Nomi
Goro
Mouri, il famoso detective in trance, sta collaborando con la polizia
per risolvere il caso del diamante “occhio di Drago”.
Secondo
alcune indiscrezioni il...
Shiho
stava guardando distrattamente il telegiornale alla tv con la testa
poggiata su una mano.
Prese
una carota dandole un morso.
Era
insofferente nei riguardi del detective dell'agenzia investigativa,
troppo borioso e spaccone per i suoi gusti.
Di
tanto in tanto Shinichi continuava a farlo andare in trance oppure
gli dava dei suggerimenti velati durante i casi e dato che la stessa
cosa la faceva anche Rei in veste di allievo, la sua carriera al
momento era assicurata.
<<
Shinichi ha chiamato poco fa, dice che starà via un paio di giorni
proprio per seguire le indagini >> Disse Agasa.
<<
Mh... >> fu l'esaustiva risposta della ragazza.
L'uomo
le mise davanti una fetta di carne con delle verdure al vapore come
contorno.
<<
Com'è andata oggi a lezione? >>
<<
Mi sono divertita un sacco... >>
<<
Simpatica. Dai racconta... >>
<<
Beh oggi abbiamo approfondito tutto ciò che riguarda i prelievi. Un
aneddoto interessante riguarda un'infermiera che ha accidentalmente
rotto l'ago mentre era dentro... >>
Agase
sbiancò.
<<
Ti prego risparmiami i dettagli >>
In
quel momento i due sentirono suonare il campanello.
<<
Vado io... >>
La
ragazza aprì la porta e spalancò gli occhi.
Di
fronte a lei c'erano i detective boys.
Non
li vedeva da un po' di tempo, da quando aveva abbandonato le vesti di
Ai per la precisione.
I
tre avevano preso molto male la sparizione di Conan, il bambino
infatti aveva ingerito l'antidoto svanendo nel nulla e lasciando a
lei il gravoso compito di consolare i tre piccoli ed asciugare le
lacrime di Ayumi.
La
sfuriata che ne era conseguita il detective liceale se la ricordava
ancora: era stato costretto dalla piccola scienziata a chiamare i tre
uno per uno e inventarsi una spiegazione decente.
Successivamente
quando lei aveva deciso di tornare Shiho aveva gentilmente
avvertito Shinichi che doveva formulare una scusa decente anche per
lei, anche perché aveva ancora qualche pillola di aptx con se e
avrebbe potuto discioglierlo nel suo caffè mattutino in ogni
momento.
Comunque
secondo la cronaca ufficiale Conan era andato a vivere negli Stati
uniti con i suoi genitori ed Ai lo aveva raggiunto poco tempo dopo
perché non poteva stare senza di lui.
Col
senno di poi affidare il compito di inventare la balla al Kudo non
era stata un'idea geniale.
<<
Tu chi sei? >>
La
voce di Ayumi la riscosse dai suoi pensieri.
Si
piegò sulle ginocchia in modo da guardarli negli occhi.
<<
Io sono Shiho... sono una parente del Dottor Agasa >>
<<
Davvero? >>
Prima
che potesse rispondere in viso rubicondo del dottor Agasa spuntò da
dietro la porta.
<<
Bambini che sorpresa. Che fate davanti la porta? Su entrate >>
I
tre ubbidirono seguiti da Shino che andò verso il frigorifero per
prendere della spremuta d'arancia.
Mitsuiko
continuava a fissarla col viso sul punto di ebollizione.
<<
Come ti chiami piccolo? >> chiese mentre riempiva i bicchieri.
<<
Piccolo... eeeh Mistuiko io sono... >>
Il
ragazzino abbassò lo sguardo dandosi dello stupido.
<<
Agasa... possiamo continuare a giocare qui anche se non c'è più
Conan né Ai con noi? >> domandò Genta tirandogli il camice.
<<
Ma certo figlioli >>
I
tre bambini sorrisero felici iniziando ad invadere il salotto.
<<
Era per questo che non siete più venuti a trovarmi? >> domandò
Agasa al bambino mentre si dividevano dei biscotti.
Mitsuiko
si avvicinò alla ragazza mettendosi una mani tra i capelli.
<<
Giochi con noi Shiho-san? >>
Il
bambino le era sempre sembrato un tipetto sveglio ma non gli aveva
mai dato altra connotazione oltre a questo. Adesso che era tornata
adulta e lo vedeva sotto un'altra prospettiva doveva ammettere che lo
trovava adorabile.
<<
Si si dai giochi con noi? >> chiesero gli altri due
avvicinandosi.
<<
Un'altra volta bambini, adesso devo andare a lavoro >> disse
scompigliando i capelli al piccolo con le lentiggini.
<<
Va beeene... >>
Prese
velocemente il pacco di biscotti che era posto davanti Agasa dicendo
che sarebbero stati “il suo spuntino” ed uscì in fretta di casa.
Shiho
Miyano non faceva spuntini coi biscotti.
*
Una
volta dentro il laboratorio di medicina legale si mise il camice e
andò nella stanza dove si svolgevano le analisi.
Adorava
il suo lavoro.
Fare
ricerca farmacologica era interessante ma scoprire le cause di morte,
le dinamiche di un delitto, aiutare le persone, questo era appagante.
Poi
aveva instaurato un buon rapporto coi suoi colleghi e lavorare in un
ambiente rilassante era un'esperienza bellissima.
Nessuno
che ti minaccia, nessuno che ti punta contro una pistola...
Una
donna di mezza età ma ancora bellissima e con dei capelli rosso
fuoco sbucò da un ufficio con una cartella in mano.
<<
Ok ragazzi chi si è occupato di questi rilevamenti? >>
L'intera
equipe gelò.
La
dottoressa Santana Baba, a capo del dipartimento della scientifica,
sapeva incutere timore come pochi.
<<
Sono stata io dottoressa >> disse Shiho con tono garbato.
La
donna la squadrò dall'alto in basso.
<<
Sorprendente Miyano... come sempre... qualcuno mi spiega come mai una
studentessa sia più preparata di voi? >>
Ovviamente
nessuno osò rispondere.
Santana
le avvicinò una cartelletta e le fece cenno di seguirla.
<<
Poco fa è arrivata una salma vorrei dargli un'occhiata insieme a te
>>
<<
Va bene >>
Si
recarono nella camera delle autopsie dov'era stato posizionato il
corpo e si misero le mascherine.
La
donna le indicò una profonda ferita sull'addome.
<<
Che ne pensi? >>
<<
Sembra che la lama fosse riscaldata. Guardi questo lembo di pelle
cauterizzato... >>
<<
Mh. E poi? >>
<<
Non è stata questa la causa del decesso. La pelle era già morta, il
sangue si era già depositato sulla parte bassa del corpo >>
La
donna annuì soddisfatta.
<<
Shiho ho un compito per te >>
<<
Si dottoressa >>
<<
Ti affido l'autopsia >>
La
ragazza rimase per un attimo spiazzata.
<<
Ontoni? >>
Era
davvero un compito importante, un'ottima possibilità per avanzare di
grado.
<<
Aspetto il tuo rapporto per domani mattina. Pensi di farcela? >>
Anche
se sicuramente le avrebbe occupato tutta la notte la ragazza annuì
convinta.
*
00.37
Shiho
era china sulla salma col registratore in mano.
Prima
di effettuare l'autopsia aveva dovuto svolgere gli altri suoi
incarichi e non si era riposata un secondo.
Era
distrutta ma si era autoimposta di non fare nemmeno una pausa in modo
da finire presto e poi andare a dormire.
<<
Hai trovato tracce di metadone nel sangue? >>
Alzò
la testa di scatto riconoscendo la voce dell'agente Furuya.
Lui
era poggiato con la schiena contro il muro.
La
sua aria seria e quel completo grigio gli davano un'aria veramente
affascinante ma il fatto che non aveva emesso il minimo rumore la
mise a disagio.
Non
aveva minimamente percepito la sua presenza, e nemmeno l'odore
dell'organizzazione nonostante lui fosse ancora Bourbon.
<<
Non ho l'autorizzazione per passarti queste informazioni >>
disse severa.
L'agente
le fece vedere il foglio con le autorizzazioni del caso.
<<
Ho richiesto io l'autopsia. Sono a capo delle indagini >>
Shiho
lesse il foglio e poi lo riconsegnò al proprietario.
<<
Non ne ero stata informata. In questo caso... no nessuna traccia di
droga, né di veleno. Ci avevo pensato anch'io visto il colorito del
viso. Ma dopo aver effettuato le prime analisi posso dire che al
momento la causa più plausibile di morte sia per asfissia >>
Il
ragazzo si accigliò.
<<
Ne sei certa? >>
<<
Non del tutto. Devo aprire la cassa toracica ed analizzare i polmoni
>>
<<
Ce la farai da sola? Dopotutto ci vuole molta forza per trapassare la
cassa torac... >>
<<
Ce la faccio benissimo >>
*
Perchè
non se ne andava?
Perché
continuava a fissarla in quel modo?
La
irritava questa cosa.
Non
era una sensazione questa volta, la fissava di sottecchi mentre
girovagava per la stanza.
<<
Che vuoi? >>
Rei
si fermò e alzò le mani.
<<
Non sto dicendo nulla. Calmati doc >>
La
ragazza posò il bisturi con fare frustrato.
Doc.
Aveva
un nome per la miseria e la vita sembrava volerglielo sempre celare.
Sherry,
Ai, quella dell'organizzazione, principessa...adesso era
"Doc".
<<
Io mi chiamo Shiho. SHIHO. Per la miseria >> soffiò secca
poggiando le mani sul tavolo in modo un po' troppo forte.
Rei
la fissò soffermandosi sui suoi occhi.
<<
Lo so >>
Oh
e chi meglio di lui poteva saperlo?
Incrociò
le braccia al petto avvertendo una sensazione di calore sul viso.
L'aveva
cercata a lungo ed alla fine aveva trovato una piccola indifesa,
spaurita, sospettosa di tutti.
Era
una bambina e avrebbe fatto di tutto per proteggerla.
Era
una bambina...
No
errore.
Lei
non era più una bambina, ne aveva l'aspetto a causa di un farmaco da
lei stessa creato.
Ma
adesso quel farmaco era stato debellato e lei era tornata ad essere
un'adulta.
Era
stramaledettamente bella.
E
stronza.
E
i pensieri nei suoi confronti stavano cominciando ad evolversi in
qualcosa di nuovo.
Si
mise una mano sugli occhi. Scuotendo la testa.
Maledizione
ma che andava a pensare?
Era
un agente non certo un ragazzino del liceo.
<<
Hai sonno agente? >>
Lui
alzò la testa battendo le palpebre.
La
ragazza aveva ripreso a lavorare.
<<
Ti stavi stropicciando gli occhi o sbaglio? >>
<<
Sto bene... Shiho >> disse dando particolare inflessione
quel nome.
Shiho
non poté fare a meno di notarlo.
Si
passò la lingua sul palato ponderando le sue parole, era stata
decisamente troppo scontrosa, in fondo non l'aveva insultata.
<<
Goumen... ho esagerato >>
L'agente
scosse la testa rivolgendole un sorriso d'intesa.
<<
Suppongo che tu sia molto stanca, devi ancora abituarti a questi
orari >> fece una pausa << Vado a prendere un caffè. Te
ne porto uno? >>
Lei
annuì frettolosamente.
<<
Si... grazie >>
*
<<
Furuya-sama che ci fate qui? >> domandò un'agente che si
trovava a passare di li.
L'uomo
prese mezza bustina di zucchero mettendola nel caffè, poi ne bevve
la metà.
<<
Ho un impegno >>
<<
Se non sbaglio tutti i vostri casi sono passati nelle mani di
Kazami-san perchè domani dovete partire per una missione importante…
>>
<<
Lo so... è per questo che sono qui
>> disse con un mezzo
sorriso.
La
ragazza fece una faccia stranita ma non domandò oltre.
Una
volta solo Rei premette il pulsante della macchinetta e fece il
secondo caffè.
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