WHAT
IF SHE CAN CONVINCE HIM?
Hayley
bagnò un’altra pezza e la poggiò sulla fronte bollente di Elijah. L’Originale
soffriva da ore, la temperatura del suo corpo aveva raggiunto livelli talmente
alti che, se non fosse stato un vampiro, sarebbe senza dubbio già morto.
Proprio non riusciva a capire perché Klaus fosse tanto crudele, anche con quel
fratello che non faceva altro che stargli accanto e sostenerlo, sempre e per
sempre.
La
lupa fece un grosso respiro preoccupata per le sorti del ferito la cui testa
stava poggiata sulle sue gambe: le mani andavano su e giù per le sue braccia,
il respiro affannato, un leggero tremolio costante lo scuoteva. Klaus era
andato via furioso e anche se lei era certa che presto o tardi sarebbe tornato
a guarire Elijah, l’idea che soffrisse non le piaceva affatto.
Provava
qualcosa per lui e credeva che quel sentimento fosse ricambiato. Era una
connessione profonda, pulita e aveva come l’impressione che all’Ibrido
originale non andasse bene. Non perché provasse dei sentimenti per lei,
piuttosto per quella smania di possesso e controllo che lo affliggeva; doveva
sempre avere l’ultima parola e guai a non fare ciò che diceva.
Le
condizioni di Elijah in quel momento erano la prova tangibile delle conseguenze
per chi osava sputargli in faccia la verità.
“Allison…”
mormorò lui tremando poco più forte. “Sei proprio tu?”
Hayley
corrugò la fronte perplessa, mentre lui ripeteva quel nome di nuovo, ancora e
ancora. Capiva il delirio causato dal veleno del lupo ma chi diavolo era
Allison? “Meraviglioso” mormorò. “Un’altra amante, probabilmente disturbata
come Celeste.”
“Hayley”
la voce di Rebekah si fece sempre più forte, finché la bionda non aprì la porta
e si fermò a fissare suo fratello, inerme. “Non posso credere che Nik l’abbia
fatto davvero.”
L’altra
respirò a fondo. “Si è addormentato ma continua a tremare e sudare. Soffre e
delira. Continua a parlare, dice cose senza senso.”
“Che
tipo di cose?”
“Continua
a mormorare un nome; Allison.”
Rebekah
si schiarì la voce, sperando di mascherare la sua sorpresa ma vista l’espressione
sul volto di Hayley non doveva esserci riuscita tanto bene.
“Rebekah”
le chiese infatti proprio lei. “Chi è Allison?”
“Non
credo che tu voglia saperlo.”
“Chi
è? Un’altra amante psicopatica come Celeste?”
“Oh
no” la sua amica scosse il capo con un sorriso. “Allison è… è una cacciatrice del
soprannaturale. L’abbiamo conosciuta alcuni anni fa a Mystic Falls, ad una
elegante festa organizzata da mia madre. C’era tutta la città e quando è
arrivata lei, chiusa in quel suo magnifico abito nero… era magnetica e tra lei
ed Elijah scattò qualcosa, anche se non saprei dirti cosa” raccontò. “Si sono stretti
e poi persi, ma nel corso degli anni in qualche modo hanno sempre fatto parte l’uno
della vita dell’altra. Col tempo lei è diventata una cara amica per tutta la
famiglia, una persona su cui possiamo sempre contare.”
Hayley
cercò di nascondere il fastidio e abbozzò un sorriso. “Ne parli come se fosse
una specie di perfetta Dea.”
“Perfetta?”
Rebekah scosse il capo. “Oh no, è tutto fuorché perfetta; è testarda e
autoritaria e ha un terribile senso dell’umorismo” rise. “Ma è una brava donna.
La conoscerai tra poco comunque, sta venendo a darci una mano.”
“E
come potrebbe aiutarci? Klaus non darà ascolto a nessuno.”
“Credimi
Hayley, troverà un modo per convincerlo.”
****
Allison
fu circondata non appena mise piede in quella specie di ristorante, punto
esatto in cui era riuscita a rintracciare il cellulare di Klaus dopo l’ultima
telefonata con Rebekah e dopo aver girato a vuoto per un’ora. La sua amica le
aveva detto che Elijah soffriva terribilmente e implorandola di fare più in
fretta che poteva aveva riattaccato. La cacciatrice aveva fatto un grosso
respiro chiedendosi se il fatto che si trovasse a Baton Rouge quando la
telefonata dell’Originale era arrivata, fosse una specie di segno che le
indicava che lei e soltanto lei poteva aiutare Elijah.
Aveva
subito archiviato il pensiero però realizzando che si trattava di una semplice
coincidenza anche se la cosa la inquietava comunque.
Senza
togliere le mani dalle tasche del suo cappotto si guardò intorno facendo un
giro su se stessa e si fermò faccia a faccia con un tizio dagli occhi chiari
che indossava un cappello. “Salve, posso aiutarvi?” chiese con un sorriso.
L’uomo
davanti a lei incrociò le braccia sul petto con fare minaccioso. “Tu chi
diavolo sei?”
“Chi
diavolo siete voi. Cos’è, un comitato di benvenuto? Perché se è così
lasciatevelo dire, siete davvero pessimi.”
“Si
vocifera che tu sia una cacciatrice e i cacciatori non sono i benvenuti a New
Orleans. Quindi lo chiederò un’ultima volta” sibilò l’altro facendo qualche
passo in avanti. “Chi diavolo sei?”
Allison
tirò fuori le mani dalle tasche e le alzò come in segno di resa. Abbassò poco
il capo e ridacchiò prima di guardarlo di nuovo negli occhi. “Ah se solo me lo
avessi chiesto gentilmente” sussurrò e con un gesto veloce lo colpì per poi
tirare fuori la sua lama. “Chi è il prossimo?” domandò senza abbassare la
guardia.
Fu
un giovane dai capelli ricci a farsi avanti, gli occhi iniettati di sangue
mentre si preparava a colpirla. Il colpo però non arrivò mai.
“Fermi!”
urlò infatti qualcuno, una voce che Allison riconobbe. “Forse voi non avete
idea di chi sia ma io ce l’ho e vi assicuro che vi darà del filo da torcere se
vi metterete contro di lei.” Klaus avanzò affiancato da un uomo alto e di bell’aspetto
che lei non conosceva. “Ciao guerriera.”
“Con
quella specie di coltello darebbe del filo da torcere ai miei ragazzi?” domandò
il tizio accanto a lui. “Klaus, tu li sottovaluti.”
“Ah
quindi sei tu il capo di questo gruppo di idioti?” Allison rimise a posto la
lama. “Complimenti, un gruppo molto… omogeneo, per così dire. Immagino che tu
sappia perché sono qui.” si rivolse a Klaus.
“Lasciami
indovinare: vuoi il mio sangue per curare il morso che ho dato al tuo Mikaelson
preferito.”
“Sei
un concentrato di perspicacia, non c’è che dire. Allora, me lo darai senza fare
troppe storie o mi farai perdere tempo?”
Klaus
sorrise. “Un po’ e un po’ temo. Ad ogni modo credo che sia il caso di spostare
questa conversazione fuori da questo posto, non è corretto annoiare tutti con le
nostre faccende private, non credi?”
La
cacciatrice gli si avvicinò, poi si voltò a guardare i vampiri. “Comunque,
giusto per la cronaca, il mio nome è Allison Morgan.” Si alzò un vociare
confuso mentre sul viso di alcuni si faceva largo un’espressione sorpresa e
timorosa. Allison seguì l’Ibrido fuori dal ristorante.
****
“Devi
essere impazzito!” esclamò la donna dopo aver ascoltato la folle richiesta che
Klaus le aveva fatto in cambio del sangue che avrebbe guarito Elijah. “Non ti
aiuterò ad uccidere Tyler Lockwood.”
“Allora
non avrai ciò che chiedi.”
“Klaus
tutto questo è assurdo. E credo che tu te ne renda perfettamente conto.”
Allison allargò le braccia. “Cosa ti ha fatto Elijah di così terribile da farti
arrabbiare così tanto?”
“Non
è solo quello che ha fatto!” urlò l’altro. “È anche quello che ha detto! Ha
creduto alle parole di quell’insulso Lockwood, alle parole di Hayley ma non
alle mie.”
“Quali
parole?”
“Quelle
secondo le quali una volta che mia figlia sarà nata la userò come un
distributore di sangue per creare nuovi Ibridi.” Il suo amico fece un grosso
respiro. “Credono che questa sia l’unica cosa che mi importi, mi giudicano come
padre prima ancora che lo diventi. Io non sono mio padre, amerò mia
figlia più di ogni altra cosa al mondo.”
Gli
occhi di Allison si riempirono di lacrime mentre le fragilità del grande Klaus
Mikaelson venivano fuori attraverso le sue parole, attraverso la rabbia nel suo
sguardo. Era indignato e se quello che le aveva appena detto corrispondeva a
quello che era davvero accaduto, allora non aveva tutti i torti ad esserlo.
Senza chiedere altro gli si avvicinò e lo strinse in un abbraccio. “So che lo
farai, e anche loro lo sanno. Ma a volte si dicono e si fanno cose stupide. Hai
morso tuo fratello, dovresti saperlo.”
Lui
rimase un attimo immobile poi con un sorriso ricambiò l’abbraccio sentendosi
più leggero.
****
Elijah
aprì gli occhi lentamente e la prima cosa che percepì fu una sensazione di
fresco sul viso, la seconda fu l’odore inconfondibile del sangue di una
particolare donna. “Allison?” sussurrò mettendo a fuoco il viso che le stava
davanti.
“Ce
ne hai messo di tempo a svegliarti” lei lo aiutò a sollevarsi fino ad essere
seduto. “Come ti senti?”
“Che
ci fai tu qui?”
“Dopo
che Klaus ti ha morso Rebekah mi ha telefonato chiedendomi di parlare con lui,
sosteneva che fossi l’unica che potesse convincerlo a guarirti rapidamente
senza che soffrissi a lungo. Ero a Baton Rouge per un caso e così sono venuta
di persona.”
“E
hai convinto mio fratello a darti il suo sangue per guarirmi? Come?”
Allison
si strinse nelle spalle. “Ho i miei metodi” scherzò. “Ha detto che l’hai
accusato di voler usare sua figlia come fonte di sangue per creare altri
Ibridi. È vero?”
“Temo
di sì” l’Originale si schiarì la voce. “Hayley aveva detto che era così e…”
“Hayley
aveva detto?” lo interruppe lei. “Hai incolpato tuo fratello di una cosa
terribile solo perché lo ha detto Hayley?”
“Temo
di sì” ripeté di nuovo lui. “Capisco ora che è stato un errore.”
“Lo
è stato, ma non per il modo in cui l’hai accusato, piuttosto per l’accusa in sé.
Niklaus sarà un bravo padre e tu lo sai.”
Elijah
le fissò le labbra, poi gli occhi. “Mi scuserò con lui. E grazie.”
“Bene!”
sorrise lei. “Non hai risposto alla mia domanda comunque, come ti senti?”
“Affamato.”
Allison
scoprì il polso e gli porse il braccio. “Bevi un po’ del mio sangue, ti
sentirai meglio.”
L’Originale
le prese la mano ma invece di mordere vi posò sopra un bacio leggero. Poi uno
più profondo glielo posò sulle labbra. Lei ricambiò.