CAPITOLO
5
-
Lui...è
qui?
Castiel
fa scorrere lo sguardo nel locale: insieme al demone è
entrato in quello che è in tutto e per tutto un night club
cupo e fuori dall’ordinario per lui, abituato ai bar e ai pub
in cui lo trascinano i fratelli Winchester. Da sopra la balconata vede
specchi, superfici nere e lucide, piattaforme, un dedalo di strutture
dissonanti e discordanti. Davvero suo fratello gestisce questo luogo?
Sembra solo un’emanazione del posto da cui è
scappato, l’Inferno.
Crowley
sbircia l’angelo con aria scocciata.
-
No, avevo solo voglia di un drink. Certo che è qui!
La
sua sopportazione verso quel pennuto tende a diminuire ogni momento che
passa. Fare da balia a un bambino col trench non è il suo
ideale di serata, specialmente al Lux. Non si era mai osato a entrare
nel covo del Diavolo prima, ma adesso che è finalmente
dentro al night inizia a pentirsi della sua codardia. Per quanto
continui a sentire l’impellente bisogno di scappare il
più lontano possibile da Lucifero, quel posto ha davvero un
certo fascino: una versione pulita, profumata e molto luccicante
dell’Inferno. Devono esserci ricordi meravigliosi su quei
divanetti.
L’angelo
guarda disgustato il demone. Quanto odia dover andare in giro con
quell’essere! Prendendo un profondo respiro, si gira e
comincia a scendere le scale metalliche.
-
Bene,
andiamo.
Non
appena il rumore dei suoi passi riecheggia nel locale vuoto, un giovane
uomo da dietro il bancone solleva lo sguardo, sorpreso.
-
Hey!
Il locale è chiuso! Come avete fatto ad entrare?
-
Dov’è Lucifero? Dobbiamo vederlo.- Castiel
si rivolge all’umano in modo brusco. Non ha tempo da perdere
con stupidi rallentamenti.
-
Mr
Morningstar? Voi non potete stare qui!
Crowley
blocca l’angelo afferrandolo per la spalla.
-
Io credo che dovresti chiamare il tuo capo, ragazzo. Questo posto viola
almeno una decina di norme sulla sicurezza e non penso che Mr.
Morningstar sarebbe felice di trovare un verbale scritto al suo
ritorno, non credi? - Castiel,
solo appena infastidito dal tocco del demone, deve ammettere che
però ci sa fare, almeno quanto i fratelli per ciò
che riguarda intrufolarsi ovunque con credibilità.
-
Si...dobbiamo
formalizzare un verbale.- qualcosa
però l’ha imparata anche lui.
Il
giovane barman con il codino è un po’ interdetto.
- Fatemi
vedere un tesserino se siete del Dipartimento della Salute! - telefonare
al capo per dei mitomani avrebbe significato il licenziamento.
Crowley
sbuffa schioccando le dita mentre il ragazzo si accascia senza vita e
con il collo spezzato dietro al bancone.
Castiel
assiste alla scena e sente la rabbia crescere dentro di lui. Furioso si
rivolge al demone.
-
Era
necessario? Hai ucciso un umano innocente e per di
più...nella casa di Lucifero! Potevo addormentarlo!
Crowley
alza gli occhi al cielo, ci mancano le lagne dell’angelo ora!
Anche se in effetti un cadavere dietro al bancone di Satana non sembra
una buona cosa. Deve valutare come farlo sparire di lì, in
fretta.
Improvvisamente
si sente il rumore della porta di servizio aprirsi.
-
Si
Detective...lo so che non abbiamo tempo ma te lo prometto, faccio
presto, solo una piccola tappa! Se porti a Dan un regalino magari ti
perdona. Una bottiglia di Burbon penso che sarebbe l’ideale.
-
Ti rendi conto che non ti riguarda, vero? - protesta
Chloe entrando contro voglia al Lux - e
comunque beve sono Tennessee.
-
Ma certo che mi riguarda! Se voi due siete arrabbiati tra di voi poi ci
vanno di mezzo le persone che vi stanno intorno, io per
l’esattezza! Tennessee...scadente ma ce
l’ho...Aspe...diamine! - Lucifer
si blocca vedendo i due esseri di fronte a lui. - Non
posso crederci, e voi che ci fate qui?
Chloe
si irrigidisce subito dietro di lui e porta la mano alla fondina.
Qualcosa in quegli individui la innervosisce.
-
Li conosci?
- chiede a Lucifer.
L’uomo,
in evidente stato d’agitazione, rimane a fissare i due
davanti a lui ancora per qualche secondo. Quando si riscuote guarda la
detective e con leggero nervosismo le risponde.
-
In
effetti...si. Scusa Detective, faccende personali, a quanto pare,
richiedono la mia attenzione. Aspetta! - con
passo veloce e sbrigativo si avvicina al retro del bancone e vedendo il
cadavere del suo migliore barman a terra per un attimo rimane stupito.
Si affretta però ad afferrare una bottiglia di whisky e,
altrettanto velocemente, la porge a Chloe prima che questa possa
avvicinarsi e vedere il corpo. -
Tieni...ora vai su, ti telefono dopo! E mi raccomando, mettici impegno
con Dan. - dice
spingendo la donna verso l’uscita.
-
Ma Lucifer, il caso! - protesta
Chloe - Si
può sapere cosa ti prende?
La
donna ha già un piede fuori dal locale e tutto sommato
l’idea di passare una serata in casa e telefonare a Dan per
mangiare qualcosa e parlare non le dispiace. Le indagini sono ad un
punto morto e anche con l’aiuto di Lucifer
c’è poco che potrebbero fare.
Lucifer
per un attimo pare valutare l’idea di scappare con la
detective, ma sa che a questo punto non servirebbe a nulla. Sospira e
indica i due intrusi.
-
Chloe...fratello - dice
indicando il moro con il trench
- e schifoso cagnaccio irrispettoso. Ti chiamo io. Ciao! - e
chiude la porta con decisione prima di voltarsi con evidente rabbia
repressa nello sguardo. - Voi...come
osate!
I
demoni in genere non fanno buoni propositi. Crowley sta facendo
un’eccezione appuntando mentalmente di non uccidere
più baristi del Lux. Deglutisce e recupera quel poco di
lucidità mentale, che non è ancora scappata a
rintanarsi in qualche buco del suo cervello, per cercare come uscire
vivo da quella situazione.
-
Dobbiamo
parlare
- dice fingendo una sicurezza eccessiva. Scava alla ricerca di una
battuta arguta ma gli resta solo una terribile secchezza in gola. Senza
volere sbircia l’angelo per cercare un qualche appiglio,
almeno non è da solo in questa merda.
-
Parlare?
AVETE UCCISO IL MIO MIGLIOR BARISTA! - e
nel dirlo non c’è più nulla del solito,
affascinante Lucifer, ma il terribile Diavolo dal volto mostruoso.
Castiel, allarmato, solleva la spada angelica con sguardo terrificante,
pronto a combattere.
Crowley
non ha nessuna intenzione di trovarsi in mezzo a un litigio tra il
Diavolo e un angelo.
-
Quello
- dice bloccando Castiel - è
stato un incidente. - La
scusa sembra piuttosto patetica ma non riesce a pensare a qualcosa di
meglio per cui si affretta ad aggiungere.-
Vogliamo proporre un accordo.
-
Va
bene. Accordiamoci su come vi farò sparire! - risponde
con voce terrificante Lucifer avvicinandosi con fare minaccioso.
Prima
che possa arrivare a una distanza pericolosa, Crowley tira fuori dalla
tasca del cappotto una piuma bianchissima, talmente soffice e leggera
da sembrare eterea. Il lieve bagliore che emette gli formicola tra le
dita, la divinità incarnata irradia un potere che non ha
paragone, nemmeno le Mani di Dio danno quella sensazione di pace
estatica. La cosa strana è che decisamente non la da Chuck.
-
Non credo sia una buona idea -
dice e sente tornare parte del controllo nelle gambe - abbiamo
trovato le ali.
Lucifer
si blocca. Lo stupore ha il sopravvento sulla sua ira e, lentamente,
torna a avere il controllo della sua forma. Non può
crederci...come hanno fatto a trovare le sue ali? Nessuno sa che
esistono ancora. -
Come…
-
Storia lunga, molto noiosa, piena di assurdità tecnologiche
irrilevanti. Il punto è un altro: abbiamo le ali e la buona
notizia è che tutto quello che vogliamo è un
accordo: niente di eccessivo, solo un paio di garanzie per la reciproca
sicurezza e tranquillità.
Lucifer
è totalmente spiazzato. Ha davvero sperato che dopo anni
quella parte della sua vita, finalmente, avesse cessato di tornare
fuori a rompere le scatole. Ora, invece, ecco spuntare prepotentemente
dai retroscena due pedine. Per di più con una sua
piuma. Il Diavolo fa vagare lo sguardo dall’uno
all’altro per poi fermarsi in quello del fratellino.
-
Perché?
Perché non potete gettarvi tutto alle spalle e lasciarmi in
pace? Perchè venire qui, incasinarmi gli affari - dice
indicando il bancone con il corpo morto, - portarmi
quel cane pulcioso e cercare di ricattarmi? Poi che prove ci sono che
quella è una mia piuma?
Castiel
guarda con curiosità il fratello di fronte a lui. Siamo
sicuri che quello sia Lucifero? Oltretutto, c’è
qualcosa di strano in quel tramite. La confusione su quanto avverte e
quanto vede non fa che aumentare.
-
Abbiamo
un’ulteriore prova. - dice
accennando al demone con il mento. - Anche
se non mi spiego come sia possibile che le tue ali...siano materiali.
Ma non c’è dubbio che siano le tue.
Crowley
recupera il telefono sepolto nella tasca della giacca godendosi il
volto perplesso di Lucifero. È una magra vendetta rispetto a
quanto si meriterebbe, ma sentirsi in vantaggio è
già qualcosa che lo riscatta dalla paura di poco prima. Gli
piazza davanti alla faccia la foto delle ali. - Sembrano
proprio le penne di un fringuello, non credi?
Lucifer
si discosta leggermente quando il telefono gli viene piazzato davanti
agli occhi. Gli ci vuole poco però per mettere a fuoco la
foto delle sue ali (ebbene sì, sono proprio le sue) con un
Dean Winchester tutto soddisfatto e con i pollici sollevati.
-
Vi
prego...anche loro? Ma siete tutti qui? Siete una persecuzione! - oramai
Lucifer ha ripreso il controllo della situazione. La rabbia
è scemata via, lasciando il posto al fastidio del momento.
Valuta
la faccenda: i Winchester a quanto pare hanno trovato le ali, se ne
sono impadroniti, e hanno mandato i loro due segugi a ricattarlo. Per
un fugace attimo si chiede se davvero riuscirà mai a
lasciare la sua vecchia vita e se mai quella gli lascerà
davvero l’opportunità di essere qualcuno di nuovo
e diverso. C’è solo un modo per gestire la nuova
situazione, ovvero alla maniera di Lucifer Morningstar.
-
Va
bene. Parliamo. Datemi solo un momento però...devo fare una
telefonata. Qualcuno dovrà pure sistemare il guaio che avete
combinato. Siete come delle fastidiose zanzare...lasciatemelo dire, in
questo momento vi odio quasi quanto la pioggia mentre guido la
decappottabile. - Lasciando
i due alle spalle, tira fuori il telefono e chiama la sua risolutrice
di problemi. - Maze
tesoro! Hai per caso da fare? Avrei un lavoretto per te…
-0-
Chloe
resta a fissare la porta chiusa del Lux.
Sbattuta
fuori.
Da
quando Lucifer la sbatte fuori? È lei che lo sbatte fuori!
Quella
storia non ha nessun senso.
Un
altro fratello? Quanti fratelli ha Lucifer? E perchè saltano
fuori in quel modo assurdo? E perché
c’è una specie di becchino con lui?
Guarda
perplessa la bottiglia che tiene in mano. Pazienza, non ha tempo da
perdere dietro le stranezze di Lucifer ora. Torna a passo deciso alla
macchina e incastra la bottiglia sotto il sedile del passeggero. Mentre
mette in moto pensa di chiamare Amenadiel. Se c’è
qualcuno che può offrirle qualche risposta è lui.
-
Hei,
ciao! Sono Chloe, ti disturbo?
“Chloe?
No, certo che non disturbi. Posso fare qualcosa per te?” risponde
Amenadiel. Strano che Chloe lo chiami al telefono.
-
Sì
ecco, mi stavo chiedendo… -
Chloe non riesce a decidere se seguire la curiosità della
detective o la discrezione dell’amica - quanti
siete in famiglia?
Dall’altra
parte del telefono la donna può avvertire la
perplessità dell’uomo.
“Come
scusa? “
-
Oh, niente, è solo una curiosità… sai,
col fatto che Lucifer ha tutta quella sua assurda storia del
Diavolo… ecco, mi chiedevo se avete per caso altri fratelli.
Sa
di suonare invadente ma spera che Amenadiel non la prenda troppo
male,in fondo non sono così tanto in confidenza. Amenadiel
è interdetto. Chissà perchè Chloe gli
chiede qualcosa di così...inusuale.
“Si
beh, in effetti, nonostante le metafore di Lucifer in famiglia siamo
abbastanza numerosi, tanti fratelli e sorelle, perché questa
domanda? Lucifer ti ha per caso detto qualcosa?”
-
No no, assolutamente, ero solo, sai, curiosa…
Questa
cosa non ha nessun senso, in fondo se c’è suo
fratello in città che male potrebbe esserci a dirglielo? Ma
Chloe intuisce che Lucifer preferirebbe evitare.
“Chloe,
va tutto bene? È successo qualcosa?”
-
Va bene, diciamo che ero al Lux e che c’erano questi due tipi
piuttosto… strani ad aspettare Lucifer, e quando li ha visti
mi ha letteralmente messa alla porta. Ha detto che uno era vostro
fratello. Non so se avrei dovuto dirtelo…
“Luci
ha detto che uno era un fratello? Ne sei sicura?” ora
Amenadiel è preoccupato sul serio.
-
Sì, e dell’altro ha detto qualcosa riguardo a un
cane, non sembrava contento di vederli.
Chloe
si sente molto più leggera ora che ne sta parlando con
Amenadiel, qualsiasi faccenda familiare ci sia in mezzo preferisce che
Lucifer abbia una spalla.
D’altra
parte il telefono resta muto.
-
Amenadiel?
Niente,
ha messo giù. Chloe sbuffa, quella famiglia è
davvero un manicomio.
-0-
Che
sta succedendo? Chi c’è al Lux con Lucifer?
Amenadiel è davvero preoccupato, quasi spaventato. E se
fosse un altro dei loro fratelli venuto a riportare Luci
all’Inferno come Uriel? E se fosse finita alla stessa
maniera? E l’altro, chi è? Chloe ha parlato di un
cane, che voleva dire? Senza attendere oltre l’angelo caduto
mette in moto la sua macchina e ignorando i limiti di
velocità si precipita al locale del fratello. Qualunque cosa
stia accadendo non può permettere che la storia si ripeta,
non di nuovo!
In
tempi assai brevi parcheggia la vettura nella via laterale del Lux dove
si trova l’ingresso secondario del night. Esce
dall’auto senza nemmeno chiuderla e
nell’avvicinarsi all’edificio si accorge che la
porta è socchiusa. “Dannazione!”.
La
spalanca del tutto e senza rallentare, percorre il corridoio
dell’uscita di sicurezza fino ad arrivare nella sala
principale e…
-
Maze!
Il
suo demone personale reagisce all’improvvisa intrusione
lanciando uno dei suoi coltelli che, solo per un fottuto colpo di
fortuna, non si conficca nell’occhio sinistro
dell’angelo caduto.
-
Cazzo Amenadiel! Potevo ucciderti!
-
Maze, che ci fai qui? - ma
mentre pone la domanda nota il sacco nero dall’inconfondibile
forma umana. -
ma..che è successo? Chi è?
Dov’è Lucifer? - le
cose si stavano mettendo male.
-
Nell’attico. Mi ha telefonato poco fa dicendomi di occuparmi
del corpo di Mark. Cazzo...mi piaceva quel ragazzo! - il
demone pare decisamente arrabbiato.
-
È
stato…
-
No no! Amenadiel no, Lucifer non l’avrebbe mai fatto ! Era un
barman troppo bravo per farne a meno. Al telefono il tuo stupido
fratellino è stato molto vago...ha parlato solo di un
inconveniente non dipendente da lui...perché sei qui?
-
Mi ha telefonato Chloe.
Ora
è il turno di Maze di essere sorpresa.
-
Chloe?
Che centra lei? Amenadiel...che sta succedendo?
-
Non lo so Maze. Chloe mi ha telefonato dicendomi che era con Luci
quando sono entrati qui e ad aspettarli c’erano due uomini.
Luci le ha detto che uno dei due era suo fratello…
Merda!
Un altro angelo, Maze questo non se l’aspettava proprio, ma
se c’è di mezzo un altro angelo…
-
Vai,
corri da Lucifer mentre io mi occupo del corpo. E aspettami se
c’è da uccidere qualche pennuto.
-o-
Nell’attico
il diavolo si sente decisamente più a suo agio; è
il suo territorio, lì è lui a guidare le danze.
Ora è totalmente rilassato. I due rompiscatole sono in piedi
in mezzo ai due divani mentre lui è al bancone del bar e si
versa una generosa porzione di whiskey. Naturalmente, non offre nulla
ai suoi due ospiti.
-
Allora...la
situazione è questa? Voi avete le mie ali e volete fare un
patto con me: le mie morbide appendici in cambio della certezza che il
sottoscritto non faccia più alcun male ad anima viva. Ma
siete seri? Di grazia, folli disadattati, cosa credete che stessi
facendo qui a Los Angeles, che stessi creando il mio esercito privato
di prostitute, gigolò e drogati per assaltare cosa, Inferno
e Paradiso contemporaneamente? - Lucifer
alza gli occhi al cielo e bevendo un sorso di liquore si siede
morbidamente sul divano, accavallando le gambe con naturalezza. - Idioti.
Castiel
osserva il fratello così temuto. È veramente lo
stesso Lucifero della cacciata dal Paradiso, colui che ha creato a Sam
e Dean così tanti problemi? È lo stesso infido
essere che è riuscito ad ingannarlo e che l’ha
posseduto? Inoltre...c’è voluto un po’
per capirlo, ma quello che ha davanti non è un tramite. Se
n’è accorto mentre erano nell’ascensore.
Quel corpo risuona in armonia con l’essenza
dell’arcangelo...non è un contenitore riempito, in
qualche modo suo fratello è riuscito a diventare carne e
sangue, ecco perché le ali sono materiali e
perchè è riuscito a tagliarsele. Al solo pensiero
l’angelo rabbrividisce.
-
Cosa aspettiamo allora? Tu vuoi tornare a fare… qualsiasi
cosa tu pensi di star facendo in questo posto, noi vogliamo solo una
garanzia. Firma il patto e torniamo tutti alle nostre faccende. - risponde
il demone stringendosi nelle spalle. Non gli piace stare nella stessa
stanza con il Diavolo; quel suo tramite, o qualsiasi cosa sia, ha una
strana energia, lo mette a disagio. Per quanto è evidente
che Lucifero si sia del tutto rimbambito e dell’Inferno non
gli importi più un accidente. Un gran bel
sollievo, in effetti.
Il
Diavolo si rivolge al cagnolino che ha appena parlato. - Che
intenzioni avete con le mie ali? Cosa volete farne?
Crowley
inarca le sopracciglia sorpreso. Non ci aveva pensato in effetti, ma
delle vere ali d’angelo dovevano essere un gingillo piuttosto
utile.
-
Dean
e Sam le porteranno al Bunker. Lì verranno rinchiuse e
protette da ogni sorta di sigilli e incantesimi. Non possono stare a
piede libero per il mondo delle ali d’arcangelo…- interviene
Castiel.
Lucifer
pare soddisfatto. Proprio quello che serviva.
-
Bene,
tenetevele. Non mi servono più. Niente patto, niente accordo
da firmare. Avete le ali e ora sono vostra responsabilità - dice
sorridendo al fratello con evidente sollievo.
Castiel
non capisce…
-
Perchè?
Perchè hai fatto questo? Il tuo corpo...perchè ti
sei tagliato le ali? - tutto
quello che sono le sue convinzioni riguardo la figura di suo fratello
stanno crollando. Cosa significa tutto questo?
-
Come sarebbe a dire “tenetevele”? -
Crowley questo non se lo aspettava. Da quando si mettono le proprie ali
in una specie di fortino anti-tutto e poi le si lascia andare
così? -
Sei impazzito? Sono le tue ali! Le tue benedette ali di angelo, le hai
sepolte sotto una montagna di incantesimi e ora le vuoi lasciare a
quelli?
Calca
con tutto il disprezzo possibile l’idea dei cacciatori. Lui
di certo non le avrebbe lasciate ai Winchester, se non può
andarsene da lì con una vendetta e nemmeno con una firma
almeno si prenderà quelle ali, questo è poco ma
sicuro.
-
A
dire il vero, quelle ali erano solo un problema per me. Lasciarle ai
Winchester, al caro adorato Sam, è la soluzione migliore per
liberarmene e per fare in modo che nessuno ci metta sopra le mani! Con
loro sono certo che rimarrebbero sepolte e dimenticate. - sorride
come un bambino, e la sua voce ha un non so chè di musicale.
- Fantastico!
Il mio giocattolino preferito che mi offre un inaspettato aiuto! - Guarda
il fratello che non ha ancora abbandonato quell’espressione
interdetta e sconvolta. - Oh
andiamo Cassy! Che c’è? Ok che sono terribilmente
sexy, ma così mi metti in imbarazzo.
Castiel
si riscuote e ora lo osserva con severità. - Ma
cos’hai fatto?
Che
noioso! In effetti...spiegare le sue scelte a quell’ottuso
soldatino non sarebbe stato semplice.
-
È una storia lunga fratellino. Potrei anche raccontartela,
ma dovresti stare con me molto a lungo, e sono quasi certo che la
lontananza dai Winchester sarebbe per te troppo dolorosa da sostenere. -
ok, magari poteva anche risparmiarselo questo ma diamine, in quel
momento il suo fratellino perfettino così puro lo irritava
non poco. Vede passare sul volto del serafino un velo di fastidio.
Ottimo!
Quei
battibecchi tra pennuti stanno dando alla testa al demone che ha
iniziato a fissare con una certa bramosia una bottiglia di scotch dalla
rastrelliera di Lucifer. Dell’alcol è il minimo
necessario per sostenere quella conversazione ma non osa muoversi per
prenderlo.
-
Pensi sul serio che lascerei quelle ali a questi? -
chiede indicando genericamente Castiel - Sul
serio?
- va bene essere chiamato cane, va bene essere chiamato giocattolo, va
bene tutto ma è il Re dell’Inferno fino a prova
contraria -
O ti riprendi le tue ali o IO mi prendo le tue ali!
Castiel
ha quasi voglia di ridere, ma si limita a fissare il demone. -Ti
prego, dacci solo un piccolo motivo per distruggerti una volta per
tutte. Sono certo che faresti felice Dean...e me.
Lucifer
è deliziato. Continuando a sorridere si gusta lo
spettacolino immaginandosi la scena. Quasi quasi comincia ad amare il
fratellino e i Winchester.
-
Cagnolino,
- dice
poi rivolto al demone -
tu non metterai mai le tue luride mani sulle mie splendide e candide
ali, le sporcheresti. Al contrario, i Winchester e mio fratello sono
buoni in modo osceno, per cui non ne abuserebbero. Vedi...posso
assicurartelo, e posso assicurarlo anche a te fratello: io non ho
nessuna intenzione di tornare indietro nella mia vecchia vita. Lucifero
è morto, ora c’è solo Lucifer
Morningstar, proprietario del Lux, affascinante e capace amante ed
eccellente consulente civile per l’LAPD. Io catturo i
criminali e punisco i colpevoli, aiuto le vittime, i deboli...questo
sono io adesso. Le ali sono solo un brutto ricordo...sono il simbolo di
ciò che ero. Avrei potuto liberarmene tanto tempo fa, ma non
ho voluto perchè sono la memoria di quello che non desidero
più essere, il mio peccato, la mia sofferenza.
Il
Diavolo ora è serio. Se quel demone da strapazzo dovesse
impossessarsi delle sue ali sarebbe un vero disastro, come la spada di
Azrael nelle mani degli umani. - Piuttosto,
se devo fare un patto lo farò con i Winchester e basta, non
con te.
Un
suono trillante avverte che l’ascensore è al
piano. Le porte si aprono e Amenadiel irrompe nell’attico.
Gli basta uno sguardo d’insieme: Lucifer seduto sul divano e
di fronte a lui due uomini. Li riconosce subito.
Senza
esitare si lancia contro le due creature ma, rapido come solo un
arcangelo può essere, Lucifer si frappone tra i due fratelli.
-
No
Amenadiel! No! È tutto ok. - si
gira appena a guardare Castiel e Crowley che si è
prontamente rintanato dietro l’angelo. - È
solo una visita di cortesia: il caro vecchio cagnolino infernale e il
nostro fratellino tanto adorato dal babbo. Solo una visita!
Castiel
è stupito. Non si aspettava di ritrovarsi davanti un altro
fratello, per di più Amenadiel, il maggiore tra gli
Arcangeli! Gli basta però uno sguardo per capire che non
c’è più nessuna traccia di grazia in
lui. - Fratello?
-
il nero angelo caduto lo guarda con astio, quasi con ferocia. E a lui
cosa diamine è successo?
Lucifer
sospira esausto. Ci manca solo questo adesso, una riunione di famiglia.
Dando una pacca sul petto di Amenadiel si fa leggermente indietro.
-
Bene,
direi che la situazione comincia ad essere impegnativa. Sono certo che
questa sarà una bella serata: tre fratelli nella stessa
stanza, che meravigliosa opportunità di fare quattro
chiacchiere! - dice
sarcastico. Spera solo che non venga fuori il discorso delle ali. Deve
trovare il modo di far capire a Cassy che non ne deve fare parola.
Più difficile sarà far star zitto
quell’orrendo demone. - Ah...piuttosto,
cucciolotto, è inutile che tenti di svignartela con il tuo
abracadabra: ti ho disattivato i poteri. Sarò anche senza
ali, ormai perdute e ridotte in cenere - dice
rimarcando il messaggio, - ma
rimango un arcangelo con tutti, o quasi, i suoi poteri.
Crowley
maledice mentalmente quel borioso damerino e il giorno in cui gli
è venuto in mente di immischiarsi in quella faccenda:
bloccato in una stanza con tre angeli, non è per nulla una
posizione gradevole.
Castiel
sente il telefono vibrare. Ignorando i fratelli e il demone lo prende
subito: solo Dean, o Sam, potrebbero contattarlo. Quello che legge non
può essere vero.
-
Ti sembra il momento di messaggiare con la tua fidanzata? - gli
sibila Crowley nell’orecchio.
Castiel
ignora il demone e guarda i fratelli. I messaggi di Dean aggiungono un
ennesimo problema potenzialmente disastroso. Lucifero, o
Lucifer...insomma “Lui” è un problema,
Amenadiel senza grazia...e che gli è ostile...un altro
ancora. Le cose stanno andando di male in peggio. Che fare adesso? Gli
è parso di capire che Lucifero non vuole far sapere delle
ali ad Amenadiel, ma perchè?
-
Lucifero…
-
Ti prego fratellino, Lucifer! - lo
corregge con un sorriso compiaciuto l’altro.
-
Lucifer,
dici di aver voltato pagina, di essere un altro te stesso e, non so
come, sei riuscito ad avere un corpo materiale per la tua essenza, ma
come posso essere certo che dici la verità?
Castiel
vede Amenadiel guardare Lucifero e poi lui stesso. Il sospiro che
lascia uscire dalle sue labbra semiaperte è eloquente, ma
serve a rilassarlo. La voce profonda del suo tramite scuote Castiel.
-
Perché
non può mentire, letteralmente. Fa parte del prezzo per
ciò che ha fatto.
Lucifer
annuisce con forza per sottolineare le parole del fratellone.
-
Davvero?
Il Diavolo non può mentire? -
a Crowley scappa una mezza risata, nonostante la tensione quella
è una svolta che ha qualcosa di assurdo.
-
Quindi,quello
che mi hai detto prima, ci hai detto prima, è tutto reale? -
vuole insistere Castiel, - proprio...tutto?
Anche ciò che hai detto dei Winchester?
Lucifer
guarda esasperato il fratellino. Diamine, ok che Cassy è
tonto, ma fino a questo punto? - Ma
certo che si! Ti ripeto: io non posso mentire! Mai, per nessuna
ragione, per niente al mondo! Non posso mentire nemmeno su chi sono! - “con
tutto quello che comporta…” completa
nella sua mente.
Castiel
prende allora una decisione assurda, ma inevitabile e azzardata. -
Ok, ti credo. Devo dirti una cosa Lucifer...Dean e Sam stanno venendo
qua: abbiamo un problema.
-
Un altro problema? -
chiede Crowley incredulo. Cos’altro può andare
storto in quel piano? Ecco cosa succede ad affidarsi alle strategie di
quel branco di inetti.
-
Cassy,
fratellino, hai invitato qui le due scimmiette? Che problema si portano
dietro? - strano,
Lucifer ha un brivido gelido lungo la schiena. Questa giornata
è davvero pessima. Guarda il fratellino quasi con ansia.
-
Lucifer...hanno
rubato le ali.
Angolino delle autrici
Buon
sabato a tutti dalla sottoscritta e da OcaPenna. Eccoci giunti al colpo
di scena, doppio: la scoperta del contenuto del box e il loro furto!
Cosa sarà successo al box mentre Castiel e Crowley
combinavano un bel casino al Lux? Lo sapremo la prossima settimana!
Leggete, lasciate una recensione e mi raccomando, continuate a
seguirci.
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