12. Preparativi ed imprevisti
Preparativi ed imprevisti
Io
ed Erik eravamo ufficialmente fidanzati di più di un anno ormai
e ci eravamo dedicati interamente ai preparativi, Erik sognava un
matrimonio in grande, alla Madleine, aveva persino voluto pubblicare
l'annuncio su un giornale "Erik e Sofia si sposano" a me, paradossalmente, bastava di sposarmi.
Era quasi tutto pronto, mancava solo una casa... una casa nuova,
più grande, come l'avevamo sempre sognata sia io che Erik.
Anche quel giorno eravamo in esplorazione, una mia collega mi aveva
parlato di una villetta poco fuori Parigi che sembrava fare al caso
nostro, due piani, una mansarda e un seminterrato, con un grande
giardino e un piccolo pezzo di bosco sul retro, così siamo
andati a dare un'occhiata.
Era bellissima! Regale, elegante e ben tenuta, sembrava un piccolo
castello, io amavo il giardino: pieno di piante e fiori di ogni genere,
Erik invece si era innamorato del seminterrato
-Qui ci facciamo una cantina!
aveva detto subito ed io ero scoppiata a ridere.
Al piano terra, appena si entrava c'era un grande ingresso con una
scalinata di pietra che portava al primo piano e che divideva il
corridoio del piano superiore in due e che proseguiva verso l'alto per
andare verso la mansarda, una cucina non troppo grande ma molto
funzionale, una dispensa, un bagno di servizio, il guardaroba, le scale
che portavano al seminterrato e un grande soggiorno molto elegante sui
toni dell'oro e del rosso, con il soffitto molto alto ed un lampadario
a gocce che rifletteva la luce illuminando benissimo ogni angolo della
stanza, c'erano un grande divano e delle poltrone di velluto rosso, un
tavolo di cristallo, un camino in pietra, dei quadri alle pareti e
delle grandi finestre che davano sul giardino.
Salendo al secondo piano c'erano quattro camere da letto, ognuna con il
proprio bagno privato, due bagni di servizio e uno studio e una
biblioteca con un bagno in comune.
La mansarda era divisa in due stanze, una un po' più piccola
dell'altra, avevamo deciso di lasciare quella più piccola per
utilizzarla come soffitta e quella più grande come sala della
musica.
Il seminterrato era grande e umido e una cantina ci stava alla perfezione.
Forse era un po' grande per noi due soltanto, ma era bellissima ed ero
entusiasta all'idea di riempirla piano piano allargando la famiglia.
L'abbiamo comprata subito e abbiamo cominciato a mettere a posto le
poche cose che avevano bisogno di essere aggiustate, anche con l'aiuto
del Persiano e siamo riusciti a terminare i lavori a poche settimane
dalle nozze.
Un giorno stavo sistemando dei fiori in giardino quando ho sentito
arrivare la carrozza del Persiano che mi ha salutato gentilmente e poi
è corso in casa da Erik.
Dopo un po' sono entrata in casa, ho preparato loro una tazza di
tè e li ho raggiunti nello studio del primo piano di cui si era
impossessato immediatamente Erik.
Li ho trovati seduti uno di fronte all'altro ed Erik stava leggendo una
lettera, quando mi sono avvicinata con il vassoio in mano hanno
sobbalzato entrambi ed Erik ha posato il foglio che teneva in mano
-Che cos'è?
ho chiesto, insospettita dal loro atteggiamento
-Niente di importante amore... solo una lettera di congratulazioni
ho alzato un sopracciglio, perplessa, si vedeva che non era tranquillo
-Da parte di chi?
-Da... da Christine
ha risposto in un sospiro, mi sono scoperta a rabbrividire davanti a
quel nome... Christine, l'unica donna che Erik avesse mai amato, almeno
prima di me, mi sono irrigidita ed ho respinto a fatica una sensazione
crescente di rabbia ed inquietudine, ero gelosa, si, lo sapevo
-E... cosa dice?
il Persiano era rimasto in silenzio per tutto il tempo mentre Erik
farfugliava qualcosa cercando di cambiare discorso, cosa che non mi
tranquillizzava affatto
-Erik... dammi quel pezzo di carta, subito
lui me lo ha passato con rassegnazione ed ho incominciato a leggere
"Caro Erik,
ho voluto approfittare della gentilezza del nostro amico comune per farvi recapitare questa lettera.
Ho saputo che molto presto vi sposerete e sono estremamente felice per
voi e per la donna che in questo momento si trova al vostro fianco.
Credo, a questo punto, che rivogliate indietro l'anello che avevate
regalato a me tempo fa come simbolo del vostro amore nei miei
confronti, non mi sembra opportuno tenerlo dato che state per giurare
amore eterno ad un'altra donna.
Sto partendo per Parigi proprio in questo momento e questa mia lettera dovrebbe precedermi di pochi giorni.
Raul ha molto insistito per venire con me quindi presto ci rivedremo.
con
molto affetto
Christine De Chagny "
La scrittura piccola ed elegante e
la carta profumata di gelsomino mi irritavano tantissimo, Christine era
una parte importante della vita di Erik, se non addirittura la
più importante, ed io non potevo ignorarlo, mi irritava sapere
che stava per arrivare anche se sapevo che Erik non provava più
niente per lei, sapevo già dell'anello che le aveva regalato,
sapevo della promessa che si era fatto fare, sapevo tutto di quella
storia, Erik me l'aveva raccontata pochi giorni dopo il nostro primo
bacio perché pensava, giustamente, che a quel punto avessi tutto
il diritto di sapere e mi aveva raccontato tutto senza riserve.
Avevo deciso di fare buon viso a cattivo gioco e ho annunciato con un finto sorriso
-Vado a preparare la camera per gli ospiti
ho posato la lettera sulla scrivania, ho accarezzato una guancia ad
Erik, sono uscita e sono andata a preparare una camera per Raul e
Christine
Quella sera la cena era stata silenziosa nel nostro piccolo
appartamento in Rue de Rivoli -dove abitavamo ancora prima del
matrimonio-, subito dopo io ed Erik ci siamo messi a leggere insieme
sul divano, lui mi accarezzava i capelli dolcemente ed io tenevo la
testa appoggiata alla sua spalla
-Sei arrabbiata?
mi ha chiesto all'improvviso, mi sono girata verso di lui per guardarlo negli occhi
-No...
-Allora cosa c'è che non va?
parlava con una dolcezza tale che mi sono sentita quasi in colpa nei
suoi confronti per essere così gelosa, e anche un po' stronza
-E' che... non lo so, sono gelosa
Erik mi ha guardato come se gli avessi detto di venire da un altro pianeta
-Come gelosa?
-Si, tu l'amavi...
-Appunto, adesso amo te. E non c'è nessun paragone fra voi due amore mio
mi ha baciato la fronte ed ho sorriso
-Lo so Erik, ma è più forte di me, non lo controllo, sai
che ti amo, ho paura che tu capisca di essere ancora innamorato di lei
quando la vedrai
ho detto abbassando lo sguardo
-Impossibile, Christine non sarebbe mai stata in grado di fare tutto
quello che tu hai fatto per me. Si, è vero, l'ho amata, ma
è tutto finito, ho chiesto a te di sposarmi, con te ho comprato
casa e l'ho rimessa a posto per noi due, Christine non c'entra niente
in tutto questo. Sei tu la mia musica ed il nostro amore la mia
composizione più bella, ricorda la mia proposta, tutto il resto
è solo polvere
mi ha messo una mano sotto al mento per tirarmi su la testa e mi ha baciato con dolcezza e passione
-Ti amo Erik
-Anche io Sofia, te e nessun'altra
e abbiamo incominciato a baciarci.
Christine e Raul sono arrivati tre giorni dopo la lettera.
Lei era bellissima, esattamente come mi immaginavo, e anche molto
dolce: capivo benissimo perché Erik se ne fosse innamorato.
Io avevo capito che non era una minaccia, guardava Raul esattamente
come io guardavo Erik, ma la gelosia si faceva comunque sentire, come
del resto avevo notato anche nel visconte: Raul provava per Erik quello
che io provavo per Christine e lo si notava in ogni conversazione fra
noi quattro.
Due sere prima del matrimonio, dopo cena, sono andata in biblioteca per
leggere un po' e ho trovato Raul affacciato alla finestra
-Visconte De Chagny! Che cosa state facendo?
-Non mi vergogno a dirvi che sto spiando mia moglie ed il vostro futuro marito
Mi sono avvicinata di corsa alla finestra per vedere anche io e Raul ha sorriso
-Anche voi avete paura di quel ponte che li lega vedo... Christine dice
che sono uno sciocco, che fra lei ed il vostro Erik c'è solo un
grande rispetto, io sinceramente non ne sono del tutto persuaso
-Monsieur, Christine vi ama con tutta l'anima, lo vedo chiaramente; in
più lei non ha mai amato Erik, era solo attratta dal suo genio
musicale, purtroppo su questo punto in particolare io non posso dire lo
stesso, Erik l'ha amata moltissimo
Io sono certa che Christine vi dica la verità, credo davvero che
non ci sia niente di più che una grande stima fra loro... ma in
qualche modo una parte della loro anima è legata a quella
dell'altro, non lo si può negare
- E a voi questa cosa dà fastidio quanto ne dà a me...
-Si monsieur,, sarei una sciocca a volerlo negare
-Non gli ha ancora ridato l'anello, sapete?
ho sospirato
-No, non lo sapevo, ma non mi stupirei se Erik si rifiutasse di averlo indietro, rimane comunque un regalo...
-Fra due giorni vi sposate, siamo qui da quasi una settimana, il minimo
che Christine possa fare a questo punto è almeno provarci, non
siete d'accordo?
ho sospirato ancora, aveva ragione, sapere che Christine non aveva
ancora restituito quell'anello ad Erik mi infastidiva moltissimo, tanto
quanto infastidiva Raul, comprendevo perfettamente il suo stato d'animo
-Si monsieur... non posso negare di pensarla esattamente come voi, anche se un po' me ne vergogno...
-Siamo innamorati di due persone con un passato indelebile che li lega
senza nessuna via di scampo... è normale essere gelosi, è
giusto così
Erik's POV
Mancavano solo due
giorni al matrimonio ed io ero tanto eccitato quanto spaventato, Sofia
invece era tranquillissima, o meglio, tranquilla all'idea del
matrimonio, invece era agitatissima per la presenza di Christine, era
gelosa, mi sentivo strano solo a pensarlo ma era così.
Sono uscito per prendere un po' d'aria in giardino, c'era una
bellissima luna piena che rifletteva la sua luce biancastra su tutte le
piante del giardino, il regno di Sofia, sembrava di essere nel giardino
di un palazzo reale, ho sorriso, io e Sofia eravamo il re e la regina
di quel piccolo regno.
Mi sono seduto su una panchina di pietra bianca a pensare a tutte le
cose che mi erano successe negli ultimi tre anni, il periodo più
bello della mia vita, non ci voleva molto, ma quella era
felicità vera; ho sentito dei passi nell'erba
-Sofia?
una figura bianca è sbucata da dietro ad una siepe, non l'avrei confusa fra altre diecimila
-Erik, sono Christine
-Ti ho vista
-Posso?
-Prego
si è seduta a fianco a me; era arrivata da quasi una settimana
con Raul, Sofia li aveva letteralmente pregati di venire al matrimonio,
non capivo perché l'avesse fatto, ma mi faceva piacere che ci
fossero anche loro due; in realtà all'inizio non ero convinto
che fosse una buona idea rivedere Christine, ma quando poi era arrivata
e mi sono accorto che la sua presenza non mi turbava in nessun modo
avevo cambiato idea; mai prima di allora però ero rimasto solo
con lei
-Come vi sentite?
mi ha chiesto con la sua voce serafica
-Christine... questi convenevoli non sono necessari fra di noi, non credi?
lei ha sorriso
-Si, hai ragione
-Comunque sto bene, veramente, sono felice...
-Sono molto contenta per te, te lo meriti, lei poi è stupenda,
una donna straordinaria, non potevi trovare di meglio secondo me
ho sorriso orgoglioso
-Si, Sofia è meravigliosa
-Come l'hai conosciuta?
ho raccontato a Christine la mia storia con Sofia
-Era esattamente questo il finale giusto per questa storia
-Trovi?
-Assolutamente si, siete bellissimi insieme, quando vi guardate vi illuminate di una luce bellissima
-Anche tu e Raul siete così
ha sorriso
-Sai, Raul è geloso di te
-Anche Sofia di te... ma ti apprezza molto
-L'avevo capito, quando parliamo è come se si sforzasse di non fidarsi di me, io invece mi sono affezionata a lei
-Anche lei ti si è molto affezionata... ma non vuole ammetterlo, dalle tempo... invece tu e Raul?
-Oh siamo molto felici insieme, ci amiamo come il primo giorno!
sorrideva luminosa come la luna sopra di noi
-E la tua carriera?
-Non canto più molto in realtà, la mia carriera da
primadonna è finita con l'Opera, ma a volte faccio qualche
esibizione in giro
-E' uno spreco secondo me, ma se credi che sia la cosa giusta...
-Credo di si Erik, niente è più come prima, quando tu eri
il mio maestro, ho ritrovato la mia voce, me stessa e mio padre grazie
a te, ma adesso ho altre priorità. In più credo che il
vero talento sprecato qui sia il tuo
-Ne cederei un po' per un aspetto più umano sinceramente
-Non sai quello che dici, sei come un pezzo di paradiso concesso
all'umanità, Sofia si è innamorata di questo, il tuo viso
conta poco
-Ma abbastanza da impedirmi di avere una vita normale... almeno fino ad adesso, e questo lo devo a te e a Sofia
ha sorriso di nuovo, un soffio di vento l'ha fatta rabbrividire un po'
-Adesso rientriamo, si sta facendo freddo. E poi non vorrei che gli altri due lassù si arrabbiassero
Christine è scoppiata a ridere ed io con lei, avevamo visto
Sofia e Raul guardarci dalla finestra della biblioteca già da un
po' ma avevamo fatto finta di niente.
Quando sono entrato in camera da letto Sofia era già sotto le
coperte, mi sono avvicinato a lei, l'ho stretta fra le braccia e l'ho
baciata
-Buonanotte amore mio
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