Il grande Settembre di
Baelor era gremito di gente, sebbene alla fine non tutti avevano potuto
venire al matrimonio tra Tyrion Lannister ed Emily Watters, o meglio
Alicia Targaryen. Ad esempio, i principi Martell vivendo a Dorne
avrebbero impiegato addirittura un mese per ricevere l'invito e forse
neanche avrebbero voluto presentarsi a quelle nozze, siccome si sposava
un Lannister e loro avevano dei motivi più che validi per
odiarli.
La sposa raggiunse il tempio scortata da due guardie dei Lannister.
Mentre percorreva le vie della capitale dei Sette Regni non aveva
potuto fare a meno di notare le condizioni sempre più
pessime in cui viveva il popolo. La gente era sempre stata piuttosto
povera, però da quando era scoppiata la guerra civile nel
regno lo era ancora di più.
Non aveva potuto evitare di chiedersi come avrebbe reagito re Robb
Stark del Nord quando avrebbe scoperto del suo matrimonio con il
Folletto, però preferiva non pensarci, soprattutto il giorno
del suo matrimonio.
Arrivata davanti alla grande porta di legno del tempio, la
fissò con timore. Tirò un sospiro e
avanzò verso il grande portone che venne aperto dinanzi a
lei. Una volta entrata dentro al tempio, molte teste si voltarono verso
di lei e la fissarono con un certo interesse. Avvertì una
morsa allo stomaco. Si guardò attorno con aria spaventata e
si rilassò una volta che i suoi occhi marroni incontrarono
quelli azzurri di Sansa, che le lanciò un sorriso
incoraggiante. Fece per incamminarsi per raggiungere il marito
dall'altra parte del tempio, però una voce la
bloccò.
« Emily, anzi Alicia, dove credi di andare? » si
voltò e vide il re. Sul viso di Joffrey c'era dipinto un
ghigno sadico.
« Vostra maestà. » lo salutò,
cercando di nascondere il più possibile il disgusto che
provava per lui.
« Dato che tuo padre è morto sarò io a
condurti da tuo marito. » la informò e le si
avvicinò. Le porse il braccio e la rossa, dopo qualche
secondo di esitazione, lo prese a braccetto. Percorsero insieme il
tempio. Disegnata sul pavimento c'era un'enorme stella a sette punte e
attorno delle statue gigantesche raffiguranti i Sette Dei. Il cammino
per raggiungere il futuro marito le parve non finire più e
avrebbe preferito di gran lunga raggiungere da sola Tyrion e il septo
che avrebbe celebrato la cerimonia. Fu molto contenta quando il sovrano
le lasciò il braccio, però allontanandosi
portò via lo sgabello che avrebbe dovuto facilitare Tyrion
nel cambiare il mantello della sua adorata sposa con quello della sua
casta. Questo era di colore rosso e c'era ricamato sopra un grande
leone dorato.
La cerimonia si svolse tranquillamente. Quando arrivò il
momento in cui suo marito doveva sostituire il mantello, si
chinò per facilitargli il compito e non notò
l'occhiataccia che Joffrey e Cersei le lanciarono. Il bacio tra i due
sposi fu alquanto casto e dolce, tuttavia sul viso della sposa c'era un
sorriso raggiante.
Più tardi.
Un grande banchetto era stato organizzato al castello e i neo-sposi
avevano passato il pranzo chiacchierando e conoscendosi meglio. Emily
doveva ammettere che il Folletto era davvero una persona molto
intelligente e possedeva persino un certo fascino, nonostante il suo
brutto aspetto. A quanto sembrava, non bisognava farsi ingannare dalle
apparenze. Vennero servite diverse portate, ma la giovane non
mangiò molto; in compenso suo marito bevette molto e questo
provocò un gran disagio mal celato alla donna.
Cersei Lannister si trovava seduta a pochi metri di distanza dagli
sposi e sussurrò al padre, seduto accanto a lei:
« Perlomeno siamo sicuri che sia fertile. »
osservò nel tentativo di consolare il padre. Quel giorno la
leonessa aveva indossato un vestito di colore viola, semplice, ma allo
stesso elegante. Al collo portava il suo solito medaglione dorato con
un leone disegnato sopra. Teneva i lunghi capelli color oro
semiraccolti e sulla testa portava un diadema argentato, con dei rubini
color sangue incastonati sopra.
Suo padre prese il calice d'argento che si trovava vicino al suo
piatto, contenente del vino rosso, e ne bevette un sorso. Si
girò verso la neo-nuora che appariva parecchio tesa da
quando il suo sposo sembrava ubriaco a causa del troppo vino.
« Spero che tuo fratello non mi deluda come al solito.
» notò Tywin, bevendo un altro sorso dal calice.
« Vedrai che tra qualche mese festeggeremo una gravidanza.
» lo tranquillizzò la figlia. Tagliò un
pezzetto di carne, per poi portarsi il pezzo alle labbra, masticandolo
piano.
« Il figlio di Emily dov'è? » chiese
curioso l'uomo.
« Penso che sia nella sua stanza. » rispose
sorpresa dal suo interessamento per il bimbo.
« Voglio che venga mandato da mio fratello in modo da
crescerlo noi e non la madre. Voglio essere sicuro che sia fedele a
noi. » affermò il leone con aria speranzosa.
« Non credo che Tyrion sarà d'accordo. »
commentò dubbiosa la bionda.
La biancheria da letto era una tradizione dei Sette Regni, sebbene a
Dorne non venisse praticata. Durante questa attività gli
uomini scortavano la sposa fino alla camera dove la coppia avrebbe
trascorso la prima notte di nozze e ciò implicava pure la
consumazione per poter rendere valide le nozze. Le donne, invece, si
occupavano dello sposo. Probabilmente lo scopo della biancheria da
letto era quello di fare aumentare la libidine della coppia in
questione, peccato che per le ragazze ancora vergini poteva diventare
un vero e proprio dramma, sebbene già la cerimonia in
sé poteva esserlo con tutti quegli uomini ubriachi che
potevano strappare loro di dosso i vestiti e facevano commenti
decisamente inappropriati. Fortunatamente per la Waters suo marito non
aveva intenzione di rispettare la tradizione e si diressero nella loro
camera da letto da soli. Una volta dinanzi alla porta di legno fu il
leone ad aprirla, lasciando entrare la moglie, seguendola poi
all'interno. Una volta che la porta fu chiusa, Emily si
voltò e lo fissò attentamente.
« Tyrion, dobbiamo consumare il matrimonio. »
affermò cercando di sembrare decisa, nonostante si sentisse
fortemente a disagio in quel momento.
« Io credo che sarebbe meglio aspettare di conoscerci un po'
meglio. » rispose incerto il nano.
« Tua sorella e tuo padre vogliono un erede per Castel
Granito e dovremmo darci da fare. » partorendo un erede
maschio sperava di ingraziarsi facilmente la regina madre e il suocero.
Il nano annuì con aria vaga e sul suo viso apparve un
sorriso forzato.
« Come vuoi tu. » acconsentì e le si
avvicinò. Dato che lui sembrava non volersi decidere, lei si
chinò e prese il suo viso tra le mani. Lentamente si
chinò verso di lui e sfiorò le sue labbra con le
proprie. Sapeva che non sarebbe stato semplice per loro, ma era sicura
che tutto sarebbe andato per il meglio.
Il giorno dopo
La mattina seguente, una volta sveglia, Emily si fece un bel bagno
caldo e si vestì. Fece colazione con il marito e poi lo
salutò: lei sarebbe andata a fare visita a suo figlio e
forse avrebbe passato la giornata con lui e Sansa, mentre Tyrion si
sarebbe occupato probabilmente delle sue mansioni di Primo Cavaliere
del Re.
Uscita fuori dalla sua camera, si incamminò nel lungo
corridoio per raggiungere quella di suo figlio. Non si trovava molto
distante dalla sua e quindi non impiegò tanto per
raggiungere la sua destinazione. Una volta dinanzi alla porta
l’aprì e sorrise quando vide la culla bianca che
si trovava a destra del letto matrimoniale presente, dove tra qualche
anno avrebbe dormito suo figlio, ovviamente appena sarebbe cresciuto.
Si avvicinò alla culla e il sorriso si ingrandì
ancora di più quando vide il volto addormentato di suo
figlio.
« Amore di mamma. » lo salutò e il
piccolo aprì gli occhi, mostrando le sue belle iridi color
viola. Emily allungò le mani e lo prese tra le braccia
stringendolo a sé. Tra non molto sarebbe arrivata la balia
per allattare il bimbo, siccome non le avevano permesso di fare nemmeno
questo. Si sedette sul letto e cullò la creatura, gli
accarezzò il capo pieno di riccioli ramati. Sentì
bussare alla porta.
« Avanti. » invitò, sicura che si
trattasse della baia. Infatti la porta si aprì mostrando una
donna di circa trent'anni, molto grossa, con un seno prosperoso e dai
lunghi capelli color castano chiaro. Sua figlia era nata qualche
settimana prima del suo, però purtroppo era sopravvissuta
solo pochi giorni. In seguito la regina l'aveva fatta venire a palazzo.
Magari la sua famiglia serviva da anni i Lannister e per questo Cersei
aveva scelto proprio lei, tuttavia non le sembrò carino
chiederglielo.
« Buongiorno, lady Alicia. » tutti la chiamavano in
quel modo ormai, eccetto Sansa e Tyrion, ma sentiva che quel nome non
le apparteneva.
« Buongiorno, sono venuta a vedere come sta mio figlio.
» affermò e si alzò in piedi, per poi
metterle Robert tra le braccia. La donna se lo strinse al petto e poi
alzò lo sguardo verso di lei.
« State tranquilla, il mio latte è buono, o almeno
nessuno dei miei quattro figli si è mai lamentato.
» cinque bambini, se vogliamo contare anche l'ultimo triste
parto. Emily tacque e sul suo viso apparve un sorriso dolce.
« Va bene, allora vi lascio, così potrete
allattarlo in tutta serenità. »
affermò. Uscì fuori dalla stanza e si mise alla
ricerca di Sansa. Da quando suo figlio era nato le era stato di nuovo
permesso di parlarle e vederla e desiderava recuperare il tempo
perduto. Più tardi, quando il piccolino avrebbe finito la
sua prima poppata del mattino, glielo avrebbe anche fatto vedere e
magari sarebbero riusciti a passare la giornata tutti insieme.
Quando si trovò a pochi metri dalla stanza della Stark vide
Tyrion e Shae, la nuova serva della ragazza, intenti a conversare. Li
fissò sorpresa, domandandosi cosa mai potessero avere da
dirsi quei due. La ragazza dai capelli scuri non la convinceva
particolarmente, il suo viso non le dava fiducia.
« Come sta tua moglie? » chiese Shae parlando di
lei. Emily si nascose all'inizio di un altro corridoio presente
lì vicino.
« Bene, sta bene. Se tutto va per il meglio presto mio padre
avrà il suo tanto sospirato erede e per una volta
sarà fiero di me. » rispose con aria incerta
Tyrion.
« Come mai fai quella faccia? » domandò
la serva, che doveva aver notato anche lei il suo tono.
« Dubito che un figlio farà dimenticare a mio
padre che sono un nano e che mia madre è morta dandomi alla
luce. » precisò scuotendo la testa. Se per questo
lo dubitava pure la moglie, sebbene non glielo avrebbe mai detto,
siccome non voleva aumentare i suoi motivi per essere negativo per
quanto riguardava il suo rapporto con il padre.
« Andrà tutto bene e nel frattempo sarebbe meglio
che non dica nulla a tua moglie a proposito di noi due. »
osservò Shae allungando una mano verso il biondo e
accarezzandogli una guancia. Adesso comprendeva il motivo per cui si
parlavano e sembravano conoscersi tanto bene: avevano una relazione.
Non si aspettava, conoscendolo, che le fosse fedele, ma neanche che
avesse una relazione già prima di sposarla. A parte che le
aveva chiesto di sposarla solo per proteggere lei e suo figlio e
perciò avrebbe dovuto aspettarselo. Si sentiva stupida.
Rinunciò alla sua intenzione di vedere Sansa e si
allontanò, dirigendosi nei giardini.
Passò la mattinata nel roseto tanto amato da Elia e che
aveva conquistato anche lei ormai. Raccolse alcune rose di colore
bianco e le portò a Sansa, intendeva infatti regalargliele
per farla contenta.
Una volta arrivata dinanzi alla porta della stanza della giovane,
bussò e pochi secondi dopo questa venne aperta mostrando la
Stark, che le sorrise apparentemente contentissima di vederla.
« Ciao, Emily! » la salutò allegra.
Vedere lei e suo figlio sembrava farle tornare la felicità
persa in seguito alla morte del padre e di questo Emily ne era contenta.
« Ti ho portato delle rose. » disse, entrando nella
stanza e consegnandogliele.
« Grazie, sei stata gentilissima. »
Pranzarono insieme e poi trascorsero il pomeriggio tutti e tre insieme.
Quella notte lei e il marito fecero un altro tentativo e non
poté fare a meno di chiedersi quanto tempo ci sarebbe voluto
perché restasse di nuovo incinta.
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