Jeph's
POV
Arrivo
al piccolo bar di cui avevo quasi dimenticato l'esistenza. Spero sia
aperto, anche perchè ho dovuto sfidare la bufera per
arrivarci. Sorrido vedendo l'insegna accesa e mi infilo subito
dentro. Lo squallore del posto mi fa rabbrividire, ma non è
nulla a cui non sia abituato in fondo. Rispecchia semplicemente la
media dei locali dello Utah, ovvero una merda. Quando la gente pensa
all'America in testa gli si dipingono immagini di grattacieli
altissimi, o le spiagge della california, megabiondone e megafighi
che riempiono le strade. Chissà cosa penserebbero della loro
idea se vedessero il buco in cui vivo. Sbuffo. Inutile pensarci,
tanto niente cambierà. E poi ora ho altro a cui pensare, le
mie sigarette ad esempio. Entro nel bar-market guardandomi intorno,
è
deserto, a parte un ragazzino esile e pieno di lentiggini dietro il
bancone. Mi avvicino chiedendogli un pacchetto di sigarette, no due,
forse è meglio tre. Si, tre pacchetti di sigarette. Mi fermo
fuori,sotto la tettoia, al riparo dalla neve. Mi accendo una
sigaretta e me la godo guardando il bianco intorno a me sommergermi.
Una luce arancione dall'altro lato della strada mi distrae, sembra la
punta di una sigaretta accesa. Mi avvicino di qualche passo, spinto
dalla curiosità. Non può davvero esserci qualcuno
lì.
Forse è un barbone. Poi una fiamma di accendino illumina un
volto, mi fermo. Quei capelli. Quel volto. Quegli occhi. Percorro la
strada che mi separa da quella figura il più lentamente
possibile, con il cuore che mi batte come un pazzo. Forse sto
impazzendo. Forse immagino cose che vorrei vedere ma che non
esistono. Forse non è lui. Mi avvicino fino a trovarmi a
pochi
passi da lui, che ancora non si è accorto di me. Lo scruto
ancora un pò nell'oscurità, cercando altri
elementi che
mi diano qualche certezza in più, ma non li trovo.
“
..Bert?”
chiedo con voce titubante.
Lo
vedo sobbalzare e poi voltarsi lentamente verso di me. Due occhi blu
che mi inchiodano. Mi guarda confuso, come se non mi riconoscesse.
“
E
tu chi cazzo sei?”
sorrido.
I soliti modi alla McCracken, Quinn ha davvero un modo pessimo di
scegliersi gli uomini.
“
Jeph.
L'amico di Quinn, non ti ricordi?”
sgrana
gli occhi distogliendo lo sguardo dal mio. Si morde le labbra
cercando di trattenere le lacrime.
“
C-come
sta?”
Non
ho neanche bisogno di chiedergli a chi facciano riferimento le sue
parole. Sorrido, cercando di tranquillizzarlo, anche se non credo di
riuscire nel mio intento.
“
Gli manchi da morire Bert,
perchè non torni a
casa?”
lui
scuote la testa, inamovibile.
“
Non posso testa d'ananas...non
tornerò mai dai
miei!” afferma risoluto.
Cerco
di convincerlo che morirà assiderato prima o poi se continua
a
dormire per strada quando nevica, ma è sordo.
“
Risparmia le tue energie e tornatene a
casa, tanto non
riuscirai a convincermi..”
“
Perchè non vieni a stare da me?
Almeno fino a
quando non finisce l'inverno...morirai con questo freddo!”
“
Cos'è? Sono la tua buona azione
giornaliera?
Vattene!”
“
Bert...” tento un ultima volta,
ma lo scontro con i
suoi occhi mi blocca. Sono blu e instabili e frenetici, mi fanno
paura.
“
Vattene via!” mi dice con un tono
che non ammette
repliche. Mi allontano, mortalmente sconfitto, odiando in silenzio il
suo orgoglio e la sua stupidità. E odiando anche me stesso
per
non essere riuscito a portarlo via da lì.
Continuo
a pensarci fino a che non vedo l'insegna del mio paese avvisarmi che
sono quasi a casa. Eppure l'immagine di bert non riesce ad
abbandonarmi, che uomo sarei a lasciare Bert in quelle condizioni e
starmene tranquillo sotto le mie coperte? Non riuscirei mai a farlo.
Con una sgommata cambio senso di marcia e cambio direzione, tornando
da Bert e deciso a non lasciarlo lì.
Quinn's
POV
Mi
trascino lento per i corridoi deliranti della scuola, lasciando alle
mie gambe lo spazio per seguire il ritmo decadente della mia vita. I
volti dei miei compagni di scuola, le loro voci, i loro volti, le
loro vite che un tempo valevano molto per me ora mi sono del tutto
indifferenti. E devo faticare molto a nascondere il mio acuto
fastidio nel loro semplice respirare. Davanti alla classe di scienze
vedo l'ultima persona che mai avrei voluto vedere. Jason. È
appoggiato elegantemente alla porta, con lo sguardo azzurro vuoto.
Peccato che sia tanto stronzo quanto bello. La bellezza ti fotte
sempre, questa è una delle poche cose che ho capito dalla
mia
giovane vita. Lascio ai miei pensieri il permesso di disperdersi
mentre mi avvicino di più all' entrata della classe, e
quindi
anche a lui. Sbuffo cercando di mettere a tacere il mio nervosismo,
non so perchè Jason sia qui, quello che so però
è
che di certo non è qui per me. Non si farebbe mai vedere in
intimità con me, nè verrebbe mai a cercarmi per
qualcosa di diverso dallo scopare. Ci sono ancora pochi metri a
distanziarmi da lui, la distanza è di qualche passo. Mi
avvicino e lui si accorge di me, quando i nostri occhi si incontrano
sorride. E io mi perdo in quelle due pozze blu.
“
Quinn!” esclama con un ardore che
non pensavo gli
appartenesse. “ Cercavo giusto te!”
Oh
cazzo.
Si,
si, ne sono consapevole. Non aggiornavo nulla da una vita, e questa
storia in particolare. Beh. Spero di avervi fatto cosa gradita
facendolo ora. Comunque sto cercando di portare avanti tutte le
storie incomplete, e di finirle il prima possibile, anche
perchè
ho in testa nuove storie e nuovi pairing ma non mi azzardo a metterli
in campo prima di aver finito le incomplete. Nel mentre che cavolo
è
successo a efp??? Non riesco più a raccapezzarmi in sto
casino!!!!
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