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Terzo anno
Capitolo 1
“Onestamente non mi aspettavo tutto questo trambusto,” disse Will,
guardandosi attorno nel salone affollato. “Vitious continuava a dire
che si trattava di un piccolo evento, e invece guardate che roba!”
“E se pensi a tutte le scartoffie che il Ministero gli avrà fatto
firmare prima di permetterci di fare magie fuori dalla scuola…”
aggiunse Madeline.
Il salone ferveva di attività. Si trattava in effetti di un salone da
ballo dal lucido pavimento in legno, situato sopra il più prestigioso
ristorante di Diagon Alley, accomodato ad hoc per ospitare il I Torneo
‘Cupida Certamines Iuventus’, riservato a giovani duellanti.
Al centro della sala si trovavano due ampie pedane, perfettamente
visibili sia dal tavolo dei giudici che dalle gradinate erette per il
pubblico.
Il professor Vitious e il suo amico Samson potevano essere partiti con
l’idea di non fare le cose troppo in grande, ma come aveva notato Will
non sembrava proprio.
Il Torneo vantava una cinquantina di iscritti e tre prove, una di
velocità, in cui l’unico incantesimo ammesso era quello di Disarmo: la
vittoria andava al duellante che per primo conquistava la bacchetta
dell’avversario; una prova di duello tradizionale, nella quale i
giudici valutavano anche l’originalità e lo stile dei partecipanti
assegnando dei punti; infine la prova a squadre, che si sarebbe tenuta
nel pomeriggio: per l’occasione i ragazzi di Hogwarts erano stati
divisi in due squadre di otto elementi (un ragazzo di Corvonero non
aveva potuto partecipare, in quanto in vacanza all’estero con la
famiglia). I loro avversari sarebbero stati gli studenti di una piccola
scuola di magia irlandese.
“Ma ci sarà anche una sorpresa!” aveva detto loro Vitious quel mattino,
mentre un po’ alla volta arrivavano via camino alla sede del torneo.
I Serpeverde si misero a scrutare il pubblico che prendeva posto alla
spicciolata sulle gradinate: non era una folla, ma nei giorni
precedenti Vitious aveva inviato un articolo a proposito del torneo
alla Gazzetta del Profeta e il giornale aveva mandato dei fotografi ad
immortalare l’evento.
Per il momento, partecipanti ed organizzatori ciondolavano nella zona
riservata ai duellanti.
Vitious e Samson stavano sistemando gli ultimi dettagli con uno dei
giudici. I Corvonero erano raggruppati con qualche adulto: sapendo che
sarebbe stato distratto dagli imprevisti dell’ultimo minuto, Vitious
aveva chiesto ad alcuni genitori di presenziare, per aiutarlo a tenere
sotto controllo i ragazzi.
Tuttavia, i genitori dei loro compagni sembravano preoccuparsi poco di
tenere sott’occhio anche i Serpeverde, che ne avevano approfittato per
stare un po’ per conto loro.
“Tua madre verrà?” chiese Euriale a Will.
Lui annuì.
“Starà per arrivare. Ma non era il caso che arrivasse presto assieme a
noi,” disse, accennando a Liam, che aveva dormito da lui.
Nessun altro si aspettava di vedere i suoi: i genitori di Madeline
avrebbero normalmente colto l’opportunità di allacciare nuove
conoscenze, ma avevano già un importante impegno; i genitori di Isabel
non erano molto entusiasti di quell’attività così popolare e Euriale,
immaginando l’ansia che avrebbe attanagliato sua madre, aveva proibito
ai suoi di farsi vedere. Liam non aveva nominato la sua famiglia con
nessuno di loro, e nessuno aveva pensato di sgonfiare il suo entusiasmo
per quella giornata facendo domande.
A un certo punto Isabel, le braccia incrociate e lo sguardo attento,
sorrise.
“C’è Piton,” disse, indicando l’uomo con un cenno del mento.
“È venuto!” fece Will.
Tutti lo cercarono sulle gradinate: Piton era nella fila di mezzo,
accanto a una strega rotondetta il cui cappello a punta non raggiungeva
la vertiginosa altezza dell’uomo.
“Accidenti,” commentò Isabel, “oggi Piton è quasi sexy…”
I ragazzi si scambiarono un’occhiata sofferente.
Piton aveva i capelli puliti, e cosa ancor più incredibile, non era
vestito completamente di nero: la casacca che indossava sopra i
pantaloni scuri aveva dettagli verdi e bottoni dorati; la camicia
bianca non mitigava il suo colorito giallastro, ma nel complesso aveva
un’aria distinta ed elegante.
Da un punto di vista puramente accademico, anche Madeline dovette
ammettere che Isabel aveva ragione.
“Se n’è accorta anche la strega che gli è seduta vicino,” fece Euriale
divertita. “Ha l’aria di una a cui i Tarocchi hanno promesso uno
sconosciuto alto e moro…”
In effetti, la donna lo sbirciava sovente con la cosa dell’occhio, ma
Piton sembrava ignorarla.
“Fantastico. Speriamo che lei passi sopra i commenti acidi e se lo
porti dritto a casa!” disse Liam.
Gli altri lo guardarono, inarcando le sopracciglia
“Che c’è? Avete idea di quanto migliorerebbe la nostra vita se Piton
scopasse di più? La vita di tutta la scuola cambierebbe!”
Madeline ridacchiò.
Will fece una smorfia: “Non con quella, però!”
Osservarono intenti la strega bassa arrossire mentre prendeva il
coraggio a quattro mani e rivolgeva un commento al professore.
Piton la guardò dall’alto e fece un vago cenno con la testa.
“Mi sembra indifferente,” commentò Isabel.
“Si sta già irritando,” corresse Euriale, deliziata. “Oh, si è accorto
di noi. Fate i vaghi!” suggerì agli altri.
Presi di sorpresa, quando il professore li guardò sorrisero e fecero
‘ciao’ con la mano. Piton strinse le labbra. La strega li notò e forse
chiese come conosceva quei ragazzi educati, perché lui fu costretto a
rispondere.
“Direi che abbiamo fallito,” commentò Madeline. Risero.
“Ecco mia madre!” esclamò subito dopo Will.
Andromaca McIver si diresse verso le gradinate, dando nel contempo
un’occhiata al gruppo nero-blu in fondo alla sala e poi cercando il
figlio e i suoi amici. Will sollevò il braccio per farsi vedere.
I Serpeverde risposero al sorriso della donna con un cenno cortese.
“Ci presenti?” chiese Isabel, sistemandosi i capelli già perfetti.
“Sta per cominciare…” le rispose Will, continuando a osservare sua
madre. “Nella pausa per il pranzo. Mangiamo assieme, no?”
Anche Piton aveva visto Andromaca McIver. Si alzò in piedi quando lei
passò davanti alla prima fila di posti e quando lei lo riconobbe le
rivolse un profondo inchino. La donna salì i gradini fino alla seconda
fila e Piton le prese il braccio per scortarla a sedere accanto a sé.
La strega rotondetta parve piuttosto delusa. Will invece aveva un
curioso sorriso soddisfatto, notò Euriale.
“Ragazzi! Da questa parte!” li chiamò all’improvviso il professor
Vitious. “Siamo pronti per cominciare…” disse concitato.
Tutti si scambiarono occhiate elettrizzate.
“È ora di far volare qualche bacchetta!” fece Liam.
Raggiunsero i Corvonero dietro alle pedane.
“Ci siamo!”
“Oh, sono così nervosa!”
“Avete notato che tutti gli altri sono più vecchi di noi?”
In effetti gli altri duellanti sembravano quantomeno aver l’età per
Materializzarsi.
“Non vuol dire niente!” rispose Isabel scrollando i capelli.
“Be’, sì, De Atienza, che vuol dire qualcosa,” le disse Margareth
Clockwork. “Vuol dire maggior esperienza.”
“Si tratta di un torneo per principianti,” le ricordò Euriale, “non
possono essere a un livello molto superiore rispetto a noi.”
“Già, e poi noi ci siamo allenati con Vitious!” intervenne Roger Davies.
Avevano scoperto che il professore di Incantesimi era una vera
autorità: i giudici e parecchi partecipanti lo trattavano come una vera
star!
Andreas Samson passò accanto a Vitious in quel momento: “È tutto
pronto, Filius. In bocca al lupo ai tuoi studenti!”
L’uomo era l’opposto del piccolo professore: alto e muscoloso in
maniera quasi ridicola.
“Scommetto che è coperto di tatuaggi…” commentò qualcuno.
“A me ricorda Florian Fortebraccio, quello della gelateria!” disse
invece una ragazza.
Samson salì in centro ad una delle pedane e, tirata fuori la bacchetta,
pronunciò ‘Sonorus’, puntandosela alla gola.
“Gentili streghe, distinti maghi, siamo pronti a inaugurare il primo
Torneo per giovani duellanti!” disse, e la sua voce risuonò
perfettamente in tutto il salone, nonostante il brusio che scemava a
poco a poco.
“Che incantesimo utile!”
“È quello che usano per le cronache delle partite ufficiali di
quidditch!”
“Ed è una formula che non vorreste sbagliare, dato che la bacchetta va
puntata verso le corde vocali,” li informò Vitious sottovoce.
“Mentre i nostri onorati giudici prendono posto, vi chiedo di salutare
i nostri intrepidi duellanti!”
Tutti gli iscritti al Torneo, allineati dietro le pedane con i loro
accompagnatori o allenatori, salutarono il pubblico lanciando scintille
con le bacchette.
Gli spettatori parvero apprezzare. Qualcuno inneggiò agli amici e
almeno un paio di streghe gridarono ‘Antonius, ti amo!’ rivolte a un
giovane mago riccio e dai superbi occhi azzurri.
“La folla ha già i suoi favoriti!” commentò Samson, scatenando qualche
risata. “Non vogliamo farvi attendere oltre, quindi diamo il via alla
prima prova: la Prova di Velocità!”
Gli studenti di Hogwarts e della scuola irlandese si fecero da parte:
la prova di velocità era effettivamente basata sull’esperienza e sulla
pratica, e Vitious aveva preferito che si concentrassero sulle altre
due.
“Se tutto va bene, l’anno prossimo non vi sfuggirà neanche quella!”
I nomi dei duellanti erano estratti a sorte dai giudici quattro alla
volta: le due coppie di combattenti prendevano posto sulle due pedane
dandosi le spalle a bacchette levate e al fischio dei giudici, prima
una poi l’altra in rapida successione, cercavano di disarmarsi. I
duellanti scorrevano in fretta, mentre Samson sottolineava i duelli più
rapidi, le tecniche migliori o gli errori.
“Piuttosto umiliante…” commentò Isabel. E dopo sarebbe toccato a loro!
“Tuttavia è molto formativo. Un errore commesso in duello davanti a un
pubblico e chiamato dal presentatore è un errore che non verrà più
commesso,” spiegò il professore.
Corvonero e Serpeverde si guardarono: lo sapevano fin troppo bene.
Forse non erano due anni che facevano Pozioni con Piton? Lui sì che era
un maestro nel sottolineare i loro errori.
“Questo è anche un buon momento per studiare i vostri avversari,”
continuò Vitious. “Che mano usano? Stanno fermi o si muovono? Parlano
ad alta o a bassa voce? Sono agitati o padroni di sé?” aggiunse,
guardando Euriale.
Lei annuì, cogliendo il suggerimento. Madeline osservava tutto con
occhi fabbrili, Isabel sembrava concentrata a memorizzare i volti che
le sarebbero potuti capitare davanti durante la seconda prova.
Per la sua stessa natura, la Prova di Velocità non occupò più di
quaranta minuti, contando una breve interruzione per permettere ai
giudici di consultarsi sulla penalità da assegnare a una strega troppo
entusiasta che aveva disarmato l’avversario senza prima girarsi a
fronteggiarlo.
“Penalità? Dovrebbero darle dei punti in più!” protestarono tutte le
ragazze.
Il più veloce risultò proprio il mago con gli occhi azzurri e le tifose
scatenate.
“Potrebbe ottenere grandi risultati, questo ragazzo!” commentò Samson.
In una rapida cerimonia al vincitore fu consegnato un piccolo trofeo a
forma di falco pellegrino.
“E ora, senza altri indugi, possiamo cominciare con la seconda prova,
quella tradizionale. Prima di spiegare a quelli tra noi meno avvezzi al
duello come verrà strutturata, permettetemi di presentarmi gli studenti
della Scuola di Limerick, così gentili da partecipare oggi e si spera
anche alle prossime edizioni di questo torneo.”
Si levò un applauso educato dal pubblico, tranne che per il gruppetto
di accompagnatori degli studenti irlandesi, che ululò senza riserve.
“E accompagnati da una vecchia gloria della pedana, un caro amico che
ha fornito un fondamentale supporto per offrirvi oggi questo
spettacolo, niente meno che il campione inglese Filius Vitious…”
Il pubblicò cominciò ad applaudire, così come i suoi studenti, mentre
Vitious arrossiva e si schermiva.
“…gli studenti di Hogwarts! E sono giovanissimi, pensate, inizieranno
il terzo anno la prossima settimana!”
I ragazzi si inchinarono, mentre i genitori dei Corvonero tra il
pubblico esultavano in modo da non essere da meno degli Irlandesi.
Piton e Andromaca McIver mantennero invece il loro contegno, con grande
sollievo di Euriale e Madeline. Gli altri al contrario sembrarono
godersi il frastuono.
Quando Samson ebbe finito di ricapitolare regole e punteggi, fece
apparire sul muro dietro le pedane e i partecipanti un gigantesco
drappo viola con la struttura degli incontri.
“Il girone A e il girone B combatteranno contemporaneamente: i giudici
si divideranno per seguire al meglio i singoli duelli. Voi ricordate di
non farvi distrare dall’altra pedana e di essere sciolti. Non siate
nervosi!” li esortò Vitious, sospingendo Paul Funder, il primo dei
Corvonero a duellare, verso la pedana.
“Ora sono nervosa,” annunciò Isabel, mordicchiandosi le nocche.
Liam era grigio come prima di un incontro di quidditch.
“Quasi tutti sono nervosi e spaventati,” li informò Euriale,
concentrata al massimo.
Madeline era così silenziosa e risoluta che metteva quasi paura.
Quando Will mise piede sulla pedana, sentiva uno strano groviglio nello
stomaco e un ronzio fastidioso nelle orecchie, che gli aveva impedito
di sentire gli incoraggiamenti degli amici. Sentì un urlo provenire dai
Corvonero, ma non sapeva se fosse diretto a lui.
Si girò brevemente, ma si riscosse subito. ‘Non distrarti!’ si impose,
facendo l’inchino di rito al mago vestito di blu notte di fronte a lui.
Era stato veloce, nella prova precedente? Non se lo ricordava. Sollevò
la bacchetta, aspettando il segnale dei giudici. Eccolo!
Pensò a proteggersi, dato che non sapeva cosa aspettarsi dal suo
avversario.
“Protego!” esclamò.
Forse anche l’altro mago si sarebbe protetto. No! Il suo scudo parò una
luce rossa: un Expelliarmus. Così, l’altro voleva farla finita in
fretta, eh?
“Ventis!” gridò Will, lanciando una folata di vento all’avversario: fu
il suo turno di proteggersi.
Will scagliò di nuovo lo stesso incantesimo e immediatamente dopo si
chinò, lanciando un incantesimo di Ostacolo all’altezza delle caviglie
dell’altro. Impegnato a deviare il primo incantesimo, il mago in blu
inciampò, sbagliando mira mentre cercava di contrattaccare.
“Expelliarmus!” gridò Will, prima ancora che le ginocchia
dell’avversario toccassero la pedana.
La sua bacchetta volò via, lontano da Will ma comunque ormai di nessun
uso per il suo proprietario.
Incredulo, il ragazzino sentì le esultazioni dei compagni e li guardò
sorridendo a trentadue denti, poi si girò verso il pubblico.
“Bravo, William!” gridò sua madre, applaudendo, mentre Piton sollevava
un angolo della bocca.
Will si inchinò all’avversario sconfitto e saltò giù dalla pedana,
tornando tra gli altri. Davvero forte.
Si mise ad aspettare di essere chiamato di nuovo, osservando i suoi
compagni, ora Liam che disarmava un tipo mandandolo letteralmente a
gambe all’aria, ora Isabel che impastoiava un mago sottile facendolo
cadere a faccia in avanti (la bacchetta gli sfuggì di mano e Isabel si
limitò a raccoglierla), e ora osservando il professor Piton che
indicava a sua madre gli altri studenti Serpeverde, magari spiegandole
nel dettaglio le loro mosse, mentre lei annuiva, interessata.
“Adoro i tornei, professore!” disse a Vitious con trasporto.
Vitious osservò i suoi studenti divertirsi, in pedana e assistendo agli
altri combattimenti. Il sistema dei punti garantiva a tutti di
combattere almeno due volte, al contrario dell’eliminazione diretta, e
il professore notò che al secondo duello tutti erano meno ansiosi e più
determinati. Non si aspettava che nessuno di loro arrivasse in finale,
ma Heartilly e AshenHurst offrirono un duello mozzafiato negli ottavi
di finale. Il fatto di conoscere il reciproco stile rendeva l’incontro
equilibrato, la competizione tra amiche e l’individualismo Serpeverde
sembrava accenderle come stelle (e tuttavia Vitious aveva l’impressione
che il soggetto preferito del fotografo del Ministero fosse la
splendida De Atienza).
In ogni caso, Heartilly aveva prevalso, ma era stata eliminata da un
duellante più esperto, che le offriva meno appigli per leggere le sue
prossime mosse e aveva ottenuto un buon punteggio nella prova di
velocità.
Clockwork, Davies e Durham avevano collezionato degli ottimi punteggi,
e loro e gli altri membri della loro squadra avevano buone probabilità
di vincere la prova a squadre del pomeriggio.
Il vincitore della prima prova arrivò vicinissimo alla finale, che però
fu conquistata dalla strega che subito una penalità nella gara di
velocità e da un mago coi capelli color sabbia che pareva non credesse
possibile di essere arrivato così avanti. La strega lo mise fuori
combattimento con un superbo incantesimo di Levitazione e conquistò il
trofeo a forma di civetta tra le acclamazioni entusiaste di tutte le
streghe presenti.
“Abbiamo anche il nostro secondo campione! Un applauso per la
talentuosa signorina Sparklings! La sua magia ha davvero illuminato la
nostra giornata,” esclamò Samson.
“Ora è prevista una sospensione, perché il nostro pubblico e
soprattutto i nostri duellanti possano rifocillarsi. Il Torneo
riprenderà alle 15:30, con la Prova a Squadre, durante la quale potremo
vedere all’opera i nostri brillanti studenti. Ma ci sarà anche una
sorpresa, una partecipazione speciale! Buon appetito a tutti!”
Samson sussurrò ‘Quietus’ puntandosi la bacchetta alla gola e mentre il
pubblico cominciava ad alzarsi andò a complimentarsi con i vincitori e
a chiacchierare coi giudici.
“Oh, meno male, stavo morendo di fame!” fece Will.
“Lasciamo qualche minuto al pubblico per uscire, poi scenderemo a
mangiare,” lo rassicurò Vitious. “A tavola potremo dare un’occhiata ai
punteggi personali…”
Tutti i Corvonero gli si affollarono attorno, come al solito
ossessionati dai voti.
Isabel, infastidita per aver perso l’equilibrio nell’ultimo duello, si
fece di nuovo allegra.
“Professore!” salutò con voce squillante.
Piton e Andromaca McIver raggiunsero gli studenti Serpeverde.
“Signorine. Signori,” li salutò Piton, con aria soddisfatta. “Vi siete
indubbiamente fatti notare.”
Euriale sorrise maliziosamente, chiedendosi se si riferisse anche a
quando lo avevano salutato quella mattina, mettendolo in difficoltà con
la strega rotondetta, ma come al solito il professore stava attento a
non offrirle niente da percepire.
“Euriale, Isabel, posso presentarvi mia madre, Andromaca McIver?” disse
Will.
Mentre il figlio presentava le amiche, Andromaca McIver scambiò quella
che sperava fosse un’occhiata discreta con Piton, e l’uomo seppe
all’istante che le ragazze l’avevano notata.
Aveva parlato un po’ alla donna del gruppo, durante la seconda prova
del torneo.
“Ho una domanda che esula i duelli,” aveva detto lei a un certo punto.
“Forse è un po’ sciocca, ma è una tipica domanda da madre.”
“Sentiamo,” aveva risposto lui senza spostare gli occhi da Madeline che
affrontava un Corvonero.
“C’è una delle sue compagne per cui Will abbia un debole? Non Maddie,
credo, viene spesso da noi e penso che me ne sarei accorta…”
Piton l’aveva guardata brevemente: “Non è un pensiero prematuro? So che
nelle famiglie più antiche è usanza cominciare a cercare buoni partiti
molto presto, ma così mi sembra eccessivo.”
Lei aveva riso: “Non era quello che avevo in mente, e lo sai! È solo
che a pranzo non voglio rischiare di comportarmi da sciocca proprio con
la ragazza che gli piace.”
“Uno scenario difficile da immaginare,” l’aveva rassicurata Piton. “E
in ogni caso, non vorresti fare la figura della sciocca con nessuna di
loro: sono tre piccole Erinni!”
Andromaca McIver aveva riso di nuovo.
“Io non ho notato cotte adolescenziali, ancora, ma non è detto. Chi
nomina sempre per prima quando parla delle ragazze?”
“Non ci ho mai fatto caso, ma ci starò attenta!” aveva promesso la
donna.
Andromaca McIver fece i complimenti a tutti per le loro performances.
“Spero che il professor Vitious vi lascerà pranzare con noi,” disse.
“Lo avverto io,” disse Piton, avviandosi. “Mi sarà concessa la
compagnia dei miei studenti per un’ora, spero.”
“Non credo che sentirà la nostra mancanza,” rispose Euriale, alzando le
spalle.
“Non sono neanche sicura che la noterebbero,” aggiunse Madeline,
occhieggiando i Corvonero e i loro genitori attorno al piccolo
professore di Incantesimi.
“Tanto meglio per noi,” le sorrise Andromaca McIver.
Scesero al ristorante e il maître li fece accompagnare a un tavolo
tranquillo non troppo lontano da quello che Vitious aveva fatto
riservare per gli studenti, che non erano autorizzati a lasciare
l’edificio.
I due adulti vennero fatti accomodare di tre quarti rispetto alle
vetrate, di modo che potessero tenere sott’occhio la sala. Will prese
posto accanto alla madre e Isabel spinse Euriale accanto a Piton. Alla
sua espressione incuriosita le sussurrò all’orecchio che le avrebbe
spiegato dopo.
Madeline si sedette accanto a Isabel e Liam chiuse il cerchio
sistemandosi tra lei e Will.
A Isabel serviva che Euriale stesse il più vicino possibile a Piton, e
scoprisse se quella donna gli piaceva: il cameriere lo aveva fatto
accomodare come un corteggiatore! Marito e moglie sarebbero stati uno
di fronte all’altra e degli amici avrebbero scelto posti casuali.
Poteva essere una coincidenza, o solo un’idea del cameriere, ma forse
Euriale avrebbe sentito qualcosa che chiarisse la situazione. Che
giornata: duelli e misteri romantici!
In realtà, i duelli restarono l’argomento di conversazione principale,
soprattutto quando i ragazzi si resero conto che gli amici non avevano
visto tutti gli incontri degli altri, perché impegnati a loro volta
sulla pedana o ad ascoltare i suggerimenti di Vitious.
Anche al tavolo dei Corvonero tutti si lanciarono in rievocazioni degli
scontri più emozionanti e le cose si fecero ancora più movimentate
quando Clarke e Turner, che assieme a Hickman completavano la squadra
dei Serpeverde, si appropriarono degli appunti di Vitious e vennero a
discutere delle loro probabilità di vittoria.
Poco prima delle tre, quando i ragazzi ebbero finito con calma i loro
dolci e gli adulti preso del caffè, Vitious suggerì che tornassero al
salone, per stare pronti.
Andromaca McIver augurò buona fortuna a tutti, con particolare affetto
al figlio e a Liam, che quell’estate aveva passato a casa loro un
giorno sì e uno no.
I ragazzi rivolsero poi un cenno risoluto a Piton.
“Possiamo aver tre Corvonero in squadra per fare numero,” disse
Euriale, “ma la nostra squadra combatte per Serpeverde!”
Piton prese posto con Andromaca McIver, sentendosi orgoglioso in
maniera ridicola dei suoi ragazzi.
Il salone cominciò a riempirsi di nuovo. Il pubblico era in parte
diverso: chi era venuto per seguire i suoi duellanti preferiti nelle
prove della mattinata aveva snobbato la prova a squadre, a cui
partecipavano solo i ragazzi di Limerick, le due squadre di Hogwarts e
forse un terzo gruppo, la cui presenza doveva essere la sorpresa
anticipata dagli organizzatori.
“Allora, ragazzi, spero che siate tutti pronti,” disse Vitious
radunandoli attorno a sé. “Tra poco cominceremo con le esibizioni. I
primi saranno gli ospiti irlandesi, poi i Serpeverde. Una volta finito
vi metterete un attimo da parte per lasciare esibire i Corvonero, e poi
concluderete assieme. Tutti vi ricordate le mosse, vero?”
Molti annuirono rapidamente e qualcuno invece si immobilizzò ad occhi
sgranati, affrettandosi a chiedere agli amici lumi sui passi
dimenticati.
“Va bene! State pronti!” gridò infine sottovoce il professore, mentre
Samson riprendeva la parola e riapriva il Torneo.
“Sono di nuovo agitata!” si lamentò Isabel. “Pensavo che ormai mi fosse
passata!”
“Ti passerà non appena sarai davanti al pubblico,” le rispose Madeline.
Gli altri ghignarono: Isabel li aveva costretti a provare tante di
quelle volte nell’ultima settimana di scuola che la loro esibizione era
una piacevole routine, ormai.
Gli studenti irlandesi, chiamati dal presentatore, salirono sull’unica
pedana rimasta al centro del salone. Il loro esercizio suggeriva che i
loro punti forti fossero precisione e tempismo: sempre fronteggiandosi
quattro a quattro i duellanti scagliarono i loro incantesimi
all’unisono, facendo cozzare i raggi di luce delle bacchette. Poi, con
mezzo secondo di stacco tra l’uno e l’altro, ogni membro del primo
gruppo attaccava e gli altri evocavano scudi per proteggersi.
“Sembra di guardare il nuoto sincronizzato dei Maridi,” sussurrò
Isabel, che aveva assistito a un tale spettacolo in Spagna, in visita
alla famiglia della madre.
Gli Irlandesi presero a muoversi sempre più in fretta in circolo,
scagliando e parando incantesimi da una distanza minima. All’improvviso
si immobilizzarono e otto bacchette sprizzarono luce sopra le loro
teste al centro del circolo: i raggi cozzarono insieme ed esplosero,
inondando di colori la sala.
Il pubblico si scatenò sulle gradinate, e anche i Serpeverde
applaudirono, riluttanti.
“Tocca a noi!” fece Will con urgenza.
I Serpeverde si sistemarono davanti alla pedana, che era troppo stretta
per la loro esibizione.
“Pronti?” bisbigliò Isabel.
Liam e Madeline fecero qualche passo verso il pubblico, con le
bacchette abbassate, poi finsero di notarsi per la prima volta e
saltarono nelle posizioni di combattimento.
Dopo un istante Madeline attaccò, avanzando verso Liam a grandi passi,
i lunghissimi capelli biondo cenere che svolazzavano. Liam parò i suoi
rapidi colpi e contrattaccò con un lampo di luce viola che si infranse
sulla barriera trasparente come cristallo che Madeline aveva evocato.
Isabel corse verso di loro, trasformando la barriera in fumo e
scagliando una fattura a entrambi i duellanti, che indietreggiarono
gridando ‘Protego’. In un attimo Liam e Madeline si coalizzarono contro
la nuova venuta, che tenne a bada entrambi ruotando su sé stessa. Will
li raggiunse di corsa.
Isabel si accucciò a terra e lui la scavalcò con un balzo, atterrando
di fronte a Liam. I due ragazzi presero a incrociare le bacchette come
schermidori, impedendosi l’un l’altro di mirare.
Quella parte era sempre più o meno improvvisata, a seconda di dove Will
atterrava e di dove i loro incantesimi respinti andavano a cadere. Una
delle opzioni era su Madeline e Isabel, che si allearono per creare un
gigantesco scudo dai riflessi blu che le riparasse dalla pioggia di
incantesimi.
Euriale si fece avanti, evocando con mosse ampie e quasi solenni un
fulmine, che colpì lo scudo delle altre con un crack assordante.
I ragazzi si bloccarono e Liam finse di allontanare Will con un calcio.
Il biondo si ritrovò schiena a schiena con Euriale: ruotarono su loro
stessi, di modo che Euriale fronteggiasse Liam e Will Isabel e Madeline.
Euriale scagliò una lancia di ghiaccio, che si conficcò in un’altra
barriera di cristallo. Il pubblico sussultò.
Will richiamò una raffica di vento potente, che avvolse le due ragazze
in un vortice, scompigliando i loro capelli in maniera molto
scenografica. Isabel lo ridusse a una leggera brezza che trasportava
piccoli fiori.
Euriale e Will ruotarono di nuovo e la ragazza incendiò i fiori.
Madeline ed Isabel si ritrovarono al centro di una colonna di fuoco!
Nel frattempo, Liam si stava difendendo da un rampicante che cercava di
bloccargli gambe e braccia, mentre lui lo tagliuzzava con ‘Diffindo’.
Dalle fiamme Madeline strillò ‘Mergeo!’ e la colonna di fuoco si
arrotolò in una sfera sulla punta della sua bacchetta puntata al
soffitto, lasciando solo qualche ricciolo di fumo.
Tutti restarono immobili per un attimo, e di nuovo scattarono
scambiandosi gli avversari: Isabel contro Liam, Euriale contro Will e
Madeline. Si scrutarono a vicenda, sorridendo, e guizzarono tutti
all’unisono.
Questa volta però, furono i Corvonero ad invadere al campo e loro si
ritrassero, fingendosi indispettiti per l’intromissione.
Il segmento dei Corvonero ricordava un po’ quello degli Irlandesi.
Cominciarono a duellare, quattro coppie contemporaneamente. Quando
Davies chiamò, quattro studenti rimasero fermi e gli altri ruotarono. I
duelli ripresero. Quando Davies chiamò di nuovo furono gli altri a
ruotare, nel senso opposto. Poi, sempre più veloci, i ragazzi
cominciarono a cambiare le formazioni: da due contro due a quattro
contro quattro, tre e tre e due, creando al contempo delle figure
geometriche che soprattutto il gli spettatori sulla gradinata più alta
apprezzarono.
All’ennesimo grido di Davies, i Serpeverde si fecero avanti
scompigliando le figure dei Corvonero.
Nero-blu e verde-argento si affrontarono a bacchette levate. I
Corvonero puntarono le loro al cielo, creando l’immagine di un’immensa
aquila, il simbolo della loro Casa. I Serpeverde evocarono un serpente
e dirigendo le immagini con le bacchette i due gruppi fecero scontrare
i due formidabili animali.
Quando si trovarono zanne a rostro, artigli a spire, gli studenti li
fecero mutare: l’aquila divenne una H e il serpente uno stendardo per
circondarla.
Il pubblico esplose, gridando ‘Hogwarts! Hogwarts! Hogwarts!’ e
battendo mani e piedi. Estasiati e soddisfatti, gli studenti si
inchinarono più volte, prima di annullare gli incantesimi e ritirarsi.
Note:
Ed eccoci al terzo anno! Siamo nel 1991, l’anno in cui Harry Potter
arriva ad Hogwarts, ma per il momento la scuola non è ancora iniziata.
Ho inventato una piccola scuola di magia in Irlanda, pensando che chi
sceglie di non frequentare Hogwarts (che è un collegio lontano,
nonostante la facilità con cui i maghi possono spostarsi) abbia
comunque diritto a un'istruzione.
Sembra che tutti siano felici e si divertano. Ah, non dura.
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