cap
“Quindi?
Sto aspettando.”
Himawari
si era seduta su una coperta, messa precedentemente sopra la duna. Aveva deciso
che certe rivelazioni era meglio che se le facessero fuori dal villaggio. Per questo
aveva deciso di andare nel deserto, solo lei e Shikadai.
Guardò il
suo fidanzato sedersi di fronte a lei, incrociare le gambe e guardarla a sua
volta.
Perché devi essere così bello e
anche così stupido, Nara?
“Tuo
padre, l’Hokage, ci aveva mandati a recuperare una spia del Villaggio del Suono
che si era introdotta nel nostro Villaggio e aveva rubato delle pergamene
importanti. Non ti nascondo che è stata estenuante come missione. Avevamo pochi
indizi e due giorni di distanza dalla spia.”
Himawari ascoltava
attentamente il racconto di Shikadai, non distogliendo lo sguardo. La debole
fiamma della candela che si erano portati illuminava flebilmente le loro
figure.
“Riuscimmo
a raggiungerla dopo una settimana di viaggio, proprio al confine con il
Villaggio del Suono. La trovammo da sola, davanti ad un fuoco acceso e la
bloccai immediatamente con la tecnica del controllo dell’ombra. Inojin e Chocho
la legarono. Purtroppo per noi la spia cominciò ad urlare, tanto che dovemmo
tapparle la bocca. Inojin si beccò un bel morso sulla mano, e anche il bavaglio
fu inutile.”
“E allora
come avete fatto? Cosa c’entra il bacio che le hai dato?”
Shikadai sospirò,
prendendo fra le sue mani una mano di Himawari, stringendola.
“Quando
pensammo di essere spacciati, scoperti, la spia se ne uscì con una richiesta
strana. Disse di volere un bacio, una sorta di ultimo desiderio di qualcuno che
era stato catturato. E lo chiese a me.”
“Perché? Perché
tu e non Inojin?”
“Lo ha
voluto da me perché disse che ero la mente del gruppo e avrebbe cominciato ad
urlare di nuovo se non l’avessi accontentata. Solo per questo la baciai, per
avere salva la pelle e tornare a casa. Il problema è che non facemmo i conti
col fatto che le sue labbra fossero avvelenate. Meno male che avevamo con noi
un antidoto per i veleni, o adesso non sarei qui a parlare con te.”
La Uzumaki
strinse la mano del suo fidanzato, col cuore che le batteva troppo veloce nel
suo petto.
“Perché non
me lo volevi dire? Perché hai detto che non avrei capito?”
“Perché avresti
dato di matto e l’avresti riempita di botte, mentre a noi serve viva.”
“Non è una
scusa per non dirmi questa cosa! È stato meglio non dirmi nulla e rischiare di
lasciarci?”
Shikadai spostò
lo sguardo, fissando un punto impreciso della duna.
“E tu,
allora? Perché non mi hai detto che sei la prossima forza portante?”
“Perché le
forze portanti sono visti come dei mostri. Anche tuo zio e mio padre sono stati
visti e trattati in questo modo, e solo dopo la quarta guerra ninja sono stati
trattati come degli eroi, riscattandosi agli occhi delle persone. Io non ho
nulla con cui riscattarmi, con la quale far capire alle persone che io sono
sempre io, anche se sarò la prossima forza portante. Lo capisci, Shika? E se
nel tuo clan ci fosse qualcuno che non accetterà questa cosa? Che vedrà la
nostra relazione come qualcosa di sbagliato?”
“Ti
prometto che nessuno penserà questo. Ti prometto che nessuno ti vedrà come un
mostro.”
La tirò
verso di sé e la strinse forte. Adesso non c’era più nulla che li separava.
|