attention
Titolo: Attention
Autrice:
Nemo From Mars
Disclaimer:
non
conosco nessuno dei
tizi citati, niente di quel che ho scritto è
accaduto e accadrà mai, e non prendo neanche un centesimo da
tutto ciò.
Raiting:
giallo
Pairing(s)/Personaggi:
Jared Leto/William Beckett
Avvertimenti:
Slash (leggero), turpiloquio e tante c*zzate
Sommario:
The Academy is...
Quel
nome strambo, quei puntini di sospensione -per essere precisi- avevano
suggerito a Jared che sì, per quella sera si sarebbe potuto
abbassare e
presentarsi tra la plebe -naturalmente in posti riservati e lontani dal
caos- e che quel gruppo potesse essere degno della sua attenzione,
forse.
Tipologia:
one shot brevissima >_<
Prompt:
“C’è qualcuno qui?”
Note
iniziali:
Non so nemmeno se l’uno sappia dell’esistenza
dell’altro, ma William è
adorabile e Jared è sempre divertente da
“manovrare” XD. Comunque la
fic è frivola, leggera, stupida, immotivata. E se mi
è venuta fuori è
tutta colpa di questo
Fest e di Blaise,
sappiatelo u_u
“Attention!
Attention!
May
I have all your eyes
and ears to the front of the room,
If
only, if only for one
second... ”
‘Attention’-
The Academy is...
Chi glielo ha fatto fare di vedersi quello stupido concerto?
Jared se lo sta ancora chiedendo.
Ricorda che si annoiava. In vacanza a Londra con la sua band si
annoiava.
Ma era Jared Leto, dopotutto, no? Non era un turista qualunque, che si
accontentava di una serata qualunque.
Alla
fine, dopo tante proposte bocciate, Shannon, esasperato, aveva proposto
di andare in quel locale a vedersi lo show di una band americana “giovane,
ma molto promettente, mi hanno detto”.
The Academy is...
Quel
nome strambo, quei puntini di sospensione -per essere precisi- avevano
suggerito a Jared che sì, per quella sera si sarebbe potuto
abbassare e
presentarsi tra la plebe -naturalmente in posti riservati e lontani dal
caos- e che quel gruppo potesse essere degno della sua attenzione, forse.
Ora
però, Jared quasi rimpiange la noia, si pente della sua
scelta, perché
quel ragazzino che canta sul palco proprio non riesce ad ignorarlo.
William Beckett, gli hanno detto che si chiama, ha una voce che...cattura,
Jared non trova altro modo per definirla.
E
così l’attenzione di Jared si è
focalizzata del tutto sul giovane: l’ha
subito colpito l’incredibile magrezza, che lo fa sembrare
ancora più
alto e lungo di quanto non sia.
Le braccia e le gambe, secche,
allampanate, adolescenziali, si muovono disinvolte e dinamiche, a ritmo
di musica. I capelli castani, lunghi e mossi, gli ricadono in ciocche
morbide e scomposte sulle spalle, gli occhi scuri danzano divertiti e
sorridono alla folla.
Indossa una assurda camicia viola anni ’70,
aperta innocentemente sul petto glabro, e dei jeans fuori da ogni
grazia di dio: Jared potrebbe giurare di non averne mai visti di
così
stretti su persona vivente.
Dubita che perfino lui ai tempi di “Requiem for a
Dream” avrebbe potuto indossarli.
E forse forse forse,
una piccola parte di Jared vorrebbe ammettere che che, sì,
se fosse un
po’ più attempato, quel Beckett potrebbe essere
piuttosto affascinante.
Mai quanto lui, Jared Leto, naturalmente.
Per l’amor del cielo, la sua mente non gli farebbe mai e poi
mai formulare tali eresie.
Ma mentre William continua a cantare, Jared si innervosisce ogni
secondo di più.
Tanto per cominciare vorrebbe sapere perché -perchè,maledizione-
ora sta sculettando in quel modo osceno?
Se
non fosse per quella grazia spigolosa che ha nel muoversi, per quella
sensualità acerba e appena accennata che gli scivola addosso
ad ogni movimento del bacino, risulterebbe davvero indecente.
Jared
morde nervosamente il labbro inferiore, sentendo un caldo improvviso e
maledicendo i propri stupidi pensieri e la propria esitazione
nell’andarsene.
“C’è
qualcuno qui
dentro?” sembra
suggerirgli la voce del suo
buonsenso, battendogli un colpo contro la scatola cranica.
Jared può quasi sentirne il rumore -toc
toc-.
Perché
diavolo è ancora lì seduto? Potrebbe
semplicemente dire a Tomo, Shannon
e Tim che si sta annoiando di nuovo, che ha voglia di tornare in hotel
e basta, no?
Ora mi alzo e me ne vado,
perdio se lo faccio.
E
invece resta inchiodato sulla propria sedia, trattenendo il respiro, e
continua a seguire il concerto, che gli sembra maledettamente infinito;
non perde un solo movimento di William, William che ora si china sulla
folla, le gambe chilometriche che si piegano con agilità
mentre tende
la mano a una fan che quasi sviene a quel contatto.
Poi sorride, l’idiota.
Un sorriso candido, spensierato e irresistibile, che lo fa sembrare
ancor più giovane e attraente.
Jared
ha l’improvviso desiderio salire sul palco e prenderlo a
pugni fino a
fargli ingoiare i denti assieme alle sue stupide canzonette indie del
cazzo.
Tutto pur di fargli sparire quell’espressione così
adorabile dalla faccia.
E ora che fa, quella sgualdrina di un mezzo hippie?
Con
una mano si solleva lentamente la camicia, mettendo in mostra e
sfiorandosi per un attimo i fianchi pallidi, facendo scoppiare gli
ormoni e le urla di tutto il pubblico -maschi compresi- che ora strilla
a più non posso.
Da parte sua, Jared si sforza con scarso successo
di ignorare la pressione sul cavallo dei propri pantaloni,
improvvisamente divenuti terribilmente caldi e irritanti.
E...No, no, dio cristo,
no. Beckett è un
moccioso spudorato!
Solo Jared Leto, lui, sè medesimo e nessun altro,
può permettersi di fare certe facce
da sesso
davanti a un microfono, maledizione.
Jared
è indignato oltre ogni dire; odia ufficialmente William, il
suo gruppo
del cazzo e i loro maledetti puntini di sospensione.
Cazzo, se solo
potesse, prenderebbe quella stupida bandana da figlio dei fiori che
Beckett tiene legata alla gamba sinistra e la userebbe per strangolarlo.
Il
ragazzo si accascia in ginocchio, cantando l’ultima nota
della canzone,
mentre la luce dei riflettori muore lentamente e l’eco della
chitarra
rimane sospeso nell’aria.
Esplodono le urla, i fischi e gli applausi, la band saluta il pubblico
e poi si dilegua nel backstage.
E Jared può finalmente ricominciare a respirare regolarmente.
Si
dimena un po’ sulla sedia, a disagio; si stampa sulla faccia
un’espressione annoiata e infine accavalla le gambe, quanto
meno per
non dover spiegare ai compagni il perché di
quell’imbarazzante
rigonfiamento sulla patta dei jeans.
FINE
Note
finali:
spero
di non aver causato il decesso di nessuno con ‘sta roba
°-° In gran parte mi è stata ispirata dalla
visione di alcuni live dei TAI, dove William faceva alcuni dei gesti
descritti
>_> Cooomunque, i commenti sono sempre graditi, sapete?
EDIT:
se siete arrivati fino a qui, dovete
assolutamente leggere questa
spinoff
scritta da Fae.
E' delirante, è lol, è p0rn ed è
fantastica *ç* Sono felicissima che un'autrice brava come
lei si sia ispirata a un
mio mucchietto di scemenze per scrivere un qualcosa di così
adorabile <3 L'ho ringraziata più e più
volte, ma lo faccio anche qui, invitandovi a leggere, commentare e
spargere amore! Grazie a tutti <3
^__^
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