Liar
<<
Shiho vado all'incontro
di shoji di Shukichi
sabato. Vieni?
>>
<<
Perchè no... >>
Era
nel nuovo appartamento di Masumi, un bilocale piuttosto piccolo ma
che per la ragazza andava più che bene.
Era
stanca di girare per hotel, di andare da una parte a l'altra... di
scappare. Voleva una dimora fissa, un posto stabile per una volta. E
voleva condurre una vita normale con le persone che le erano care,
per quanto possibile.
<<
A proposito Shu-nii verrà a casa per il week-end >>
<<
Che gioia... >> disse la ramata con una dose tale di sarcasmo
da risultare spiazzante.
Masumi
sorrise imbarazzata. Il rapporto tra Shiho e il maggiore Akai era più
glaciale che tra quello tra due statue di ghiaccio.
<<
E' il tuo modo per dire che non verrai a pranzo vero? >>
<<
Sei una detective eccezionale Sera-chan ... >>
La
ragazza sbuffò.
<<
Potresti almeno provarci ad instaurare un dialogo. Lui ti vuole molto
bene anche se non lo dimostra >>
Shiho
la guardò fisso per due secondi con un'espressione impenetrabile.
<<
Devo andare >>
Masumi
sospirò delusa.
<<
Shiho... >>
<<
Ho un impegno >> disse frettolosamente chiudendo la porta alle
sue spalle.
Si
diresse verso il parcheggio del palazzo, indossò il casco e si mise
sopra la sua Harley.
La
sua moto, la sua bellissima moto.
Guai
a toccarle la harley.
Sarà
che detestava prendere i mezzi pubblici, sarà che detestava chiedere
passaggi, sarà che voleva la sua autonomia.
Fatto
sta che amava la sua moto quasi quanto amava le sue borse.
Uno
dei vantaggi di essere stata membro del mib, oltre la laurea
conseguita alla giovanissima età di tredici anni in una delle
migliori scuole del paese, era l'aver avuto la patente internazionale
a sedici.
Per
fortuna tutti i suoi documenti ed attestati fungevano anche da
copertura, nulla era collegato all'organizzazione e quindi erano
assolutamente legali.
Detestava
ammetterlo, ma doveva ringraziare proprio il maggiore degli Akai se
era riuscita a rientrarne il possesso.
Ovviamente
non lo avrebbe mai ringraziato, nemmeno con una pistola puntata sulla
testa.
In
quel momento Ran, Sonoko e Shinichi passavano nella strada lì
vicino. Il giovane detective si mise a guardarla due minuti di
troppo. Era la prima volta che la vedeva col completo da
motociclista: col casco, il giubbotto di pelle e quei pantaloni
aderenti.
La
ragazza faceva sicuramente la sua figura con quegli abiti addosso.
<<
Hei! Pianeta terra chiama Kudo >>
Il
ragazzo diventò rosso come un peperone incrociando lo sguardo di
Sonoko.
*
Shiho
non si accorse del gruppetto che la fissava con aria allibita. Quindi
si sistemò la cinghia del casco, salì in sella alla moto con un
movimento veloce delle gambe, girò il manico ed iniziò a sfrecciare
per le strade di Beika.
Poter
nuovamente andare in moto era una sensazione magnifica, una
sensazione che credeva di avere perso.
Parcheggiò
in giardino ed aprì la porta.
<<
Sono tornata >>
<<
Ciao tesoro >> la voce allegra di Agasa proveniva dal salotto
<< ...hai mangiato? >>
<<
Si... tu ti sei limitato a mangiare quello che ti ho preparato ieri
sera? >>
L'uomo
mise il broncio.
<<
Si >>
<<
Sicuro? >>
<<
... >>
I
due si fissarono per trenta interminabili secondi.
<<
Ok ho mangiato anche qualche biscotto >>
La
ragazza scosse la testa e si avvicinò per abbracciarlo.
<<
Non esagerare. Io vado a farmi un bagno >>
*
Finalmente
sola.
Aprì
l'acqua, si versò del succo d'arancia poggiandolo sul bordo della
vasca e mise una canzone a volume molto basso.
Si
spogliò e si immerse nella vasca giocherellando con la schiuma che
si era venuta a creare, poi si sdraiò e chiuse gli occhi.
Voleva
rilassarsi, ne sentiva proprio la necessità.
Ma
ovviamente il suo cervello aveva altri piani.
Chiuse
gli occhi portandosi una mano tra i capelli.
Inevitabilmente
i suoi pensieri tornarono a quella sera, a quell'incontro sul
terrazzo.
Quegli
occhi azzurri erano quasi ipnotici, i lineamenti delicati ma così
terribilmente attraenti, il suo profumo intenso e quelle labbra...
Si
toccò il labbro inferiore rendendosi conto di desiderare
ardentemente quelle labbra.
Dannazione
quando era diventata una ragazzina in preda a certi desideri?
Deglutì
rendendosi conto che in realtà quelle sensazioni le aveva già
provate in passato.
E
se n'era pentita enormemente.
Si
era fatta molto, molto male in passato.
Scosse
la testa e si sciacquò il viso.
No.
Non poteva ricascarci un'altra volta.
*
Era
in laboratorio.
Nonostante
avesse dei giorni e degli orari prefissati capitava che la dottoressa
Baba la chiamasse per chiedere la sua collaborazione, a qualsiasi
ora.
Stava
analizzando un tessuto sintetico alla ricerca di residui di polvere
da sparo quando uno dei ragazzi dell'equipe le si avvicinò.
<<
Senti Shiho fammi un favore >>
<<
Si dimmi >>
<<
Potresti andare a dare questi risultati all'agente al piano di sopra?
>>
A
quanto pare i ragazzi della scientifica non avevano un rapporto
idilliaco con gli agenti, questi ultimi li trattavano come fossero
degli stagisti o peggio dei semplici passacarte quindi preferivano
avere il minor numero possibile di contatti.
A
lei la cosa non faceva né caldo né freddo.
<<
Tranquillo dammi qua >>
Salì
le scale e un'agente le disse di andare nel parcheggio.
Anche
l'essere spediti da un piano a l'altro era una cosa del tutto normale
per gli agenti.
*
Shiho,
da brava scienziata, non credeva nel concetto di sfiga anche se la
vita le aveva posto davanti diversi elementi per dubitare delle sue
convinzioni. E continuava a farlo.
L'agente
in questione era Kazami, ed era con Rei.
Maledizione.
Non
appena la vide l'agente Furuya assottigliò gli occhi.
<<
Kazami inizia ad andare in macchina, arrivo subito >>
<<
Wakatta >> rispose l'uomo limitandosi ad eseguire gli
ordini del suo superiore.
Le
andò incontro con passo deciso ma quando le fu di fronte avvertì un
peso sul petto.
Shihò
aveva allungato il braccio per dargli i fogli mentre guardava da
tutt'altra parte.
<<
Qui ci sono i risultati delle analisi >>
Rei
continuò a fissarla nella speranza che lei si convincesse a fare
altrettanto.
<<
Suppongo che non ci sia tempo da perdere: sono positivi >>
disse con tono piatto.
<<
Ho forse fatto qualcosa che ti ha offeso Shiho? >>
Questa
volta la ragazza dovette girare la testa per guardarlo.
<<
Com...? No, perché mi fai questa domanda? >>
<<
Sei più fredda in questi giorni. E non è che tu sia una pasta di
zucchero solitamente >>
<<
Va tutto bene. Sono solo sotto pressione per gli studi >>
Il
ragazzo prese quei fogli fissandoli senza molto interesse poi,
rapido, si avvicinò al suo orecchio.
Shiho
avvertì il suo battito cardiaco accelerare, poteva sentire il
respiro del ragazzo sfiorarle il collo. Socchiuse gli occhi.
Rei
si umettò le labbra inspirando il delicato profumo della ragazza.
<<
Bugiarda >> sussurrò.
Poi
si recò velocemente verso la sua Mazda.
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