Ethikà - fatti morali

di Callimaco_Beta
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Ego, vivens coemeterium
Τίνα, ν δ γώ, δύναμιν χον [ρως]; ρμηνεον κα διαπορθμεον [...]
("Che potere, dissi io, ha [Eros]?", "Di interpretare e di tragittare [...]")

 
Anubi, tiranno canino delle
Nere necropoli, leggi, ora, il mio
Necrologio: cosa c'è scritto, o santo
Dio delle bende? Rivelami ogni
Dettaglio sulla mia atroce morte.
Sarò congelato dal freddo artico,
Il mio cuore smetterà di pulsare
Vivacemente, i muscoli elastici
Diverranno rigidi come la ben
Fredda pietra? Oppure sarò arso
Dalla calura insopportabile del
Fuoco? Le mie misere ossa andranno
In fiamme, sarò secco come erba
Morta, della mia candida pelle che
Rimarrà? Solo polvere? Così del
Mio corpo fumoso? Oppure la mia
Sorte è un'altra, che debba, forse
Essere mangiato dai vermi, bestie
Caustiche, fino a che con il corpo
Mio banchetteranno le ignobili
Creature superficiali, massa
Schifosa? E il mio cervello verrà
Forse usato per concime alle
Colture mortali? Un tal sarcasmo
Per me è nella mente dei divini?
Dimmi allora, Anubi della montagna,
Che sarà di me? Ma ecco quando stai
Per profetizzare, cane sapiente,
Ti interrompo ancora: e cosa
Mi attende dopo la morte? Che c'è
Al di là del bene e del male, dio?
Finalmente rispondi, per enigmi:
"Morirai nel peggior dei modi, tu che
Tanto tormenti il mio oracolo
Dei morti!". E dunque, io, sciocco ecco
Che chiedo: allor come? Tradito da
Chi? Sotto la frode di chi? Ucciso da
Chi? Per il volere di chi? Chi farà
Il gioioso bagno nel mio sangue sì
Fresco? Chi è costui? Chi scardinerà,
Silenzioso, la porta della casa?
Chi, a tavola, mi servirà in una
Coppa d'oro zecchino il funesto
Veleno, acquistato dal fidato
Spezial? Chi, satanasso, farà dolce
Pasto del mio cuore ancor pulsante?
In fine Anubi, sciacallo, risponde
Condannandomi alla logorante
Sofferenza: "il reale, nulla eterno".




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