Prigioniera cosciente

di Chinaski
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Qui e ora sento

quello spiraglio di fiamme che tutti chiamano

creatività, altri ispirazione,

e io chiamo solo tormento e amore.

L'amo perché è una scintilla di burrasca che rianima me,

corpo vuoto e inerte.

L'odio perché le sue rare visite mi ricordano

di essere destinata all'oblio

ogni volta che questa svanisce.

Così è per me,

divisa tra due menti.

La prima giocosa come quella di un bambino,

guarda il mondo con una curiosità tale

che se la lasciassi andare

si nutrirebbe solo di idee e sogni,

e tutto il mondo vorrebbe stravolgere,

e tutte le vite cambiare.

La seconda, invece, è una muta catena

che si lega alla prima e la soffoca, la tira

la conduce nel profondo abisso

dove oscurità non lascia posto

alle scintille di bellezza.

E ora che mi resta se non questa paura

che già si avvolge assieme alla catena

e che non riesco, non posso

frenare?

Ora che mi resta se non il caos tra le due,

e un disordine interiore

che non lascia il tempo di un sospiro?

Ora che mi resta se non rifugiarmi

in una vita parallela,

dove tra mille pensieri mi rintano,

ma nessuno di questi mi conduce alla vera

tangibile libertà. Non uno

che mi renda

veramente felice,

poiché sono scopiazzature banali della prima mente

ancora incatenata, come un Prometeo

che, poiché ci concesse una scintilla del divino,

subito fu preso e fatto prigioniero

e da allora si dilania e geme e prega

non udito da nessuno.

Prigioniera cosciente

del silenzio dell'anima.





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