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Autore: Astral Della Rovere    15/04/2017    3 recensioni
"Sam non ha dimenticato ciò che Lucifero gli ha detto nella gabbia: “Cosa farai una volta che ci avrai aiutato con Amara?”, “Magari mi trasferisco a Los Angeles, risolvo crimini…”. Non può davvero fare questo, non Lucifero!"
E se davvero Lucifero avesse deciso di abbandonare la sua vecchia vita dopo lo scontro con Amara? E se Lucifer Morningstar, affascinante proprietario del Lux e capace consulente civile dell'LAPD fosse lo stesso Lucifero che conoscono i Winchester?
Prima parte della Serie "Evolution".
Genere: Azione, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Crowley, Dean Winchester, Lucifero, Sam Winchester
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'EVOLUTION'
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CAPITOLO 5


- Lui...è qui?


Castiel fa scorrere lo sguardo nel locale: insieme al demone è entrato in quello che è in tutto e per tutto un night club cupo e fuori dall’ordinario per lui, abituato ai bar e ai pub in cui lo trascinano i fratelli Winchester. Da sopra la balconata vede specchi, superfici nere e lucide, piattaforme, un dedalo di strutture dissonanti e discordanti. Davvero suo fratello gestisce questo luogo? Sembra solo un’emanazione del posto da cui è scappato, l’Inferno.

Crowley  sbircia l’angelo con aria scocciata.


- No, avevo solo voglia di un drink. Certo che è qui!


La sua sopportazione verso quel pennuto tende a diminuire ogni momento che passa. Fare da balia a un bambino col trench non è il suo ideale di serata, specialmente al Lux. Non si era mai osato a entrare nel covo del Diavolo prima, ma adesso che è finalmente dentro al night inizia a pentirsi della sua codardia. Per quanto continui a sentire l’impellente bisogno di scappare il più lontano possibile da Lucifero, quel posto ha davvero un certo fascino: una versione pulita, profumata e molto luccicante dell’Inferno. Devono esserci ricordi meravigliosi su quei divanetti.

L’angelo guarda disgustato il demone. Quanto odia dover andare in giro con quell’essere! Prendendo un profondo respiro, si gira e comincia a scendere le scale metalliche.


- Bene, andiamo.


Non appena il rumore dei suoi passi riecheggia nel locale vuoto, un giovane uomo da dietro il bancone solleva lo sguardo, sorpreso.


- Hey! Il locale è chiuso! Come avete fatto ad entrare?


- Dov’è Lucifero? Dobbiamo vederlo.- Castiel si rivolge all’umano in modo brusco. Non ha tempo da perdere con stupidi rallentamenti.


- Mr Morningstar? Voi non potete stare qui!


Crowley blocca l’angelo afferrandolo per la spalla.


- Io credo che dovresti chiamare il tuo capo, ragazzo. Questo posto viola almeno una decina di norme sulla sicurezza e non penso che Mr. Morningstar sarebbe felice di trovare un verbale scritto al suo ritorno, non credi?  - Castiel, solo appena infastidito dal tocco del demone, deve ammettere che però ci sa fare, almeno quanto i fratelli per ciò che riguarda intrufolarsi ovunque con credibilità.


- Si...dobbiamo formalizzare un verbale.- qualcosa però l’ha imparata anche lui.


Il giovane barman con il codino è un po’ interdetto. - Fatemi vedere un tesserino se siete del Dipartimento della Salute! - telefonare al capo per dei mitomani avrebbe significato il licenziamento.


Crowley sbuffa schioccando le dita mentre il ragazzo si accascia senza vita e con il collo spezzato dietro al bancone.

Castiel assiste alla scena e sente la rabbia crescere dentro di lui. Furioso si rivolge al demone.


- Era necessario? Hai ucciso un umano innocente e per di più...nella casa di Lucifero! Potevo addormentarlo!


Crowley alza gli occhi al cielo, ci mancano le lagne dell’angelo ora! Anche se in effetti un cadavere dietro al bancone di Satana non sembra una buona cosa. Deve valutare come farlo sparire di lì, in fretta. Improvvisamente si sente il rumore della porta di servizio aprirsi.


- Si Detective...lo so che non abbiamo tempo ma te lo prometto, faccio presto, solo una piccola tappa! Se porti a Dan un regalino magari ti perdona. Una bottiglia di Burbon penso che sarebbe l’ideale.


- Ti rendi conto che non ti riguarda, vero? - protesta Chloe entrando contro voglia al Lux - e comunque beve sono Tennessee.


- Ma certo che mi riguarda! Se voi due siete arrabbiati tra di voi poi ci vanno di mezzo le persone che vi stanno intorno, io per l’esattezza! Tennessee...scadente ma ce l’ho...Aspe...diamine! - Lucifer si blocca vedendo i due esseri di fronte a lui. - Non posso crederci, e voi che ci fate qui?


Chloe si irrigidisce subito dietro di lui e porta la mano alla fondina. Qualcosa in quegli individui la innervosisce.


- Li conosci? - chiede a Lucifer.


L’uomo, in evidente stato d’agitazione, rimane a fissare i due davanti a lui ancora per qualche secondo. Quando si riscuote guarda la detective e con leggero nervosismo le risponde.


- In effetti...si. Scusa Detective, faccende personali, a quanto pare, richiedono la mia attenzione. Aspetta! - con passo veloce e sbrigativo si avvicina al retro del bancone e vedendo il cadavere del suo migliore barman a terra per un attimo rimane stupito. Si affretta però ad afferrare una bottiglia di whisky e, altrettanto velocemente, la porge a Chloe prima che questa possa avvicinarsi e vedere il corpo. - Tieni...ora vai su, ti telefono dopo! E mi raccomando, mettici impegno con Dan. - dice spingendo la donna verso l’uscita.


- Ma Lucifer, il caso! - protesta Chloe - Si può sapere cosa ti prende?


La donna ha già un piede fuori dal locale e tutto sommato l’idea di passare una serata in casa e telefonare a Dan per mangiare qualcosa e parlare non le dispiace. Le indagini sono ad un punto morto e anche con l’aiuto di Lucifer c’è poco che potrebbero fare.   

Lucifer per un attimo pare valutare l’idea di scappare con la detective, ma sa che a questo punto non servirebbe a nulla. Sospira e indica i due intrusi.


- Chloe...fratello - dice indicando il moro con il trench - e schifoso cagnaccio irrispettoso. Ti chiamo io. Ciao! - e chiude la porta con decisione prima di voltarsi con evidente rabbia repressa nello sguardo. - Voi...come osate!


I demoni in genere non fanno buoni propositi. Crowley sta facendo un’eccezione appuntando mentalmente di non uccidere più baristi del Lux. Deglutisce e recupera quel poco di lucidità mentale, che non è ancora scappata a rintanarsi in qualche buco del suo cervello, per cercare come uscire vivo da quella situazione.


- Dobbiamo parlare - dice fingendo una sicurezza eccessiva. Scava alla ricerca di una battuta arguta ma gli resta solo una terribile secchezza in gola. Senza volere sbircia l’angelo per cercare un qualche appiglio, almeno non è da solo in questa merda.


- Parlare? AVETE UCCISO IL MIO MIGLIOR BARISTA! - e nel dirlo non c’è più nulla del solito, affascinante Lucifer, ma il terribile Diavolo dal volto mostruoso. Castiel, allarmato, solleva la spada angelica con sguardo terrificante, pronto a combattere.

Crowley non ha nessuna intenzione di trovarsi in mezzo a un litigio tra il Diavolo e un angelo.


- Quello - dice bloccando Castiel - è stato un incidente. - La scusa sembra piuttosto patetica ma non riesce a pensare a qualcosa di meglio per cui si affretta ad aggiungere.- Vogliamo proporre un accordo.


- Va bene. Accordiamoci su come vi farò sparire! - risponde con voce terrificante Lucifer avvicinandosi con fare minaccioso.


Prima che possa arrivare a una distanza pericolosa, Crowley tira fuori dalla tasca del cappotto una piuma bianchissima, talmente soffice e leggera da sembrare eterea. Il lieve bagliore che emette gli formicola tra le dita, la divinità incarnata irradia un potere che non ha paragone, nemmeno le Mani di Dio danno quella sensazione di pace estatica. La cosa strana è che decisamente non la da Chuck.


- Non credo sia una buona idea - dice e sente tornare parte del controllo nelle gambe - abbiamo trovato le ali.


Lucifer si blocca. Lo stupore ha il sopravvento sulla sua ira e, lentamente, torna a avere il controllo della sua forma. Non può crederci...come hanno fatto a trovare le sue ali? Nessuno sa che esistono ancora. - Come…


- Storia lunga, molto noiosa, piena di assurdità tecnologiche irrilevanti. Il punto è un altro: abbiamo le ali e la buona notizia è che tutto quello che vogliamo è un accordo: niente di eccessivo, solo un paio di garanzie per la reciproca sicurezza e tranquillità.


Lucifer è totalmente spiazzato. Ha davvero sperato che dopo anni quella parte della sua vita, finalmente, avesse cessato di tornare fuori a rompere le scatole. Ora, invece, ecco spuntare prepotentemente  dai retroscena due pedine. Per di più con una sua piuma. Il Diavolo fa vagare lo sguardo dall’uno all’altro per poi fermarsi in quello del fratellino.


- Perché? Perché non potete gettarvi tutto alle spalle e lasciarmi in pace? Perchè venire qui, incasinarmi gli affari - dice indicando il bancone con il corpo morto, - portarmi quel cane pulcioso e cercare di ricattarmi? Poi che prove ci sono che quella è una mia piuma?


Castiel guarda con curiosità il fratello di fronte a lui. Siamo sicuri che quello sia Lucifero? Oltretutto, c’è qualcosa di strano in quel tramite. La confusione su quanto avverte e quanto vede non fa che aumentare.


- Abbiamo un’ulteriore prova. - dice accennando al demone con il mento. - Anche se non mi spiego come sia possibile che le tue ali...siano materiali. Ma non c’è dubbio che siano le tue.


Crowley recupera il telefono sepolto nella tasca della giacca godendosi il volto perplesso di Lucifero. È una magra vendetta rispetto a quanto si meriterebbe, ma sentirsi in vantaggio è già qualcosa che lo riscatta dalla paura di poco prima. Gli piazza davanti alla faccia la foto delle ali. - Sembrano proprio le penne di un fringuello, non credi?


Lucifer si discosta leggermente quando il telefono gli viene piazzato davanti agli occhi. Gli ci vuole poco però per mettere a fuoco la foto delle sue ali (ebbene sì, sono proprio le sue) con un Dean Winchester tutto soddisfatto e con i pollici sollevati.


- Vi prego...anche loro? Ma siete tutti qui? Siete una persecuzione! - oramai Lucifer ha ripreso il controllo della situazione. La rabbia è scemata via, lasciando il posto al fastidio del momento.

Valuta la faccenda: i Winchester a quanto pare hanno trovato le ali, se ne sono impadroniti, e hanno mandato i loro due segugi a ricattarlo. Per un fugace attimo si chiede se davvero riuscirà mai a lasciare la sua vecchia vita e se mai quella gli lascerà davvero l’opportunità di essere qualcuno di nuovo e diverso. C’è solo un modo per gestire la nuova situazione, ovvero alla maniera di Lucifer Morningstar.


- Va bene. Parliamo. Datemi solo un momento però...devo fare una telefonata. Qualcuno dovrà pure sistemare il guaio che avete combinato. Siete come delle fastidiose zanzare...lasciatemelo dire, in questo momento vi odio quasi quanto la pioggia mentre guido la decappottabile. - Lasciando i due alle spalle, tira fuori il telefono e chiama la sua risolutrice di problemi. - Maze tesoro! Hai per caso da fare? Avrei un lavoretto per te…


-0-


Chloe resta a fissare la porta chiusa del Lux.
Sbattuta fuori.

Da quando Lucifer la sbatte fuori? È lei che lo sbatte fuori!

Quella storia non ha nessun senso.

Un altro fratello? Quanti fratelli ha Lucifer? E perchè saltano fuori in quel modo assurdo? E perché c’è una specie di becchino con lui?
Guarda perplessa la bottiglia che tiene in mano. Pazienza, non ha tempo da perdere dietro le stranezze di Lucifer ora. Torna a passo deciso alla macchina e incastra la bottiglia sotto il sedile del passeggero. Mentre mette in moto pensa di chiamare Amenadiel. Se c’è qualcuno che può offrirle qualche risposta è lui.


- Hei, ciao! Sono Chloe, ti disturbo?


“Chloe? No, certo che non disturbi. Posso fare qualcosa per te?” risponde Amenadiel. Strano che Chloe lo chiami al telefono.


- Sì ecco, mi stavo chiedendo… - Chloe non riesce a decidere se seguire la curiosità della detective o la discrezione dell’amica - quanti siete in famiglia?


Dall’altra parte del telefono la donna può avvertire la perplessità dell’uomo.


Come scusa? “


- Oh, niente, è solo una curiosità… sai, col fatto che Lucifer ha tutta quella sua assurda storia del Diavolo… ecco, mi chiedevo se avete per caso altri fratelli.


Sa di suonare invadente ma spera che Amenadiel non la prenda troppo male,in fondo non sono così tanto in confidenza.  Amenadiel è interdetto. Chissà perchè Chloe gli chiede qualcosa di così...inusuale.


Si beh, in effetti, nonostante le metafore di Lucifer in famiglia siamo abbastanza numerosi, tanti fratelli e sorelle, perché questa domanda? Lucifer ti ha per caso detto qualcosa?”


- No no, assolutamente, ero solo, sai, curiosa…


Questa cosa non ha nessun senso, in fondo se c’è suo fratello in città che male potrebbe esserci a dirglielo? Ma Chloe intuisce che Lucifer preferirebbe evitare.

Chloe, va tutto bene? È successo qualcosa?”


- Va bene, diciamo che ero al Lux e che c’erano questi due tipi piuttosto… strani ad aspettare Lucifer, e quando li ha visti mi ha letteralmente messa alla porta. Ha detto che uno era vostro fratello. Non so se avrei dovuto dirtelo…


“Luci ha detto che uno era un fratello? Ne sei sicura?” ora Amenadiel è preoccupato sul serio.


- Sì, e dell’altro ha detto qualcosa riguardo a un cane, non sembrava contento di vederli.


Chloe si sente molto più leggera ora che ne sta parlando con Amenadiel, qualsiasi faccenda familiare ci sia in mezzo preferisce che Lucifer abbia una spalla.

D’altra parte il telefono resta muto.


- Amenadiel?


Niente, ha messo giù. Chloe sbuffa, quella famiglia è davvero un manicomio.


-0-


Che sta succedendo? Chi c’è al Lux con Lucifer? Amenadiel è davvero preoccupato, quasi spaventato. E se fosse un altro dei loro fratelli venuto a riportare Luci all’Inferno come Uriel? E se fosse finita alla stessa maniera? E l’altro, chi è? Chloe ha parlato di un cane, che voleva dire? Senza attendere oltre l’angelo caduto mette in moto la sua macchina e ignorando i limiti di velocità si precipita al locale del fratello. Qualunque cosa stia accadendo non può permettere che la storia si ripeta, non di nuovo!

In tempi assai brevi parcheggia la vettura nella via laterale del Lux dove si trova l’ingresso secondario del night. Esce dall’auto senza nemmeno chiuderla e nell’avvicinarsi all’edificio si accorge che la porta è socchiusa. “Dannazione!”. La spalanca del tutto e senza rallentare, percorre il corridoio dell’uscita di sicurezza fino ad arrivare nella sala principale e…


- Maze!


Il suo demone personale reagisce all’improvvisa intrusione lanciando uno dei suoi coltelli che, solo per un fottuto colpo di fortuna, non si conficca nell’occhio sinistro dell’angelo caduto.


- Cazzo Amenadiel! Potevo ucciderti!


- Maze, che ci fai qui? - ma mentre pone la domanda nota il sacco nero dall’inconfondibile forma umana. - ma..che è successo? Chi è? Dov’è Lucifer? - le cose si stavano mettendo male.


- Nell’attico. Mi ha telefonato poco fa dicendomi di occuparmi del corpo di Mark. Cazzo...mi piaceva quel ragazzo! - il demone pare decisamente arrabbiato.


- È stato…


- No no! Amenadiel no, Lucifer non l’avrebbe mai fatto ! Era un barman troppo bravo per farne a meno. Al telefono il tuo stupido fratellino è stato molto vago...ha parlato solo di un inconveniente non dipendente da lui...perché sei qui?


- Mi ha telefonato Chloe.


Ora è il turno di Maze  di essere sorpresa.


- Chloe? Che centra lei? Amenadiel...che sta succedendo?


- Non lo so Maze. Chloe mi ha telefonato dicendomi che era con Luci quando sono entrati qui e ad aspettarli c’erano due uomini. Luci le ha detto che uno dei due era suo fratello…


Merda! Un altro angelo, Maze questo non se l’aspettava proprio, ma se c’è di mezzo un altro angelo…


- Vai, corri da Lucifer mentre io mi occupo del corpo. E aspettami se c’è da uccidere qualche pennuto.


-o-


Nell’attico il diavolo si sente decisamente più a suo agio; è il suo territorio, lì è lui a guidare le danze. Ora è totalmente rilassato. I due rompiscatole sono in piedi in mezzo ai due divani mentre lui è al bancone del bar e si versa una generosa porzione di whiskey. Naturalmente, non offre nulla ai suoi due ospiti.


- Allora...la situazione è questa? Voi avete le mie ali e volete fare un patto con me: le mie morbide appendici in cambio della certezza che il sottoscritto non faccia più alcun male ad anima viva. Ma siete seri? Di grazia, folli disadattati, cosa credete che stessi facendo qui a Los Angeles, che stessi creando il mio esercito privato di prostitute, gigolò e drogati per assaltare cosa, Inferno e Paradiso contemporaneamente? - Lucifer alza gli occhi al cielo e bevendo un sorso di liquore si siede morbidamente sul divano, accavallando le gambe con naturalezza. - Idioti.


Castiel osserva il fratello così temuto. È veramente lo stesso Lucifero della cacciata dal Paradiso, colui che ha creato a Sam e Dean così tanti problemi? È lo stesso infido essere che è riuscito ad ingannarlo e che l’ha posseduto? Inoltre...c’è voluto un po’ per capirlo, ma quello che ha davanti non è un tramite. Se n’è accorto mentre erano nell’ascensore. Quel corpo risuona in armonia con l’essenza dell’arcangelo...non è un contenitore riempito, in qualche modo suo fratello è riuscito a diventare carne e sangue, ecco perché le ali sono materiali e perchè è riuscito a tagliarsele. Al solo pensiero l’angelo rabbrividisce.


- Cosa aspettiamo allora? Tu vuoi tornare a fare… qualsiasi cosa tu pensi di star facendo in questo posto, noi vogliamo solo una garanzia. Firma il patto e torniamo tutti alle nostre faccende. - risponde il demone stringendosi nelle spalle. Non gli piace stare nella stessa stanza con il Diavolo; quel suo tramite, o qualsiasi cosa sia, ha una strana energia, lo mette a disagio. Per quanto è evidente che Lucifero si sia del tutto rimbambito e dell’Inferno non gli  importi più un accidente. Un gran bel sollievo, in effetti.


Il Diavolo si rivolge al cagnolino che ha appena parlato. - Che intenzioni avete con le mie ali? Cosa volete farne?


Crowley inarca le sopracciglia sorpreso. Non ci aveva pensato in effetti, ma delle vere ali d’angelo dovevano essere un gingillo piuttosto utile.


- Dean e Sam le porteranno al Bunker. Lì verranno rinchiuse e protette da ogni sorta di sigilli e incantesimi. Non possono stare a piede libero per il mondo delle ali d’arcangelo…- interviene Castiel.


Lucifer pare soddisfatto. Proprio quello che serviva.


- Bene, tenetevele. Non mi servono più. Niente patto, niente accordo da firmare. Avete le ali e ora sono vostra responsabilità - dice sorridendo al fratello con evidente sollievo.


Castiel non capisce…


- Perchè? Perchè hai fatto questo? Il tuo corpo...perchè ti sei tagliato le ali? - tutto quello che sono le sue convinzioni riguardo la figura di suo fratello stanno crollando. Cosa significa tutto questo?


- Come sarebbe a dire “tenetevele”? - Crowley questo non se lo aspettava. Da quando si mettono le proprie ali in una specie di fortino anti-tutto e poi le si lascia andare così? - Sei impazzito? Sono le tue ali! Le tue benedette ali di angelo, le hai sepolte sotto una montagna di incantesimi e ora le vuoi lasciare a quelli?


Calca con tutto il disprezzo possibile l’idea dei cacciatori. Lui di certo non le avrebbe lasciate ai Winchester, se non può andarsene da lì con una vendetta e nemmeno con una firma almeno si prenderà quelle ali, questo è poco ma sicuro.   


- A dire il vero, quelle ali erano solo un problema per me. Lasciarle ai Winchester, al caro adorato Sam, è la soluzione migliore per liberarmene e per fare in modo che nessuno ci metta sopra le mani! Con loro sono certo che rimarrebbero sepolte e dimenticate. - sorride come un bambino, e la sua voce ha un non so chè di musicale. - Fantastico! Il mio giocattolino preferito che mi offre un inaspettato aiuto! - Guarda il fratello che non ha ancora abbandonato quell’espressione interdetta e sconvolta. - Oh andiamo Cassy! Che c’è? Ok che sono terribilmente sexy, ma così mi metti in imbarazzo.


Castiel si riscuote e ora lo osserva con severità. - Ma cos’hai fatto?


Che noioso! In effetti...spiegare le sue scelte a quell’ottuso soldatino non sarebbe stato semplice.


- È una storia lunga fratellino. Potrei anche raccontartela, ma dovresti stare con me molto a lungo, e sono quasi certo che la lontananza dai Winchester sarebbe per te troppo dolorosa da sostenere. - ok, magari poteva anche risparmiarselo questo ma diamine, in quel momento il suo fratellino perfettino così puro lo irritava non poco. Vede passare sul volto del serafino un velo di fastidio. Ottimo!

Quei battibecchi tra pennuti stanno dando alla testa al demone che ha iniziato a fissare con una certa bramosia una bottiglia di scotch dalla rastrelliera di Lucifer. Dell’alcol è il minimo necessario per sostenere quella conversazione ma non osa muoversi per prenderlo.


- Pensi sul serio che lascerei quelle ali a questi? - chiede indicando genericamente Castiel - Sul serio? - va bene essere chiamato cane, va bene essere chiamato giocattolo, va bene tutto ma è il Re dell’Inferno fino a prova contraria - O ti riprendi le tue ali o IO mi prendo le tue ali!


Castiel ha quasi voglia di ridere, ma si limita a fissare il demone. -Ti prego, dacci solo un piccolo motivo per distruggerti una volta per tutte. Sono certo che faresti felice Dean...e me.


Lucifer è deliziato. Continuando a sorridere si gusta lo spettacolino immaginandosi la scena. Quasi quasi comincia ad amare il fratellino e i Winchester.


- Cagnolino, - dice poi rivolto al demone - tu non metterai mai le tue luride mani sulle mie splendide e candide ali, le sporcheresti. Al contrario, i Winchester e mio fratello sono buoni in modo osceno, per cui non ne abuserebbero. Vedi...posso assicurartelo, e posso assicurarlo anche a te fratello: io non ho nessuna intenzione di tornare indietro nella mia vecchia vita. Lucifero è morto, ora c’è solo Lucifer Morningstar, proprietario del Lux, affascinante e capace amante ed eccellente consulente civile per l’LAPD. Io catturo i criminali e punisco i colpevoli, aiuto le vittime, i deboli...questo sono io adesso. Le ali sono solo un brutto ricordo...sono il simbolo di ciò che ero. Avrei potuto liberarmene tanto tempo fa, ma non ho voluto perchè sono la memoria di quello che non desidero più essere, il mio peccato, la mia sofferenza.


Il Diavolo ora è serio. Se quel demone da strapazzo dovesse impossessarsi delle sue ali sarebbe un vero disastro, come la spada di Azrael nelle mani degli umani. - Piuttosto, se devo fare un patto lo farò con i Winchester e basta, non con te.


Un suono trillante avverte che l’ascensore è al piano. Le porte si aprono e Amenadiel irrompe nell’attico. Gli basta uno sguardo d’insieme: Lucifer seduto sul divano e di fronte a lui due uomini. Li riconosce subito.

Senza esitare si lancia contro le due creature ma, rapido come solo un arcangelo può essere, Lucifer si frappone tra i due fratelli.


- No Amenadiel! No! È tutto ok. - si gira appena a guardare Castiel e Crowley che si è prontamente rintanato dietro l’angelo. - È solo una visita di cortesia: il caro vecchio cagnolino infernale e il nostro fratellino tanto adorato dal babbo. Solo una visita!


Castiel è stupito. Non si aspettava di ritrovarsi davanti un altro fratello, per di più Amenadiel, il maggiore tra gli Arcangeli! Gli basta però uno sguardo per capire che non c’è più nessuna traccia di grazia in lui. - Fratello? - il nero angelo caduto lo guarda con astio, quasi con ferocia. E a lui cosa diamine è successo?


Lucifer sospira esausto. Ci manca solo questo adesso, una riunione di famiglia. Dando una pacca sul petto di Amenadiel si fa leggermente indietro.


- Bene, direi che la situazione comincia ad essere impegnativa. Sono certo che questa sarà una bella serata: tre fratelli nella stessa stanza, che meravigliosa opportunità di fare quattro chiacchiere! - dice sarcastico. Spera solo che non venga fuori il discorso delle ali. Deve trovare il modo di far capire a Cassy che non ne deve fare parola. Più difficile sarà far star zitto quell’orrendo demone. - Ah...piuttosto, cucciolotto, è inutile che tenti di svignartela con il tuo abracadabra: ti ho disattivato i poteri. Sarò anche senza ali, ormai perdute e ridotte in cenere - dice rimarcando il messaggio, - ma rimango un arcangelo con tutti, o quasi, i suoi poteri.


Crowley maledice mentalmente quel borioso damerino e il giorno in cui gli è venuto in mente di immischiarsi in quella faccenda: bloccato in una stanza con tre angeli, non è per nulla una posizione gradevole.

Castiel sente il telefono vibrare. Ignorando i fratelli e il demone lo prende subito: solo Dean, o Sam, potrebbero contattarlo. Quello che legge non può essere vero.


- Ti sembra il momento di messaggiare con la tua fidanzata? - gli sibila Crowley nell’orecchio.


Castiel ignora il demone e guarda i fratelli. I messaggi di Dean aggiungono un ennesimo problema potenzialmente disastroso. Lucifero, o Lucifer...insomma “Lui” è un problema, Amenadiel senza grazia...e che gli è ostile...un altro ancora. Le cose stanno andando di male in peggio. Che fare adesso? Gli è parso di capire che Lucifero non vuole far sapere delle ali ad Amenadiel, ma perchè?


- Lucifero…


- Ti prego fratellino, Lucifer! - lo corregge con un sorriso compiaciuto l’altro.


- Lucifer, dici di aver voltato pagina, di essere un altro te stesso e, non so come, sei riuscito ad avere un corpo materiale per la tua essenza, ma come posso essere certo che dici la verità?


Castiel vede Amenadiel guardare Lucifero e poi lui stesso. Il sospiro che lascia uscire dalle sue labbra semiaperte è eloquente, ma serve a rilassarlo. La voce profonda del suo tramite scuote Castiel.


- Perché non può mentire, letteralmente. Fa parte del prezzo per ciò che ha fatto.


Lucifer annuisce con forza per sottolineare le parole del fratellone.


- Davvero? Il Diavolo non può mentire? - a Crowley scappa una mezza risata, nonostante la tensione quella è una svolta che ha qualcosa di assurdo.


- Quindi,quello che mi hai detto prima, ci hai detto prima, è tutto reale? - vuole insistere Castiel, - proprio...tutto? Anche ciò che hai detto dei Winchester?


Lucifer guarda esasperato il fratellino. Diamine, ok che Cassy è tonto, ma fino a questo punto? - Ma certo che si! Ti ripeto: io non posso mentire! Mai, per nessuna ragione, per niente al mondo! Non posso mentire nemmeno su chi sono! - con tutto quello che comporta…” completa nella sua mente.


Castiel prende allora una decisione assurda, ma inevitabile e azzardata. - Ok, ti credo. Devo dirti una cosa Lucifer...Dean e Sam stanno venendo qua: abbiamo un problema.


- Un altro problema? - chiede Crowley incredulo. Cos’altro può andare storto in quel piano? Ecco cosa succede ad affidarsi alle strategie di quel branco di inetti.


- Cassy, fratellino, hai invitato qui le due scimmiette? Che problema si portano dietro? - strano, Lucifer ha un brivido gelido lungo la schiena. Questa giornata è davvero pessima. Guarda il fratellino quasi con ansia.


- Lucifer...hanno rubato le ali.




Angolino delle autrici

Buon sabato a tutti dalla sottoscritta e da OcaPenna. Eccoci giunti al colpo di scena, doppio: la scoperta del contenuto del box e il loro furto! Cosa sarà successo al box mentre Castiel e Crowley combinavano un bel casino al Lux? Lo sapremo la prossima settimana!
Leggete, lasciate una recensione e mi raccomando, continuate a seguirci.
   
 
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