CAPITOLO
4
-
Lucifer! - Chloe
alza gli occhi al cielo e si precipita nella stanza esasperata. Ecco un
altro dettaglio che deve trovare il modo di giustificare nel rapporto.
Nell'appartamento una ragazzina terrorizzata fissa il suo partner
mentre lui la torchia.
-
Detective!
Sta per parlare! Andiamo, è evidente che centra qualcosa! - l’alto
consulente civile guarda la donna che, a passo di marcia, lo raggiunge
alle spalle. Davvero non capisce perchè non gli fa mai fare
il suo lavoro, sarebbe tutto più veloce. D'altra parte Chloe
ha rinunciato da parecchio tempo a cercare di spiegargli come seguire
il protocollo.
-
Dov'eri
lì tra le 11:00 e le 12:00 di ieri mattina? -
si limita a chiedere la donna alla ragazza senza degnarlo di uno
sguardo.
-
Io…
io ero in palestra, chiedete a John, l’istruttore!
Lucifer
è annoiato. Un altro caso insignificante dove non sarebbe
toccato a lui punire i colpevoli, i casi che più detestava.
È quasi tentato di andarsene e telefonare alle Britthany per
un menagè
a troi,
la detective può benissimo cavarsela anche senza il suo
aiuto, non capisce perché ha richiesto la sua presenza. Tira
fuori il cellulare e comincia a guardare qualche stupido video per
passare il tempo.
-
Dovrai
venire con noi al dipartimento per rilasciare una dichiarazione
ufficiale. - dice
intanto la detective alla sospettata - come
si chiama la palestra?
- aggiunge tirando fuori il taccuino, e nel farlo si accorge dei
risolini di Lucifer e della sua distrazione. - Lucifer!
- lo
richiama tra i denti.
Può
tollerare che abbia deciso di comportarsi da stronzo con lei ed
è anche disposta a passare sopra al fatto che sia sparito
lasciandola ad affrontare tutto da sola per mesi, ma non può
accettare in nessun modo la sua totale mancanza di rispetto per il loro
lavoro.
-
Detective, devi assolutamente vedere questo video!
C’è uno che, provando a saltare da un palazzo,
finisce in un tombino dritto nella fogna! - dice
l’uomo ridendo come un bambino. Quella donna deve
assolutamente imparare a divertirsi, Maze non ha fatto proprio un bel
lavoro, deve impegnarsi di più. Alzando gli occhi dallo
schermo del cellulare vede però lo sguardo che la detective
gli lancia e il suo sorriso va a scemare. Che noia!
-
E
va bene, qual è la palestra? - chiede
rivolto alla giovane.
-o-
Scartoffie.
La sua scrivania ne è invasa, montagne di cartelle di casi
che ancora aspettano di essere archiviati. Nelle ultime settimane la
gente pare impazzita, erano anni che non c’era una tale
escalation di reati. Dan sbuffa mentre prende l’ennesimo
foglio con testimonianza da controllare, così vede entrare
Chloe e scendere le scale trascinando una ragazzina seguita
dall’inseparabile stronzo in completo. Si alza e si affretta
a raggiungere la donna.
-
Chloe,
sala interrogatori 3.
-
Detective Stronzo! Sempre pronto ad aiutare. Tutto bene al cabaret? - Lucifer
adora prendere in giro Dan per il suo passatempo. In fondo
quell’umano gli piace, ha solo un enorme palo su per il culo.
Il detective Espinoza lo ignora anche se, mentalmente, prende nota che
deve controllare che dal frigo non venga a mancare il suo budino
un’altra volta. Quando Lucifer passa al distretto lui rimane
sempre senza spuntino.
Chloe
nel frattempo affida la sospettata ad un agente perché
raccolga la deposizione e la porti in sala interrogatori.
-
Dan,
possiamo parlare?
-
Certo - quello
sguardo non promette nulla di buono, troppe volte l’ha visto
sul volto di sua moglie. “È
senz’altro colpa di Lucifer! È sempre colpa
sua”.
-
Io intanto torchio la ragazza - informa
il diavolo in completo di Prada.
-
Tu
non fai proprio niente! - lo
blocca Chloe minacciandolo con un dito - Stai
qui buono e fermo cinque minuti. - poi
rivolta all’ex marito - Andiamo
Dan! -
lo afferra per un braccio e lo trascina nella sala caffè.
-
Sei
arrivato in ritardo a prendere Trixie ieri, di nuovo! Credevo ci
stessimo provando, Dan…
-
Lo so...dovevo finire un rapporto! Non ho tardato poi così
tanto...e poi Trixie non se l’è presa, le ho
portato la torta.
-
Non è un fatto di torta Dan! È un fatto di
fiducia: avevi detto che non sarebbe più successo!
Dalla
vetrata della saletta Chloe tiene d’occhio Lucifer che nel
frattempo si è seduto sulla scrivania di una giovane agente
e sta flirtando con lei. Dan sta bofonchiando qualche scusa in risposta
ma lei nemmeno lo sente: teme di essere diventata bordeaux e abbassa lo
sguardo d’istinto. Poi senza nessun valido motivo afferra Dan
per le spalle e lo bacia.
-
Ma
che...Chloe! - Dan
è confuso ma gli basta seguire lo sguardo della sua ex per
capire: ancora lui!
-
No!
No mi dispiace Chloe, ma questo è troppo! Ma cosa credi di
fare? - guarda
Lucifer che nemmeno si è accorto del patetico tentativo
della donna di farlo ingelosire: è rilassato, stronzo e
brillante come sempre con qualsiasi donna che gli capiti a tiro. - Rassegnati
Chloe, a lui non interessa nulla di serio, e tu non sei donna da una
botta e via. E io non sono un tuo pupazzetto! -
rosso di rabbia, Dan attende un qualche segno di rimorso da parte della
ex moglie che per tutta risposta si volta e se ne va.
-
Andiamo
Lucifer! La ricreazione è finita.
Il
detective Espinoza guarda la donna allontanarsi con lo spilungone che
la segue come un cagnolino. “Sono
un idiota, un idiota fatto e finito!”.
-0-
Dalla
strada isolata non si sente nessun rumore, il centro vivo della
città è lontano e nella zona industriale, a
quell’ora, si incontrano solo sbandati e prostitute. E i
fratelli Winchester, ovviamente.
Nascosti
nell’oscurità scrutano l’ingresso dello
storage da dietro un angolo. La sorveglianza non è nulla di
eccessivo: un paio di agenti nel gabbiotto, qualche telecamera ma
niente di più. Dean guarda ancora una volta il foglietto
coperto di simboli che gli ha dato Cass; ne hanno già
eliminati parecchi battendo da cima a fondo le strade intorno per
essere sicuri di avere il perimetro esterno libero, qualunque cosa ci
sia lì dentro Lucifero ha voluto costruirci intorno un muro
bello spesso.
-
Vedi
altro, Dean? - Sam
scruta nell’oscurità non solo il tozzo
parallelepipedo di cemento, ma anche le vie laterali e i tetti degli
altri edifici. Un conto è entrare in un covo di vampiri, ma
quella...è effrazione bella e buona! Nessun demone in vista
e telecamere in funzione. Per fortuna avevano tenuto il disturbatore di
frequenze di un loro vecchio caso: sapeva che sarebbe tornato utile in
qualche altra circostanza. Non è particolarmente potente,
devono avvicinarsi molto alle telecamere ma farà il suo
dovere. Due paia di guanti per non lasciare impronte completano
l’assetto da scassinatori provetti.
-
No,
può iniziare lo spettacolo.
Sam
prende il telefono e digita velocemente un messaggio.
Da
Sam a Castiel:
“Via
libera”
Dopo
aver inviato l’sms si avvicina al fratello e osserva il
gabbiotto dei sorveglianti. Lavoro di squadra: prima Crowley a
distrarre le guardie, poi Cass per addormentarle e cancellare loro la
memoria. Passano pochi secondi e la nube rossa si avvicina al piccolo
cubo penetrandovi. Il demone ha fatto la sua parte, l’uomo
vede uno dei due sorveglianti irrigidirsi e, può
scommetterci, i suoi occhi sono senz’altro orrendi. Attendono
ancora un po’ poi Sam tocca la spalla di Dean.
-
Possiamo
andare.
I
cacciatori si muovono veloci nel buio e man mano che proseguono rompono
i sigilli tracciati sui muri e mimetizzati da graffiti, fino a trovare
la porta d’accesso laterale sorvegliata da una telecamera.
Sam si avvicina cauto assicurandosi che il disturbatore sia in
funzione. Qualche secondo per dare tempo all’aggeggio di
operare ed eccolo avvicinarsi alla porta. Ha poco tempo per aprirla,
dalla tasca dei jeans tira fuori i grimaldelli e con pochi gesti sicuri
sente la serratura scattare. Per fortuna, il proprietario, non ha
ritenuto necessario installare allarmi aggiuntivi oltre alla
sorveglianza armata.
Trovare
il box di Lucifero non è difficile: la saracinesca
è come tutte le altre invasa da tags e scarabocchi di ogni
forma e colore, ma in mezzo a quei pastrocchi senza senso risalta un
sottobosco di glifi e simboli di protezione. Per un momento a Dean
sorge il sospetto che la bomboletta nera non basterà per
riuscire a disattivarli tutti ma per fortuna la sottovaluta. Rompere il
lucchetto è un gioco da ragazzi con le mega tenaglie e le
mega braccia del fratellino.
All’interno,
il box è invaso da ciarpame di ogni forma e dimensione: i
fasci di luce delle torce indugiano su ogni genere di
antichità e cianfrusaglie e a Dean sorge il dubbio di essere
nel posto sbagliato. Sam si guarda intorno e per un attimo ha come un
senso di nausea. Attira subito l’attenzione del fratello e,
sussurrando, lo ammonisce.
-
Dean!
Non toccare niente! Non sfiorare nemmeno un oggetto, ti prego.
Dean
gli rivolge una smorfia contrariata come un bimbo a cui venga detto di
non toccare le prese elettriche.
-
Ti
ricordo l’ultima volta che siamo entrati in un negozio di
antichità: avrai anche ucciso Hitler ma hai fatto un gran
macello. - continua
il minore.
-
Appunto - risponde
puntandogli contro la torcia - Io,
ho ucciso Hitler, ricordatelo. E comunque non mi sembra che qui ci sia
nulla a parte robaccia.
Sam
fa roteare gli occhi esasperato e sorpassa l’altro cercando
meglio in ogni angolo con la torcia. A volte suo fratello
è davvero infantile. Ad un certo punto, verso il fondo del
box, l’uomo nota qualcosa. Degli scatoloni sono ammucchiati
l’uno sopra l’altro ma sono stonati: ci sono
scaffali pieni di oggetti, mobili, armadietti e solo quegli scatoloni.
-
Dean...forse
qui c’è qualcosa. Aiutami.
Afferra
gli scatoloni e, nello spingerli, si accorge che sono vuoti. Guarda il
fratello con intesa. Ci sono! Lì dietro gli pare di aver
visto una specie di porta.
-
Credo
ci sia una sorta di parete finta. C’è una porta
qui.
Dean
lo aiuta a liberare del tutto la parete e sì, quella
è decisamente una porta. Un quadro luminoso regola
l’apertura, una serratura numerica, dannazione!
-
Merda!-
Sam
non se lo aspettava.
-
Allora
signorine, devo portarvi un the?
Per
un momento la voce sconosciuta alle spalle fa trasalire Dean che
d’istinto si volta stringendo in mano il manico bianco della
Colt MK. Anche Sam, spaventato e teso, si acquatta contro il muro con
la pistola in mano
-
Dannazione,
Crowley! -
esala in un sospiro il minore dei fratelli.
-
Pensavo
avessimo superato questa fase - sghignazza
divertito il demone prima di farsi strada nel box - Uhm,
cosa abbiamo qui? -
chiede sovrappensiero scrutando il quadro da sopra la spalla di Dean.
-
Combinazione
numerica, qualche idea? - chiede
il maggiore dei Winchester rivolto al quadro comandi. La vicinanza
repellente del demone dietro la schiena e già abbastanza
fastidiosa senza doverlo per forza guardare mentre se ne va in giro nel
corpo di quel povero disgraziato innocente.
-
Uhm
-
Crowley resta un momento in silenzio - prova
90666.
Dean
si volta accigliato ma poi digita. Lo schermo diventa rosso ed emette
un suono poco promettente. L’uomo si volta di nuovo per
tirare un’occhiataccia al demone che si stringe nelle spalle.
-
Hei,
non sono un veggente!
-
Ragioniamo un attimo. Dobbiamo pensare come Lucifero. Lui è
arrogante, vanaglorioso, iracondo…- Sam
prova a ricordare com’era quando Lucifero soggiornava nella
sua mente. Oltre a farlo impazzire, aveva avuto il modo di conoscerne
le inclinazioni, gli atteggiamenti. - Ha
una mente semplice in fin dei conti, ed è egocentrico.
Probabilmente 666 è corretto…
Crowley
storce la bocca in una smorfia.
-
Prova
69666.
-
Ma che diavolo… - protesta
Dean.
Crowley
sbuffa e si sporge a digitare la combinazione. Lo schermo diventa verde
e la serratura si apre.
-
Che
c’è? Abbiamo un passato, in fondo. - dice
rivolto alla faccia allibita del cacciatore che lo fissa tra il
sorpreso e lo schifato, stessa espressione che compare sul volto di
Sam. Potrebbe specificare che mesi di osservazione della vita
nell’attico del Lux gli hanno dato un quadro dettagliato
delle attuali attività del Diavolo, ma così
è molto più divertente.
Con
un brivido di disgusto, Sam si gira verso la porta e la apre con
cautela puntando il fascio di luce oltre l’uscio.
All’improvviso vede quello che c’è oltre
ed è uno shock quando realizza cosa sta osservando.
-
Oh
porca puttana!
-o-
Quattro
uomini sono in piedi, spalla a spalla, con le bocche aperte. Non
riescono a crederci, specie l’angelo. Castiel
continua a ripetere sottovoce la stessa frase: -
Non
è possibile...non è possibile… -
da quando è entrato nel box dopo che Crowley ha eliminato le
protezioni anti angelo; la sua voce è diventata una monotona
litania.
Gli
occhi di Castiel non sono mai stati più spalancati di
così. Sam, al suo fianco, può sentirlo tremare.
-
Te l’ho detto che c’entrava Lucifero. -
mormora Dean al fratello sbattendo le lunghe ciglia scure per
proteggersi dal bagliore.
-
Non
è possibile…- continua
a mormorare l’angelo.
-
Che
cosa facciamo adesso? -
chiede il maggiore rivolto al fratello.
-
Io...cioè...porca
puttata! - Sam
si passa le mani tra i capelli sconvolto. - Che
facciamo adesso?
-
Una foto. - la
voce di Crowley sembra rompere quel momento di contemplazione.
-
Una
foto? Sul serio Crowley? Ti pare il momento?
Crowley
guarda il cacciatore come si potrebbe osservare una scimmia alle prese
con un’equazione complessa.
-
Una
foto, Dean. Una foto per dimostrare che sappiamo cosa nasconde! Si
chiama “avere una leva”!
Sam
si gira di scatto a guardare il demone.
-
Intendi...vuoi
ricattare Lucifero? Ma sei impazzito?
-
Io
non voglio ricattare nessuno! - risponde
il Crowley schifato - Voglio
proporre un patto. Hai un’idea migliore, alce?
Sam
torna a guardare l’oggetto del loro sgomento. Non gli sembra
vero, stanno sul serio pensando di fare un patto con Lucifero...per
cosa, poi?
-
Cosa
vogliamo noi? Perché ha fatto una cosa simile, e poi, come?
Non ci posso credere…- l’uomo
si gira a guardare l’angelo al suo fianco. - Cass…
L’angelo
non sa cosa pensare, dire che è sconvolto è poco.
Questa cosa è fisicamente e materialmente inconcepibile!
-
Non è possibile...sul serio, non ho mai sentito nulla di
simile e non riesco a capire perchè…
Dean
porta una mano sulla spalla dell’amico per di calmarlo, di
rado l’ha visto così sconvolto.
-
Puoi
sempre chiederlo a lui, ti pare? - la
voce di Crowley arriva tagliente da dietro le loro spalle - Oh,
per l’Inferno, la volete piantare di starvene lì
imbambolati? Non me ne importa un accidente del perché
l’ha fatto, diamoci una mossa a uscire da questo posto, ormai
ce lo abbiamo in pugno!
Dean
deglutisce amaro, l’idea di un patto col Diavolo non gli
piace per nulla, preferisce la versione in cui lo prende a calci.
D’altra parte, quella è la migliore carta che
hanno in mano da sempre.
-
Va bene. Facciamolo.
-
Cosa?- Sam
e Castiel, in coro, si girano a guardare Dean.
Dean
si stringe nelle spalle.
-
Se
avete un piano migliore è il momento di tirarlo fuori.-
ma nessuno ce l’ha.
“Forse
siamo impazziti tutti ma...che altro possiamo fare ormai?” si
trova a pensare Sam. -
Questa volta non finirà bene. -
sussurra.
Angolino delle autrici
Cosa
avrà sconvolto così tanto i cacciatori e
l'angelo? Cosa nasconde, Lucifer, in quel box? Ma soprattutto, davvero
i Winchester faranno un patto con il Diavolo...un altro?
Restate con noi e presto lo scoprirete! Leggete, commentate e diteci la
vostra sulla storia, sappiate che il meglio deve ancora avvenire,
abbiamo davanti mostri, indagini, rivelazioni e tente decisioni da
prendere, decisioni che non sempre saranno piacevoli per i fratelli, e
non solo per loro.
Io e OcaPenna attendiamo i vostri feedback!
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