RISONANZA
«Sei stanca, Rin?»
«Posso continuare»
Shireiyama camminava davanti al gruppo, conducendolo. Erano ormai
giunti a ovest del Fuji ed erano alla caccia di un indizio.
Immediatamente dietro, Rin e Jaken lo seguivano senza battere ciglio, a
chiudere il gruppo c’era Noumu che li guardava le spalle.
Purtroppo non sapevano dove cercare. L’unica cosa che
ottennero, fu restringere la zona grazie a delle informazioni di
piccoli youkai del luogo.
Era sera e di luce già non ce n’era quasi
più. Avrebbero continuato fino al calare completo delle
tenebre.
«Ci fermiamo!» disse d’un tratto
Shireiyama. Aveva trovato il luogo ideale dove far riposare la ragazza:
erba e foglie secce rendevano più comodo dormire a terra o
appoggiarsi ad un albero, nessun youkai pericoloso nelle vicinanze e
spazio per accendere un piccolo fuoco.
Jaken si occupò di raccogliere la legna, mentre Noumu non
resistette dal catturare un cinghiale che gironzolava poco distante. Lo
cossero e ne assaporarono tutti.
Non parlavano molto, nonostante ciò Rin non si sentiva a
disagio. Shireiyama si accertava che stesse bene e Noumu faceva da
buona guardia alle sue spalle, stranamente si sentiva protetta tra due
lupi.
Ogni tanto poneva qualche domanda a Shireiyama, più per
curiosità che per altro.
«Shireiyama, tu hai una tribù a cui
appartieni?»
«Ne avevo una e ne sono stato il capo per un
periodo»
«E ora?»
«Ora non ne faccio più parte. L’ho
lasciato alla guida di mio fratello minore»
«Perché?»
«Rin, non essere indiscreta con Shireiyama-sama!»
la rimproverò il kappa.
«Tranquillo Jaken, non è un segreto»
proseguì rivolgendosi a Rin «devi sapere che molto
tempo fa, quando ero ancora un ragazzo, il capo della mia
tribù prima di morire, mi nominò come suo
successore. Poco tempo dopo la sua morte, diversi branchi e
tribù di youkai, cominciarono a minacciare i nostri
territori. Fatta eccezione per me e mio fratello, la mia
tribù non vantava elementi particolarmente forti e non
potevamo sostenere una guerra contro decine e decine di nemici.
Così decisi di rivolgermi al padre di Hasu. La sua fama era
giunta fino alle lontane terre del nord e, con disappunto degli
anziani, chiesi il suo aiuto. Lui acconsentì e
mandò Hasu e Sesshoumaru come supporto. Ammetto che
all’inizio fui un po’ scettico, Hasu era una mia
coetanea e Sesshoumaru addirittura più giovane ma erano
almeno mille volte più preparati di me. Con loro riuscii a
salvare la mia tribù e sentii il desiderio di imparare da
Inu no Taisho, per migliorare. Lo pregai così
tanto che alla fine cedette. Trascorsi molto tempo nel suo palazzo,
divenni buon amico di Sesshoumaru e finì con
l’innamorarmi di Hasu. Per fortuna ero ricambiato.
Però, la mia relazione con lei non fu mai accettata dagli
anziani della tribù»
«E perché? Vi avevano anche aiutato» a
Rin sembrò una cosa molto ingiusta.
«Si fecero aiutare da degli inu youkai solo perché
non avevano altre alternative di salvezza. Comunque sia, che il loro
capo si unisse ad una inu youkai era inammissibile. Se mi fossi
imposto, rischiavo di far scoppiare una faida interna e non volevo. Me
ne andai, affidando la tribù a mio fratello»
«Hai fatto tutto per Hasu»
«Sì. Per me non c’era nulla
più importante di lei. Lo è tutt’ora e
insieme a lei ora ci sono anche Himaru e Tsukiko»
«Che storia romantica!» Shireiyama rise per la
naturalezza dell’affermazione di Rin.
«Bene ora si è fatto tardi. Dormi!»
«Già finito?» fece un po’
delusa. Voleva sapere altro.
«Sì! Domani ti sveglio presto e se non dormi non
avrai le forze per camminare»
Un po’ a malincuore si sdraiò e si
addormentò in poco tempo. Shireiyama la coprì con
il suo haori e spense il fuoco.
«Ora è tranquilla, vero Jaken?»
domandò all’improvviso l’okami youkai.
«Direi di si. Sapete, non pensavo potesse riuscire ad
abituarsi a vuoi»
«Deve essere stata una brutta esperienza per un cucciolo
d’uomo» Jaken annuì.
Il piccolo kappa si addormentò poco dopo vicino a Rin e
Noumu riposava al fianco di Shireiyama, a sua volta appoggiato
all’albero accanto a Rin.
La ragazza le aveva fatto tornare alla mente tanti ricordi. Shireiyama
chiuse gli occhi e si lasciò andare alla memoria di un
passato lontano.
***
«Sei lento Kuroyama!» urlò un
giovane okami youkai dai capelli neri, come la folta coda e gli occhi
blu.
«Aspetta che ti raggiungo, Shireiyama!» replico un
altro okami youkai molto simile dietro di lui. Correvano su per la
montagna, diretti verso la cima.
Erano entrambi agili e veloci e in breve raggiunsero la
sommità.
«Visto ti ho raggiunto, nii-san!» disse Kuroyama
leggermente affaticato per la corsa.
«Non male ma devi ancora migliorare, mio caro
fratellino» lo colpì con un pugno affettuoso alla
spalla. Da lì si godeva una splendida vista di tutto il
territorio della loro tribù: gli okami youkai del nord.
Era una terra molto fredda per la maggior parte dell’anno,
pochi ningen nelle vicinanze ma vicina a molte altre tribù
di youkai.
«Nii-san, pensi che il capo sceglierà te come suo
successore?»
«Temo di si. Preferirei scegliesse te ma ti ritiene ancora
troppo giovane»
«Shireiyama non devi parlare così. Tu sei molto
più forte di me e sai farti rispettare meglio di chiunque
altro»
«Solo se mi impongo con la forza. In più gli
anziani non mi sopportano»
«Perché sei irrispettoso»
«Quando mai! Sono loro ad essere dei vecchi testardi e
cocciuti» si soffermò a guardare il fratello
« e se rifiutassi?»
«Sei impazzito?! A chi vorresti lasciare la guida della
tribù?»
«A te»
«No no no no! Non esiste, non ne sarei capace»
esclamò terrorizzato agitando le mani davanti a se.
«Sì invece! Saresti un capo perfetto, un
po’ giovane, ma con il tempo faresti esperienza»
«Non se ne parla! Tu accetterai il compito, se
questo sarà il volere del capo» vedendo che non
rispondeva, il fratello minore Kuroyama, insistette «
promettimelo!»
Shireiyama detestava l’insicurezza del fratello. Possedeva
decine di qualità migliori di lui eppure viveva nella sua
ombra.
«Solo se tu mi supporterai» Kuroyama
annuì.
Un grosso okami youkai assunse le sue sembianze umanoidi e fece ritorno
alla sua tana.
«Capo!» diversi giovani okami youkai gli corsero
contro.
«Stai bene?» domandarono alcuni preoccupati.
Shireiyama era ricoperto di sangue, l’armatura rotta e un
braccio presentava una profonda lacerazione, dalla quale colava ancora
sangue.
«Sto bene» li rassicurò
«dov’è mio fratello?»
«Sono qui, nii-san» Kuroyama si fece avanti.
«La situazione è diventata insostenibile. I nemici
sono troppi e noi da soli non riusciremo a fermarli»
«Dovremmo chiedere aiuto a qualcuno ma a chi? Pare che tutte
le tribù della zona vogliano eliminarci»
«Io avrei un’idea»
«Chi sarebbe, nii-san?»
«Inu no Taisho»
«Un inu youkai di un’altra terra?»
Shireiyama annuì al fratello.
«E’ fuori discussione!»
s’intromise uno degli anziani.
«La tribù degli okami youkai del nord non
può abbassarsi a chiedere aiuto ad un cane» altri
quattro anziani si avvicinarono.
«Capisco il vostro disappunto ma la mia idea non cambia.
Andrò da questo Inu no Taisho» aveva
mostrato le zanne e tutto il suo istinto aggressivo, poi si rivolse al
fratello « tenete duro fino al mio ritorno. Io
farò il prima possibile»
Finalmente l’aveva trovato. Il palazzo di Inu no Taisho non
era stato facile da individuare. Aveva una gran fretta, la sua gente
rischiava di morire.
Inu no Taisho l’accolse e ascoltò la sua richiesta.
Un maestoso youkai. Shireiyama s’incantò ad
ammirare la sua figura.
«Sei un giovane capo saggio. Per salvare la tua gente non
esiti a rivolgerti ad inu youkai. Accetto la tua richiesta di
aiuto»
Shireiyama ne fu felice, poteva salvare la sua tribù. Ma
immediatamente la gioia del momento scomparve. Non sarebbe stato Inu no
Taisho a combattere al suo fianco ma i suoi due figli. Una youkai sua
coetanea e uno più giovane.
“E’ addirittura più giovane di
Kuroyama” si ritrovò a pensare con preoccupazione.
«Kuroyama, ascoltami devo dirti una cosa
importante» Shireiyama era da solo con il fratello, sulla
vetta della montagna di notte.
«Cosa c’è, nii-san»
«Eh? Perché?»
«C’è bisogno di chiederlo? Hai visto
anche tu i suoi figli. Hanno lottato con tutti quegli youkai come se
nulla fosse. In poco tempo hanno stabilito le sorti della battaglia. E
Sesshoumaru è addirittura più giovane di
te»
«Pensi che Inu no Taisho possa renderti più
forte?»
«Di okami youkai con il nostro potenziale non ne sono rimasti
più. Non ho nessuno da cui imparare nella nostra
tribù. Sento che con Inu no Taisho posso diventare uno
youkai molto più forte e saggio»
«Se è così allora vai. Ci penso io alla
tribù»
«Grazie fratello!»
«Vattene! Non ti vogliamo più nella nostra
tribù»
«Non puoi più essere il nostro capo!»
«Unirti ad una inu youkai …
inammissibile!» queste e altre frasi infelici si susseguirono
da parte degli anziani. Shireiyama fu costretto ad andarsene dalla sua
tribù, dalla sua famiglia.
Shireiyama non si era mai sentito così solo. Intorno a lui
non c’era nessuno. Perfino la foresta dietro alla montagna
gli sembrava inospitale, scura e minacciosa. Non aveva mai fatto caso a
quanto fosse freddo il vento da quelle parti e a quanto silenzio ci
fosse. Non aveva più una casa, non aveva più un
posto in cui stare. Solo. Era solo e mai più nessuno lo
avrebbe voluto. Si accucciò a terra avvolto da una tristezza
mai provata prima.
Improvvisamente un ululato lo destò: era Noumu!
“Aspetta ma io me ne sono andato per stare con Hasu e Noumu
era con me” si destò.
“Ho affidato la tribù a mio fratello e poi gli
anziani non mi hanno trattato male, anzi, erano tristi. Hanno solo
osservato le leggi della nostra gente … e allora che
cos’era quella solitudine che ho provato?”
Shireiyama si concentrò meglio sull’ambiente
circostante. Quella foresta non era quella vicino alla sua montagna. Le
assomigliava, ma non era quella. Si concentrò maggiormente.
“Sto sognando! E’ solo un sogno” si
doveva essere addormentato mentre si abbandonava ai ricordi. Capito che
si trattava di uno scherzo della mente, volle svegliarsi.
L’ululato di Noumu lo impedì. Ormai aveva preso
coscienza del sogno ma continuava a sentire il verso del suo amico
lupo. Si diresse nella direzione dal quale proveniva e lo vide.
Noumu era pieno di ferite, ululava e guaiva supplicante davanti a
Moriko nella sua forma demoniaca.
«Noumu!» Shireiyama lo chiamò a gran
voce. Il lupo non rispose e Shireiyama lo chiamò ancora e
ancora ma la sua voce non lo raggiunse.
“Dannazione! Qui ci deve essere l’interferenza di
uno youkai” per Shireiyama quella era l’unica
spiegazione possibile. Forse perché non stava realmente
dormendo o semplicemente perché era uno youkai abbastanza
forte, era riuscito a prendere il controllo del suo sogno ed entrare in
risonanza con quello di Noumu.
Ora il suo pensiero era quello di svegliare l’okami youkai.
Gli si avvicinò, chiamandolo nuovamente. Noumu non lo vedeva
e non lo sentiva. Lo vide che si preparava ad una nuova carica di
Moriko.
La donna si scagliò contro l’okami youkai,
incurante della presenza di Shireiyama, il quale si frappose fra i due.
Afferrò Moriko e la bloccò.
«Noumu sveglia!» urlò.
Moriko ringhiò e spinse con maggiore forza per liberarsi
dalla stretta di Shireiyama.
«Che cosa credi di fare? Sei solo un’immagine della
mente di Noumu. Sparisci!» con maggiore forza Shireiyama la
scaraventò con una forza terribile. Quando andò a
sbattere contro il suolo, lanciò un grido e scomparve.
Noumu rimase sbalordito e mentre Moriko scompariva, compariva
Shireiyama.
«Noumu, è solo un sogno, non era la vera
Moriko» Shireiyama gli si avvicinò e gli
accarezzò il capo «avanti, svegliati!».
Noumu spalancò gli occhi e si dissolse.
“Deve essersi svegliato. Posso tornare
anch’io” non ebbe nemmeno il tempo di terminare il
pensiero che l’ambiente intorno a lui mutò
improvvisamente.
Divenne una raduna, al centro della quale, Jaken piangeva sul corpo di
una ragazza.
“A quanto pare non è giunto ancora il momento di
svegliarsi”.
Fece qualche passo avanti, in modo da distinguere meglio il volto della
giovane e identificarla. Era Rin.
Il kappa percepì i passi di Shireiyama e si
destò.
«Sesshoumaru-sama … Rin
…» il corpo di Jaken era percosso dai
fremiti, dovuti al pianto e alla paura di Sesshoumaru.
«Jaken sono io, Shireiyama»
«Eh?» Jaken credette di aver avuto le
allucinazioni. Forse era a causa della paura di morire per davvero per
mano di Sesshoumaru.
«Jaken, è solo un brutto sogno indotto da un
qualche youkai, Rin non è morta»
«Dite davvero?» il kappa si girò per
vedere la ragazza «Ah! Non c’è
più!»
«Te l’ho detto, Jaken. Rin è viva, devi
solo svegliarti»
«Che sollievo» tirò un sospiro,
confortato dalla notizia e scomparve così come avvenne con
Noumu.
Shireiyama si fece pensieroso. Non poteva ancora tornare alla
realtà, se come pensava, era tutta opera di uno youkai. Di
sicuro anche Rin ne era rimasta vittima. Una giovane ningen era la
preda ideale.
Doveva trovarla e destarla dal sonno. Noumu e Jaken non correvano
più pericoli e di sicuro erano svegli. Avrebbero pensato
loro a proteggere Rin.
Purtroppo la ragazza non era facile da trovare come gli altri due
prima. In entrami i casi non si era sforzato più di tanto.
“Ci deve essere un modo per trovarla!” Shireiyama
si mise a pensare “Se è opera di uno youkai che
genera incubi, come penso, farà leva sulle paure della
vittima. Se è così … forse se mi
concentro su cosa può far paura a Rin, potrei entrare nel
suo sogno” .
Non conosceva la ragazza molto bene, aveva avuto poco tempo per farsi
un’idea su di lei ma di una cosa era certo: temeva i lupi.
Allora focalizzò nella mente dei lupi o okami youkai e di
colpo l’ambiente circostante mutò.
Finalmente la vide. Correva inseguita dai lupi lungo un viale scuro.
Era spaventata a morte, il fiato corto e ogni tanto invocava
Sesshoumaru nella speranza che la venisse a salvare. Shireiyama la
inseguì e in breve la raggiunse.
«Rin!» quando lo vide, la ragazza emanò
un piccolo urlo e prese a correre più velocemente.
«Rin aspetta!» non si fermava. A quel punto
Shireiyama si bloccò, costringendo i lupi inseguitori a fare
altrettanto. Bastò una semplice occhiata per far intendere a
quei lupi che dovevano lasciar perdere la ragazza.
Rin non sentendo più nessuno alle sue spalle, si
voltò. I lupi non c’erano più, ma
restava l’okami youkai.
«Rin» la chiamò piano, con gentilezza.
Lei arretrò e riprese a correre.
“Dannazione!” doveva far si che si rendesse conto
che tutto quello che stava vivendo non era reale. Si limitò
a seguirla mentre pensava a come fare.
Improvvisamente Rin arrestò la sua corsa, poiché
davanti a lei apparve un feroce okami youkai, dall’aspetto di
un grosso lupo, con una fila di denti affilatissimi e grondanti di
sangue e saliva.
“Sesshoumaru-sama …” Rin si
paralizzò dalla paura e cominciò a tremare. Vide
quell’orribile creatura saltare su di lei. Istintivamente si
coprì con le braccia, sapendo che non avrebbe avuto scampo.
L’okami youkai non arrivò mai ad azzannarla.
Shireiyama l’aveva ucciso prima che potesse avventarsi sulla
ragazza.
«Sesshoumaru …» Rin abbassò
le braccia, convinta che a salvarla fosse stato lo youkai bianco. Si
sorprese nel vedere ancora quell’okami youkai. Questa volta
non scappò, lo guardò meglio e lo riconobbe.
«Lui qui non verrà. Sei all’interno di
un incubo dal quale devi destarti al più presto»
Shireiyama le arrivò ad in singolo passo di distanza. A Rin
caddero alcune lacrime e si gettò su Shireiyama, cercando di
reprimere il pianto nei suoi vestiti.
L’okami youkai s’irrigidì a quel
contatto inaspettato, poi si lasciò andare e le
accarezzò le spalle per tranquillizzarla.
«Ho avuto tanta paura! Da sola non ero in grado di fermarli e
Sesshoumaru non arrivava. Mi sono sentita persa» si
sfogò la ragazza.
«E’ tutto solo un brutto sogno. Sesshoumaru non
permetterebbe mai che ti facciano del male»
«Davvero è solo un incubo?»
«Sì. E’ probabile che la causa di tutto
sia uno youkai. Ti ricordi quello che stavi facendo?»
Ci rifletté un attimo prima di rispondere «
Stavamo cercando la piuma e riportare alla normalità
Moriko»
«Esatto! Ora svegliati e sistemiamo lo youkai» Rin
annuì e svanì.
***
Noumu si svegliò di soprassalto e andò subito
alla ricerca di Shireiyama. Lo trovò immediatamente,
appoggiato ad un albero con gli occhi chiusi e gli si
avvicinò lentamente. Non era realmente addormentato ma
appariva come qualcuno che chiudeva gli occhi per riposare, restando
lucido. Accanto c’erano Jaken e Rin che dormivano un sonno
agitato, si lamentavano e il kappa si dimenava ogni tanto. Noumu si
concentrò su loro due. Shireiyama se la sarebbe cavata da
solo. Gli girò intorno, li scosse leggermente e li
chiamò, mugolando ma nulla era efficace. Jaken era quello
che si lamentava di più e l’okami youkai si
concentrò su di lui. Lo scosse con maggiore forza e prese a
mordicchiarlo ad un braccio.
«Mmmm … mmmm» Jaken si
lamentò di più mentre contrasse per qualche volta
le sopracciglia. Si svegliò ed emanò un piccolo
urlo.
«Ah! Ma che fai?» il kappa si destò
rapidamente e sottrasse la manica dalle fauci del lupo.
«Che schifo! E’ tutto zuppo di saliva! Che
intenzioni avevi, volevi mangiarmi per caso?» si
lamentò Jaken appurando la presenza di qualche buco nella
manica.
Noumu gli ringhiò e gli abbaiò contro.
«Sesshoumaru» un sussurro agitato provenne alle
spalle dei due. Rin era l’unica il cui incubo non era giunto
al termine. Le si avvicinarono, ma chiamarla e scuoterla erano azioni
inutili per farla destare.
«Shireiyama non è ancora tornato. Starà
aiutando Rin?» domandò Jaken voltandosi a guardare
l’okami youkai tranquillamente appoggiato
all’albero. Noumu annuì.
Per diversi minuti non poterono far altro che vegliare sulla ragazza.
L’okami youkai si era fatto attento ed era riuscito ad
individuare lo youkai che aveva approfittato di loro. Lo teneva sotto
controllo con l’olfatto e al minimo tentativo di fuga, gli
sarebbe saltato addosso.
Rin inaspettatamente si calmò, rilassando i muscoli del
viso. Dopo pochi attimi, aprì gli occhi con estrema lentezza.
«Rin!» esultò gioioso il piccolo kappa.
«Oh, Jaken! Ho fatto un sogno orribile»
«Tranquilla è passato» la
consolò, felice di vedere che stesse bene.
«Il responsabile si merita una bella lezione» disse
una voce ferma e decisa alle loro spalle.
«Shireiyama-sama!»
«Noumu, l’hai trovato?» si rivolse al
lupo. Noumu fece dei piccoli versi e guaiti.
«Un semplice baku?» Shireiyama alzò un
sopracciglio contrariato. Tanti problemi causati da un banale youkai.
«Vado a sistemare quel seccatore»
annunciò prima di incamminarsi nella direzione dal quale
proveniva il suo odore.
«Aspetta, voglio venire con te!» disse Rin con un
impeto. Shireiyama acconsentì. Una volta sveglia Rin non
correva nessun pericolo, in più ci sarebbe stato lui al suo
fianco.
Trovarono subito il baku che si stava dando alla fuga. Correva come un
forsennato nel disperato tentativo di seminare quelle, che fino a poco
prima, erano le sue vittime.
Era uno youkai grande quanto un cavallo, dal corpo grosso e robusto,
una testa possente, una corta proboscide e due lunghe zanne.
«Rin tieniti pronta con le frecce» la ragazza si
fidò e fece come gli aveva detto. L’okami youkai
scattò, superando il baku, il quale dovette invertire il
senso della corsa, tornando indietro.
In questo modo per Rin era un bersaglio facile. Scagliò una
prima freccia che si conficcò sulla schiena, rallentandolo.
Ne scagliò una seconda che prese la zampa anteriore, con
l’effetto di fargli perdere l’equilibrio.
«Maledetti!» gemette il baku «avrei
mangiato i vostri incubi fino all’ultimo»
provò a rimettersi in piedi inutilmente.
«Li avresti uccisi!» disse Shireiyama, provando
disgusto per lo youkai. La sua specialità era quella di
indurre al sonno le sue vittime, scrutare nell’animo e nella
mente del malcapitato, provocando incubi di cui si sarebbe cibato.
Maggiore era il tempo che le vittime dormivano o maggiore era il
terrore e la paura che l’incubo provocava, più
alte erano le probabilità che queste sarebbero morte.
«Sarebbe la gusta punizione»
«Per cosa?» l’okami youkai, come Rin, non
ricordava di aver avuto nulla a che fare con il baku, né che
qualcun altro del gruppo gli avesse fatto qualcosa.
«Il mio tesoro … non l’avrete»
si alzò di scatto e spalancò gli occhi che
divennero luminosi.
Fissò Rin, la quale presa alla sprovvista, cadde a terra con
lo sguardo incollato a quello del baku come ipnotizzata.
Il contatto visivo durò pochissimo. Shireiyama uccise lo
youkai, trapassandolo con la mano artigliata.
«Ma cosa …» Rin era leggermente scossa,
non avendo capito cosa era successo.
«Se lo avessi guardato ancora, ti avrebbe ghermito
l’anima» le spiegò Shireiyama, liberando
il corpo dalla sua mano. Nell’estrarla, toccò
qualcosa che prese. Era ricoperta di sangue e, per capire che fosse, la
pulì almeno un po’ con l’altra mano.
«E’ la piuma!» affermò la
ragazza.
«Quindi è a questa che si riferiva. Il suo tesoro.
Deve averci sentito e per proteggerla ha tentato di
ucciderci» riassunse Shireiyama «Senza saperlo ci
ha facilitato il compito»
«Un po’ mi dispiace» disse Rin guardando
il corpo del baku. Shireiyama la guardò, non comprendendo
quello stato d’animo per uno che aveva tentato di ucciderla
pochi minuti prima. Poi si ricordò che era una ningen e di
cose strane come quella, le faceva anche Moriko.
«Torniamo dagli altri»
«Shireiyama!» lo trattenne prima che iniziasse a
camminare.
«Grazie per avermi salvata» Rin gli sorrise.
«Non c’è bisogno di
ringraziare» rispose imbarazzato, voltandosi dal lato
opposto.
Salve!
E' un piacere vedere che siete in tanti a seguire questa sotira anche
quando siamo ad un passo dalla fine. ... grazie!
Tutti gli oggetti sono stati recuperati ora non resta che sigillare la
Hakaitsume ma per fare ciò, bisogna scontrarsi con
Kyoufuumaru e poi Moriko che fine ha fatto?
Vi saluto in compagnia di Rin e Shireiyama: clicca
qui
Alla prossima ;)
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