CAPITOLO
6
-
Tu
credi… sì, insomma, credi che Cass abbia quelle
sulla schiena? - chiede
Dean fissando le ali. Sono le prime parole seguite ad un lungo silenzio
dopo che l’angelo e il demone se ne sono andati. Sam fa
ancora fatica a staccare lo sguardo da quelle reliquie angeliche: sono
così bianche, così perfette, così pure
che gli pare incredibile fossero sulla schiena di Lucifero.
-
Immagino
di si, Dean, anche se non capisco come queste possano essere concrete.
Voglio dire, ci è già capitato di vedere ali di
angelo anche se solo sotto forma di ombra, o di resti bruciati dopo la
morte del proprietario. Ma queste sono vere, le possiamo toccare...io
non capisco.
Dean
sembra riflettere un momento sulle parole del fratello. Nemmeno lui
riesce a staccare gli occhi dal bagliore candido delle ali. Non riesce
a trattenere la voglia di toccarle, fa un passo avanti, prima che Sammy
possa fermarlo, ma in quel momento le luci del box sfarfallano come per
un calo di tensione. Solo che non è mai un calo di tensione.
-
Dean…- Sam
avverte dei brividi familiari lungo la schiena. Improvvisamente i suoi
sensi sono all’erta, riflesso incondizionato da cacciatore.
Guarda teso il fratello che nel frattempo si è voltato
recuperando la pistola e gli lancia un cenno d’intesa. Anche
Sam ha già l’arma in mano. Le ali sono passate in
secondo piano, c’è una minaccia a cui far fronte.
Le sue lunghe gambe gli permettono di spostarsi velocemente pur con
cautela, e in un attimo è acquattato a destra di fianco
all’ingresso del box. Qualunque cosa sia non è
umano. “Dannazione,
non abbiamo abbastanza armi dietro!” si
trova a pensare.
Dean
lo raggiunge dall’altro lato dell’ingresso. Sta
calcolando quanto dista il bagagliaio dell’Impala e se
può esserci una remota possibilità di
raggiungerlo. Sa benissimo che la pistola che ha in mano serve a poco,
l’aria gelida che ha invaso il box non lascia dubbi al
riguardo. Anche Sam si è accorto del freddo alito
che invade i loro polmoni. Questo proprio non potevano prevederlo.
Rapidamente si guarda intorno e individua degli oggetti rugginosi,
chiaramente ferro, e fà un cenno al fratello. Dean coglie
l’occhiata e annuisce rimettendo a posto la pistola e
afferrando un vecchio attizzatoio che passa al fratello recuperando un
martello per sé. Sam fa appena in tempo ad armarsi che una
forza soprannaturale lo solleva e lo sbatte contro gli scaffali alla
sua destra. Un dolore sordo lo colpisce al fianco e alla testa
lasciandolo per un attimo senza fiato. Fa fatica a rialzarsi, il box
gira intorno a lui pieno di scintille, è sicuro di aver
preso un bel colpo in testa. Mette a fuoco ma non vede nulla.
-
Dean,
alla tua sinistra! - improvvisamente
si accorge di un tremolio nell’aria vicino al fratello.
Dean
si gira di scatto colpendo la zona col martello, solo una leggera
perturbazione percepita ma abbastanza da avvertirlo che il colpo
è andato a segno.
-
Fantasma!
Dannazione… - urla
rivolto al fratello un attimo prima che una figura, appena
distinguibile nella penombra, si lanci verso Sam. Il minore fa appena
in tempo a sollevare il braccio armato che si sente di nuovo sollevare
e buttare al di là della porta, sbattendo contro il muro del
corridoio. “Figlio
di puttana”. Tutta
l’aria è letteralmente fuori dai suoi polmoni;
faticando a riempirli di nuovo Sam cerca di strisciare lontano dalla
porta: se riesce a farsi seguire dal fantasma il fratello potrebbe
colpirlo alle spalle. Dean non si fa sfuggire l’occasione e
appena riesce a intravedere la figura la colpisce con
un’altra martellata, ma qualcosa lo afferra alle spalle e lo
scaglia nel corridoio buio. L’impatto con il cemento lo
stordisce ma riesce a parare abbastanza la caduta da non rompersi
nulla. D’istinto alza il martello sferrando un colpo davanti
a sé prima ancora di rimettersi in piedi, e fa bene
perché se avesse esitato un secondo il fantasma gli sarebbe
stato addosso. Nel frattempo Sam lotta contro una stretta infernale al
petto: l’altro fantasma lo sta sopraffacendo. “Merda,
merda!” .
Con l’ultimo briciolo di forze che riesce a recuperare cerca
di colpire la presenza immateriale con l’attizzatoio e pare
funzionare. Artigliandosi il petto, si alza in piedi. Questo
è davvero un problema, non sono attrezzati per affrontare
dei fantasmi. Un rapido sguardo intorno e la fulminea decisione: prende
a correre verso il fratello e, senza fermarsi, lo afferra per un
braccio tirandolo letteralmente in piedi.
-
Corri!
Dean
lancia un grido quando la stretta del fratello gli fa rivalutare
l’ipotesi di essere tutto intero. Ma obbedisce per quanto gli
sia possibile. Le gambe rispondono abbastanza da consentirgli di tener
dietro a Sam, il quale cerca di raggiungere la porta di servizio da
dove sono entrati. Dean avverte alle spalle un’ondata di gelo
e si gira, dietro di loro i fantasmi sembrano quasi presenze concrete
mentre li rincorrono: riesce a distinguere un uomo in tenuta da
muratore, con tanto di caschetto, e una ragazza dai vestiti laceri.
-
Sammy!
- avverte
il fratello con un grido mentre sono già alla porta.
-
Non fermarti! - risponde
il minore gettandosi letteralmente contro la porta aprendola. La spinta
lo fa cadere a terra oltre l’uscio rotolando lontano. Quando
riesce a fermarsi è già in ginocchio, teso,
pronto alla lotta rivolto verso la porta. Dean riesce miracolosamente a
non inciampare sul fratello a terra e si volta appena in tempo per
vedere i fantasmi presi dalle fiamme, contorcersi tra le urla e svanire
nell’aria. Si volta ancora in affanno per la corsa, cercando
la ragione della loro fortuna, ma non c’è nessuno
dietro le loro spalle. Cerca lo sguardo del fratello incredulo. - Che
diavolo…? - Torna
a fissare il punto in cui i fantasmi sono bruciati ma non
c’è nulla che giustifichi l’accaduto.
Sam
è sorpreso quanto il fratello, ma in un attimo il suo
cervello torna al motivo per cui sono in quello storage. - Dean!
Le ali!
Dean
afferra al volo il pensiero del fratello e si ributta di corsa nel
corridoio seguito dal più giovane. Quando si affaccia
sull’entrata del box non riesce a credere a quello che vede:
un uomo in jeans e camicia nera tiene i palmi delle mani poggiati sulle
ali. Cerca di entrare per fermarlo ma non riesce a muoversi, qualcosa
lo blocca e gli impedisce i movimenti. È la sensazione di un
secondo, poi sente l’uomo mormorare qualcosa in latino e un
istante dopo è scomparso con le ali. Sam, alle
spalle di Dean, fa appena in tempo a vedere una fugace immagine delle
ali che scompaiono dalla loro vista.
-
Diamine!
Dean, ma cosa…? Cosa è successo?
-
Non ne ho idea…
Dean
continua a fissare il punto dove fino a poco prima c’erano le
ali. Un moto di sconforto gli riempie il petto e si trasforma in rabbia
l’attimo successivo. Com’è potuto
succedere?
Poi
pian piano tutta la situazione diventa più chiara nella sua
mente e realizza in quale casino si sono infilati, ma soprattutto in
quale casino hanno infilato Cass. -
Avverto Cass. - informa
secco il fratello prendendo il telefono.
-
Aspetta!
Prima cerchiamo di riordinare le idee: che cazzo è successo?
-
Cosa vuoi che ne sappia Sam! - sbotta
contro il fratello - Siamo
stati attaccati dai Diabolik e Eva Kant dei non morti, che vuoi che
m’importi?
-
Cos’hai
visto Dean? Perché non l’hai fermato? - Sam,
arrabbiato a sua volta, vuole capire. Perchè dei fantasmi li
hanno attaccati? Chi li ha scacciati, e chi o cosa ha preso le ali?
-
Perché
non riuscivo a muovermi! Quel bastardo deve aver fatto
qualcosa… -
risponde distrattamente Dean mentre scrive sul telefono - Il
problema è un’altro adesso! Cass sta bluffando col
Diavolo senza nemmeno una coppia di fanti e non lo sa.
-
Cazzo cazzo!- dice
esasperato Sam con le mani nei capelli. - Hai
detto bastardo, allora c’era qualcuno? Siamo nella merda
amico!
Dean
mette via il telefono. - Sì,
un tizio, biondo, capelli corti, un metro e ottanta circa, camicia
nera, jeans, scarpe da tennis… magro. Ha biascicato qualcosa
in Latino e poi è sparito con le ali - dice
cercando di ricordare i dettagli. Poi sente vibrare il telefono nella
tasca e lo riprende.
da
Cass a Dean:
“Venite
qui”
-
Cass dice di raggiungerlo. - avverte
avviandosi verso il corridoio.
Sam
rimane per un attimo indietro con lo sguardo fisso
all’interno del box: come hanno potuto farsi fregare
così? Chi è il ladro? Chiaramente uno stregone.
Quando si gira per seguire il fratello poco manca che ci va a sbattere
contro.
-
Contro ordine, dice di aspettare qui.
-
Cosa?
Aspettare qui? Ma che…-
Sam non ha nemmeno la forza di provare a capire la situazione. Sfinito
si appoggia al muro e chiude gli occhi. Venire a Los Angeles si sta
dimostrando una pessima idea. Mentalmente prende nota di ignorare ogni
futura lucina dorata che sarebbe comparsa sul tavolo psichico.
-o-
Sam
ha appena finito di cancellare ogni traccia di file video delle ultime
due ore dal database della sorveglianza quando la luce di due paia di
fari si avvicinano. Le due guardie stanno ancora dormendo in seguito al
tocco soporifero di Castiel, per fortuna. Alza gli occhi e si affretta
ad uscire dal piccolo blocco di metallo e vetro, pistola alla mano.
Dean
chiude di scatto il bagagliaio dell’Impala non appena sente
le auto avvicinarsi e porta la mano alla pistola tenendola dietro la
schiena. Il braccio sinistro gli fà male,
dev’essersi lussato la spalla nella caduta e ogni volta che
respira il movimento della cassa toracica gli procura delle fitte nella
schiena, non ha nessuna voglia di un nuovo scontro.
Una
Volvo di grossa cilindrata grigio metallizzata e una sportiva
decappottabile, una Corvette nera, si arrestano davanti
all’entrata dello storage, a pochi metri da Sam. Dalla prima
scendono Castiel, il demone e un alto uomo nero, dall’altra
un tipo in completo elegante.
-
Ma
bene, ecco i Winchester!
Castiel
cerca subito lo sguardo di Dean che si rilassa appena vedendo
l’angelo. Lo sguardo di Sam invece corre immediatamente
all’uomo in completo: anche con un aspetto diverso lo
riconoscerebbe in mezzo a mille altri. La sua pistola si alza
immediatamente, puntata contro Lucifero. Sa che non serve a nulla, ma
tutta la rabbia, il dolore, la sofferenza che quell’essere ha
causato a lui e a suo fratello fa improvvisamente capolino nella sua
mente, sommandosi al dolore attuale dello scontro con i due fantasmi.
Si sente tremare da cima a fondo, non riesce ad essere lucido, sa solo
che vuole distruggere quel tramite e tutti gli altri tramiti fino ad
arrivare all’essenza del Diavolo.
-
Tu!
- la
voce gli esce in un roco sussurro mentre le gambe si muovono da sole
avvicinandosi alla sua nemesi.
-
Sammy!
-
Dean lo fissa preoccupato e cerca di riportarlo alla ragione ma quando
Sam ha quella faccia non c’è molto da fare. Gli si
piazza davanti afferrandolo per le spalle quando sono ormai a un paio
di passi da Lucifero; lo fissa negli occhi cercando di costringerlo a
guardarlo - Non
ora Sammy, ok?
Non
sa chi sia quell’altro gigante nero sceso dalla macchina ma
non gli piace per nulla, e qualcosa gli dice che la
superiorità numerica potrebbe non bastare questa volta.
Castiel, a sua volta, si piazza sulla traiettoria di tiro tra i
Winchester e il fratello.
-
Sam,
no! - dice
l’angelo.
Lucifer
lancia uno sguardo interdetto al suo vecchio compagno di chiacchierate
notturne, quasi offeso da tanta acredine. - Oh
andiamo Sammy! È così che si saluta un vecchio
compagno di giochi?
-
Stai zitto! - Sam
respira a fatica ormai. La lotta e la rabbia lo stanno mettendo alla
prova. Sono anni che aspetta di ritrovarselo davanti, anni in cui non
ha fatto altro che pensare a come si sarebbe potuto vendicare, pur
sapendo che la vendetta è un atto inutile e disastroso.
-
Ascoltami,
Sammy! Non ora, ok? Dobbiamo recuperare le ali, non sappiamo chi le ha
prese e perché, mi stai ascoltando?
Amenadiel
assiste alla scena con apprensione. Evidentemente ci sono delle
questioni da risolvere, e suo fratello avrebbe fatto meglio a farlo al
più presto se davvero voleva continuare a vivere la sua vita
umana a LA.
Sam
prova a calmarsi controllando il respiro. Lucifero lo sta guardando con
la sua solita arroganza, quel mezzo sorriso odioso. Poi la ragione ha
il sopravvento e nel suo campo visivo compaiono anche lo sguardo
allarmato del fratello e quello serio e deciso di Cass.
-
Ok...ok.
- abbassa
la pistola ma senza ancora riuscire a rilassare i muscoli. Il cuore gli
batte a mille. - È
tutto ok.
Dean
gli dà una pacca sulla spalla con aria decisa e si volta
verso i nuovi arrivati.
-
Dean,
cos’è successo?- Castiel
lo guarda con severità. Come hanno potuto farsi sottrarre
quelle cose? Proprio loro?
-
Si,
di grazia, stupide forme di vita primitive, come diamine avete fatto a
farvi fregare le MIE ali da sotto il naso? Dovevate custodirle! - Lucifer
usa un tono pericolosamente basso e rilassato mentre un diabolico
sorriso accende i suoi occhi di terribile pericolo.
Dean
se ne preoccuperebbe se non fosse troppo impegnato a sentirsi una merda
per il modo in cui lo fissa Cass.
-
Fantasmi - risponde
alzando il mento e cercando di dare un tono autorevole a quello che
dice, - ci
hanno attaccato in due e sbattuti fuori dal box e poi, puff, presi
dalle fiamme come se qualcuno gli avesse bruciato il culo.
-
Fantasmi? - ripete
Lucifer con sconcerto. - I
Winchester...bloccati da due Casper? Andiamo! Siete vecchi, miei cari.
Crowley
che era rimasto a dovuta distanza godendosi lo scambio di battute non
riesce a trattenere una risatina, peccato essersi perso lo spettacolo.
Dean
spera di non essere diventato bordeaux ma sente le guance in fiamme, in
ogni caso si rifiuta di abbassare lo sguardo anche se per sicurezza
sposta gli occhi da quelli blu di Cass a quelli scuri di
Lucifero e lo fissa con tutta l’arroganza che riesce a tirare
fuori.
-
C’èra
uno stregone, un tizio biondo, ha preso lui le ali. Ha detto qualcosa
in Latino, un incantesimo, qualcosa come “avloc cumprvunt
dous” o qualcosa del genere.
Crowley
alza le sopracciglia scocciato dall’ignoranza di quei due
inetti. Possibile che dopo una vita a fare i cacciatori avendo a che
fare con streghe e stregoni non sappiano le formule più
elementari in Latino? - “Ad
locum peribunt domus” -
recita facendosi avanti -
“svanisci verso casa”, traduzione libera -
dice sogghignando verso Dean che sente l’impulso di rompergli
il muso, ma decide di soprassedere, per il momento. -
Evocare fantasmi - aggiunge
il demone sovrappensiero - bella
mossa, rischiosa e dispendiosa.
Castiel
guarda il demone incuriosito. -Tu
non ne sai nulla, vero?
Lucifer
porta la sua attenzione al piccolo demone puzzolente sollevando un
sopracciglio.
Sotto
quello sguardo il cuore salta nel petto di Crowley che cerca di non
scappare a nascondersi dietro la prima cosa utile.
-
Non
so fratellino, non mi pare che il cagnolino sia così
coraggioso. Inoltre, ti ricordo, ho spento i suoi poteri.- torna
a osservare i due trogloditi campagnoli. - Velocemente.
Situazione attuale. Voi eravate nei paraggi, ci conosciamo. Vi ho
mandato io a controllare il mio box per prelevare degli oggetti di
vostro interesse. Cassy mi ha detto dei due sorveglianti, non
sarà un problema spiegarli. Avete scoperto il ladro, avete
lottato, vi siete fatti rompere il culo, siamo arrivati noi. Chiaro?
Dean
lo guarda sorpreso. - In
che senso?
-
Oh andiamo Dean! Hai sbattuto la testa? È la vostra versione
per la polizia! - e
mentre lo dice una volante del LAPD svolta l’angolo con i
lampeggianti accesi e si ferma poco dietro la Corvette di Lucifer. Dean
ha appena il tempo di chiedersi cosa c’entri la polizia in
tutta quella situazione quando dall’auto scendono una donna
bionda e un uomo ispanico.
-
Detective!
Finalmente! - Lucifer
si avvicina alla donna con fare sbrigativo. - È
successo di nuovo: hanno di nuovo rubato in una mia
proprietà! Dobbiamo indagare.
Chloe
guarda Lucifer e poi l’intera scena cercando di inquadrare
cosa ci faccia tutta quella gente lì. -
Okay, Lucifer, tu non indaghi proprio un bel niente. Dan -
e si volta per chiamare l’ex marito.
-
Ma detective! Si tratta di cose mie, sai...di nuovo
“quelle”! - guarda
la donna con complicità cercando di ignorare la
disapprovazione mista a rabbia repressa che proviene da Amenadiel.
Avrebbe dovuto trovare un momento per spiegare al fratello quello che
era successo alle sue vere ali. - Quei
due - dice
indicando i Winchester, - hanno
assistito al furto, sono stati loro ad avvisarmi. Sono amici
naturalmente, - prosegue
lanciando un sorriso con occhiolino a Sam, - per
cui collaboreranno senza nessun problema ma, detective, dobbiamo
trovarle!
Dan
ha ascoltato lo sproloquio di Lucifer. Da quando in qua è
così agitato per un caso, anche se è personale?
Ad ogni modo se c’è da indagare quello
è il suo lavoro.
Si
avvicina al gabbiotto della sorveglianza e nota i due uomini accasciati
a terra. - Chloe,
chiama la centrale, fa mandare un’ambulanza!
Chloe
fissa Lucifer con disappunto mentre chiama la centrale per due
ambulanze: anche quei due boscaioli laggiù non sembrano
messi bene. -
Sul serio Lucifer, hanno di nuovo rubato le tue ali? - gli
chiede esasperata tra i denti prima di andare verso
quell’assurdo assembramento umano con passo deciso.
Angolino delle autrici
Hello Darling!
Avevamo lasciato l'angelo e il demone alle prese con Lucifer e con una
scottante rivelazione: le ali rubate! In questo capitolo scopriamo come
i Winchester si sono fatti fregare le appendici piumate da un
misterioso stregone: chi sarà mai questo stregone? Cosa se
ne vorrà fare delle ali di un arcangelo, di Lucifer? Come
reagirà Lucifer e, soprattutto, questo furto
porterà conseguenze sulla sua ritrovata vita indipendente?
Beh, per scoprirlo non vi resta che continuare a seguirci e a leggere
la nostra storia. Io e OcaPenna attendiamo le vostre recensioni, mi
raccomando non dimenticate di lasciarcele!
See ya!
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