17 reazioni inaspettate
Lo guardo leggermente sorpresa e intimorita, mentre, incerta, pronuncio il suo nome.
-S-Sesshoumaru…
-Si pentirà di ciò che ti ha fatto. Giuro, si pentirà anche di essere nato.
La sua voce
è arrochita e carica di odio al punto da spaventarmi seriamente.
Sembra fuori di sé e io non so come riportarlo alla
realtà.
-Sesshoumaru, che hai intenzione di fare? Mi stai spaventando! Ritorna in te!
-Ha cercato di
abusare di te! Maledizione, per tutto questo tempo non ho capito
niente! E quelle telefonate… non gli davo peso e invece erano
loro che ti dilaniavano ogni giorno!
Per la prima volta lo sento urlare di rabbia, di frustrazione, di dolore.
E’ seduto sul letto con le mani chiuse in un pugno, le vene in
evidenza e i muscoli in tensione. Non sembra lui. Perfino gli occhi
hanno abbandonato quello splendido color miele per tingersi di un
gelido azzurro screziato di sangue. Avverto il suo corpo pulsare,
mentre i suoi canini iniziano a fuoriuscire minacciosi dalle sue labbra
in un rivolo di sangue scarlatto, lo stesso che gocciola silenzioso
dalle sue mani trafitte dai suoi stessi artigli.
In uno scatto
improvviso abbandona il letto, mentre il suo corpo continua a pulsare
sempre più frenetico e la ragione abbandona il suo corpo.
Avverto il suo respiro irregolare e il battito del suo cuore pulsare
anormalmente nel petto. Sembra stia lottando contro se stesso, contro
la sua irruenza, ma il suo istinto sembra avere la meglio sulla
ragione.
Le lacrime
iniziano a offuscare la mia vista, mentre il terrore inizia ad
impossessarsi di me. Ho paura che mi possa abbandonare, che faccia
qualche pazzia. Rivoglio Sesshoumaru, il mio Sesshoumaru.
Abbandono
anche io il letto con gesti frenetici e scoordinati, fino ad arrivare
al suo fianco. Tento disperatamente di richiamare la sua attenzione su
di me, afferrandolo per un braccio. Il ringhio aumenta di
intensità, ma quelle due fessure cariche di odio continuano a
ignorarmi, fissando minacciose in punto imprecisato dinnanzi a loro.
-Sesshoumaru,
torna in te ti prego. Sesshoumaru, guardami. Mi stai
spaventando… non puoi abbandonarmi pure tu, non puoi farmi
questo. Ho bisogno di te… ti prego… -
Inizio un pianto disperato, silenzioso, di preghiera; mi aggrappo sempre più possessiva al suo braccio, decisa più che mai a non allontanarmi da lui.
Finalmente riesco a indirizzare la sua concentrazione su di me, ma i suoi occhi sembrano non vedermi davvero.
-Ho fallito. Lei mi aveva chiesto solo una cosa e io non sono riuscito a compierla. -
Atona e allo
stesso tempo carica d’ira, la sua voce avvolge la stanza per poi
riportarla ad un silenzio cupo e opprimente. Presto poca attenzione
alle sue parole, a mio avviso prive di significato. Chi era “lei”? Si riferiva forse a me?
-No, non mi hai delusa, Sesshoumaru… non è colpa tua, io… io voglio solo che tu mi stia accanto… voglio solo te..
Lo abbraccio,
lo stringo a me con tutta la forza che ho in corpo, in una presa goffa
e non proprio salda, ma avverto i suoi muscoli distendersi e le sue
pulsazioni diminuire. Rincuorata da ciò, mi stacco delicatamente
da lui, prendendogli la mano destra per aprirla da quel doloroso pugno.
Le unghie si erano conficcate nel palmo e il sangue ora macchia anche
le mie mani, le mie vesti, il pavimento, ma non me ne curo. Mi dedico
invece all’altro arto, liberandolo dalla stessa tortura del
compagno.
Lui mi lascia
svolgere tutto senza emettere un suono, senza compiere alcun movimento.
Sembra quasi un fantoccio privo di volontà e vita, ma i suoi
occhi lentamente stanno riacquistando il loro colore naturale, mentre i
miei si offuscano nuovamente di lacrime, questa volta di
felicità.
Avverto le mie
mani tremanti per l’emozione e come lui sono incapace di
muovermi, assorbita come sono dal rivedere la sua abituale figura.
Senza nemmeno rendermene conto mi sento stretta tra le sue braccia e mi
ritrovo a ricambiare il gesto con tutto il trasporto di cui sono capace.
-Mi dispiace. Perdonami.
È solo
un sussurro, roco e impacciato, pronunciato con le labbra premute sul
mio capo, ma comunque decifrabile al mio udito. Sorrido
impercettibilmente a quelle parole, ma so che adesso è realmente
tornato in sé.
- Una volta una persona mi ha detto che non bisogna mai scusarsi, perché è un segno di debolezza.
-Strano, ultimamente a me hanno insegnato che è un segno di forza.
Rafforza la
presa su di me per poi scioglierla e guardarmi finalmente negli occhi.
Avverto i miei un po’ gonfi e appiccicosi, ma li asciugo
frettolosa col dorso della mano, per poi sorridergli e riprendere le
sue mai tra le mie. Le ferite sembrano già rimarginarsi e il
contatto con loro mi provoca la stessa sensazione di protezione di
sempre.
-Guarda qua cosa hai combinato… vieni, dobbiamo darci una bella ripulita…-
Senza abbandonare la presa, lo conduco fino in bagno per immergere le nostre mani sotto il getto di acqua corrente.
-Mi hai fatta spaventare prima… non farlo mai più…
Pronuncio
queste parole in modo inaspettato perfino per me stessa, con lo sguardo
concentrato sul lavandino e su quell’acqua rosata che lo percorre.
-Non ti avrei mai fatto del male Rin. Mai.
Lo dice con la sua solita espressione seria e sincera, tipica di lui, che provoca in me un tenero sorriso.
-Non ero preoccupata per me Sesshomaru. Non avevo paura di te, ma per te.-
Alla vista della sua espressione sorpresa
scoppio nuovamente in lacrime, mentre singhiozzi sempre più
rumorosi si diffondono nell’aria. Mi sento cosi sciocca in questo
momento, eppure non riesco a frenare il mio sfogo. Ho avuto paura,
davvero paura, ma lui ora è qui con me e mi accoglie nuovamente
fra le sue braccia, portandomi a letto.
Ci sdraiamo
entrambi su un lato, facendo in modo che i nostri corpi combacino
perfettamente. Il suo ampio busto sembra fatto apposta per accogliere
la mia schiena e le sue lunghe braccia perfette per cingermi. Avrei
tanto voluto poter affondare ancora il viso sul suo petto, come prima,
ma anche così si sta molto bene.
Credo abbia
scelto questa posizione per celarmi il suo viso, il suo stato
d’animo. Dopotutto ha mostrato un lato di se molto profondo,
quasi… “vulnerabile” o almeno secondo i suoi
standard. A mio avviso ha semplicemente dato sfogo a ciò che
provava. Ammetto che per qualche istante io stessa mi sono sentita
persa vedendolo in quelle condizioni. Lui, che sempre era stato un
punto fermo, una roccia, la sicurezza fatta persona, era diventato il suo opposto: una persona in balia dell’ira, instabile.
Ma la sua
“debolezza” ha richiamato in me la forza, il coraggio. Si
dice che una persona, anche se debole, sia in grado di dimostrare una
potenza immensa per proteggere le persone a cui vuole bene e oggi ne ho
avuto la conferma. La paura di perderlo mi ha spinta a ricercare in me
le capacità per aiutarlo e, ringraziando i kami, ci sono
riuscita.
Ora mi sento
più forte, come se la determinazione e l’energia di un
tempo fossero tornati a scorrere in me. Mi sento più forte,
più felice.
-Takara-kun. Ti dice niente questo nome?
Improvvisa
e ferma la voce di Sesshomaru interrompe i miei pensieri.
Takara… sì, ho già sentito questo nome. Cerco di
riportare alla memoria chi sia la persona in questione, ma non ho il
tempo di riflettere sufficientemente a quel monito che Sesshomaru parla nuovamente, ponendomi altri quesiti.
-Rin, ti sei
mai chiesta come mai questa casa è stata divisa perfettamente a
metà e come mai fino ad ora non è mai stata abitata da
nessuno fino al mio arrivo, pur essendo perfettamente arredata?
Ascolto
incuriosita quelle parole, che interpreto come domande le quali,
più che richiedere una risposta, aspettano di darla. Cerco di
trovare il nesso logico delle parole di Sesshomaru, una qualunque
associazione tra quel nome e la casa, ma ancora una volta le mie
congetture vengono interrotte.
-Ti sei mai
domandata come mai il mio arrivo è stato così
”improvviso” e diretto? Rin, tu conosci la storia di questa
casa?-
Sgrano
leggermente gli occhi, sorpresa da questa sua ultima domanda, e ,come
in un Puzzle nella mia mente, tutti i tasselli iniziano a prendere
posto nei loro perfetti incastri per dar vita alla
“soluzione” di quell’enigma, apparentemente
insolvibile all’inizio.
Ancora non
riesco a realizzare razionalmente ciò che invece il mio intuito
ha già capito. Rimango interdetta qualche istante e Sesshomaru,
questa volta, sembra disposto a concedermi il tempo per assorbire ed
elaborare tutte le informazioni elargite fino a quel momento,
improvvise e implacabili.
Finalmente le
mie labbra, involontarie, partecipano a quel gioco d’intrighi e
misteri cui Sesshomaru ha dato inizio, tentando di codificare
ciò che il mio subconscio non riesce ad ammettere.
-Tu, sai la storia di questa casa? Della sua costruzione? Tu conoscevi la nonna!-
Mi volto di scatto verso di lui, sorpresa, attonita, sconcertata da quella verità inimmaginabile piombatami addosso come un acquazzone improvviso in piena estate.
Mi specchio in quegli occhi ambra così serafici e pazienti. Sembra che la mia reazione fosse già stata calcolata nella sua mente fin dall’inizio e che, ovviamente, abbia già pronta la risposta da darmi.
Non nego che la
cosa mi provoca un leggero fastidio, eppure so che ora è il
momento di lasciar parlare lui. Ho la certezza che risponderà a
tutta la marea di domande che mi ronzano in testa, senza nemmeno il
bisogno che io gliele ponga e infatti riprende quel suo discorso,
pronunciando ogni parola con meticolosa cura e attenzione, con una calma esasperante, ma tipica delle situazioni importanti.
-Si Rin
conoscevo tua nonna. Forse non ti ha mai parlato di me. Io sono il
ragazzo che lei amava chiamare Takeru, “Tesoro”. Ho avuto
modo di conoscerla poco dopo la tua partenza; grazie a lei ho scoperto
cose che altrimenti sarebbero state celate alla mia anima irrequieta.
Ho tentato di sdebitarmi, di contraccambiare le sue gentilezze, ma io
non sono capace di proteggere nulla.
Esclama quelle ultime frasi con la stessa voce atona con cui ha iniziato il discorso, eppure leggo distintamente la frustrazione e la delusione nei suoi occhi.
Mi sento divorare dall’interno per quel suo sguardo cosi amareggiato e, impaziente, interrompo il suo flusso di parole e dolore con la mia voce calda e delicata.
-Non dire cosi.
Sai, la nonna mi ha parlato di te, Takara… avevo dimenticato il
nome, anche perché spesso usava un altro nomignolo per definirt, Ganko-chan.
Diceva che eri un “piccolo tesoro testardo”. So che le sei
stato accanto durante la mia assenza e ora so che hai continuato la tua
opera di cura anche nei miei confronti, senza neanche conoscermi. Sei
tu che mandi tutti quei pacchi giusto? E l’ultimo deve averlo
preparato tuo fratello, visto che tu non potevi. Sai, avete due stili
completamente differenti per quanto riguarda
“l’organizzazione”.
Un piccola
risata fuoriesce della mie labbra, ancora timide, al ricordo di quel
pacco dalla “preparazione” anomala, mentre osservo sempre
più rapita lo sguardo serio di Sesshomaru. Non mi occorre molto
tempo per collegare il suo passato con quello della casa di cui mi
aveva parlato Kaede. Una domanda sorge spontanea e naturale nella mia
mente, ma ho quasi paura di porla, data la mia consapevolezza circa la
storia dell’infanzia di Sesshomaru. Eppure la mia
curiosità sfacciata ha il sopravvento sulla discrezione.
-Tu sei… il figlio di Inumaru, vero? Tuo padre era…
-Il promesso sposo di tua nonna, sì.
Benché
fossi già consapevole della cosa, sentir pronunciare quelle
parole mi sconvolge fin nel profondo senza un motivo, senza una ragione
precisa o giustificata. Inizio ad avvertire uno strano turbamento, un
nervosismo dettato non dalla paura, ma da una strana forza esterna che,
prepotente, aggredisce la mia mente e il mio stesso corpo, provocandomi
i brividi.
L’uomo
che fu il migliore amico della nonna, colui che la amò come una
sorella, colui che divise questa casa per permettere ad entrambi una
vita felice con i rispettivi amanti, è la stessa persona che ha
subito il lutto per la perdita della moglie, della donna per la quale
aveva rinunciato a tutto. Lo stesso uomo che aveva abbandonato il
figlio, ultimo regalo di Tsubaki, e procreato un hanyou stuprando una
giovane donna.
È
così assurda la vita. La nonna, che ha sposato un semplice
umano, un essere opposto a lei, la cui stessa vita terrena era segnata
da tempi differenti, è stata più felice di colui che, a
rigor di logica, avrebbe goduto delle agevolazioni date dalla stessa
“etnia”.
-Come forse
saprai questa casa fu costruita affinché tua nonna e mio padre
vivessero in una coabitazione forzata al fine di convincerli ad
accettarsi reciprocamente come coppia. Tuttavia l’amore fra i due
era fraterno e, a dispetto di ciò che pensavano i loro genitori,
quel sentimento non cambiò. So che in queste mura riecheggiarono
le loro risate, che queste pareti furono le mute spettatrici delle loro
vite felici per molto tempo, finché la necessità non li
spinse ad aguzzare l’ingegno.
Il loro affiatamento era perfetto e le loro anime in simbiosi. Trovarono quindi il modo di crearsi la libertà nella loro prigionia.
Decisero di dividere la casa e di condurre nelle rispettive abitazioni
i propri compagni. Ovviamente erano consapevoli che la situazione non
sarebbe potuta reggere a lungo, che i loro genitori avrebbero presto
scoperto il loro espediente. Confidavano, tuttavia, che
quell’estremo gesto li avrebbe finalmente resi consapevoli delle
volontà dei propri eredi.
I due casati
sarebbero comunque rimasti uniti, ma non con vincoli di parentela.
E’ superfluo dire che i loro progetti non andarono a buon fine.
Entrambe le famiglie si rifiutarono di accettare le loro
“condizioni”, minacciandoli di diseredarli nel caso in cui
non avessero onorato la promessa di matrimonio da loro stipulata.
Come saprai, tua nonna ha sposato Miyoga e mio padre Tsubaki…
Da allora le
loro vite cambiarono radicalmente. Nessuno dei due possedeva niente, ma
non si diedero per vinti. Mio padre andò a vivere nel terreno
che mia madre aveva portato in dote, mentre tua nonna continuò a
vivere qui, mantenendo la divisione della casa nel caso in cui mio
padre ne avesse bisogno, benché lui le avesse ceduto
l’intera struttura.
Dalla morte di
Tsubaki, come sai, mio padre si chiuse in un mondo di solitudine e
perse i contatti con tua nonna. Io scoprii la sua esistenza per caso.
Trovai della corrispondenza tra lei e i miei genitori, quindi decisi di
conoscerla.
Senza troppe
aspettative arrivai qui, davanti a questa casa, e vi trovai una donna
intenta a spazzare il vialetto. Era indubbiamente una yasha. Mi bastava scoprire il suo nome per sapere se avevo trovato ciò che cercavo.
Ecco il nuovo
capitolooooo. Tante notizie vero? E si, ci volevano perché ora
toccava a Sesshomaru parlare un po’ di se! Avevo disseminato
indizi qua e la tra i capitoli ma in pochi li hanno colti :P ad ogni
modo la storia della casa, di papà gamba lunga e compagnia bella
stanno per essere svelati, anzi già gran parte è stato
detto! :P
Per quanto
riguarda la parte iniziale del capitolo spero di non aver deluso le
aspettative di chi si aspettava un Sesshomaru furioso! Ho cercato di
fare del mio meglio per rendere adeguatamente i sentimenti di
frustrazione e rabbia del demone. Rileggendo il mio operato ho scoperto
una Rin un po’ troppo “ciangiulina” ma non ho voluto
mutare questo aspetto, in quanto la fonte di tutto non è data
dai suoi soliti problemi, ma dai sentimenti di affetto verso Sesshomaru.
Piccola nota i
nomi con cui con cui Kaede soprannominava il nostro bel demone non sono
stati scelti a caso! Takara significa “tesoro” mentre
“Ganko” significa letteralmente testardo, testa dura. Da
qui la sua definizione “piccolo tesoro testardo” :P
ringrazio roseinblack,per l’aiuto nella ricerca della traduzione
giapponese ti testardo perché quella proprio non la
trovavo :P
Detto questo, che mi sembra tanto una giustificazione anche se non so perché, passiamo alle anticipazioni!!!
Il prossimo
capitolo sarà incentrato per buona parte sull’incontro
tra Sesshomaru e kaede, Sarà lui in prima persona a
narrare del loro primo incontro e di quelli avvenire che lo hanno
legato alla figura della yasha, spero di non scadere troppo
nell’OOC e che l’argomento vi interessi : )
Come sempre eccovi lo spoiler
“Percorsi
quel breve tragitto invaso da una strana sensazione: un sentimento
umano, un sentimento che non accettavo di provare e a cui non sapevo
dare un nome. Ansia? Tensione? Nervosismo?
Mi
convinsi che quelle “parole” erano solo delle sciocchezze,
che ciò che provavo era semplice curiosità.
Eppure,
ad ogni passo, quella sensazione aumentava, innervosendomi. Io non ero
più un bambino. Io dovevo essere padrone di me stesso; ma non
appena vidi tua nonna in quel vialetto, intenta a ramazzare quella
stretta entrata, mi resi conto di non poter più negare a me
stesso la verità.
Ero teso. Per la prima volta da quando ero stato mandato al collegio, il mio animo era diventato inquieto.”
Ed ora il mio angolino dei ringraziamenti!! : )
KaDe,
si in effetti non è stata un conversazione normale! Ma non
sarebbe stata “nostra” se lo fosse stato! E poi è
stata troppo bella!!! XD ad ogni modo sai che mi fido ciecamente di te
e del tuo giudizio e sono stra felice che il capitolo non sia stato
disastroso come temevo! Come dico sempre non sono brava a mantenere i
personaggi IC ma quantomeno vorrei non stravolgere completamente il
loro carattere. Spero con tutto il cuore che questo capitolo ti sia
piaciuto e che la mia descrizione di Sesshomaru arrabbiato sia
accettabile anche se mi sono un po’ ispirata a Inuyasha :P
Come sempre un
ringraziamento speciale per il tempo e l’aiuto che mi dedichi!
Spero di riuscire a migliorare sempre di più per renderti fiera
del mio lavoro un bacioneeeeee
lua82,
x gli svenimenti è tutta causa della mia pressione bassa :P mi
capita spesso di svenire quindi la descrizione dello stato
semi-incosciente non è stata particolarmente difficile :P sono
come sempre onorata di sapere che il capitolo e la caratterizzazione
che ho dato ai personaggi ti piacciano! però che anche in questo
capitolo Sesshomaru sia stato di tuo gradimento e come sempre aspetto
ansiosa i tuoi commenti che come ben sai mi danno una carica
incredibile :D un immenso bacione alla mia dosa di autostima e al prox
capitolo : )
babydgv,
ciao! Ti ringrazio infinitamente per i complimenti! Sono onorata che la
mia ff ti piaccia e sono felicissima di aver ricevuto un tuo commento.
Spero che anche questo aggiornamento sia stato di tuo gradimento e mi
auguro di poter leggere le tue impressioni anche si di esso un bacio e
a presto : )
sara_sessho grazie dei complimenti ed eccoti accontentata col nuovo aggiornamento! Spero ti sia piaciuto anche questo : ) baci a presto : )
piccola tammy,
sisi continuerò e tu hai l’obbligo i seguirmi e stressarmi
x tutti i restanti capitoli :P sono felicissima che lo scorso capitolo
ti sia piaciuto e mi auguro che anche questo non sia stato da meno!
Abbiamo potuto vedere con occhi diversi e con maggior attenzione il
passato di Kaede dei genitori di Sesshomaru cosa ne pensi?
Ti è piaciuta la loro storia? È stato un passaggio
interessante o solo di riempimento? Io sinceramente ho trovato
piacevole parlare un po’ di loro che sono alla base della ff in
un certo senso :P cmq… grazie ancora dei complimenti e a presto
baciiiii
roseinblack,
grazieeeeeeeee x il commento x i complimenti x le chiacchierate su msn
x tutto e soprattutto x l’aiuto in questo capitolo! Grazie a te
ho trovato il nome da attribuire a Sesshomaru :P per quanto riguarda la
storia perche io sono particolarmente attaccata a questa ff presa
dagli esami avevo pensato di chiuderla li x non rovinarla ma adesso mi
sono decisa a renderle onore quindi mi sopporterete ancora un po’
:P spero di poter leggere le tue impressioni anche su questo cap e x
Kohaku.. non so se ne prenderà qualcuna… ancora non ho
deciso bene cosa farne di lui :P cmq… un bacioneee a presto
LilyProngs,
ciau!!! Come sempre i tuo commenti sono carichi di complimenti e sono
onorata di riceverli!!! Inutile dire che il fatto che ti sia
affezionata alla mia storia sia per me un grande onore!! Per quanto
riguarda Rin mi fa piacere che tu abbia notato questo lui nuovo aspetto
xkè è molto importante!! Purtroppo anche la sua
dipendenza da Sesshomaru dovrò avere fine ma non ti preoccupare
non lo abbandona mica!! Capirà solamente che può fare
qualsiasi cosa anche sola, con le proprie forze.. un bacione immenso e
al prox capitolooooo
achaori
ecco sedata la tua curiosità! Come ti è sembrato questo
Sesshomaru?? Ti è piaciuta la sua ira? Spero di averlo reso il
piu possibile “vero” per quanto riguarda il resto del
capitolo che ne pensi?? Piaciuto il suo racconto? Come ho accennato
sopra continuerà nel prossimo capitolo, spero che
l’argomento ti appassioni. Un bacione immenso e alla prossimaaaa
Isy_264,
come sempre tu cogli i piccoli aspetti che si celano tra le righe : )
ma questo te l’ho già detto altre volte! In effetti
è uno dei motivi x cui Sesshomaru ha saputo cosi la storia di
Rin,e non magari con l’arrivo di kohaku.. poi x quanto riguarda
le posizioni.. anche quelle hanno una motivazione precisa.. a quanto ne
so io spesso mettersi dietro la persona o cmq in posizione non frontale
aiuta a esprimere con maggiore facilità i problemi e/o
sentimenti delle persone “chiuse” o con problemi. Infatti
spesso capita di essere piu a proprio agio con persone sconosciute o
con le quali non si ha un rapporto diretto, faccia a faccia. Ho sentito
dire che anche gli psicologi usano questo “metodo” ma ad
essere sincera non so se è vero o meno quindi non fare troppo
affidamento alle mie parole :P ad ogni modo spero che il cap ti sia
piaciuto! E tranquilla la shot sull’amore era davvero
stupenda è stato un piacere commentarla : )
callistas
ciauuuuu eccoti accontentata col nuovo capitolo! La tua
curiosità questa volta ha avuto vita breve :P Come sempre un
grazie infinite x i complimenti!!! E si.. Sesshomaru si sta
sciogliendo.. e nel prox capitolo si scioglierà ancora di
più! Praticamente parlerà lui per ¾ di
capitolo quindi.. :P
x quel che
riguarda kohaku.. non so ancora cosa ne sarà di lui..
però.. di sicuro non sarà ridotto in poltiglia.. la max
qualche pugno.. ma ripeto ancora non ho deciso.. voglio che sia Rin a
chiudere con lui.. ma magari anche Sesshomaru se deve togliere qualche
sfizio.. boh vedremo :P un bacione enormeee tvb
ovviamente
grazie anche a tutti coloro che leggono solamente, siete tantissimi, e
a coloro che hanno messo la ff tra le preferite e/o seguite!
Un bacioneeee
Mikamey
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