10°:
Voglio vederti di nuovo.
Si alzò dal letto felice, si stiracchiò e scostò le tende della sua
finestra e osservò il cielo pallido.
Chissà forse oggi pomeriggio
nevicherà? Magari.
Si girò e vide sul suo calendario, con l’immagine della sua cioccolata
preferita, e notò che era l’undici dicembre.
Mancano ancora quattordici giorni a
Natale, che bello.
Si diresse in bagno si lavò, si cambiò e scese al piano di sotto, dove
la sua famiglia l’attendeva per la colazione.
Fu sempre la solita colazione movimentata, fatta di scherzi e risate.
Rin amava la sua famiglia, ma doveva formarsi prima o poi una tutta sua.
E già, prima o poi dovrò volare via
dal nido, non posso stare in eterno con Naraku e Kikyo…io sono e
resterò il terzo incomodo…
-Rin tutto apposto?-.
-Eh!-.
Si destò dai suoi pensieri, si accorse che la cognata la guardava un
po’ preoccupata. Notò che tutti erano in silenzio, Rin rise un po’
imbarazzata e disse.
-Beh, stavo pensando che un giorno primo o poi mi dovrò sposare-.
Tutti la guardarono sbalorditi. Naraku si alzò e mise una mano sulla
fronte della sorella, per vedere se avesse la febbre.
-Ehi, Naraku che cavolo fai?-.
-Controllo che tu non abbia la febbre, ma come vedo sei fresca-.
-No, papà la zia è impazzita…io corro a chiamare il manicomio-.
Disse il piccolo Hakudoshi che si dirigeva verso il telefono, intanto
Kanna e Kikyo guardavano la scena in un muto silenzio, quando Rin
esplose.
-Ma è possibile che non si possa fare un discorso serio in questa
casa!-.
Si alzò e si diresse in salotto. Si sentiva offesa, quando Kikyo la
chiamò.
-Rin, lasciali perdere-.
La ragazza si voltò e sospirò.
-Sì, hai ragione-.
Si buttò a sedere sul divano con il viso rivolto a terra, anche la
cognata si sedette accanto a lei e la prese per mano.
-Ti sei innamorata?-.
Rin sgranò gli occhi e alzò di scatto il viso verso Kikyo.
-Ma che dici? No, e poi…e poi neanche lo conosco-.
La cognata si avvicinò di più.
-Colpo di fulmine-.
-Eh? Ma sai che io non credo in queste cose. Uffa! Ora ti ci metti
anche tu-.
Si alzò di scatto e salì al piano di sopra, intanto Kikyo sorrideva
perché aveva fatto centro, anche se Rin non voleva ammettere a se
stessa di essersi innamorata.
Aprì la porta della sua camera, la chiuse dietro di sé e si poggiò
ripensando alle parole di Kikyo.
Innamorata? Colpo di fulmine? Oddio,
se fosse così? Io neanche lo conosco, non so praticamente nulla di
lui…sembra quasi di essere una di quelle schiocche ragazzine, di quei
racconti romantici che si innamorano del bello e tenebroso di turno…no,
io non sono così.
Sospirò e si diresse verso la sua scrivania, accese lo stereo e si mise
le cuffie alle orecchie. Prese un libro, si sedette sulla sedia e
cominciò a studiare, anche se nella mente apparivano le immagini di
lui. Di Sesshoumaru.
Scosse la testa, ma invano, si diede degli schiaffi.
-Rin basta! Non lo conosci nemmeno, anche se vorrei rivederlo…-.
Già, forse mi sono invaghita di quel
bel viso…ok, così la mia è solo un’infatuazione e nulla più, anche se,
sarebbe bello innamorarsi.
-Davvero basta! Ora devo studiare!-.
E si impose di studiare, intanto il resto della famiglia usciva per
affrontare un altro giorno lavorativo, lasciando la ragazza sola a casa.
***
Si dirigeva al lavoro, intanto ripensava a lei.
Chissà se è sveglia? La voglio
rivedere anche solo un attimo, questo mi basta…mi piace quel viso
fanciullesco, specialmente, quando si arrabbia è davvero buffa…chissà
forse sarà lei che colmerà il mio vuoto.
Si fermò ad un semaforo rosso e sobbalzò.
Ma cosa vado a pensare io amo e amerò
solo Kagura, nessuna donna prenderà il suo posto, anche se, quella
ragazza con la sua allegria è un’ottima medicina…chissà sarà un ottimo
diversivo.
Scosse la testa, mentre ripartiva.
Che vado a pensare, non mi piace
prendere in giro una ragazza dolce come lei, ma voglio lo stesso
rivederla perché la sua presenza mi fa stare bene...sì, oggi non andrò
in ufficio vado da lei.
E così cambiò strada, dopotutto un giorno che non andava in ufficio
cosa sarebbe accaduto?
Nulla, perché lui era il capo di quella società e suoi dipendenti erano
bravi anche senza la sua supervisione. Sorrise e veloce si diresse
verso l’abitazione di Rin.
***
Rin era seduta alla sua scrivania, era intenta a studiare, ma con
scarsi risultati. Infatti, si alzò e chiuse lo stereo e il libro e si
distese sul letto a fissare il soffitto.
Uffa, non faccio altro che pensare a
te…se continuo così esco pazza.
Si alzò e scese al piano di sotto a farsi del buon tè, prese il
bollitore lo riempì d’acqua, accese il fuoco e si sedette sulla sedia,
poggiò i gomiti sul tavolo e restò a guardare la fiamma che lentamente
faceva bollire l’acqua.
Chissà che sta facendo…chissà se
pensa a me…credo proprio di no…
La teiera cominciò a fischiare, si alzò e mise l’acqua calda in una
tazza, immerse la bustina e attese che il tè fosse pronto. Intanto
cercava nella dispensa il barattolo del miele, quando sentì suonare
alla porta.
Camminò decisa, si fermò d’avanti lo specchio dell’ingresso si aggiustò
i capelli e aprì, il cuore cominciò a battere all’impazzata, sentì le
gambe molli.
-Se…Se…Sesshomaru che…ci fai qui?-. Balbettò.
Lui era d’avanti la porta e sorrideva.
-Ciao, che fai ora balbetti?-.
Rin lo guardò un po’ storto e disse, leggermente irritata.
-Ma che dici!-.
Sesshomaru rise, quella ragazza senza volerlo riusciva a metterlo di
buono umore, una cosa rara.
-Posso entrare?-.
Le domandò, lei arrossì e annuì con il capo e lo fece accomodare dentro.
-Cosa posso offrirti? Se vuoi posso darti un po’ del mio tè-.
Ma che cavolo dico? Sono scema? Uffa,
questo tipo mi manda in tilt il cervello…
Sesshomaru l’osservava sorridendo.
-No, grazie piuttosto volevo invitarti fuori a prendere qualcosa con
me, chissà anche a pranzare-.
-Sì, accetto-.
Sì, sono uscita fuori di testa,
accetto senza riflettere, però devo cambiarmi non posso mica uscire con
la tuta.
-Però dovresti attendere un po’, come vedi sono molto presentabile-.
Disse leggermente imbarazzata Rin, Sesshomaru la guardava e si avvicinò.
-Beh, dopotutto una ragazzina che può indossare? Una tuta-.
La ragazza abbassò il viso, stava per esplodere, ma pensò.
Ragazzina…cafone ti faccio vedere io
come si veste una ragazzina…
Alzò il viso e sorrise beffarda.
-Attendi un attimo, che vado di sopra a cambiarmi-.
-Ok-.
-Tu accomodati sul divano, io ci metto cinque minuti a cambiarmi e
scendo-.
Rin salì di corsa le scale, aprì la porta della sua camera e si diresse
veloce verso l’armadio togliendo ogni sorta di vestito, buttandolo sul
letto.
Gli faccio vedere io la ragazzina,
vediamo un po’ cosa mi metto…mh, bel dilemma…
Infatti, non sapeva proprio cosa mettere, intanto con il dito indice
della mano destra si picchiettava le labbra.
Vediamo, sì, mi metterò questa gonna
corta nera e questo grazioso maglioncino bianco, per concludere il
tutto, stivali lunghi neri e un bel trucco leggero, i capelli li
acconcio in una coda alta e sono apposto.
Si cambiò e truccò a tempo di record, intanto Sesshomaru di sotto
credeva che ci avrebbe messo un sacco di tempo, ma dovette ricredersi,
quando la vide scendere le scale sorridente.
Perfetta.
Solo questo riuscì a formulare il suo cervello, quando la vide.
-Scusa se ti ho fatto attendere-.
Sesshomaru sorridendo un po’ malizioso le disse.
-Non preoccuparti…adesso andiamo?-.
Rin annuì, prese il cappotto e uscì di casa in sua compagnia.
Intanto un’altra persona li vide uscire di casa, si nascose dietro una
siepe lì vicina ad osservare la coppia entrare in macchina.
Chi è quel tipo che esce con la mia
Rin?
Strinse i pugni furioso era geloso, molto geloso che un tipo come
quello era accanto alla donna che amava, si voltò e tornò da dove era
venuto furioso più che mai.
Invece Rin e Sesshomaru erano felici di trascorrere una giornata
insieme…
Continua…
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Eccomi con il nuovo capitolo. Sono davvero felice che la storia piaccia
sempre più. Un mega bacione a tutti.
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