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Autore: Irene Adler    27/05/2009    3 recensioni
Winry prenderà una decisione difficile: Abbandonerà la sua vita, la sua casa e il suo mondo per ritrovare loro…lui.
Fra intrighi, rivolte e guerre in un mondo ridotto allo stremo dal primo conflitto mondiale, sulla carta concluso, ma ancora in atto, si dipana la vicenda di tre ragazzi che, se il destino vorrà, si incontreranno ancora una volta…
[Ambientazione post film] [Attenzione, presenza di diversi alter!] [EdWin...]
Genere: Introspettivo, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric, Un pò tutti, Winry Rockbell
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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wait for me cap 6

Sono in tremendo ritardo, a mia discolpa c'è solo il fatto che ho dovuto studiare come una matta...Comunque ecco qui il nuovo capitolo! Rignrazio Leuconoee per la sua recensione (il tuo dubbio è in parte risolto in questo capitolo ^_-) Buona lettura!

Capitolo 6

Dilemmi: Problemi fra donne

 

 

Guardava fuori dalla finestra quell’insolita città, così diversa da Central City.

Era un mondo nuovo, per un certo verso molto moderno rispetto alla sua Amestris, tuttavia non riusciva a separarlo nettamente dal suo.

Winry sospirò e osservò la piccola camera in cui era stata ospitata.

Subito dopo aver raggiunto la casa dove Ed e Al avevano vissuto, lei, la signora Glacier e Noah avevano deciso di pensare ad un piano per il giorno successivo.

Glacier l’aveva invitata a rimanere per la notte e occupare una delle due camere che c’erano nel piccolo appartamento oltre a quella di Noah.

Winry, dal principio un pò esitante, aveva poi accettato volentieri, nonostante trovasse insolitamente strana l'idea di condividere la medesima casa di Ed e Al.

Anni prima non si sarebbe fatta problemi a condividere l'abitazione con i due ragazzi, ne tantomeno condividere camera, coperte o perfino il letto con loro; ora invece provava dentro di sè una sensazione davvero insolita: un misto di malinconia e dolce ricordo.

Si era sdraiata nel letto qualche ora dopo la cena, ma non era riuscita a prendere sonno.

Quel cuscino aveva un profumo maledettamente famigliare e la ragazza aveva riconosciuto in esso quello piacevole di Alphonse.

L'immagine, proveniente dai suoi ricordi, di un Al undicenne accoccolato fra le coperte, i capelli scarmigliati e un sorriso innocente sul volto, tornò vivido nella sua mente, facendola per un attimo sorridere.

In seguito alla presunta morte di Ed anni prima, aveva passato moltissimo tempo con Alphonse, avendo modo di recuperare molto del rapporto che, con la lontananza e l'impossibilità di vedersi, era andato assopendosi.

Winry, anche non riuscendo ad ammetterlo a se stessa, si era lasciata sostenere dalla presenza del minore di fratelli Elric, così dolce, ma così sicuro nello stesso tempo: era stato la sua ancora di salvezza, la persona che  le aveva dato la possibilità di riprendersi dalla scomparsa di Ed.

Winry si trovò a pensare a lui, a come potesse stare e a cosa gli stesse capitando in quel momento.

"Al..."

Si era alzata dal letto ed era rimasta a guardare il paesaggio cittadino alla finestra per diverso tempo, meditando su come raggiungere i due fratelli.

"Se solo sapessi dove..." sospirò scostando una ciocca di capelli pallidi dietro l'orecchio.

Percorse il piccolo corridoio sul quale si affacciavano le stanze da letto e si affacciò in una di esse, entrando quasi con reverenza.

Un profumo familiare la avvolse dolcemente, mentre, a piedi scalzi, si fermava al centro della piccola stanza.

Quella doveva essere la camera di Ed; lo sentiva per l’aria impregnata del suo profumo, per la disposizione degli oggetti e per la mancanza di ogni cosa futile nell’arredo.

La sua attenzione venne attirata da alcuni automail di strana fattura posti dentro a contenitori di legno chiaro.

Sorrise, convenendo che quella doveva essere proprio la stanza di Edward.

Si avvicinò al letto e si sedette su di esso, non senza provocare il cigolio del vecchio materasso.

Si sdraiò su di esso, abbracciando il cuscino e coprendosi con le coperte candide, impregnate da quel profumo che solo la pelle di Ed poteva avere.

Affondò il viso del guanciale, respirando dolcemente e chiudendo gli occhi: improvvisamente l'agitazione e la malinconia l'avevano abbandonata, facendo posto ad un piacevole torpore.

Rimase al buio in silenzio ed infine si addormentò, mentre due occhi scuri la fissavano con attenzione dalla porta socchiusa.

 

“Buongiorno!”

Winry entrò nella piccola ma accogliente cucina, dove Noah si dava da fare ai fornelli.

“Buongiorno, Winry” la salutò cordialmente Glacier, seduta su una delle quattro sedie poste accanto alla tavola.

“Buongiorno a lei signora Glacier!” disse la Rockbell rispondendo al saluto, mentre l’odore inconfondibile del caffè riempiva la stanza.

La bionda, non volendo rimanere con le mani in mano, si avvicinò a Noah.

“Posso darti una mano?”domandò cortese.

Lei alzò gli occhi dal bollitore ammaccato, fissandola per un istante.

“Potresti prendere le tazze? Sono nella credenza…”

La ragazza diresse lo sguardo verso le molteplici ante presenti in quella cucina, per poi fissare un po’ imbarazzata la bruna.

“E’ quella in alto, la prima a destra…”rispose lei alla sua implicita domanda.

Aprì quella che le era stata indicata e prese le prime tre tazze che le capitarono a tiro.

Noah la seguì di sfuggita con lo sguardo, finche non le posò sulla tavola.

“No, questa non si può usare…”disse prendendone una dal bordo un po’ sbeccato e riponendola nuovamente al proprio posto, con gentilezza.

“E’ quella di Ed. L’ha fatta cadere un paio di giorni fa e si è un po’ incrinata...”spiegò, per poi porgerne a Winry un’altra appena più grande.

"Perde se ci versi dentro qualcosa, ma Edward non vuole saperne di cambiarla, così la teniamo con le altre" aggiunse la gitana.

“O-ok…”

Winry prese posto affianco a Glacier, mentre Noah versava il caffè bollente nelle tazze e le porgeva ad entrambe.

La bionda la fissò per qualche istante affaccendarsi per recuperare l’occorrente per la colazione. Le sue movenze pratiche e disinvolte le ricordarono un pò sua madre, quando, anni prima, le preparava le frittelle per colazione.

Winry si distolse da quegli sciocchi ed irrazionali pensieri notando che Noah era molto pratica e senz’altro conosceva ogni angolo della casa come le proprie tasche.

Ed, Noah e Al.

Erano vissuti, fino al giorno prima, insieme.

Per quale motivo?

Si diede della stupida pensando che non erano affari suoi, che non doveva riguardarle la scelta dei due fratelli su chi portare a vivere con loro, però non poteva far a meno di chiederselo…

Una ragazza e anche bella, davvero molto bella…da sola con Al ed Ed…con Ed…da consolare?

Fissò laconica il liquido scuro che riempiva la tazza fra le sue mani, pensando che la gelosia le faceva davvero scherzi orribili.

-Anche se fosse…io…-

“Winry, cosa c’è, non ti piace?”

“Uh?”

Alzò gli occhi per incontrare quelli scuri di Noah, che la fissava apprensiva.

“Forse non ti senti bene?”

Si riprese e scosse il capo, cercando di rassicurare lei e  Glacier, che intanto si era sporta appena verso di lei.

“Sono solo un po’ pensierosa, tutto qui!”

Si alzò da tavola e tornò verso la stanza dove aveva dormito.

“Farò colazione più tardi, vado un attimo in camera!”

 

La faccenda la riguardava eccome.

Sfiorò delicatamente una camicia bianca appesa nell’unico armadio della stanza, avvertendo su di essa il leggero ed inconfondibile profumo di Ed.

Tornò a sedersi sul letto e soffermò lo sguardo sul contenitore di legno chiaro nel quale facevano bella mostra varie protesi meccaniche, di cui sicuramente lei non era l'ideatrice.

-Ha già rimpiazzato i miei automail…- pensò.

Dopo un attimo di meditazione ne afferrò una con gesto rabbioso e prese ad osservarla con grande attenzione.

-Cosa avranno di speciale?! Cos’hanno più dei miei?!-si chiese indispettita.

Estrasse la copertura della protesi, osservando i meccanismi celati sotto di essa.

-Non sembrano essere un gran che…-

Tastò sapientemente le giunture dei vari pezzi, osservando con particolare minuzia ogni dettaglio.

-Abbastanza leggeri, ma ben poco resistenti…una botta e si rompono!Edward non capisce un accidenti di automail! Appena lo trovo io lo…lo…-

Prese dal comodino un piccolo set di attrezzi da meccanico che si era portata con se, estraendo da esso un cacciavite a stella che avvicinò pericolosamente alla protesi .

“Rimettilo a posto”

Voltò il capo verso la porta, dove Noah la osservava attentamente.

In un nano secondo posò il cacciavite, mentre la ragazza bruna si avvicinava, prendendole dalle mani la protesi e rimettendo il rivestimento.

“Nessuno può toccarle tranne Ed”

Winry sospirò.

“Capisco, allora dei miei automail si è già sbarazzato”disse con un filo di voce, nascondendo un po’ di risentimento. Se avesse avuto Ed sottomano probabilmente l’avrebbe pestato a sangue con la chiave inglese.

Noah si voltò verso di lei, per poi sedersi al suo fianco.

“Edward utilizzava sempre quelle protesi…diceva che erano comode e leggere”iniziò.

Winry avrebbe voluto sbuffare sonoramente e ribadire ad alta voce l’ignoranza del ragazzo in quel campo, ma rimase in silenzio.

“Però…da quando è tornato da Shamballa, indossa sempre gli stessi e una volta mi ha detto che sono il regalo di una persona cara”

Winry sgranò appena gli occhi, per poi abbassarli sulle mani che teneva in grembo, un’impercettibile sorriso le aveva piegato labbra.

Ed non si era voluto disfare del suo lavoro e questo la rendeva felice, la faceva sentire utile, anche se lontana da lui.

-Che sciocca che sono…-

“Tu ci sei sempre…”

Riportò lo sguardo su Noah, che fissava a terra.

“Come?”

“Nei suoi sogni…tu ci sei sempre. Lui sogna il tuo sorriso ogni notte, nel sonno ripete il tuo nome…ti chiede di perdonarlo...”

-...e ti chiede di amarlo- completò mentalmente la gitana, non sapendo perchè, di preciso, non avesse rivelato anche quell'informazione alla ragazza bionda.

“ Ma come…?”

“Io posso vedere i sogni e i pensieri delle persone anche solo toccandoli”cominciò, accompagnando quelle parole posando una mano sul ginocchio di Winry.

“Per questo so che i sogni di Edward sono su di te…per questo so che anche tu non fai che pensare a lui”

Winry rimase per un attimo stupita, senza accorgersi che le sue guance si stavano colorando di un piacevole rossore.

Noah, si alzò improvvisamente, sorridendo appena e accostandosi alla porta.

“Ti ho tenuto in caldo il caffè…”

“V-vengo fra poco”rispose Winry.

La bruna annuì e uscì, chiudendosi la porta alle spalle.

-Qualunque cosa provi Edward per lei, dev'essere lui stesso a dirlo...- pensò.

-...non ho diritto di parlare a suo nome di cose a lui tanto importanti-

Tornò in cucina da Glacier, pensando che, dopotutto, lei e Winry sarebbe probabilmente andate d'accordo.

 

  
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