set di
attrezzi da meccanico
che si era portata con se, estraendo da esso un cacciavite a stella che
avvicinò pericolosamente alla protesi .
“Rimettilo a
posto”
Voltò il capo verso la
porta, dove Noah la osservava
attentamente.
In un nano secondo posò il
cacciavite, mentre la ragazza
bruna si avvicinava, prendendole dalle mani la protesi e rimettendo il
rivestimento.
“Nessuno può
toccarle tranne Ed”
Winry sospirò.
“Capisco, allora dei miei
automail si è già sbarazzato”disse
con un filo di voce, nascondendo un po’ di risentimento. Se
avesse avuto Ed
sottomano probabilmente l’avrebbe pestato a sangue con la
chiave inglese.
Noah si voltò verso di
lei, per poi sedersi al suo fianco.
“Edward utilizzava sempre
quelle protesi…diceva che erano
comode e leggere”iniziò.
Winry avrebbe voluto sbuffare
sonoramente e ribadire ad alta
voce l’ignoranza del ragazzo in quel campo, ma rimase in
silenzio.
“Però…da
quando è tornato da Shamballa, indossa sempre gli
stessi e una volta mi ha detto che sono il regalo di una persona
cara”
Winry sgranò appena gli
occhi, per poi abbassarli sulle mani
che teneva in grembo, un’impercettibile sorriso le aveva
piegato labbra.
Ed non si era voluto disfare del suo
lavoro e questo la
rendeva felice, la faceva sentire utile, anche se lontana da lui.
-Che sciocca che sono…-
“Tu ci sei
sempre…”
Riportò lo sguardo su
Noah, che fissava a terra.
“Come?”
“Nei suoi
sogni…tu ci sei sempre. Lui sogna il tuo sorriso
ogni notte, nel sonno ripete il tuo nome…ti
chiede di perdonarlo...”
-...e ti chiede di amarlo-
completò mentalmente la gitana, non sapendo
perchè, di preciso, non avesse rivelato anche
quell'informazione alla ragazza bionda.
“ Ma
come…?”
“Io posso vedere i sogni e
i pensieri delle persone anche
solo toccandoli”cominciò, accompagnando quelle
parole posando una mano sul
ginocchio di Winry.
“Per questo so che i sogni
di Edward sono su di te…per
questo so che anche tu non fai che pensare a lui”
Winry rimase per un attimo stupita,
senza accorgersi che le
sue guance si stavano colorando di un piacevole rossore.
Noah, si alzò
improvvisamente, sorridendo appena e
accostandosi alla porta.
“Ti ho tenuto in caldo il
caffè…”
“V-vengo fra
poco”rispose Winry.
La bruna annuì e
uscì, chiudendosi la porta alle spalle.
-Qualunque cosa provi Edward per lei,
dev'essere lui stesso a dirlo...- pensò.
-...non ho diritto di parlare a suo
nome di cose a lui tanto importanti-
Tornò in cucina da
Glacier, pensando che, dopotutto, lei e Winry sarebbe probabilmente
andate d'accordo.
|