CAPITOLO
3: INIZIANO I PROBLEMI...
Yamcha
aprì dolcemente un occhio.
Era
ormai da parecchio tempo che lui e Vegeta erano bloccati in ascensore
e, senza nemmeno accorgersene, si era addormentato.
Non
aveva la più pallida idea di che ore fossero, in quanto
aveva
lasciato l'orologio da polso in camera sua.
Il
terrestre, appena sveglio si mise a battere i denti.
Nell'ascensore
faceva molto freddo, in quanto non era previsto che due persone
stessero chiuse là dentro.
Si
rammentava che poco prima di addormentarsi, il principe dei sayan si
era lamentato per il freddo: “Accidenti! Ma non accendono mai
il
riscaldamento qua dentro?” “Vegeta siamo in un
ascensore non in
una stanza.” “L'ho capito benissimo, genio! Hai
qualche idea per
scaldare questo posto?” “Beh, una volta ho letto in
un romanzo
che degli alpinisti bloccati in montagna da una tormenta si
addormentavano vicini per conservare il calore corporeo e non morire
congelati.”
Purtroppo,
si era accorto di averla detta grossa solo quando aveva finito di
pronunciare quelle parole.
Vegeta,
infatti, l'aveva guardato malissimo e gli aveva urlato:
“AVVICINATI
A ME ANCHE SOLO DI UN CENTIMETRO E TI STENDO! PIUTTOSTO CHE DORMIRE
ACCANTO A TE PREFERISCO MORIRE CONGELATO!!!”
Della
serie: -La mia dignità è più
importante della sopravvivenza.-
Così,
Yamcha si era acquattato in un angolino dell'ascensore e si era
addormentato.
Stava
ancora tremando, quando sentì la voce di Vegeta dirgli:
“Ce ne hai
messo di tempo per svegliarti, rompiscatole.”
Yamcha
alzò lo sguardo.
Vegeta
era seduto dall'altra parte dell'ascensore a braccia incrociate.
Era
nella stessa identica posizione in cui l'aveva visto l'uomo prima di
addormentarsi.
“Non
dirmi che sei rimasto sveglio in quella posizione per tutto questo
tempo!” gli domandò, allibito, il terrestre e il
sayan rispose:
“Ovvio. Non sono mica come te.”
Un
po' di tempo dopo, si sentì la voce di Bulma:
“Ragazzi, come
state?” “Secondo te? In questo stupido ascensore
c'è un freddo
cane, si sta scomodissimi e quell'idiota di un terrestre russa come
un trattore!” protestò Vegeta.
Sentendo
quelle parole, Bulma si girò verso Trunks, che era di fianco
a lei,
e gli sussurrò: “Sta bene ed è in gran
forma.”
Trunks
le chiese: “Posso parlare con papà,
mamma?” “Ma certo, tesoro.
Usa il microfono ma fai attenzione a non danneggiarlo. E' l'unico
mezzo di comunicazione che abbiamo con quei due.” gli
raccomandò
la donna, sposandosi dalla sedia e cedendo il posto al figlio.
“Papà,
ho saputo che sei intrappolato in ascensore assieme a
Yamcha.”
cominciò il piccolo sayan ma venne, immediatamente, zittito
da
Vegeta: “Grazie, Trunks. Non me ne ero accorto.”
“Comunque,
volevo dirti che la mamma e il nonno ci stanno dando dentro e anche
io, Pilaf, Mai e Shu diamo una mano appena possibile. Volevo
salutarti prima di andare a lezione...” “Ma quale
lezione? Non
hai lezioni di notte.” “Veramente sono le otto del
mattino...”
Vegeta
sgranò gli occhi.
Era
già passata una notte?!
Perché
diavolo Bulma non l'aveva ancora liberato?!
“BULMA!!
MA CHE STAI COMBINANDO?! PERCHE' DIAMINE SONO ANCORA BLOCCATO QUA
DENTRO?!?” urlò il principe dei sayan.
Bulma
fece un sospiro e spiegò: “A quanto pare il
problema è più grave
del previsto e non sarà tanto facile liberarvi. Sono rimasta
in
piedi fino alle undici per cercare di rimetterlo in funzione ma
inutilmente. Quindi ho deciso di andarmene a dormire. Ho cercato di
avvisarvi ma ronfavate entrambi come ghiri...”
Yamcha
sgranò gli occhi.
Ma
allora anche Vegeta si era addormentato ma, molto probabilmente, si
era svegliato prima di lui.
Vegeta
non rispose ma Yamcha ebbe come l'impressione che fosse arrossito.
Comunque,
Trunks, riprese la conversazione: “Papà, sai che
tu e Yamcha
mancate moltissimo a Bra?” “COSA DIAVOLO INTENDI
DIRE?!”
chiese, urlando, Vegeta.
Il
bambino dai capelli lilla gli raccontò: “Beh... da
quando siete
chiusi qua dentro sembra triste e quando vi nominiamo si volta di
scatto e guarda da tutte le parti come se vi cercasse...”
“Starà
cercando solo me,
sono suo padre!” “Veramente... ha fatto la stessa
identica cosa
quando abbiamo nominato solo
Yamcha.”
Vegeta
era paonazzo.
Ci
mancava solo che la prima parola di sua figlia fosse Yamcha.
Come
si permetteva quello smidollato di rubargli la sua bambina, la sua
principessa, la sua Bra?!
Se
solo avesse potuto... avrebbe scorticato vivo quel terrestre in
quello stupido ascensore guasto ma non poteva farlo, in quanto Bulma
gli aveva ordinato di non torcere un capello a Yamcha, sotto la
minaccia del divieto a utilizzare la Gravity room per un anno!
Quello
era persino peggio di stare bloccato lì dentro assieme a
quel
babbeo.
Ad
ogni modo, Trunks decise di interrompere la conversazione:
“Beh,
ciao papà. Io me ne vado a lezione. Divertiti.”
“Molto
spiritoso.” commentò Vegeta.
Ad
un tratto, sentì un'altra voce: “Yamcha, tutto a
posto?”
Era
quello stupido gatto volante di quel terrestre.
Stavolta,
fu Yamcha a rispondere: “Sì, Puar, non ti
preoccupare. E' come
quando eravamo prigionieri di Pilaf in quella cella col soffitto
fatto di vetro anti-proiettile. Ti ricordi? Voleva farci morire
disidratati in quanto Oolong aveva espresso un desiderio al drago
prima di lui... Allora, noi e gli altri non potevamo immaginare che,
alla fine, quel nanerottolo blu e i suoi scagnozzi sarebbero tornati
bambini e che, in un certo senso, sarebbero diventati nostri
alleati...” si mise a raccontare Yamcha e, si mise a pensare
ai
tempi andati.
Quando
lui era uno degli alleati più forti di Goku, quando non
sapeva
neanche cosa fosse un sayan, quando lui e Bulma erano fidanzati...
A
volte, gli sarebbe piaciuto tornare indietro per ricominciare a
sognare un futuro solo per loro... ma ormai le cose erano andate
così
e doveva rassegnarsi.
Bulma,
ormai, era di Vegeta.
Purtroppo
le sue riflessioni furono interrotte proprio dalla voce del diretto
interessato: “Altri? Quali
altri?”
Yamcha
impallidì.
Vegeta
l'avrebbe ammazzato...
Il
sayan si mise a battere un piede e ripeté, nervoso:
“Allora? Chi
c'era assieme a te e a quel gattaccio?”
Il
povero terrestre fece un sospiro ed elencò:
“Oolong, Goku e...
Bulma.”
L'ultimo
nome l'aveva sussurrato ma, a quanto pareva, il sayan aveva un udito
molto fine, in quanto si mise a strillare, scandalizzato: “TU
E
BULMA ERAVATE PRIGIONIERI NELLA STESSA STANZA?!”
“Beh... non è
che potevamo chiedere, come se niente fosse, di cambiare
cella...”
“SPERO PER TE CHE NON LE HAI FATTO NIENTE APPROFITTANDO DEL
FATTO
CHE ERAVATE SOLI!!” “Non eravamo proprio soli...
c'era anche
Goku...” “MA FIGURATI! SCOMMETTO CHE QUEL BABBEO
NON CAPIVA
NEMMENO LA DIFFERENZA TRA UOMO E DONNA!!”
In
effetti, l'unico modo che aveva per capire il sesso di una persona
era fare PAT PAT in mezzo alle gambe del diretto interessato.
Pensò Bulma, imbarazzata.
Non
poteva certo dimenticare cosa combinava Goku da bambino...
Comunque,
era meglio bloccare al più presto quella litigata o sarebbe
male.
Così,
prese il microfono e disse: “Vegeta... ricordati che Yamcha
deve
uscire vivo e illeso da lì, altrimenti ti puoi scordare la
Gravity
room.”
Vegeta,
sentendo ciò, decise di darsi una calmata.
Non
voleva certo rischiare di perdere una delle cose più
importanti
della sua vita.
Sentendo
che era tornata la calma nell'ascensore, Bulma decise di interrompere
quella conversazione: “Beh, vado a sistemare l'ascensore, mi
raccomando, fate i bravi, soprattutto te, Vegeta.” e spense
il
microfono.
I
due stettero in completo silenzio nei loro rispettivi angoli per
cinque minuti oppure per cinque ore, non si riuscì a capire
bene,
ma, in ogni caso, fu Vegeta a rompere il silenzio: “Ehi, hai
qualcosa da mangiare?” “Mi sa di no...”
fu la risposta del
terrestre e il sayan commentò: “Accidenti, ho
così fame che
rischio di morire.” “Ma dai, Vegeta... non
esagerare...”
GROAAAR
Il
lamento dello stomaco di Vegeta fu incredibilmente potente e
spaventoso.
Yamcha
rimase a bocca aperta: quello era il verso che faceva lo stomaco di
un sayan quando voleva essere riempito?!
Sembrava
il verso di una tigre enorme.
E
non fu il solo nello stabile a sentirlo.
Anche
la signora Brief, che in quel momento stava preparando il tè
e i
pasticcini, in quanto erano quasi le cinque del pomeriggio, lo
sentì.
“Dev'esserci
un gattino intrappolato nel condotto di ventilazione...” si
preoccupò la donna, mentre appoggiava il tè e i
dolci nel vassoio.
Mentre
si dirigeva verso il laboratorio, dove si trovavano il resto degli
abitanti della casa, la signora sentì di nuovo i lamenti
dello
stomaco di Vegeta.
“Senti
come si dispera, povera bestiola!” si disse la madre di Bulma
prima
di aprire la porta del laboratorio.
“E'
l'ora del tè.” cinguettò la donna,
entrando nella stanza e
appoggiando il vassoio sul tavolo.
Immediatamente,
Trunks, Pilaf, Mai,Shu e Puar, smisero di aiutare Bulma e il dottore
e fecero razzia dei dolci.
La
donna si avvicinò al marito e alla figlia e
consigliò: “Sarà
meglio se mangiate qualcosa e vi riposiate un po'. Avete mangiato
solo un panino a pranzo.” “Mamma, te l'ho
già detto. Io non mi
fermerò finché quei due non saranno fuori
dall'ascensore.” fu la
distratta risposta di Bulma.
La
signora Brief, allora, si avvicinò al marito e disse:
“Quando
avremo liberato quei poverini bloccati nell'ascensore, potresti
aiutarmi a salvare un gattino?” “Quale gattino,
cara?” “C'è
un povero micio intrappolato nel condotto di ventilazione. I suoi
lamenti si sentono per tutto la casa...”
In
quel preciso istante, si sentì un boato più
potente degli altri.
Era
così forte che le fiale e i vetri del laboratorio tremarono
e
persino Bulma alzò gli occhi.
“E'
il gattino. Povero caro, dev'essere proprio spaventato.”
dichiarò
la signora.
Finalmente,
il boato finì e la madre di Bulma esclamò:
“Cielo, mi strazia il
cuore!” “Ma quale gattino, mamma? Questo
è lo stomaco di mio
marito e... sta straziando i vetri delle finestre.”
borbottò la
figlia, indicando le finestre del laboratorio che stavano ancora
tremando.
Bulma
sperò di riuscire a risolvere il danno in fretta,
soprattutto per
Yamcha.
Non
c'era niente di peggio che restare bloccati in un ascensore con un
sayan tremendo come Vegeta, per giunta anche affamato.
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